mozioni contro la "buona scuola" per i collegi dei docenti
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mozioni contro la "buona scuola" per i collegi dei docenti
Da mirco81 Mar Ott 28, 2014 8:44 pm
si susseguono in tutta Italia assemblee sindacali e collegi che ci chiedono di esprimerci sulla buona scuola, se da voi ciò non sta accadendo sollecitatene l'indizione e chiedete espressamente di mettere la buona scuola in ODG , se necessario raccogliete firme e andate dalle RSU s'istituto. Copiate le MOZIONI 1 e 2 scritte qui di seguito , decidete quale vi piace di più (potete modificarle se lo ritenete necessario) e sottoponetele alla firma dei colleghi (potete lasciarla in sala professori qualche giorno prima). Se non riuscite a far indire nulla va bene anche la mozione firmata della quale potete dare notizia qui. Inviatele al gruppo di facebook : PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI
I GIOCHI SONO ANCORA APERTI E LA SCUOLA DEVE MANDARE UN SEGNALE FORTE CHIARO E NON VIRTUALE. NON LIMITATEVI A UN CLICK . FACCIAMOCI PROMOTORI ATTIVI NELLA NOSTRA SCUOLA DEL CAMBIAMENTO, DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' DEI LAVORATORI E DELLA QUALITA' DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE. grazie
MOZIONE 1
Il Collegio dei Docenti dell'Istituto... nella seduta del .............., ha espresso, non senza indignazione, grave preoccupazione e profondo dissenso verso le scelte politiche del Ministro Giannini e più in generale del Governo Renzi, fortemente penalizzanti per la scuola pubblica e tali da prevedere altri tagli di risorse e proposte non sempre trasparenti, nonché un'inaccettabile svalutazione della professionalità e della libertà di insegnamento.
La nuova nuova progressione di carriera proposta nel Piano, difatti, è contemplata tutta al di fuori del contratto (ivi compreso il compenso), è fatta a costo zero e con lo spostamento di poste contrattuali. Anzi, vi è di più: il passaggio dagli scatti di anzianità agli scatti di competenza sarà preceduto da tre anni di vuoto. Ciò vuol dire che dal 1 settembre 2015 al 31 dicembre 2018 il sistema degli scatti verrà congelato per tutti ad eccezione di coloro che si trovano al 33° anno di servizio. Per questi ultimi rimarrà in vigore l’attuale sistema.L’anzianità scompare, dunque, come fattore della professionalità legata all’esperienza. È quindi, di fatto, una riduzione salariale ottenuta con la scomparsa degli attuali scatti. Anche secondo i dati OCSE l’anzianità ha un peso notevole nei percorsi di carriera dei docenti in tutti i paesi. Determinarne la cancellazione è inusitatamente grave. Inoltre, nessuna modifica dell’attuale sistema può essere condivisa se decisa al di fuori del contratto di lavoro e se non preceduta da una vera consultazione del lavoratori.
Il Collegio delibera di bloccare le attività extracurricolari e di non assumere incarichi funzionali, per i motivi qui sinteticamente elencati:
1. la proposta di riforma dequalifica la professione docente e peggiora le condizioni di insegnamento a causa di:
– mancanza di investimenti nella scuola pubblica e cancellazione degli scatti di anzianità;– mantenimento del numero eccessivamente alto di alunni per classe;
– inefficacia di fatto delle nuove assunzioni promesse che, anche nel caso fossero effettivamente realizzate, non aggiungono cattedre all’organico di diritto, ma creano solo bacini di docenti a disposizione per coprire le assenze brevi dei colleghi;
– imposizione di carichi di lavoro aggiuntivi (a parità di stipendio) che andranno a discapito della qualità dell’insegnamento;
2. la proposta di riforma, prevedendo i cosiddetti “scatti di competenza”, introduce una pericolosa competizione tra docenti, invece di rafforzare quella cooperazione tra docenti che sarebbe didatticamente ed educativamente auspicabile nella scuola; i docenti, infatti, per essere compresi nel 66% dei “meritevoli”, saranno spinti ad accumulare “crediti”, e quindi oneri, oppure a chiedere il trasferimento in altra scuola, ancora una volta a danno della qualità dell’insegnamento e della continuità didattica;
3. la proposta di riforma pregiudica – come il vecchio DDL Aprea – la collegialità delle istituzioni scolastiche e riduce il peso della componente docenti negli OO.CC., a vantaggio del preside e dei soggetti privati, di cui è previsto l’ingresso;
4. la proposta di riforma introduce nelle scuole un nucleo di valutazione interno che, utilizzando prioritariamente i parametri dell’INVALSI, dovrà obbligatoriamente individuare tra i docenti un 66% di “meritevoli” e una restante percentuale di “non meritevoli”, con quote fisse che prescindono dalla qualità reale della didattica, per l’assegnazione degli scatti stipendiali.
