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Riflessione sul liceo delle scienze umane

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Messaggio Da ontoteologia Sab Dic 24, 2011 12:10 pm

Avevo, qualche mese fa, sostenuto la stessa tesi. Adesso è la volta di Luca Ricolfi, professore della Facoltà di psicologia dell'Università di Torino, a riconoscerlo: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=273&ID_articolo=694&ID_sezione=627
Dite che ci sia del vero se persino uno che di psicologia se ne intende riconosce il fallimento della scuola che dovrebbe preparare meglio alle facoltà sociopsicopedagogiche?

In particolare sottolineo questo passo: Ebbene, a me da anni capita questo, durante gli esami: quando ho di fronte uno studente che ha capito poco o nulla della mia materia, è a disagio con le formule matematiche più semplici, non sa esprimersi nella lingua italiana né argomentare in modo logico, quasi automaticamente, alla fine dell’esame, mi scatta la domanda: «Scusi, che scuola superiore ha fatto?». E quasi sempre la risposta è: «Ho fatto il sociopsicopedagogico». Non conosco dal di dentro questo tipo di scuola, che avrà forse virtù che non so apprezzare, ma i risultati cognitivi che osservo direttamente sono questi.
[...] Mediamente, il liceo sociopsicopedagogico non solo non apre le porte delle facoltà «toste», professionalizzanti, con il numero chiuso, ma non prepara bene neppure allo studio delle materie «leggere» di cui fornisce un’infarinatura. E infatti basta che una facoltà considerata facile (come sociologia, o psicologia) preveda anche solo un paio di esami difficili per rendere la vita impossibile a quegli sfortunati ragazzi che hanno scelto quel tipo di scuola superiore.


Persino uno dei fondatori dell'ex sociopsicopedagogico, pur non addossandosi le responsabilità, riconosce che l'attuale liceo delle scienze umane è fallimentare: http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/435578/

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Messaggio Da LucaPS Sab Dic 24, 2011 12:29 pm

Senti da che pulpito viene la predica! Dalla Facoltà di Psicologia, in crisi di identità culturale e istituzionale! Si potrebbero muovere alla Facoltà di Psicologia le stesse obiezioni che la Facoltà di Psicologia muove all'indirizzo di Scuola Superiore che critica. Facile guardare la pagliuzza nell'occhio altrui. In realtà, la polemica dei docenti universitari di Psicologia sugli attuali LSU può considerarsi un boomerang: se cadono i secondi, cade anche la Facoltà di Psicologia. Anzi, gli LSU potrebbero non cadere perchè trattasi di una valida alternativa di istruzione liceale tra il Liceo Classico e il Liceo Scientifico-Linguistico, soprattutto nell'opzione economico-sociale; viceversa, al percorso universitario si chiede una curvatura professionalizzante e qui casca l'asino, come tutti i docenti universitari sanno. Perchè invece non dialogiare - per ricostruire un curricolo -, invece di adoperare la solita logica del grado di istruzione-formazione superiore che critica il grado di istruzione-formazione inferiore (fenomeno che avviene in ogni grado del percorso formativo italiano)?

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Messaggio Da ontoteologia Sab Dic 24, 2011 12:47 pm

Riporto un intervento che dovrebbe essere a difesa del liceo delle scienze umane e che a me pare, invece, un boomerang. In difesa del LSU si muovono, come era prevedibile, le scuole: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/435602/. Ecco una di queste difese: «Il socio-psico-pedagogico aveva più ore settimanali rispetto all’attuale liceo delle scienze umane - spiega Paola Gasco, preside del Liceo Berti, 9 classi prime di scienze umane e 4 di linguistico -, ma era meno “finalizzato”, le discipline vivevano in maniera un po’ indipendente le une dalle altre, era frammentato. Ora, il liceo delle scienze umane ha 27 ore nel biennio, contro le 34 di prima, ma più rigore scientifico. È un vero liceo».
Insomma, si riconosce che l'ex sociopsicopedagogico era un disastro (eppure tutti zitti fino a ieri), mentre oggi il liceo delle scienze umane avrebbe, in virtù della riduzione delle ore (incluso meno ore di matematica, scienze e fisica), più rigore scientifico. Mi chiedo come sia possibile.


