Le email inviate dal sistema di istruzione.it, come le newsletter, gli avvisi di servizio e le notifiche di istanze on line, sono sempre inviate in automatico attraverso l'account fittizio noreply.
È una funzionalità dei server Web che permette la trasmissione di contenuti passando da un protocollo di rete http ad un protocollo smtp, che gestisce l'invio della posta elettronica: in altre parole le email sono inoltrate automaticamente da una applicazione del server Web ad un indirizzo email o ad un insieme di indirizzi email estratti da un database.
Come funziona questo sistema? L'applicazione si avvia come istanza avviata da un operatore amministrativo (notifica a seguito di un'operazione amministrativa), oppure come istanza impostata da un operatore di sistema (newsletter), oppure come istanza conseguente ad un evento automatizzato (notifica automatica dell'accettazione di un'istanza).
In realtà l'account noreply non esiste e non può pertanto ricevere email di risposta sul server POP o IMAP.
Si tratta di funzionalità molto comuni nel commercio elettronico, nelle piattaforme a registrazione, ecc. Non c'è nulla di strano e di abominevole che queste funzionalità client server si applichino anche in un sistema di rete integrato come istruzione.it.
Come ha funzionato la cosa? Renzi ha trasmesso il testo della "lettera" al MIUR e da qui un operatore di sistema ha attivato l'invio del testo attraverso il servizio di newsletter, che ovviamente è impostato per trasmettere in modo unidirezionale dei contenuti a tutti gli utenti di una casella di posta istruzione.it che appartengono ad un insieme.
In alternativa, da Palazzo Chigi avrebbero dovuto programmare un'applicazione Web ad hoc o in alternativa impiegare non so quanti operatori per inviare a mano centinaia di migliaia di email ad altrettanti indirizzi contenuti in un listato trasmesso dal MIUR. Con il rischio che i server di posta del MIUR avrebbero bloccato automaticamente centinaia di migliaia di email provenienti da uno stesso server perché interpretato come un flood di spam.
Del resto se Renzi non avesse voluto repliche, non avrebbe messo un recapito email in calce alla lettera. Che poi vada a leggersi le email di risposta o non, è un altro paio di maniche.
Se poi qualcuno volesse premunirsi, per il futuro, dalla ricezione di letterine indesiderate da parte di ministri e presidenti del consiglio, ha due sole possibilità alternative:
1) si imposta il reindirizzamento della posta dalla propria casella istruzione.it ad un'altra casella di posta e attiva sul proprio server di posta un filtro antispam nei confronti dell'indirizzo (attenzione, però, con questo sistema si perde la possibilità di ricevere notifiche di servizio da parte di tutte le piattaforme online che si appoggiano a istruzione.it!)
2) disabilita il proprio account di posta su istruzione.it
C'è anche una terza soluzione, la più banale: quando sul client di posta compare un messaggio con il soggetto "Augurio di serenità da parte del presidente del consiglio a tutti gli insegnanti" o "Auguri di San Valentino dell'amata ministra a tutti gli insegnanti", click con il pulsante destro e sul menu contestuale click su "Delete message". C'est plus facile.