Considerati i suddetti aspetti, il Collegio dei Docenti, considerandola iniqua, regressiva e dannosa dal punto di vista didattico, formativo, professionale ed educativo, respinge la proposta di riforma del Governo denominata “La buona scuola” e, al fine di sensibilizzare l’utenza esterna alle gravi problematiche che affliggono la categoria, sceglie, come forma di protesta, il blocco delle attività di cui sopra.
MOZIONE 2
Mozione dell’Assemblea Sindacale del... ........................................................ sulla proposta de Governo “La buona scuola”.
Il giorno …................................. gli insegnanti del............................................. di …................, riuniti in Assemblea Sindacale di Istituto, hanno discusso il progetto di riforma contenuto nella brochure “La buona scuola” pubblicata il 3.09.2014 dal Ministero dell’Istruzione.
A seguito di ampio dibattito e puntuale analisi, l'Assemblea
rileva
che l'operazione, tesa ad aggirare sia la discussione in Parlamento sia la consultazione delle parti sociali, attraverso una consultazione diretta telematica di studenti, famiglie e insegnanti, presenta evidenti rischi di banalizzare le complesse problematiche del mondo della scuola e di manipolazione demagogica del consenso.
I 12 punti in cui il documento “La buona scuola” racchiude il rinnovamento del sistema scolastico, è improntato ad una comunicazione d'impatto che, anziché analizzare e argomentare, enuncia suggestioni che strumentalizzano le carenze attuali della scuola – dovute soprattutto all'insufficienza dei finanziamenti – per lanciare ipotesi di soluzione avventuristiche in quanto prive di qualsiasi riscontro empirico di efficacia. Non di rado esso ricorre inoltre a procedimenti impropri ed ingannevoli, come il definire “qualitativi” dei parametri quantitativi e il raffrontare gli scatti di anzianità con quelli di competenza senza tener conto dell'aleatorietà di questi ultimi.
Nel dettaglio:
* Il piano di stabilizzazione di 150.000 precari – peraltro doverosa in base alla direttiva europea 70/99 - non indica le modalità di reperimento delle risorse necessarie; inoltre per i docenti che confluirebbero nell'”organico funzionale” si prefigura un utilizzo contrario sia al rispetto delle esigenze di vita del lavoratore (mobilità coatta addirittura su altre regioni, utilizzo su numero indefinito di scuole entro la rete assegnata) sia alla qualità dell'insegnamento (continuità didattica e specificità dell'area disciplinare);
* La sostituzione degli scatti di anzianità con “scatti di competenza” è contraria alla libertà di insegnamento (Costituzione, art. 33) e al diritto del lavoratore ad una retribuzione “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa” (Costituzione art. 36), in quanto essa condiziona il mantenimento del potere d'acquisto del salario – già attualmente sui livelli più bassi d'Europa - allo svolgimento di attività aggiuntive, diverse dall'insegnamento, ed al giudizio formulato dal Capo di Istituto che, oltre ad essere in conflitto d'interesse, non è ancorabile a parametri oggettivi di valutazione, in quanto l'insegnamento e l'apprendimento non sono misurabili; inoltre mortifica l'esperienza la quale, come in qualsiasi altro lavoro qualificato, costituisce per l'insegnamento un valore aggiunto indiscutibile;
* Una progressione di ”carriera” che a priori esclude 1/3 dei docenti e che nel tempo produce un divario retributivo sempre più ampio tra docenti “meritevoli” che svolgono attività estranee alla classe e docenti “immeritevoli” che invece dedicano tutto il proprio impegno all'insegnamento introduce nella scuola una competizione che confligge con le esigenze di collaborazione e solidarietà insite nei processi educativi e rischia di allontanare e demotivare i docenti migliori, quelli la cui azione è determinata da motivazioni intrinseche (passione per il proprio lavoro) anziché estrinseche (interesse economico);