Ultima modifica di ontoteologia il Sab Dic 24, 2011 12:52 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da ontoteologia Sab Dic 24, 2011 12:48 pm

LucaPS ha scritto:Senti da che pulpito viene la predica!

Che proprio per questo sia una predica da tenere in considerazione?

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Messaggio Da JaneEyre Sab Dic 24, 2011 1:19 pm

Ho lavorato in classi di quel tipo e ho riscontrato le seguenti problematiche:
- difficoltà relazionali con le classi, dovute a problemi comportamentali anche gravi di alcuni studenti
- tendenza degli studenti a intromettersi in questioni educative e a criticare l'operato del docente in quanto, studiando psicologia e pedagogia, si sentivano qualificati ad intervenire sui processi educativi e relazionali
- gli studenti si ritenevano molto preparati e capaci, nonostante le notevoli difficoltà nelle discipline scientifiche e linguistico/letterarie
- valutazioni molto elevate nelle materie di indirizzo
Bisognerebbe verificare se questa situazione è effettivamente generalizzata o meno.
C'è anche da dire che le classi prevalentemente femminili creano spesso maggiori difficoltà di gestione, almeno nella mia esperienza (docente donna e giovane).

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Messaggio Da gugu Sab Dic 24, 2011 1:24 pm

JaneEyre ha scritto:Ho lavorato in classi di quel tipo e ho riscontrato le seguenti problematiche:
- difficoltà relazionali con le classi, dovute a problemi comportamentali anche gravi di alcuni studenti
- tendenza degli studenti a intromettersi in questioni educative e a criticare l'operato del docente in quanto, studiando psicologia e pedagogia, si sentivano qualificati ad intervenire sui processi educativi e relazionali
- gli studenti si ritenevano molto preparati e capaci, nonostante le notevoli difficoltà nelle discipline scientifiche e linguistico/letterarie
- valutazioni molto elevate nelle materie di indirizzo
Bisognerebbe verificare se questa situazione è effettivamente generalizzata o meno.
C'è anche da dire che le classi prevalentemente femminili creano spesso maggiori difficoltà di gestione, almeno nella mia esperienza (docente donna e giovane).


In realtà sono un po' le caratteristiche di ogni classe di liceo attuale (compresa l'intromissione dei genitori, ça va sans dire).
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Messaggio Da ontoteologia Sab Dic 24, 2011 2:07 pm

Il punto, a mio avviso, è che mentre l'istituto magistrale aveva perfettamente senso, dovendo preparare alla docenza elementare (da qui la necessità di un forte monte ore di discipline psicopedagociche), adesso alla trasformazione in liceo - prima sociopsicopedagogico e poi delle scienze umane, non più abilitanti alla professione - non è seguita una revisione coraggiosa del monte ore né una ristrutturazione complessiva del percorso. Trovo, però, deprimenti le parole di quel DS che, oggi (e solo oggi!), riconosce la problematicità dell'ex psicopedagogico: perché non lo ha detto prima? E' proprio vero: gli "open day" non sono altro che spot pubblicitari. Peccato, però, che in gioco ci sia il futuro dei ragazzi. Se un formatore ritiene che la propria scuola sia fallimentare, ha il dovere di dirlo e di cercare di migliorarla.

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Messaggio Da cristopher Sab Dic 24, 2011 2:21 pm

