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Messaggio Da Ospite Dom Lug 07, 2019 4:51 pm

Promemoria primo messaggio :

Da OS: "Bussetti assicura che la regionalizzazione della scuola si farà e riuscirà a convincere i sindacati “la scuola regionale si farà”. Lo dice al Corriere del veneto in un articolo di oggi.
Il Ministro nega che ci sia stata una bocciatura su tutta la linea da parte del Movimento 5 Stelle e che il modello al quale guarda è quello del Trentino e della Valle d’Aosta.”
Un altro ministro che ama e capisce il mondo della scuola...Questi ministri i governi li vanno cercando con il lanternino.

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Messaggio Da lucylucy Gio Lug 11, 2019 9:51 am

paniscus_2.1 ha scritto:
lucylucy ha scritto:In realtà in alcune scuole gli allievi fanno lezione per l'intero monte ore previsto, nonostante i moduli orari da 50 minuti: i recuperi del minutaggio vengono infatti erogati come corsi pomeridiani di recupero/potenziamento/approfondimento. Questo non  per esprimere parere a favore della regionalizzazione, ma per portare esperienze positive della gestione oraria su 50 minuti.

Il che vuol dire comunque che quei tempi vengono sottratti alla normale attività nelle classi, e non sempre restituiti alle stesse classi e agli stessi studenti, ma ad altre classi o ad altri gruppi.

L'idea che dimostrare che "l'insegnante li recupera" sia più importante del regolare svolgimento del servizio base offerto agli studenti è raccapricciante.

Come pure è raccapricciante l'idea che prima si sottragga del tempo alla didattica ordinaria, rendendo più difficoltose le spiegazioni e le esercitazioni in classe, e che poi tanto non c'è problema perché quel tempo lo si trasforma in "corsi di recupero"... magari se quelle ore da fare in classe non venissero tagliate, ci sarebbero anche meno studenti che hanno bisogno del recupero, no?


Certo, possono esserci organizzazioni non funzionali, però nella scuola in cui lavoro si presta attenzione affinché le ore perse dai docenti siano recuperate nelle classi loro assegnate. D'altra parte il recupero in itinere è una normale attività didattica, se poi si riesce a dividere la classe in gruppi più piccoli, magari con l'aiuto delle ore di potenziamento, non credo che gli studenti perdano qualcosa, anzi. I risultati nella mia scuola sono buoni, sia in termini di soddisfazione di allievi e famiglie (misurata attraverso questionari anonimi) sia in termini di rendimento (misurato attraverso lo scarto tra prove d'ingresso e prove finali somministrate annualmente). Poi è chiaro che non in tutti i contesti accade lo stesso, ma una buona gestione del recupero per me è possibile.

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Messaggio Da Ospite Gio Lug 11, 2019 11:40 am

Lo stabilisce chi ha aperto la discussione, altrimenti si va fuori tema, come insegnante lo dovresti sapere. Gli interventi tipo riunione di condominio, dove parlano di tutto ma non di quello che è all’ordine del giorno, sono solo deleteri.

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Messaggio Da mac67 Gio Lug 11, 2019 12:10 pm

paniscus_2.1 ha scritto:
mac67 ha scritto:Ecco, andando nel concreto, il modello Trentino mi fa un po' ribrezzo.

Un'altra bella perla è l'obbligo "imposto dalla provincia" di fare le ore da 50 minuti e poi recuperare il resto con ore a disposizione. Ma non era stato chiarito da decenni che è illegittimo? E alle famiglie va tutto bene, che i loro figli facciano sistematicamente un sesto in meno rispetto al quadro orario previsto?

Mi pare caso mai l'opposto: era stato dichiarato illegittimo l'accorciamento dell'ora di lezione a 55 o 50 minuti, causa ricreazione o orari dei mezzi di trasporto senza il recupero dei 5-10 minuti non svolti.

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Messaggio Da Ospite Gio Lug 11, 2019 12:59 pm

lucetta10 ha scritto:
giobbe ha scritto:Lo stabilisce chi ha aperto la discussione, altrimenti si va fuori tema, come insegnante lo dovresti sapere. Gli interventi tipo riunione di condominio, dove parlano di tutto ma non di quello che è all’ordine del giorno, sono solo deleteri.


beh... allora direi che ci avresti potuto anche risparmiare la tirata sulla tua propensione allo statalismo.
Hai parlato del modello trentino, e di quello si discute e quindi si va oltre.
In un forum ci sono i moderatori, non mi risulta che la netiquette stabilisca che chi avvia la discussione (tra l'altro in questo caso con un post qualunquista su cui si sarebbe da discutere...) stabilisca cosa vuole leggere, per quello ci sono le faq
Meno male che non abitiamo nello stesso condominio.