* La formazione obbligatoria, oltre che del tutto inefficace, è contraria alla libertà di insegnamento; non scaturendo da un'esigenza formativa del lavoratore, mira a condizionarne l'operato imponendo metodi e pratiche non condivisi, e genera rendite per un mercato fortemente esposto a derive clientelari;
* L'esposizione telematica di un portfolio dei singoli docenti, oltre a non offrire alle famiglie elementi per un giudizio ragionato sulla professionalità dei docenti, alimenta una concezione commerciale e pubblicitaria dell'insegnamento, che contrasta la funzione educativa della scuola e trasforma l'apprendimento in una merce da conformare alle richieste del mercato;
* Il rafforzamento dei poteri dei Capi di Istituto, che giunge fino a poter scegliere a loro discrezione e senza alcuna tutela dei diritti dei lavoratori il personale della scuola e le mansioni da assegnare a ciascuno, trasforma la scuola a tutti gli effetti in un'azienda a immagine e somiglianza del Capo di Istituto, annullando di fatto la dimensione collegiale ed esponendo il sistema a pericolosissime derive autoritarie e clientelari, fino a compromettere del tutto il funzionamento del sistema;
* L’ingresso nel finanziamento della scuola di fondazioni, imprese, associazioni, ecc., che si accompagna al ritiro dello Stato – non più tenuto a garantire un servizio scolastico uniforme attraverso la fiscalità
generale - condiziona l'insegnamento ad interessi privati.
* L'equiparazione delle scuole pubbliche di Stato alle scuole private “paritarie” tradisce la natura universalistica dell'istruzione pubblica, alimentando particolarismi sociali, culturali e confessionali che disgregano il tessuto comune della cittadinanza, che la Costituzione tutela vietando il finanziamento pubblico alle scuole private (Art. 33);
* L'”alternanza obbligatoria scuola-lavoro”, l'”impresa didattica”, la “Bottega scuola”, l'”Apprendistato sperimentale” costituiscono tutte forme di una gravissima lesione del diritto all'istruzione, che sostituisce le ore di didattica con ore di lavoro gratuito presso le imprese, subordinano agli interessi di queste ultime le esigenze formative degli studenti e configurando uno sfruttamento del lavoro minorile.
Per tutte le ragioni di cui sopra l’Assemblea esprime parere negativo sul documento “La buona scuola” e ne chiede l'immediato ritiro.
Si chiede inoltre:
· l’impegno del governo per un serio ed urgente piano di investimenti nella scuola statale;
· l’assunzione immediata, già dal corrente anno scolastico degli insegnanti precari;
· il miglioramento delle strutture scolastiche e la loro messa in sicurezza;
· il ripristino dei quadri orari dei vari ordini di scuola tagliati dalla legge 133/2008.
Si rivendica:
· il rinnovo del contratto e la restituzione degli scatti di anzianità;
· lo sbocco dei pensionamenti e l'abrogazione della Legge Fornero con particolare riguardo alla situazione dei docenti Quota96
L’assemblea si impegna:
· a organizzare ulteriori momenti di confronto anche con insegnanti di altre scuole;
· a coinvolgere i sindacati in azioni di rivendicazione dei diritti lesi e per la richiesta al governo di ritirare il piano “la buona scuola”.
La mozione viene approvata …...................................
…......................................., …..........................
RSU …...........................................................
…..................................................................
