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Messaggio Da Ospite Ven Mag 29, 2015 11:58 pm

Promemoria primo messaggio :

1. Obiettivo risparmio: taglio radicale di concorsi, progetti, Invalsi. Assunzione dei sovrannumerari sul sostegno.
2. Obiettivo flessibilità: obiettivo cdc flessibili: unione di tutte le classi di concorso affini (es. A36, A37, A50, A43)
3. Obiettivo stabilizzazione lavorativa: assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili DOPO aver sancito un blocco triennale della mobilità.
4. Obiettivo laicità: assumere TUTTI gli Irc come segretari aggiunti e far cessare questa figura istituzionale che fa entrare nelle scuola il potere della curia.
5. Obiettivo ricambio docenti: inserire la seconda fascia in GAE e bandire nuovi TFA su base reale, con test rigido e selettivo.

In 10 anni avremmo una scuola senza precari annuali, laica, economica, aperta a nuovi professionisti ogni anno.

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Messaggio Da Ospite Sab Mag 30, 2015 6:32 pm

Stellastellina1975 ha scritto:Secondo il mio modesto parere, l'unica riforma valida della scuola potrebbe essere la seguente:
- Assunzione di tutti i precari della GaE che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio continuativi (e questo è l'unico punto che coincide quasi con il ddl buonascuola) nella provincia prescelta o in una ad essa limitrofa (e non certo su una lista di tutte le province italiane!).
- Tutti gli altri docenti precari dovrebbero continuare ad avere incarichi a tempo determinato e supplenze brevi, fino al raggiungimento dei 36 mesi.
- Test psico-attitudinali subito prima dell'abilitazione e anno di prova subito dopo l'abilitazione (e non certamente dopo 10 e più anni di servizio!).
- Potenziamento del sistema di ispettori esterni, i quali dovrebbero avere una semplice funzione di controllo, e niente di più, così come il Dirigente Scolastico.
- La valutazione degli istituti scolastici dovrebbe essere fatta in modo oggettivo e trasparente da parte di una commissione di esperti esterni, e cioè attraverso un esame delle competenze in ingresso e in uscita degli alunni, in ogni disciplina e in accordo con i programmi di ogni tipologia di scuola (e non certo in base al numero di iscritti e di promossi di quell'istituto oppure tramite dei test a crocette standardizzati!).
- Esaminando in ingresso e in uscita gli studenti delle classi di un singolo docente, come detto sopra, si potrebbe ottenere anche una valutazione delle capacità didattiche del docente stesso. Ma se questa andasse ad influire sulla sua condizione (dallo stipendio al trasferimento, al ricollocamento, o addirittura al licenziamento) allora anche gli altri dipendenti pubblici dovrebbero essere valutati, altrimenti saremmo di fronte ad una disparità di trattamento!

Ovviamente, come chiunque abbia un minimo di buon senso e non guardi solo al proprio orticello, considero la valutazione di un docente da parte del Dirigente e dei rappresentanti di studenti e genitori, non discutibile, non sbagliata, non assurda... la considero PURA FOLLIA !!!

P.S.: So benissimo che l'ipotetica riforma che ho descritto è del tutto utopistica. Ormai da molti anni sta andando nella direzione diametralmente opposta: Scuola-azienda, diplomificio.

Analizzare il livello di entrata e di uscita di ogni singolo alunno per ogni singola materia sarebbe sicuramente auspicabile, tuttavia la realizzazione pratica mi sembra quantomeno complessa.
Occorrerebbe prima un'immane opera di standardizzazione di tutti i sapere (altrimenti sarebbe impossibile misurare in modo oggettivo il livello di entrata e di uscita) approntando griglie di valutazione universali e programmi rigidi decisi a livello nazionale; non sono un esperto dell'argomento, tuttavia almeno per quanto concerne storia e filosofia le linee guide ministeriali sono molto poco precise e lasciano molto spazio all'arbitrio del docente, e in tal senso mi sembra inapplicabile un'analisi oggettiva e dettagliata in queste materie.