come ex studente del liceo socio psico pedagogico sperimentazione brocca mi sento PROFONDAMENT offeso. adesso ho 27 anni e sono insegnante.
1- ho superato ben 48 esami universitari, tra cui matematica, fisica, biologia, ecologia, pedagogia sperimentale (quindi bada bene calcoli matematici) e su tutti ho preso tra il 28 e il 30
2- liceo inutile?ma siamo proprio sicuri? bene vediamo... il classico ha la fama di esser il classico, lo scientifico la fama dello scientifico.. già il linguistico è declassato, figuriamoci la scuola delle ex maestrine
3- le scienze e la matematic ale ho fatte come dio comanda. eppure avevo una mia amica allo scientifico e facevamo le stesse cose, magari ci risparmiavano le funzioni logaritmiche ma siamo lì..ops dimenticavo che al classico si fa a malapena la trigonomentria....
4- inglese fatto con tutti i crismi: tre anni di grammatica e dialoghi, film in inglese, letteratura e ho preso anche un diploma cambridge... forse così scaci non eravamo
5- una mia amica ha fatto il classico.... a latino eravamo allo stesso suo punto e studiavo e traducevo come lei. certo, magari lei era leggermente più veloce ma eravamo lì. e per l'italiano? ho dato due esami di letteratura all'università senza studiarli.. vuoi vedere che il pedagogico mi ha aiutato?
6- gli studenti criticano perchè studiano pedagogia... ma in realtà gli studenti criticano A PRESCINDERE.... poi ho avuto una formazione più completa: pedagogia e filosofia si intersecavano tra loro e ho potuto avere un quadro più ampio raggio, visto che per molto tempo la pedagogia è stata sottomessa alla filosofia
7- sono in grado tutt'oggi di dare, se voglio, ripetizion di inglese a chi fa il linguistico, matmatica a chi fa lo scientifico e latino a chi fa il classico.
che abbia avuto culo io oppure è solo x dare fiato alla bocca?

cristopher

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Messaggio Da ontoteologia Sab Dic 24, 2011 2:27 pm

cristopher ha scritto:come ex studente del liceo socio psico pedagogico sperimentazione brocca mi sento PROFONDAMENT offeso. adesso ho 27 anni e sono insegnante.

Metterla sul personale significa, a mio avviso, perdere di vista quelle che, a parere di qualcuno, sono criticità assai forti di un percorso. Naturalmente si generalizza, la tua esperienza può essere stata assai diversa, ma alla fine contano non le singole storie, bensì i grandi numeri, quali sono quelli della scuola. Se qualcuno criticasse la scuola che io ho fatto, perché mai dovrei sentirmi offeso? Quello che valgo, la passione che c'ho messo, le ore passate a studiare e, perché no?, le mie attitudini... tutto questo lo so solo io. Allo stesso modo quando qualcuno afferma che alcuni percorsi di laurea (il mio incluso) sono mediamente più semplici di altri, dovrei offendermi o riconoscere, piuttosto, che si tratta della verità, anche se io fossi il più bravo e preparato studente al mondo? Basta prendere la media degli esami: se in certe facoltà ci sono esami che decimano, in altre la percentuale di bocciatura è decisamente inferiore. Ricordo quando, ai tempi della SSIS, gli ingegneri si lamentavano che, nell'accesso alla classe A033, dovessero scontrarsi con molti laureati di facoltà "più semplici": poiché il voto di laurea contava e molto in graduatoria, era evidente che per un laureato con 100 in ingegneria era molto dura superare un laureato con lode in architettura. Questo significa offendere gli architetti o, semplicemente, riconoscere che non è negabile una differenza media?
Sulla base di tutto questo è possibile una conclusione, oppure ognuno di noi deve raccontare la propria eccezione?
Resta, importantissima, una discussione più generale, che investe innanzitutto la qualità delle offerte formative e il rapporto tra scuola, università e mondo del lavoro: di tutto questo è lecito parlare (naturalmente secondo la logica dei grandi numeri) oppure c'è sempre chi deve sentirsi umiliato, denigrato e offeso? Se un professore universitario, esperto di Psicologia e Sociologia, lancia un così feroce attacco forse qualche motivo ci sarà: che almeno se ne discuta, senza sentirsi investiti direttamente.

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Messaggio Da LucaPS Sab Dic 24, 2011 2:53 pm

Chiedo ai colleghi, di non cadere nel tranello : )

La problematicità non è del LSU ma di tutti i Licei e fors'anche degli ITC e, perchè no, dell'intera Scuola italiana, all'interno della questione della continuità verticale con l'Università e col mondo del lavoro.