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I GIOCHI SONO ANCORA APERTI E LA SCUOLA DEVE MANDARE UN SEGNALE FORTE CHIARO E NON VIRTUALE. NON LIMITATEVI A UN CLICK . FACCIAMOCI PROMOTORI ATTIVI NELLA NOSTRA SCUOLA DEL CAMBIAMENTO, DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI E DELLA LIBERTA' DEI LAVORATORI E DELLA QUALITA' DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE. grazie
MOZIONE 1
Il Collegio dei Docenti dell'Istituto... nella seduta del .............., ha espresso, non senza indignazione, grave preoccupazione e profondo dissenso verso le scelte politiche del Ministro Giannini e più in generale del Governo Renzi, fortemente penalizzanti per la scuola pubblica e tali da prevedere altri tagli di risorse e proposte non sempre trasparenti, nonché un'inaccettabile svalutazione della professionalità e della libertà di insegnamento.
La nuova nuova progressione di carriera proposta nel Piano, difatti, è contemplata tutta al di fuori del contratto (ivi compreso il compenso), è fatta a costo zero e con lo spostamento di poste contrattuali. Anzi, vi è di più: il passaggio dagli scatti di anzianità agli scatti di competenza sarà preceduto da tre anni di vuoto. Ciò vuol dire che dal 1 settembre 2015 al 31 dicembre 2018 il sistema degli scatti verrà congelato per tutti ad eccezione di coloro che si trovano al 33° anno di servizio. Per questi ultimi rimarrà in vigore l’attuale sistema.L’anzianità scompare, dunque, come fattore della professionalità legata all’esperienza. È quindi, di fatto, una riduzione salariale ottenuta con la scomparsa degli attuali scatti. Anche secondo i dati OCSE l’anzianità ha un peso notevole nei percorsi di carriera dei docenti in tutti i paesi. Determinarne la cancellazione è inusitatamente grave. Inoltre, nessuna modifica dell’attuale sistema può essere condivisa se decisa al di fuori del contratto di lavoro e se non preceduta da una vera consultazione del lavoratori.
Il Collegio delibera di bloccare le attività extracurricolari e di non assumere incarichi funzionali, per i motivi qui sinteticamente elencati:
1. la proposta di riforma dequalifica la professione docente e peggiora le condizioni di insegnamento a causa di:
– mancanza di investimenti nella scuola pubblica e cancellazione degli scatti di anzianità;– mantenimento del numero eccessivamente alto di alunni per classe;
– inefficacia di fatto delle nuove assunzioni promesse che, anche nel caso fossero effettivamente realizzate, non aggiungono cattedre all’organico di diritto, ma creano solo bacini di docenti a disposizione per coprire le assenze brevi dei colleghi;
– imposizione di carichi di lavoro aggiuntivi (a parità di stipendio) che andranno a discapito della qualità dell’insegnamento;
2. la proposta di riforma, prevedendo i cosiddetti “scatti di competenza”, introduce una pericolosa competizione tra docenti, invece di rafforzare quella cooperazione tra docenti che sarebbe didatticamente ed educativamente auspicabile nella scuola; i docenti, infatti, per essere compresi nel 66% dei “meritevoli”, saranno spinti ad accumulare “crediti”, e quindi oneri, oppure a chiedere il trasferimento in altra scuola, ancora una volta a danno della qualità dell’insegnamento e della continuità didattica;
3. la proposta di riforma pregiudica – come il vecchio DDL Aprea – la collegialità delle istituzioni scolastiche e riduce il peso della componente docenti negli OO.CC., a vantaggio del preside e dei soggetti privati, di cui è previsto l’ingresso;
4. la proposta di riforma introduce nelle scuole un nucleo di valutazione interno che, utilizzando prioritariamente i parametri dell’INVALSI, dovrà obbligatoriamente individuare tra i docenti un 66% di “meritevoli” e una restante percentuale di “non meritevoli”, con quote fisse che prescindono dalla qualità reale della didattica, per l’assegnazione degli scatti stipendiali.
Considerati i suddetti aspetti, il Collegio dei Docenti, considerandola iniqua, regressiva e dannosa dal punto di vista didattico, formativo, professionale ed educativo, respinge la proposta di riforma del Governo denominata “La buona scuola” e, al fine di sensibilizzare l’utenza esterna alle gravi problematiche che affliggono la categoria, sceglie, come forma di protesta, il blocco delle attività di cui sopra.