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Messaggio Da chicca70 Sab Mag 30, 2015 6:35 pm

La flessibilità nelle classi di concorso è dannosissima per gli studenti.  Che possa insegnare italiano alle medie un docente di filosofia è francamente assurdo. Vanno bene i diritti dei docenti,  ma anche quelli dei ragazzi hanno importanza e non possono essere subordinati alle assunzioni.

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Messaggio Da Stellastellina1975 Sab Mag 30, 2015 6:44 pm

precario_acciaio ha scritto:
Stellastellina1975 ha scritto:Secondo il mio modesto parere, l'unica riforma valida della scuola potrebbe essere la seguente:
- Assunzione di tutti i precari della GaE che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio continuativi (e questo è l'unico punto che coincide quasi con il ddl buonascuola) nella provincia prescelta o in una ad essa limitrofa (e non certo su una lista di tutte le province italiane!).
- Tutti gli altri docenti precari dovrebbero continuare ad avere incarichi a tempo determinato e supplenze brevi, fino al raggiungimento dei 36 mesi.
- Test psico-attitudinali subito prima dell'abilitazione e anno di prova subito dopo l'abilitazione (e non certamente dopo 10 e più anni di servizio!).
- Potenziamento del sistema di ispettori esterni, i quali dovrebbero avere una semplice funzione di controllo, e niente di più, così come il Dirigente Scolastico.
- La valutazione degli istituti scolastici dovrebbe essere fatta in modo oggettivo e trasparente da parte di una commissione di esperti esterni, e cioè attraverso un esame delle competenze in ingresso e in uscita degli alunni, in ogni disciplina e in accordo con i programmi di ogni tipologia di scuola (e non certo in base al numero di iscritti e di promossi di quell'istituto oppure tramite dei test a crocette standardizzati!).
- Esaminando in ingresso e in uscita gli studenti delle classi di un singolo docente, come detto sopra, si potrebbe ottenere anche una valutazione delle capacità didattiche del docente stesso. Ma se questa andasse ad influire sulla sua condizione (dallo stipendio al trasferimento, al ricollocamento, o addirittura al licenziamento) allora anche gli altri dipendenti pubblici dovrebbero essere valutati, altrimenti saremmo di fronte ad una disparità di trattamento!

Ovviamente, come chiunque abbia un minimo di buon senso e non guardi solo al proprio orticello, considero la valutazione di un docente da parte del Dirigente e dei rappresentanti di studenti e genitori, non discutibile, non sbagliata, non assurda... la considero PURA FOLLIA !!!

P.S.: So benissimo che l'ipotetica riforma che ho descritto è del tutto utopistica. Ormai da molti anni sta andando nella direzione diametralmente opposta: Scuola-azienda, diplomificio.

Analizzare il livello di entrata e di uscita di ogni singolo alunno per ogni singola materia sarebbe sicuramente auspicabile, tuttavia la realizzazione pratica mi sembra quantomeno complessa.
Occorrerebbe prima un'immane opera di standardizzazione di tutti i sapere (altrimenti sarebbe impossibile misurare in modo oggettivo il livello di entrata e di uscita) approntando griglie di valutazione universali e programmi rigidi decisi a livello nazionale; non sono un esperto dell'argomento, tuttavia almeno per quanto concerne storia e filosofia le linee guide ministeriali sono molto poco precise e lasciano molto spazio all'arbitrio del docente, e in tal senso mi sembra inapplicabile un'analisi oggettiva e dettagliata in queste materie.

Si sono d'accordo con te. Occorrerebbe innanzitutto cambiare le linee guida ministeriali. Il secondo passo dovrebbe essere quello di stabilire dei livelli minimi di competenza uguali per tutti. Può sembrare complicato ma in effetti questi livelli esistono già almeno per quanto riguarda le lingue straniere, quindi perché non provare a farlo per tutte le materie? In alternativa, se non sembra fattibile, si potrebbero stilare dei programmi e dei livelli minimi almeno in ambito regionale/provinciale.

