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visto che con sono riusciti a destare l'interesse dei docenti, perché non puntare tutto sulla paura?

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Messaggio Da OrizzontePrecario Ven Set 04, 2015 10:48 pm

ecco cosa stanno facendo girare gli amici della leaderschif.
un polpettone costituito per oltre il 90% da stronzate sul gender.
se la buona scuola è una legge così esecarabile, perché non puntare tutto sullo smascherare le problematiche che crea? qualcuno sul forum ci diceva che erano persone rispettabili, a me pare che sono personaggi miserabili che non si stanno facendo scrupoli a raccontare balle con cui fomentare paure irrazionali per arrivare al loro obiettivo. io a questo punto faccio sinceramente il tifo per loro e spero che raggiungano le 500 mila firme, il tonfo di questi cattobigotti sarà ancora più fragoroso.


Invito tutti gli amici a firmare il REFERENDUM ABROGATIVO Legge 107/2015 "Riforma del sistema nazionale di istruzione" (la cosiddetta, tanto per dire appunto, buona scuola). E' sufficiente andare al Comune (non necessariamente quello di residenza), Ufficio Elettorale, dotati di carta di identità o altro valido documento di riconoscimento. La SCADENZA per la sottoscrizione è il 25 settembre 2015, ma alcuni Comuni anticipano di qualche giorno.

A parte l'assurdo ed ingiusto sistema di reclutamento messo in atto dalla legge, l'aspetto più inquietante è legato al comma 16 dell'art.1 che di seguito viene riportato. Detta brutalmente, si tratta dell'indottrinamento della teoria gender nella scuola.

"16. Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunita' promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parita' tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del  decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013."

Ovviamente non sono mai molto chiari ed espliciti. Per capire che il “genere” di cui si parla non si riferisce alla mera nozione di “sesso biologico”, basta approfondire il quadro normativo a cui il testo si richiama. E in particolare due documenti: la Convenzione di Istanbul, che viene di fatto recepita ed attuata con la legge 119 del 2013 a cui il testo della nuova legge si riferisce, e il Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, cui fa riferimento l’articolo 5 comma 2 della stessa legge. Nella Convenzione di Istanbul, ad esempio, vediamo infatti come la definizione di “genere” sia messa nero su bianco, e come non si parli appunto, di “sesso biologico”, ma di “ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti”. Facendo quindi chiaramente riferimento al filone degli studi sul gender, per cui il sesso non sarebbe un’attribuzione naturale e biologica, ma una costruzione sociale. Il Piano straordinario, poi, va anche oltre, attribuendosi come obiettivo prioritario, tra gli altri, quello di educare al “superamento degli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne o uomini (…) mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa”.

GU: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/15/15G00122/sg

Attenzione a non confondere teoria gender e omosessualità. C'è tanta carne al fuoco e il caos è funzionale al sistema. I media - ormai l'abbiamo capito - spingono bene o male tutti nella stessa direzione. Ve ne sarete accorti pure voi: ormai è un paio d'anni che ci sbomballano con il tema dell'omosessualità, dei matrimoni gay etc, come se non avessimo problemi più urgenti e gravi!
Ad ogni modo, chi volesse capire un pò di più cosa sta avvenendo, non solo in termini di normativa ma anche del "mercato" che c'è dietro, vi segnalo il seguente video dell'avvocato Gianfranco Amato che è tra i massimi esperti in Italia:
https://www.youtube.com/watch?v=gcgmpHnziiI

Poi, se volete capire in che direzione si sta andando nelle scuole, di ogni ordine e grado, ecco la pedagogia neutra in Svezia (servizio di una tv francese di un paio di anni fa) - vanno attivati i sottotitoli:
https://www.youtube.com/watch?v=B7zd1XSQ6LE

Ribadisco: attenzione a non confondere teoria gender e omosessualità.

Un altro sentito grazie a chi è arrivato a leggere sin qui.

APPROFONDIMENTI

Vi propongo alcuni documenti ufficiali, quindi non presi chissà dove e scritti da chissà chi.

1.
Progetto avviato dall'Ufficio Regionale per l'Europa dell'OMS (o WHO che dirsi voglia) e realizzato dal Centro Federale per l'Educazione alla Salute (BZgA) di Colonia, un centro di collaborazione dell'OMS per la  salute sessuale e riproduttiva. 19 esperti provenienti dall'Europa Occidentale hanno lavorato per 18 mesi per redigere questi standard. Eccolo:
http://www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf
Spulciandolo si troveranno i programmi scolastici suddivisi per fascia. Sintetizzo al massimo alcuni elementi:
pg. 40, fascia 0-4 anni, argomento "Sessualità", informazione da trasmettere "gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce", competenze "esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel gioco del dottore";
pg. 42. fascia 4-6 anni, argomento "Sessualità", informazione da trasmettere "gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce; sensazioni legate alla sessualità (vicinanza, piacere, eccitazione) come componenti della gamma di sensazioni umane"; argomento "Relazioni e stili di vita", informazione da trasmettere "relazioni con persone dello stesso sesso";
e potete "divertirvi" a leggere il resto.