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Messaggio Da paniscus_2.1 Gio Lug 11, 2019 1:26 pm

mac67 ha scritto:
paniscus_2.1 ha scritto:
mac67 ha scritto:Ecco, andando nel concreto, il modello Trentino mi fa un po' ribrezzo.

Un'altra bella perla è l'obbligo "imposto dalla provincia" di fare le ore da 50 minuti e poi recuperare il resto con ore a disposizione. Ma non era stato chiarito da decenni che è illegittimo? E alle famiglie va tutto bene, che i loro figli facciano sistematicamente un sesto in meno rispetto al quadro orario previsto?

Mi pare caso mai l'opposto: era stato dichiarato illegittimo l'accorciamento dell'ora di lezione a 55 o 50 minuti, causa ricreazione o orari dei mezzi di trasporto senza il recupero dei 5-10 minuti non svolti.

No, ti sbagli (almeno in parte): era stato dichiarato illegittimo il fatto che il recupero venisse imposto solo agli insegnanti ma non agli studenti, che in tal modo subivano oggettivamente una diminuzione del servizio.

E' sempre stato legittimo, invece, anche se non lo si fa praticamente mai, il RIMODULARE le unità temporali dell'orario scolastico in maniera da non doverle necessariamente basare sulle ore intere (ad esempio, fare quattro lezioni da 45 minuti invece che tre da un'ora), purché il totale delle ore fatte per ogni singola materia nella stessa classe rimanga quello.

Ma appunto si tratta di due casi diversi: la rimodulazione della durata delle ore per fini di organizzazione didattica (la cui eventuale adozione spetta unicamente al collegio dei docenti), e l'accorciamento "classico" delle ore a 50 minuti per motivi puramente logistici e non didattici, che invece era deliberato dal Consiglio di Istituto (e che nell'intenzione del legislatore sarebbe stato pensato per venire incontro a problemi pratici eccezionali, in caso di scuole con alto tasso di pendolarismo o di zone poco servite dai mezzi pubblici, ma che di fatto veniva largamente usato di routine anche in scuole dove non ce n'era alcun bisogno, perché in fondo faceva comodo a tutti e risultava una scelta "popolare").

La norma prevede che nel primo caso il recupero delle ore sia obbligatorio sia per i docenti che per gli alunni  (a classe intera, non solo come partecipazione facoltativa a corsi di recupero o a progetti fuori orario ad adesione individuale), mentre nel secondo non è dovuto alcun recupero, né per gli uni né per gli altri.

Siccome la totalità dei quadri orari con le ore da 50 rientrava nel secondo caso, fu chiarito che era illegittimo pretendere che i docenti le recuperassero mentre gli studenti no, e quindi la maggior parte delle scuole (non potendo sfruttare quei residui per le supplenze, come avrebbero voluto) preferì ritornare alle ore da 60 senza fare troppe storie.


Ultima modifica di paniscus_2.1 il Dom Lug 14, 2019 4:54 pm - modificato 1 volta.

paniscus_2.1

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Messaggio Da Erodoto Gio Lug 11, 2019 2:48 pm

giobbe ha scritto:
Sembra che si lavori di più perché viene tutto quantificato. Le ore di insegnamento per le superiori sono sempre 18 + due a disposizione.

Non so dove hai letto questa cosa ma è falsa. Le ore di insegnamento sono 18.


Lo stipendio medio NETTO di un insegnante altoatesino è il DOPPIO di quello italiano.

Doppio no, forse arriviamo al 50% in più.

franco71 ha scritto:
Si parla anche di reperibilità h24 per i docenti neanche fossimo operatori di medicina d'urgenza o forze dell'ordine.