E' chiaro che per una riforma seria e dei sistemi di valutazione veramente validi occorrerebbero dei tempi e delle risorse che oggettivamente o non ci sono oppure non si vogliono "sprecare" per la scuola. Tuttavia la mia era solo un'ipotesi buttata lì, tanto per far capire che qualsiasi proposta della "base" fatta senza doppi fini sarebbe comunque molto migliore rispetto alle cosiddette riforme che vengono calate dall'alto da diversi anni.


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Messaggio Da Ospite Sab Mag 30, 2015 6:51 pm

chicca70 ha scritto:La flessibilità nelle classi di concorso è dannosissima per gli studenti.  Che possa insegnare italiano alle medie un docente di filosofia è francamente assurdo. Vanno bene i diritti dei docenti,  ma anche quelli dei ragazzi hanno importanza e non possono essere subordinati alle assunzioni.

Fino a 10 anni fa era così...

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Messaggio Da Ospite Sab Mag 30, 2015 6:57 pm

Stellastellina1975 ha scritto:
precario_acciaio ha scritto:
Stellastellina1975 ha scritto:Secondo il mio modesto parere, l'unica riforma valida della scuola potrebbe essere la seguente:
- Assunzione di tutti i precari della GaE che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio continuativi (e questo è l'unico punto che coincide quasi con il ddl buonascuola) nella provincia prescelta o in una ad essa limitrofa (e non certo su una lista di tutte le province italiane!).
- Tutti gli altri docenti precari dovrebbero continuare ad avere incarichi a tempo determinato e supplenze brevi, fino al raggiungimento dei 36 mesi.
- Test psico-attitudinali subito prima dell'abilitazione e anno di prova subito dopo l'abilitazione (e non certamente dopo 10 e più anni di servizio!).
- Potenziamento del sistema di ispettori esterni, i quali dovrebbero avere una semplice funzione di controllo, e niente di più, così come il Dirigente Scolastico.
- La valutazione degli istituti scolastici dovrebbe essere fatta in modo oggettivo e trasparente da parte di una commissione di esperti esterni, e cioè attraverso un esame delle competenze in ingresso e in uscita degli alunni, in ogni disciplina e in accordo con i programmi di ogni tipologia di scuola (e non certo in base al numero di iscritti e di promossi di quell'istituto oppure tramite dei test a crocette standardizzati!).
- Esaminando in ingresso e in uscita gli studenti delle classi di un singolo docente, come detto sopra, si potrebbe ottenere anche una valutazione delle capacità didattiche del docente stesso. Ma se questa andasse ad influire sulla sua condizione (dallo stipendio al trasferimento, al ricollocamento, o addirittura al licenziamento) allora anche gli altri dipendenti pubblici dovrebbero essere valutati, altrimenti saremmo di fronte ad una disparità di trattamento!

Ovviamente, come chiunque abbia un minimo di buon senso e non guardi solo al proprio orticello, considero la valutazione di un docente da parte del Dirigente e dei rappresentanti di studenti e genitori, non discutibile, non sbagliata, non assurda... la considero PURA FOLLIA !!!

P.S.: So benissimo che l'ipotetica riforma che ho descritto è del tutto utopistica. Ormai da molti anni sta andando nella direzione diametralmente opposta: Scuola-azienda, diplomificio.

Analizzare il livello di entrata e di uscita di ogni singolo alunno per ogni singola materia sarebbe sicuramente auspicabile, tuttavia la realizzazione pratica mi sembra quantomeno complessa.
Occorrerebbe prima un'immane opera di standardizzazione di tutti i sapere (altrimenti sarebbe impossibile misurare in modo oggettivo il livello di entrata e di uscita) approntando griglie di valutazione universali e programmi rigidi decisi a livello nazionale; non sono un esperto dell'argomento, tuttavia almeno per quanto concerne storia e filosofia le linee guide ministeriali sono molto poco precise e lasciano molto spazio all'arbitrio del docente, e in tal senso mi sembra inapplicabile un'analisi oggettiva e dettagliata in queste materie.