Tale problematicità però emerge negli LSU perchè essi hanno la fortuna-sfortuna di essere la prosecuzione dell'Ist. Magistrale che era professionalizzante; mentre per gli altri Licei la problematicità non si pone perchè sono problematici oggi - riguardo alla questione "continuità verticale" - e erano problematici ieri.

Dico anche ai docenti universitari delle facoltà dello psico-socio-antropo-pedagogismo dell'Welfare State degli ultimi trent'anni finanziato a debito che usino prudenza nel criticare lo psico-socio-antropo-pedagogismo afferente all'ordine di istruzione immediatamente precedente al loro, perchè difficilmente un diplomato al Liceo Classico, Scientifico, Linguistico, Artistico si iscrive alle facoltà dello psico-socio-antropo-pedagogismo dell'Welfare State degli ultimi trent'anni finanziato a debito.

Delle due, l'una: o cancelliamo lo psico-socio-antropo-pedagogismo da entrambi gli ordini di formazione (Scuola superiore e Università) oppure li manteniamo, magari adeguandoli all'attualità (il che significa, per esempio, sfoltire di molto i corsi universitari nelle facoltà dello psico-socio-antropo-pedagogismo).

Peraltro, son d'accordo con chi dice in questo thread che il LSU è una alternativa valida a chi non si sente di studiare greco o a fare matematica-fisica del Liceo Scientifico o a studiare tre lingue (anzichè due come all'LSU-ES) o a scegliere l'Artistico o gli ITC.

Se poi vogliamo parlare della scelta liceale vs. ITC o IP o Formazione Professionale nell'attuale congiuntura socio-economica e culturale, il discorso è un altro e riguarda solo, come tutti sappiamo, tutti i Licei.

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Messaggio Da JaneEyre Sab Dic 24, 2011 5:13 pm

gugu ha scritto:In realtà sono un po' le caratteristiche di ogni classe di liceo attuale (compresa l'intromissione dei genitori, ça va sans dire).

Però quest'anno ho classi di liceo artistico e la situazione non è la stessa. Il livello non è un gran che per la mia materia (inglese), ma sul piano relazionale è tutto più semplice, anche se non hanno una gran voglia di studiare.

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Messaggio Da LucaPS Sab Dic 24, 2011 5:42 pm

Il fatto che nelle classi del LSU gli alunni si sentano di partecipare - anche se ovviamente in maniera non adeguata e spesso distorta o "utilitaristica" ovvero "adeguata alla loro età" - ai processi di insegnamento-apprendimento è segno della bontà delle materie (di indirizzo) insegnate. Ovviamente, questo comporta una complessificazione delle dinamiche tra alunni e insegnanti, a cui gli insegnanti delle materie di indirizzo sono in qualche modo più allenati a gestire (ma non sempre!) rispetto agli insegnanti delle altre materie (ma non sempre!). L'autovalutazione e la metacognizione sono una base importante su cui poggiare il processo di insegnamento-apprendimento (nella moderna pedagogia, sempre più bidirezionale), sebbene - lo riconosco - oggi l'autovalutazione da parte degli studenti (unita all'atteggiamento socio-culturale nei confronti della Scuola) è sempre più pericolosa. E' tuttavia una variabile che gli insegnanti della Scuola di oggi (e non di ieri) devono gestire e volgere a vantaggio di loro stessi, degli alunni e del processo: e ciò non è facile. In altri indirizzi di studio, quella che, per esempio, viene descritta come "semplicità sul piano relazionale" potrebbe essere un minor allenamento alla consapevolezza e alla metacognizione del processo di insegnamento-apprendimento da parte dei ragazzi. Anche se talvolta - come dicevo - metacognizione e autoconsapevolezza viene utilizzata dagli alunni in modo "utilitaristico" o peggio "oppositivo" piuttosto che evolutivo e facilitante le dinamiche con l'insegnante.