Questa è proprio una fake news.

giobbe ha scritto:
Cosa ho detto poi? Ho detto semplicemente che in Trentino Alto Adige gli insegnanti sono trattati meglio di quelli delle altre regioni italiane. Lo so perché ho vissuto per alcuni anni a Bolzano. Quindi vorrei che tutti gli insegnanti, su tutto il territorio nazionale, avessero le stesse condizioni professionali di quelli del Trentino Alto Adige e la stessa mentalità teutonica. Come avrei potuto dire preferisco avere uno stipendio, una considerazione sociale alla pari dell'insegnante tedesco e la stessa mole di lavoro, senza per questo essere in contraddizione con me stesso.

Le condizioni economiche professionali e la possibilità di usare strutture e servizi mediamente al di sopra della media nazionale è una grandissima fortuna.
Sulla mentalità teutonica mi permetto di dissentire. Ricordiamoci che l'Alto Adige e il Trentino è come fossero due regioni distinte. Pure il trattamento economico è superiore nella prima rispetto alla seconda.

paniscus_2.1 ha scritto:

Un'altra bella perla è l'obbligo "imposto dalla provincia" di fare le ore da 50 minuti e poi recuperare il resto con ore a disposizione. Ma non era stato chiarito da decenni che è illegittimo? E alle famiglie va tutto bene, che i loro figli facciano sistematicamente un sesto in meno rispetto al quadro orario previsto?

Non è illegittimo perché il Trentino ha competenza primaria in materia di istruzione e ha comunque previsto un recupero orario.
Detto questo che l'obbligo sia imposto dalla Provincia è una balla. Sulla questione 50-60 minuti decisero a suo tempo i singoli Collegi Docenti: quasi tutti gli istituti optarono per i 50 minuti da cui deriva l'obbligo di recupero fissato in 70 ore annue.
Detto che:
1) didatticamente parlando 50 minuti a mio avviso funzionano meglio di 60.
2) in gran parte dell'Italia i 60 minuti sono solo sulla carta e a volte sono comprensivi di un intervallo, magari due.


L'idea che dimostrare che "l'insegnante li recupera" sia più importante del regolare svolgimento del servizio base offerto agli studenti è raccapricciante.

Non dovrebbe essere più importante, però all'opinione pubblica questo importa.
In molte nazioni europee l'insegnante ha un contratto che prevede lezioni di 60 minuti che però sono comprensive del tempo di spostamento dall'aula o laboratorio, di una pausa e mediamente il tempo lezione è 45 o 50 minuti.


Come pure è raccapricciante l'idea che prima si sottragga del tempo alla didattica ordinaria, rendendo più difficoltose le spiegazioni e le esercitazioni in classe, e che poi tanto non c'è problema perché quel tempo lo si trasforma in "corsi di recupero"... magari se quelle ore da fare in classe non venissero tagliate, ci sarebbero anche meno studenti che hanno bisogno del recupero, no?

Sottrarre tempo? Tagliare? Mi sa che non hai capito come funziona questa cosa.
Perché dovrei fare meno a lezione o tagliare programmi? Per buttarmi gioiosamente a preparare corsi di recupero, sportelli didattici e simili? No grazie! Questo sì sarebbe aberrante! Lo sarebbe meno se le attività extra fossero pagate...


lucetta10 ha scritto:I dati invalsi in Trentino non hanno nulla a che vedere con l'offerta della scuola, c'è un solo dato banale che si deduce dalla distribuzione geografica dei risultati: regioni più ricche risultati migliori, regioni più povere risultati peggiori...

Non preoccuparti, a breve usciranno i dati sui voti dell'Esame di Stato e scopriremo come quelle che chiami regioni povere avranno il loro riscatto con il consueto boom di diplomati con 100/100 e Lode.


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Messaggio Da Ospite Gio Lug 11, 2019 5:11 pm

Erodoto ha scritto:
giobbe ha scritto:
Sembra che si lavori di più perché viene tutto quantificato. Le ore di insegnamento per le superiori sono sempre 18 + due a disposizione.

Non so dove hai letto questa cosa ma è falsa. Le ore di insegnamento sono 18.


https://www.gildavenezia.it/parla-un-prof-di-bolzano-piu-soldi-ma-qui-si-sta-a-scuola-tutto-il-giorno/

Tabella stipendi vecchia. Ora sono ulteriormente aumentati. Devi aggiungere altri 3000 euro lordi annui quale quota provinciale:

http://www.provincia.bz.it/amministrazione/personale/downloads/Brutto_Gehaelter_Landeslehrpersonal_ab_01.09.2013(2).pdf

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Messaggio Da Erodoto Gio Lug 11, 2019 5:39 pm

giobbe ha scritto:
Erodoto ha scritto:
giobbe ha scritto:
Sembra che si lavori di più perché viene tutto quantificato. Le ore di insegnamento per le superiori sono sempre 18 + due a disposizione.