2.
Direttamente dal sito del Dipartimento delle Pari Opportunità, la "STRATEGIA NAZIONALE per la prevenzione e il contrasto  delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere", che descrive l'approccio olistico per la diffusione della teoria gender e fa capire che la teoria sarà imposta dall'alto (già sta succedendo) ricorrendo ad una strategia, appunto, che coinvolge il settore educazione, lavoro, sicurezza e carceri, comunicazione e media.
http://www.pariopportunita.gov.it/images/strategianazionale_definitiva%20_logocoenuovo.pdf
Già ci sono stati diversi corsi rivolti a docenti e professori di educazione al gender, lo so anche per testimonianza diretta di un mio amico maestro che vive a Roma. Al sud arriveranno più lentamente.

3.
Sono iniziati anche i corsi di "formazione" per i giornalisti. Anche per loro ci sono linee guida.
Anche questo documento, lo trovate sul sito Dipartimento delle Pari Opportunità.
http://www.pariopportunita.gov.it/images/lineeguida_informazionelgbt.pdf
Ecco come i media devono trattare l'argomento. Sintetizzando ironicamente:
1) non confonderai il sesso con il genere: il sesso è una caratteristica anatomica, ma ognuno deve scegliere se essere uomo o donna;
2) benedirai il "coming out", esaltando il coraggio di chi esce allo scoperto e non parlare di "gay esibizionisti";
3) riabiliterai la parola "lesbica", che deve diventare un complimento;
4) attenzione agli articoli: si scriva il/la trans in base al sesso scelto, non a quello anatomico;
5) non associare trans e prostituzione: mai parlare di prostitute o prostituti, bensì di "lavoratrice del sesso trans";
6) il giornalista dovrà esaltare il matrimonio gay come cosa buona e giusta, fuggire gli omofobi termini "tradizione, natura, procreazione" e ricordare che il diritto dei gay ad avere una famiglia è sancito a livello europeo;
7) vietato distinguere matrimonio tradizionale e gay, per evitare di rappresentare quest'ultimo come un "istituto a parte";
vietato, in tema di adozioni, sostenere che il bambino ha bisogno di una figura maschile e di una femminile, un "luogo comune" smentito dalla "letteratura scientifica"; mai parlare di "utero in affitto", quanto di "gestazione di sostegno";
9) l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) stabilisce regole e scelte politiche che rendono inutile il contraddittorio: non servirà invitare, nei dibattiti, persone in disaccordo con l'agenda LGBT;
10) evitare di fotografare, nei Gay Pride, persone "luccicanti o svestite".
Se il giornalista, poi, riporta dichiarazioni "di politici e rappresentanti delle istituzioni" contrari alle linee guida può farlo "per dovere di cronaca", ma dovrà "virgolettare i discorsi", spiegare che sono sbagliati e contrapporre dichiarazioni di rappresentanti LGBT, intervistati tempestivamente. Inoltre, bisognerà usare "particolare attenzione alla titolazione": se un vescovo si dichiara contrario alle nozze gay il titolo dovrà essere: "Fedeli scandalizzati dal discorso omofobo del vescovo", e non "Il vescovo ricorda che la Chiesa non accetta il matrimonio omosessuale".

4.
Abbastanza fresco, sfornato dal Senato, l'Introduzione dell'educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università:
http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/45005.pdf
Leggete pure i 6 articoli, sono brevi.

Un'ultima parola lasciamola al Papa. Non necessariamente deve rappresentare qualcosa per voi, ma sicuramente non è il primo sfigato che passa per strada (parole chiave: colonizzazione ideologica):
https://www.youtube.com/watch?v=Rl4nudTT-dk

Post preso da Internet, secondo me condivisibile.
"Caro XXX, sono omofobo. Sono omofobo perché penso che i figli non siano un diritto, ma un desiderio. E trasformare i desideri in diritti penso sia pericoloso. Sono omofobo perché credo che tutti i figli abbiano una mamma e un papà e, anche se le cose dovessero poi andare male, quel papà e quella mamma rimarrebbero tali e nei loro rispettivi ruoli (che ritengo sussistere non per sovrastruttura). Sono omofobo perché credo nelle differenze e nel valore delle stesse, maschio e femmina sono profondamente diversi. Sono omofobo perché ritengo che esista un limite a ciò che l'uomo può cambiare del suo destino e l'asticella di quel limite non è spostabile al bisogno. Un figlio nasce dalla diversità, dall'incontro tra un uomo ed una donna. Viene al mondo solo così e non credo che la Natura sia considerabile omofoba per questo (esisteva già prima dell'omofobia). Io, se lo dico, sì; e chissà se in futuro sarà almeno consentito pensarlo. Sono omofobo perché credo che i diritti (sacrosanti) per le coppie omosessuali debbano essere garantiti. Fra questi diritti non metto tuttavia i figli, e non li metto per nessuno, eterosessuali compresi. Sono omofobo perché credo che non si debba affittare un utero, pagare per generare vita, bombardare ovuli per forzare qualcosa che non dipende più da noi. Sono omofobo perché accetto i miei limiti e credo che un futuro privo di consapevolezza dell'umano essere non potrà che trasformarci da persone a prodotti […]."

Stessi concetti, con parole diverse, sono portati avanti dal movimento gay francese OmoVox che, proprio per questo motivo, è censurato dal sistema.

Buon approfondimento e, per favore, firmate e informate,

OrizzontePrecario

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Messaggio Da enricat Ven Set 04, 2015 11:24 pm

Questi stanno male veramente! 
Comunque domani e domenica ci sarà un incontro nazionale a bologna dove si discuterà anche la possibilità, difficile, di un referendum. Serio, senza il gender.

enricat

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