Mi sento altresì di scagliare una lancia a favore delle classi totalmente o parzialmente femminili: le alunne anticvipano - come tutti sappiamo - i maschi nel processo maturativo dal punto di vista fisiologico e psicologico-affettivo ed inoltre sono più motivate nello studio: questi aspetti positivi della personalità femminile rappresentano certamente una variabile che comporta maggiore impegno e difficoltà nella gestione della relazione, che con gli studenti maschi - al di là del variabile "maggiore esuberanza" - è in effetti più semplice, in quanto più superficiale.

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Messaggio Da JaneEyre Dom Dic 25, 2011 6:34 pm

LucaPS ha scritto:Il fatto che nelle classi del LSU gli alunni si sentano di partecipare - anche se ovviamente in maniera non adeguata e spesso distorta o "utilitaristica" ovvero "adeguata alla loro età" - ai processi di insegnamento-apprendimento è segno della bontà delle materie (di indirizzo) insegnate. Ovviamente, questo comporta una complessificazione delle dinamiche tra alunni e insegnanti, a cui gli insegnanti delle materie di indirizzo sono in qualche modo più allenati a gestire (ma non sempre!) rispetto agli insegnanti delle altre materie (ma non sempre!). L'autovalutazione e la metacognizione sono una base importante su cui poggiare il processo di insegnamento-apprendimento (nella moderna pedagogia, sempre più bidirezionale), sebbene - lo riconosco - oggi l'autovalutazione da parte degli studenti (unita all'atteggiamento socio-culturale nei confronti della Scuola) è sempre più pericolosa. E' tuttavia una variabile che gli insegnanti della Scuola di oggi (e non di ieri) devono gestire e volgere a vantaggio di loro stessi, degli alunni e del processo: e ciò non è facile. In altri indirizzi di studio, quella che, per esempio, viene descritta come "semplicità sul piano relazionale" potrebbe essere un minor allenamento alla consapevolezza e alla metacognizione del processo di insegnamento-apprendimento da parte dei ragazzi. Anche se talvolta - come dicevo - metacognizione e autoconsapevolezza viene utilizzata dagli alunni in modo "utilitaristico" o peggio "oppositivo" piuttosto che evolutivo e facilitante le dinamiche con l'insegnante.

Mi sento altresì di scagliare una lancia a favore delle classi totalmente o parzialmente femminili: le alunne anticvipano - come tutti sappiamo - i maschi nel processo maturativo dal punto di vista fisiologico e psicologico-affettivo ed inoltre sono più motivate nello studio: questi aspetti positivi della personalità femminile rappresentano certamente una variabile che comporta maggiore impegno e difficoltà nella gestione della relazione, che con gli studenti maschi - al di là del variabile "maggiore esuberanza" - è in effetti più semplice, in quanto più superficiale.

Vedo confermate nella tua risposta le mie impressioni su quelle classi.

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Messaggio Da ecate Mar Gen 17, 2012 9:59 pm

ho insegnto l'anno scorso in LSU... è la scelta di ripiego rispetto allo scientifico. Si lavorava male e con molta superficilialità... ma ci si pavoneggiava assai del titolo di "liceo"...
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Messaggio Da LucaPS Mar Gen 17, 2012 10:08 pm

Per la verità, LSU e LSU-ES è una scelta alternativa anche al Liceo Linguistico (LSU-ES ha due lingue), più che del Liceo Scientifico. Ma anche forse del Classico. In altre parole, proprio per questa funzione "intermedia" LSU e LSU-ES è stato mantenuto nel Riordino. Almeno quesdta funzione ce l'ha dal punto di vista "scolastico". Al contrario, sulla funzione dal punto di vista professionale, il discorso dovrebbe aprirsi su tutti i Licei - e non prendere l'LSU come vittima sacrificale -, a cominciare dal Liceo Classico. Peraltro, il "riordinato" Liceo delle Scienze Applicate - che oggi non afferisce più agli Ist. Tecnici, dai quali veniva "beneficamente" contagiato fino a che era Liceo Scientifico-Tecnologico - oggi è diventato, di fatto, una copia del Liceo Scientifico ordinamentale.