Non so dove hai letto questa cosa ma è falsa. Le ore di insegnamento sono 18.


https://www.gildavenezia.it/parla-un-prof-di-bolzano-piu-soldi-ma-qui-si-sta-a-scuola-tutto-il-giorno/

Tabella stipendi vecchia. Ora sono ulteriormente aumentati. Devi aggiungere altri 3000 euro lordi annui quale quota provinciale:

http://www.provincia.bz.it/amministrazione/personale/downloads/Brutto_Gehaelter_Landeslehrpersonal_ab_01.09.2013(2).pdf

Come sempre si fa confusione. Si parla di Trentino e poi di provincia di Bolzano. Sono due cose diverse. La regione nominalmente è una ma di fatto sono due: provincia di Trento e provincia di Bolzano. L'articolo parla della seconda. In Trentino le ore sono 18.

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Messaggio Da Ospite Gio Lug 11, 2019 6:16 pm

Erodoto ha scritto:
giobbe ha scritto:
Erodoto ha scritto:
giobbe ha scritto:
Sembra che si lavori di più perché viene tutto quantificato. Le ore di insegnamento per le superiori sono sempre 18 + due a disposizione.

Non so dove hai letto questa cosa ma è falsa. Le ore di insegnamento sono 18.


https://www.gildavenezia.it/parla-un-prof-di-bolzano-piu-soldi-ma-qui-si-sta-a-scuola-tutto-il-giorno/

Tabella stipendi vecchia. Ora sono ulteriormente aumentati. Devi aggiungere altri 3000 euro lordi annui quale quota provinciale:

http://www.provincia.bz.it/amministrazione/personale/downloads/Brutto_Gehaelter_Landeslehrpersonal_ab_01.09.2013(2).pdf

Come sempre si fa confusione. Si parla di Trentino e poi di provincia di Bolzano. Sono due cose diverse. La regione nominalmente è una ma di fatto sono due: provincia di Trento e provincia di Bolzano. L'articolo parla della seconda. In Trentino le ore sono 18.
Certo, se io parlo del Trentino Alto Adige ovvero di tutta la regione, e poi specifico che in Alto Adige lo stipendio è il doppio e tu rispondi che non è così, chi è che fa confusione?!

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Messaggio Da Ospite Ven Lug 12, 2019 2:06 am

Se il M5S fa passare questa porcheria che penalizza il sud,non avrà più voto,se vogliono suicidarsi definitivamente,non hanno che da fare questo.
Per il resto la Lega,fa tanto il partito nazionalista,ma in realtà sono rimasti i secessionisti di sempre,altro che prima gli italiani,prima il nord è il loro motto,questa è una secessione di fatto.
Il mondo della scuola,in special modo quello meridionale,dovrà fare le barricate pur di non far passare questo provvedimento,incluso lo sciopero selvaggio.

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Messaggio Da Ospite Ven Lug 12, 2019 1:15 pm

La regionalizzazione della scuola avrà le stesse caratteristiche della regionalizzazione della sanità: partitocrazia, ladrocinio e favoristismi. Al sud sicuramente!

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Messaggio Da Ospite Sab Lug 13, 2019 12:31 pm

"L’Italia convive da tempo con alcuni grandi mostri civili: alcuni, come la mafia, li combatte con esigue forze e ampie rinunce; altri, come la rovina della sua scuola, addirittura li incentiva con volenterose forze e altrettanto ampie rinunce.

Nessun paese in difficoltà rispetto al proprio futuro, che si tratti della propria sopravvivenza economica ma anche civile e culturale, taglierebbe sul fronte della scuola. Sarebbe come essere preoccupati di perdere un appuntamento domattina presto e buttare via la sveglia. Ma l’Italia lo fa, sistematicamente, da anni: butta la via sveglia. E la mattina dopo dorme, salvo lamentarsene poi. E l’attuale maggioranza di governo si sta premurando di distruggere a martellate ogni orologio di casa, e prendere dei sonniferi. Con la connivenza di mezzo paese.