Si sono d'accordo con te. Occorrerebbe innanzitutto cambiare le linee guida ministeriali. Il secondo passo dovrebbe essere quello di stabilire dei livelli minimi di competenza uguali per tutti. Può sembrare complicato ma in effetti questi livelli esistono già almeno per quanto riguarda le lingue straniere, quindi perché non provare a farlo per tutte le materie? In alternativa,  se non sembra fattibile, si potrebbero stilare dei programmi e dei livelli minimi almeno in ambito regionale/provinciale.

E' chiaro che per una riforma seria e dei sistemi di valutazione veramente validi occorrerebbero dei tempi e delle risorse che oggettivamente o non ci sono oppure non si vogliono "sprecare" per la scuola. Tuttavia la mia era solo un'ipotesi buttata lì, tanto per far capire che qualsiasi proposta della "base" fatta senza doppi fini sarebbe comunque molto migliore rispetto alle cosiddette riforme che vengono calate dall'alto da diversi anni.


Spesso ci ho pensato anch'io a un modello di questo tipo di scuola, la mia paura è che alcune materie di complessa traduzione in contenuti oggettivi e misurabili "saltino" a lungo andare, pensando ad esempio proprio alla filosofia, all'educazione artistica, alla musica...
Purtroppo nell'applicazione di una riforma di questo tipo bisognerebbe debellare resistenze fortissime da parte della maggioranza dei docenti, che purtroppo svalutano l'obiettività dietro una formula ambigua di libertà d'insegnamento.
Credo quindi che sarà sicuramente una partita da giocare prima o poi, ma per ora credo sia una sorta di mission impossible...

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Messaggio Da chicca70 Sab Mag 30, 2015 7:01 pm

precario_acciaio ha scritto:
chicca70 ha scritto:La flessibilità nelle classi di concorso è dannosissima per gli studenti.  Che possa insegnare italiano alle medie un docente di filosofia è francamente assurdo. Vanno bene i diritti dei docenti,  ma anche quelli dei ragazzi hanno importanza e non possono essere subordinati alle assunzioni.

Fino a 10 anni fa era così...F
Fino a 10 anni fa un laureato in filosofia poteva abilitarsi in italiano se aveva certi esami nel piano di studi.  Però doveva abilitarsi,  non riceveva in regalo l'abilitazione come funzionerebbe con il sistema delle classi affini. E comunque i risultati deleteri di quel sistema si vedono anche ora con insegnanti di lettere che non fanno parti del programma perché non le conoscono.

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Messaggio Da Stellastellina1975 Sab Mag 30, 2015 7:15 pm

precario_acciaio ha scritto:
Stellastellina1975 ha scritto:
precario_acciaio ha scritto:
Stellastellina1975 ha scritto:Secondo il mio modesto parere, l'unica riforma valida della scuola potrebbe essere la seguente:
- Assunzione di tutti i precari della GaE che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio continuativi (e questo è l'unico punto che coincide quasi con il ddl buonascuola) nella provincia prescelta o in una ad essa limitrofa (e non certo su una lista di tutte le province italiane!).
- Tutti gli altri docenti precari dovrebbero continuare ad avere incarichi a tempo determinato e supplenze brevi, fino al raggiungimento dei 36 mesi.
- Test psico-attitudinali subito prima dell'abilitazione e anno di prova subito dopo l'abilitazione (e non certamente dopo 10 e più anni di servizio!).
- Potenziamento del sistema di ispettori esterni, i quali dovrebbero avere una semplice funzione di controllo, e niente di più, così come il Dirigente Scolastico.
- La valutazione degli istituti scolastici dovrebbe essere fatta in modo oggettivo e trasparente da parte di una commissione di esperti esterni, e cioè attraverso un esame delle competenze in ingresso e in uscita degli alunni, in ogni disciplina e in accordo con i programmi di ogni tipologia di scuola (e non certo in base al numero di iscritti e di promossi di quell'istituto oppure tramite dei test a crocette standardizzati!).
- Esaminando in ingresso e in uscita gli studenti delle classi di un singolo docente, come detto sopra, si potrebbe ottenere anche una valutazione delle capacità didattiche del docente stesso. Ma se questa andasse ad influire sulla sua condizione (dallo stipendio al trasferimento, al ricollocamento, o addirittura al licenziamento) allora anche gli altri dipendenti pubblici dovrebbero essere valutati, altrimenti saremmo di fronte ad una disparità di trattamento!