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Messaggio Da ecate Mer Gen 18, 2012 9:48 am

sicuramente rimane cmq un liceo "intermedio"... studiano mt materie e tutte male.
peraltro io avevo anche alunni molto bravi, ma spesso molto "timorosi" rispetto alle materie che fanno la selezione nei licei tradizionali (latino e matematica)... Insomma, da un lato si aveva la coscienza di essere un liceo meno impegnativo, dall'altro però la parola "liceo" inorgogliva genitori e colleghi ... il solto compromesso.
sinceramente la differenza col classico e lo scientifico è notevole per qt riguarda l'approfondimento delle materie e ahimè anche lo spessore professionale di molti colleghi.
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Messaggio Da ontoteologia Mer Gen 18, 2012 2:22 pm

ecate ha scritto:ho insegnto l'anno scorso in LSU... è la scelta di ripiego rispetto allo scientifico. Si lavorava male e con molta superficilialità... ma ci si pavoneggiava assai del titolo di "liceo"...

Quando un istituto magistrale cambia nome d'improvviso, diventando liceo, muta solo la forma. La sostanza resta inalterata. Il LSU è un ibrido che non ha nulla di professionalizzante (non è cioè un tenico né un professionale) ma nulla nemmeno della qualità che da un liceo ci si aspetterebbe. In seconda battuta mentre prima l'istituto mgaistrale era abilitante (e quindi era professionalizzante), adesso non lo è più. Ma allora perché scegliere un LSU? Quasi sempre perché più semplice, che non è, a parlar propriamente, una grande motivazione.

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Messaggio Da vaniana93 Gio Giu 20, 2013 10:22 pm

Io mi sto "maturando" presso il liceo pedagogico. Ho letto le varie riflessioni e non mi ritengo "superiore" a voi. Io penso che la scuola stia attraversando un momento di CRISI: insegnanti incompetenti e svogliati nel lavorare.... allora non è colpa di che tipo di liceo uno frequenta...e onestamente io ho studiato parecchie ore al giorno per potermi permettere 8/9 eppure...
Penso che etichettare un liceo solo perchè si diventa maestri non è per niente bello!

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Messaggio Da Dec Ven Giu 21, 2013 12:39 am

Ontoteologia mi sembra non scriva da qualche tempo, perciò non so se ti risponderà.
Sono d'accordo con te che non è bello etichettare un liceo tout court e credo che il punto fosse proprio che ormai con questo liceo non si diventa più nemmeno maestri (perchè oggi è necessaria la laurea in scienze della formazione primaria).
Anch'io ho lavorato in questo tipo di scuola e mi sembra che l'utenza sia mediamente di un livello inferiore rispetto ai licei classici, scientifici e linguistici; probabilmente questa scuola è percepita come più facile anche da chi si iscrive, il che non significa che non ci siano studenti motivati come te che studiano anche parecchie ore al giorno.
Concordo anche sulla crisi che sta vivendo la scuola italiana, ma attribuirne la responsabilità solo agli insegnanti incompetenti e svogliati mi sembra semplicistico. Tra l'altro tu ora la vivi giustamente da studente, ma magari tra qualche anno sarai un nostro collega e ti renderai conto delle difficoltà ad essere sempre all'altezza delle aspettative degli studenti. Quanto alla svogliatezza, bisognerebbe forse riflettere sulle ragioni per cui molti insegnanti, che da giovani magari avevano il sacro fuoco dell'insegnamento, si sono via via demotivati e sono diventati come li vedi tu. Noi nel nostro piccolo ci proviamo in vari topic di questo forum e, se l'argomento ti interessa, il tuo contributo è ben accetto, purchè costruttivo.
Intanto in bocca al lupo per gli esami.