MOZIONE 2
Mozione dell’Assemblea Sindacale del... ........................................................ sulla proposta de Governo “La buona scuola”.
Il giorno …................................. gli insegnanti del............................................. di …................, riuniti in Assemblea Sindacale di Istituto, hanno discusso il progetto di riforma contenuto nella brochure “La buona scuola” pubblicata il 3.09.2014 dal Ministero dell’Istruzione.
A seguito di ampio dibattito e puntuale analisi, l'Assemblea
rileva
che l'operazione, tesa ad aggirare sia la discussione in Parlamento sia la consultazione delle parti sociali, attraverso una consultazione diretta telematica di studenti, famiglie e insegnanti, presenta evidenti rischi di banalizzare le complesse problematiche del mondo della scuola e di manipolazione demagogica del consenso.
I 12 punti in cui il documento “La buona scuola” racchiude il rinnovamento del sistema scolastico, è improntato ad una comunicazione d'impatto che, anziché analizzare e argomentare, enuncia suggestioni che strumentalizzano le carenze attuali della scuola – dovute soprattutto all'insufficienza dei finanziamenti – per lanciare ipotesi di soluzione avventuristiche in quanto prive di qualsiasi riscontro empirico di efficacia. Non di rado esso ricorre inoltre a procedimenti impropri ed ingannevoli, come il definire “qualitativi” dei parametri quantitativi e il raffrontare gli scatti di anzianità con quelli di competenza senza tener conto dell'aleatorietà di questi ultimi.
Nel dettaglio:
* Il piano di stabilizzazione di 150.000 precari – peraltro doverosa in base alla direttiva europea 70/99 - non indica le modalità di reperimento delle risorse necessarie; inoltre per i docenti che confluirebbero nell'”organico funzionale” si prefigura un utilizzo contrario sia al rispetto delle esigenze di vita del lavoratore (mobilità coatta addirittura su altre regioni, utilizzo su numero indefinito di scuole entro la rete assegnata) sia alla qualità dell'insegnamento (continuità didattica e specificità dell'area disciplinare);
* La sostituzione degli scatti di anzianità con “scatti di competenza” è contraria alla libertà di insegnamento (Costituzione, art. 33) e al diritto del lavoratore ad una retribuzione “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa” (Costituzione art. 36), in quanto essa condiziona il mantenimento del potere d'acquisto del salario – già attualmente sui livelli più bassi d'Europa - allo svolgimento di attività aggiuntive, diverse dall'insegnamento, ed al giudizio formulato dal Capo di Istituto che, oltre ad essere in conflitto d'interesse, non è ancorabile a parametri oggettivi di valutazione, in quanto l'insegnamento e l'apprendimento non sono misurabili; inoltre mortifica l'esperienza la quale, come in qualsiasi altro lavoro qualificato, costituisce per l'insegnamento un valore aggiunto indiscutibile;
* Una progressione di ”carriera” che a priori esclude 1/3 dei docenti e che nel tempo produce un divario retributivo sempre più ampio tra docenti “meritevoli” che svolgono attività estranee alla classe e docenti “immeritevoli” che invece dedicano tutto il proprio impegno all'insegnamento introduce nella scuola una competizione che confligge con le esigenze di collaborazione e solidarietà insite nei processi educativi e rischia di allontanare e demotivare i docenti migliori, quelli la cui azione è determinata da motivazioni intrinseche (passione per il proprio lavoro) anziché estrinseche (interesse economico);
* La formazione obbligatoria, oltre che del tutto inefficace, è contraria alla libertà di insegnamento; non scaturendo da un'esigenza formativa del lavoratore, mira a condizionarne l'operato imponendo metodi e pratiche non condivisi, e genera rendite per un mercato fortemente esposto a derive clientelari;
* L'esposizione telematica di un portfolio dei singoli docenti, oltre a non offrire alle famiglie elementi per un giudizio ragionato sulla professionalità dei docenti, alimenta una concezione commerciale e pubblicitaria dell'insegnamento, che contrasta la funzione educativa della scuola e trasforma l'apprendimento in una merce da conformare alle richieste del mercato;
* Il rafforzamento dei poteri dei Capi di Istituto, che giunge fino a poter scegliere a loro discrezione e senza alcuna tutela dei diritti dei lavoratori il personale della scuola e le mansioni da assegnare a ciascuno, trasforma la scuola a tutti gli effetti in un'azienda a immagine e somiglianza del Capo di Istituto, annullando di fatto la dimensione collegiale ed esponendo il sistema a pericolosissime derive autoritarie e clientelari, fino a compromettere del tutto il funzionamento del sistema;
* L’ingresso nel finanziamento della scuola di fondazioni, imprese, associazioni, ecc., che si accompagna al ritiro dello Stato – non più tenuto a garantire un servizio scolastico uniforme attraverso la fiscalità
generale - condiziona l'insegnamento ad interessi privati.