Ovviamente, come chiunque abbia un minimo di buon senso e non guardi solo al proprio orticello, considero la valutazione di un docente da parte del Dirigente e dei rappresentanti di studenti e genitori, non discutibile, non sbagliata, non assurda... la considero PURA FOLLIA !!!

P.S.: So benissimo che l'ipotetica riforma che ho descritto è del tutto utopistica. Ormai da molti anni sta andando nella direzione diametralmente opposta: Scuola-azienda, diplomificio.

Analizzare il livello di entrata e di uscita di ogni singolo alunno per ogni singola materia sarebbe sicuramente auspicabile, tuttavia la realizzazione pratica mi sembra quantomeno complessa.
Occorrerebbe prima un'immane opera di standardizzazione di tutti i sapere (altrimenti sarebbe impossibile misurare in modo oggettivo il livello di entrata e di uscita) approntando griglie di valutazione universali e programmi rigidi decisi a livello nazionale; non sono un esperto dell'argomento, tuttavia almeno per quanto concerne storia e filosofia le linee guide ministeriali sono molto poco precise e lasciano molto spazio all'arbitrio del docente, e in tal senso mi sembra inapplicabile un'analisi oggettiva e dettagliata in queste materie.

Si sono d'accordo con te. Occorrerebbe innanzitutto cambiare le linee guida ministeriali. Il secondo passo dovrebbe essere quello di stabilire dei livelli minimi di competenza uguali per tutti. Può sembrare complicato ma in effetti questi livelli esistono già almeno per quanto riguarda le lingue straniere, quindi perché non provare a farlo per tutte le materie? In alternativa,  se non sembra fattibile, si potrebbero stilare dei programmi e dei livelli minimi almeno in ambito regionale/provinciale.

E' chiaro che per una riforma seria e dei sistemi di valutazione veramente validi occorrerebbero dei tempi e delle risorse che oggettivamente o non ci sono oppure non si vogliono "sprecare" per la scuola. Tuttavia la mia era solo un'ipotesi buttata lì, tanto per far capire che qualsiasi proposta della "base" fatta senza doppi fini sarebbe comunque molto migliore rispetto alle cosiddette riforme che vengono calate dall'alto da diversi anni.


Spesso ci ho pensato anch'io a un modello di questo tipo di scuola, la mia paura è che alcune materie di complessa traduzione in contenuti oggettivi e misurabili "saltino" a lungo andare, pensando ad esempio proprio alla filosofia, all'educazione artistica, alla musica...
Purtroppo nell'applicazione di una riforma di questo tipo bisognerebbe debellare resistenze fortissime da parte della maggioranza dei docenti, che purtroppo svalutano l'obiettività dietro una formula ambigua di libertà d'insegnamento.
Credo quindi che sarà sicuramente una partita da giocare prima o poi, ma per ora credo sia una sorta di mission impossible...

In effetti in alcune materie, come ad esempio quelle artistiche, la valutazione non potrebbe essere molto oggettiva, però in tutte le altre sì, specialmente in quelle scientifiche. E comunque, se la metti su questo piano, allora anche un docente di musica o di educazione artistica non può valutare oggettivamente gli studenti! Eppure continua a valutarli e il suo giudizio è inattaccabile.
Riguardo alla libertà di insegnamento, è giustissimo che ci sia e venga rispettata il più possibile. Ma io non parlavo di programmi uguali per tutti, ma di obiettivi MINIMI uguali per tutti. Oltre ad un tot di argomenti e oltre ad un certo livello, ogni insegnante avrebbe la piena libertà.
Ma ti ripeto: sono solo ipotesi per rispondere ai fautori della Buonascuola. Non auspico che la mia proposta venga presa davvero in considerazione.