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Messaggio Da vaniana93 Ven Giu 21, 2013 12:47 am

Ma certo, io ritengo che il confronto arricchisca
Grazie per l'in bocca al lupo. Guarda ho scelto questo percorso di studi perchè il mio sogno è lavorare nel sociale, dare concretamente una "mano" nella pratica educativa che non necessariamente sia connessa al ruolo di insegnante. 
Diciamo che siamo una generazione di "svogliati", abituati ad avere la pappa pronta e forse è colpa anche dei mezzi di comunicazione o della troppa "permissività" che mostrano i docenti...
So solo che io amo quello che studio e ci metto tutta l'anima in tutte le materie (compresa matematica, latino e biologia)
Certo, io penso che studiare "troppe" materie (io ne faccio la bellezza di 14 materie) non sia per nulla facile, ma ti posso assicurare che il mio è un impegno costante.
Ho avuto una professoressa di peda, psico e socio che veramente si metteva e ti faceva amare la materia....Ma ogni docente ha i suoi punti di forza e punti di debolezza, però se uno "vuole" apprendere nonostante le difficoltà ce la fa...Mica siamo stupidi
Piacere di conoscerti e scusa se magari ti sono mostrata antipatica, non era nelle mie intenzioni

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Messaggio Da Dec Ven Giu 21, 2013 1:12 am

No, figurati. L'importante è mettere passione in quello che si fa e almeno a 19 anni questo entusiasmo dovrebbe essere naturale, però io l'apprezzo sempre e quasi mi commuovo, anche se non riguarda la mia materia. Concordo con te che 14 materie siano troppe: la riforma ha comportato dei tagli dolorosi, ma una riduzione del carico orario e delle materie di studio era inevitabile, se vogliamo darvi il tempo di studiare anche a casa. Poi dipende dall'impegno di ognuno, insegnante o studente che sia.

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Riflessione sul liceo delle scienze umane Empty Re: Riflessione sul liceo delle scienze umane

Messaggio Da vaniana93 Ven Giu 21, 2013 1:18 am

Eh lo posso immaginare, da quello che ho capito sto parlando con un'insegnante e le ho dato involontariamente del "tu" le chiedo umilmente scusa XD
Beh, di certo le sfide non mi terrorizzano però tagliare non è neanche giusto né per noi alunni né specialmente per gli insegnanti...Ad esempio io non concepisco il motivo per il quale Scienze Umane accorpa tante materie in un unico libro. I libri di adesso, mi creda, sono INCOMPRENSIBILI!
Noi alunni abbiamo anche questa difficoltà. Purtroppo quest'anno ho avuto una prof di Filosofia che non sapeva interagire col testo e le mie "conoscenze" filosofiche scarseggiano. Purtroppo a chi diamo la colpa? C'è sicuramente qualcosa di sbagliato in tutto il sistema.
Per esempio allo scientifico la matematica la si dovrebbe fare come l'ave maria eppure sento studenti che si bloccano ai test e agli esami. La colpa non può essere solo da un lato.

vaniana93

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Messaggio Da Dec Ven Giu 21, 2013 1:33 am

Nel forum ci diamo tutti del tu, non ti preoccupare; continua pure così. Sono un insegnante al maschile.
Sono convinto che le colpe non siano tutte da una parte, figurati. So benissimo che ci sono tanti insegnanti che non sanno fare il loro lavoro, come in tutte le professioni, del resto.
Non insegno scienze umane, perciò non ti saprei rispondere nel merito, però in generale io vedo che i libri di testo, almeno per le mie materie, sono estremamente più semplici rispetto a quelli su cui studiavamo noi una ventina di anni fa. Bisognerebbe chiedersi perchè libri che a noi allora sarebbero apparsi banali per voi siano incomprensibili. Naturalmente non sto insinuando che siate stupidi o che sia solo perchè studiate troppo poco (anche se in certi casi la seconda cosa è vera). La mediazione didattica dell'insegnante è indispensabile, perchè anche noi, lasciati soli sui libri, avremmo combinato ben poco. Però è anche vero che il lessico si è impoverito, che certe strutture morfosintattiche sembrano ormai ignote (si capisce che insegno italiano?) e questo si ripercuote sullo studio di tutte le discipline, perchè mi rendo conto che molti letteralmente non capiscono quello che leggono. Anch'io a volte do per scontate delle cose che per i miei alunni non lo sono affatto. Naturalmente, se me le chiedono, sono ben felice di spiegarle, ma non sempre lo fanno. Miglioreremo, speriamo.

Dec
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