Perché gli italiani che si preoccupano della scuola sono solo una minoranza di quelli che hanno dei figli a scuola, a loro volta minoranza. Poche cose dimostrano l’egoismo di questo paese e l’incapacità degli italiani di guardare oltre se stessi e oltre il pomeriggio di domani quanto l’atteggiamento sulla scuola. Tutti allenatori della nazionale quando si tratta di dare lezioni agli insegnanti su come trattare nostro figlio, tutti preoccupati di altro quando la funzione della scuola viene smantellata: scandalizzati dalle tasse, dai politici ladri, dal bavaglio e da qualunque cosa fuorchè dalla distruzione della sveglia. Dormiremo tutta la mattina, e anche di più, e chissenefrega.

La semplificazione che vede nell’atteggiamento dell’attuale governo sulla scuola un deliberato progetto di sottrazione di fondi all’educazione e crescita degli italiani attraverso la scuola pubblica per ingrassare i sistemi clientelari e i modelli culturali delle scuole private – lo “svuotamento della scuola pubblica” – può sembrare dietrologa e ideologica e a volte è usata superficialmente per spiegare questioni diverse tra loro. Ma ciò a cui si riferisce esiste, di fatto, nelle intenzioni e nei risultati. Ammesso che il finanziamento delle scuole private di uno stato che ha un servizio scolastico potenzialmente eccellente possa avere delle giustificazioni in tempi di vacche grasse – non le ha, secondo noi, e quei tempi non sono mai esistiti – come possono quelle indulgenti giustificazioni diventare più pesanti della riduzione di qualità del servizio scolastico pubblico? Come si possono giustificare i soldi dati alle scuole private – che godono di standard meno elevati e accolgono studenti privilegiati – nel momento in cui la mancanza di soldi peggiora la qualità dell’offerta scolastica principale?

Il criterio che muove il governo in questi giorni di ulteriori tagli – la nostra è una scuola che chiede ai genitori di comprare la carta igienica, ricordiamocelo sempre – è uno solo, semplice: servono soldi, togliamoli da lì, che non c’è nessun potere privato a lamentarsene, anzi. Protestano gli insegnanti, ma ormai sono rassegnati, e borbottano i genitori ma gli passa: hanno altro da fare.

Perché ci sono tre modi di relazionarsi con il peggioramento del progetto educativo italiano, che non ha a che fare con chi lavora nelle scuole ma con le scelte di governo e ministero e col consenso dei partiti – anche quelli di opposizione, a volte indifferenti altre addirittura conniventi – che conoscono la tolleranza degli italiani su questi temi. E quando anche il lavoro nelle scuole peggiora è solo e ovviamente perché le condizioni e i modi della formazione sono stati a loro volta svuotati da scelte governative. Ci sono tre modi, dicevamo, e tre generi di italiani. Quelli che della scuola se ne fregano, non li riguarda e il loro orticello contiene altro. Quelli per cui la scuola deve tenergli i figli nel tempo che non hanno e dar loro l’alibi che c’è qualcuno che li educa al posto loro. Quelli che si preoccupano delle condizioni della scuola solo quando i loro figli ne risentono palesemente. Quelli che pensano che una scuola mal gestita e senza investimenti sia la tomba delle ambizioni di miglioramento di un paese. Un gruppo e mezzo su quattro, e i più esigui, difficilmente potranno fare il lavoro per tutti."

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Messaggio Da Dec Sab Lug 13, 2019 3:58 pm

Fonte? Se citi un (lungo) testo tra virgolette, me l'aspetterei.

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Messaggio Da Ospite Sab Lug 13, 2019 4:59 pm

Dec ha scritto:Fonte? Se citi un (lungo) testo tra virgolette, me l'aspetterei.
Hai ragione.
https://www.ilpost.it/2010/06/04/la-fine-della-scuola-e-dellitalia/

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Messaggio Da mac67 Sab Lug 13, 2019 5:14 pm

giobbe ha scritto:
Dec ha scritto:Fonte? Se citi un (lungo) testo tra virgolette, me l'aspetterei.
Hai ragione.
https://www.ilpost.it/2010/06/04/la-fine-della-scuola-e-dellitalia/

E che c'entra un articolo sulla riforma Gelmini?