* L'equiparazione delle scuole pubbliche di Stato alle scuole private “paritarie” tradisce la natura universalistica dell'istruzione pubblica, alimentando particolarismi sociali, culturali e confessionali che disgregano il tessuto comune della cittadinanza, che la Costituzione tutela vietando il finanziamento pubblico alle scuole private (Art. 33);
* L'”alternanza obbligatoria scuola-lavoro”, l'”impresa didattica”, la “Bottega scuola”, l'”Apprendistato sperimentale” costituiscono tutte forme di una gravissima lesione del diritto all'istruzione, che sostituisce le ore di didattica con ore di lavoro gratuito presso le imprese, subordinano agli interessi di queste ultime le esigenze formative degli studenti e configurando uno sfruttamento del lavoro minorile.
Per tutte le ragioni di cui sopra l’Assemblea esprime parere negativo sul documento “La buona scuola” e ne chiede l'immediato ritiro.
Si chiede inoltre:
· l’impegno del governo per un serio ed urgente piano di investimenti nella scuola statale;
· l’assunzione immediata, già dal corrente anno scolastico degli insegnanti precari;
· il miglioramento delle strutture scolastiche e la loro messa in sicurezza;
· il ripristino dei quadri orari dei vari ordini di scuola tagliati dalla legge 133/2008.
Si rivendica:
· il rinnovo del contratto e la restituzione degli scatti di anzianità;
· lo sbocco dei pensionamenti e l'abrogazione della Legge Fornero con particolare riguardo alla situazione dei docenti Quota96
L’assemblea si impegna:
· a organizzare ulteriori momenti di confronto anche con insegnanti di altre scuole;
· a coinvolgere i sindacati in azioni di rivendicazione dei diritti lesi e per la richiesta al governo di ritirare il piano “la buona scuola”.
La mozione viene approvata …...................................
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mirco81- Messaggi : 1215
Data d'iscrizione : 29.09.14
Re: mozioni contro la "buona scuola" per i collegi dei docenti
Da mirco81 Sab Nov 01, 2014 2:48 pm
invio i link che rimandano a numerosi pronunciamenti collegiali o assembleari contro la "buona scuola" di Renzi ,
attingete a piene mani e moltiplicate i documenti di ripulsa della proposta governativa:
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/delibera-collegio-dei-docenti-liceo-l-pasteur-roma-buona-scuola/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/documento-approvato-larghissima-maggioranza-dal-collegio-dei-docenti-dellims-giordano-bruno-roma/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/deliberazione-dellassemblea-sindacale-liceo-orazio-roma-in-data-9-ottobre-2014/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/collegio-docenti-liceo-scientifico-levi/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/risposta-dellassemblea-sindacale-delli-c-piazza-minucciano-documento-buona-scuola/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/comunicato-dellassemblea-studentesca-liceo-benedetto-norcia/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/assemblea-rsu-i-c-carlo-levi/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/mozione-collegio-dei-docenti-liceo-benedetto-norcia-roma/
http://autoconvocatiscuola.altervista.org/consultazione-parere-comitato-dei-genitori-cdg-dellic-ferraironi-documento-ministeriale-buona-s
mirco81- Messaggi : 1215
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