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Messaggio Da Dec Sab Mag 30, 2015 7:16 pm

precario_acciaio ha scritto:@Dec.
1.No, ai concorsi per docenti. Credo che gli abilitati TFA e PAS debbano entrare per scorrimento come noi, il concorso è solo una spesa inutile.
2. Preservare le attuali cdc significa prolungare il precariato di 20 anni (vedi le cdc musicali, filosofia, diritto...)
4. Sia pure. Non diventino segretari, su questo non ho pregiudiziali, ma non può esistere un corpo speciale di docenti approvati dalla curia ma pagati dallo stato, perfino di più dei precari (vedi topic LucaPS). Si renda IRC una materia a tutti gli effetti, con cdc autonoma, con l'obiettivo di studiare il fenomeno religioso, senza alcuna bolla vescovile.

1. Potrei anche essere d'accordo, ma non sta a noi decidere e chi di dovere ha già deciso in altro modo.
2. Non sono affatto d'accordo. Intanto il precariato non è solo quello delle Gae, ma quello di tutti coloro che lavorano nella scuola. Tu proponi l'inserimento nelle Gae di chi è in II fascia Gi, ma attraverso l'allargamento delle cdc impedisci a molti di loro di trovare lavoro come insegnanti. E allora a cosa serve l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento? Chi ha scelto una laurea che dava maggiori possibilità di lavorare nella scuola (e magari meno di lavorare in altri settori) non deve essere penalizzato da cambiamenti a posteriori. Tra l'altro il precariato ventennale sarebbe eliminato per qualcuno ed imposto a qualcun altro: è sempre la questione della coperta corta; se si tira da una parte, rimane scoperto qualcun altro.
4. In linea teorica sono d'accordo, ma poiché tu stesso ammetti che la maggior parte degli attuali insegnanti di religione svolge un lavoro prezioso per gli studenti (e io sono d'accordo con te) si potrebbe tranquillamente prevedere una fase di transizione che tuteli i docenti in servizio senza costringerli a cambiare lavoro. Sempre che si volesse davvero cambiare l'insegnamento della religione nelle scuole, cosa che a livello politico quasi nessuno vuole fare. Perciò su questo punto come su tutti gli altri è perfettamente inutile disegnare la scuola dei nostri sogni; tra l'altro la mia sarebbe certamente diversa dalla tua e da quella di gugu e di tanti altri, perciò è solo una forma di egocentrismo pensare che si possa partire dal proprio modello per arrivare ad una qualche riforma; ognuno di noi potrebbe aprire un proprio topic con le proprie idee, ma non servirebbe a nulla; invece bisogna partire dalla realtà e dalle proposte di modifica delle forze politiche e ragionare su quelle.

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Messaggio Da Ospite Sab Mag 30, 2015 7:33 pm

Servirebbe a confrontarsi e a riflettere sulle proprie opinioni, come io sto facendo leggendo il tuo intervento, l'obiettivo del forum è anche questo.
Convengo con te che l'atipicità delle cdc porterebbe comunque svantaggio ad alcuni proprio nel momento in cui avvantaggerebbe altri, su questo devo riflettere, ma è anche vero che con l'entrata della 2 GI in GAE e con un blocco di tutte le abilitazioni ci si potrebbe mettere con calma a calcolare posti disponibili e abilitati presenti in Italia, risolvendo una volta per tutti un problema storico.


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Messaggio Da Dec Sab Mag 30, 2015 7:44 pm

Non capisco perché si dovrebbero bloccare tutte le abilitazioni e continuare a chiamare i non abilitati per tutte le supplenze che non si riusciranno ad attribuire nonostante le classi di concorso atipiche.
Inoltre non è solo una questione di classi di concorso, ma anche di distribuzione territoriale degli aspiranti insegnanti. Una delle cose che maggiormente contesto della riforma Renzi è l'obbligo di accettare il ruolo in altra provincia per eliminare le Gae. Se una persona preferisce continuare ad essere precario a casa propria, deve avere il diritto di farlo. Questa pretesa di eliminare il precariato e di risolvere un problema storico, oltre ad essere del tutto irrealizzabile (perché le supplenze continueranno ad esserci e saranno fisiologicamente in numero diverso tra un anno e l'altro), provocherà danni a molti, insegnanti e studenti.

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