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Messaggio Da Ospite Sab Lug 13, 2019 5:35 pm

mac67 ha scritto:
giobbe ha scritto:
Dec ha scritto:Fonte? Se citi un (lungo) testo tra virgolette, me l'aspetterei.
Hai ragione.
https://www.ilpost.it/2010/06/04/la-fine-della-scuola-e-dellitalia/

E che c'entra un articolo sulla riforma Gelmini?
Non avevo messo il link per non incorrere in questo tipo di domanda. Gelmini a parte, lo stato della scuola prospettato è quello attuale.

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Messaggio Da mordekayn Dom Lug 14, 2019 2:31 pm

Si agita lo spauracchio della regionalizzazione evitando di dire però che è il sistema attuale che è davvero vergognoso.

Abbiamo ANCORA le GAE (che verranno esaurite tra una ventina di anni in alcune province del sud) con persone che da decenni aspettano l'agognato ruolo, l'anno prossimo avremo 200k supplenze (fatte nominando da GAE e dalle GI, possibilmente multiple volte per via dei soliti ritardi) e una parte di queste verrà attribuita su posti vacanti e disponibili, comportando di conseguenza un futuro risarcimento danni per illecita reiterazione dei contratti senza giustificato motivo(dopo 36 mesi)...ma andiamo avanti quei pochi titolari che le scuole hanno a disposizione possono chiedere assegnazione provvisoria, così ti ritrovi a ridosso dell'avvio della scuola che non sai se avrai quel dato docente / ata a disposizione; diamo così poca fiducia agli istituti scolastici che ogni anno, in barba a qualunque considerazione sulla continuità didattica, non è possibile confermare un supplente individuato in precedenza dalle GI creando disservizi continui e danno per l'utenza.
Sui sostegni poi è il dramma, su 20-30 sostegni a comprensivo hai se va bene 10 titolari di cui 6 in assegnazione provvisoria.
Abbiamo creato un girone dantesco di graduatorie, regolamenti, doppi e tripli canali di immissione che più passerà il tempo più sarà oggetto di contenzioso da parte degli interessati e degli studi di avvocati (vedere ITP e DM in gae con riserva), un sistema che vuol tutelare tutti ma che alla fine non riesce a tutelare nessuno.

Ah poi dimenticavo il grande scandalo dell'autonomia differenziata... si vuole mantenere il SALARIO nominale uguale per tutti (da nord al sud) perchè le gabbie salariali sono il male, perchè il contratto integrativo è il male, perpetuando così l'eterno esodo sud-> nord (supplenze e ruolo) e poi il controesodo nord-> sud, senza dare la possibilità alle regioni di "trattenere" il personale scolastico  (pagandolo di più)
Da quando in qua è equo dare lo stesso salario NOMINALE a tutti, quando in realtà la retribuzione andrebbe sempre parametrata in base al potere di acquisto, in termini reali?
Vogliamo dire che 1450 euro (paga docente primaria fascia 0) a Palermo è lo stesso che avere 1450 euro a Milano?
Ovvio che no e infatti nel nord italia ci sono una MAREA di posti vacanti e disponibili..il motivo è economico ed è sulla leva dello stipendio che bisogna agire se si ha a cuore la continuità didattica devastata in questi anni di assunzioni col sistema di fatto "nazionale" (quanti docenti immessi in ruolo con la 107 lavorano effettivamente nelle sedi di servizio di assunzione? ).

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Messaggio Da Ospite Dom Lug 14, 2019 3:51 pm

mordekayn ha scritto:
Abbiamo creato un girone dantesco di graduatorie, regolamenti, doppi e tripli canali di immissione che più passerà il tempo più sarà oggetto di contenzioso da parte degli interessati e degli studi di avvocati (vedere ITP e DM in gae con riserva), un sistema che vuol tutelare tutti ma che alla fine non riesce a tutelare nessuno.
C'è ancora gente che reclama il "diritto" di entrare nelle GaE. E quelli che vogliono la graduatoria della gradutoria della graduatoria...Basta fare ricorsi. E quando si fanno i ricorsi sicuramente qualcuno ci guadagna!
Ecco perché sono favorevole solo ai concorsi.
mordekayn ha scritto:
Vogliamo dire che 1450 euro (paga docente primaria fascia 0) a Palermo è lo stesso che avere 1450 euro a Milano?
Ovvio che no e infatti nel nord italia ci sono una MAREA di posti vacanti e disponibili..il motivo è economico ed è sulla leva dello stipendio che bisogna agire se si ha a cuore la continuità didattica devastata in questi anni di assunzioni col sistema di fatto "nazionale" (quanti docenti immessi in ruolo con la 107 lavorano effettivamente nelle sedi di servizio di assunzione? ).
A pensare che circolano in questo forum docenti che si dichiarano soddisfatti dello stipendio che percepiscono perché lo ritengono equo. Sono tutti docenti di Lampedusa?

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Messaggio Da eragon Dom Lug 14, 2019 4:21 pm

Mi spiace puntualizzare sull'intervento di Mordekayn ma c'è l'eterno mito della vita al sud che costa pochissimo che non si può più sentire.
1)Nella mia città del Sud, bollette alla mano, le tariffe idriche e della tari sono enormemente più alte rispetto al nord.
2)Le addizionali comunali e regionali sono al massimo per i noti problemi finanziari della Regione e dei Comuni Siciliani.
3)I prezzi dei generi alimentari nelle grandi catene di distribuzione sono gli stessi. Confronto fatto tra la mia città siciliana e la città del Nord dove vivevo prima.
4)Le utenze domestiche, luce e gas sono gli stessi, così come le spese di telefonia e roba varia (Sky, Netflix, ecc).
5)Abbigliamento...le grandi catene (Zara, HM, OVS,) hanno prezzi identici in tutta Italia. A dirla tutta sul firmato al Nord negli outlet i prezzi sono enormemente più bassi rispetto agli outlet siciliani dove sono stato.
6)Cinema...prezzi identici...pizzeria e ristoranti ne ho trovati di costosissimi al Nord come al Sud ed economici al Sud come al Nord...vi posso assicurare che una Margherita la paghi quanto al Nord...non costa 3 euro!).
7)Sanità: semplicemente se hai un problema serio e vuoi risolvere paghi nel privato. Poche storie perché parlo per esperienza personale. A volte poi ti ritrovi a fare i biglietti aerei per andare al Nord a curarti.
8)I prezzi delle case della provincia del Nord sono anche inferiori ai prezzi delle città del Sud. Ma al Nord puoi permetterti di abitare in provincia e raggiungere il tuo luogo di lavoro con i mezzi pubblici. In moltissime città del Sud questo non è minimamente pensabile. Divertitevi con google maps a spostarvi da un paesino ad una città del sud ed oltre a vedere che in alcuni casi per fare 50 km in auto vi ci vorrà un'ora, vi renderete conto che treni e autobus hanno tempi di percorrenza mostruosi.
9)Al nord è molto più semplice portare a casa due stipendi. Al sud, in molte zone, uno dei due coniugi, se non è un dipendente statale, avrà molte difficoltà a trovare un lavoro. In alcune zone il lavoro non esiste e, per chi lo trova, è una via crucis tra nero, stages, apprendistati e progetti della regione (l'ultimo finanziato dalla Regione Sicioia prevede che le aziende possano assumere il dipendente ma lo paga la Regione la bellezza di TRECENTO EURO al mese. L'azienda può integrare con altre 200 euro).
Perché al Nord non trovano docenti: semplice al Nord esistono molte occasioni di lavoro pagate meglio. Al Sud non ci sono quindi anche un lavoro malpagato diventa appetibile.

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Messaggio Da paniscus_2.1 Dom Lug 14, 2019 5:16 pm

Ma allora, se mediamente la vita costa uguale, se al nord è più facile far trovare un lavoro anche al coniuge, e se (a parità di tutto il resto dei costi) i servizi sono migliori, come si spiega che la stragrande maggioranza dei meridionali assegnati in sedi del nord faccia di tutto per riavvicinarsi alla provincia di origine prima possibile? Se veramente il bilancio fosse in pari, non ci sarebbe una disparità così estrema, o no?

Posso capire i fattori umani e affettivi, ma non bastano per spiegare TUTTO questo sbilanciamento.

Ultimamente non si fa altro che declamare il fenomeno di massa della "fuga di cervelli" all'estero, e di quanto sia normale che i giovani all'inizio della vita lavorativa trovino naturale trasferirsi lontanissimo dalla propria famiglia d'origine, senza pensare più di tanto alle ripercussioni di questa scelta sulle loro vite a lungo termine... è mai possibile che, dal punto di vista delle esigenze personali e familiari, trasferirsi a Berlino o a Barcellona sia considerato più accettabile che trasferirsi a Torino?

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Messaggio Da Nera Dom Lug 14, 2019 6:24 pm

Io credo che sia l'età a fare la differenza. I giovani all'inizio della carriera lavorativa sono disposti ad andare ovunque, al nord come all'estero. Ed io che abito al sud ne conosco tantissimi che sono andati via e non hanno nessuna intenzione di ritornare. Ma mordekayn continua a parlare dei docenti della 107 dimenticando che non si trattava di giovani senza legami ma di ultraquarantenni con mogli o mariti che lavoravano al sud, con mutui da pagare, con figli adolescenti e genitori anziani. Poi... sia chiaro... se un meridionale è legato alle proprie radici, cercherà sempre di ritornare, giovane o meno giovane che sia. Non sarà certo uno stipendio più alto a tenerlo lontano. E poi vorrei fare una riflessione. Se il lavoro di insegnante non è appetibile per chi al nord ci è nato... perché dovrebbe diventare appetibile per chi al nord ci si deve trasferire? Voglio dire... se un meridionale deve trasferirsi al nord per trovare lavoro... avrà lo stesso ventaglio di opportunità che hanno i settentrionali e probabilmente, come loro, snobbera' l'insegnamento. Infine una domanda.. che non è retorica ma reale ignoranza. Ma come funziona per gli altri dipendenti pubblici? Un dipendente comunale di Milano guadagna di più di un dipendente comunale di Catanzaro? E un dipendente Inps? Se, come presumo, non c'è differenza, perché tutti questi problemi si pongono solo per i docenti? E non tiratemi fuori il discorso della continuità che a parer mio è solo uno slogan, non esiste da nessuna parte.

Nera

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Messaggio Da Ospite Dom Lug 14, 2019 6:53 pm

Nera ha scritto:Io credo che sia  l'età a fare la differenza. I giovani all'inizio della  carriera lavorativa sono disposti  ad andare ovunque, al nord come all'estero. Ed io che abito al sud ne conosco tantissimi  che sono andati via e non hanno nessuna intenzione di ritornare. Ma mordekayn continua a parlare dei docenti della  107 dimenticando  che non si trattava  di giovani senza legami  ma di ultraquarantenni con mogli o mariti che lavoravano al sud, con mutui da pagare, con figli adolescenti e genitori anziani. Poi... sia chiaro... se un meridionale è legato alle proprie radici, cercherà sempre di ritornare, giovane o meno giovane che sia. Non sarà certo uno stipendio più alto a tenerlo lontano. E poi vorrei fare una riflessione. Se il lavoro di insegnante non è appetibile  per chi al nord ci è nato... perché dovrebbe diventare appetibile per chi al nord ci si deve trasferire? Voglio dire... se un meridionale deve trasferirsi al nord per trovare lavoro... avrà lo stesso ventaglio di opportunità che hanno i settentrionali e probabilmente, come loro,  snobbera' l'insegnamento. Infine una domanda.. che non è retorica ma reale ignoranza. Ma come funziona per gli altri dipendenti pubblici? Un dipendente comunale  di Milano guadagna di più di un dipendente comunale di Catanzaro? E un dipendente Inps? Se, come presumo, non c'è differenza, perché tutti questi problemi si pongono solo per i docenti? E non tiratemi fuori il discorso della continuità che a parer  mio è solo uno slogan, non esiste da nessuna parte.
Lucida e chiara analisi, che condivido.

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Messaggio Da Paolo Tuguri Dom Lug 14, 2019 7:49 pm

Ridurre il dibattito sull'autonomia differenziata alla questione stipendi significa fare il gioco di chi la propone. Evidentemente si tratta dello specchietto per le allodole . Gli stipendi del comparto scuola sono i più bassi in assoluto. Il costo della vita al nord é superiore, i servizi al sud, quando ci sono, sono inferiori. Gli aumenti corrisponderanno certamente ad un aumento del monte ore, molte delle quali già lavorate ma sommerse.

Tiriamo una riga.

Regionalizzare significa ampliare un divario già consistente tra zone ricche e zone povere del nostro paese, significa fare con la scuola quello che si é fatto con la sanità, basta guardare le cronache anche recenti; significa lasciare il reclutamento, già problematico, a potentati locali e clientele, significa far studiare cultura veneta a chi non sa ritrovare il veneto su una cartina geografica. La Scuola Pubblica muore nel momento stesso in cui si crea la scuola delle regioni. Allora lo stipendio diventa secondario , va detto.

Paolo Tuguri

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