Genitori che rifiutano valutazione

Buonasera a tutti, ho un alunno che frequenta il terzo anno delle superiori. Non mi permetto di fare diagnosi ma mi è sorto il dubbio che abbia qualche difficoltà di apprendimento e di tipo relazionale. La coordinatrice ha convocato il papà che ha rifiutato l'ipotesi di una valutazione da parte di neuropsichiatria. Il consiglio di classe però vorrebbe comunque aiutare l'allievo garantendogli anche misure e strumenti che lo sostengano. È possibile redigere almeno un PDP? E se la famiglia non volesse firmarlo? È che bisogna iniziare a valutare come aiutarlo in vista degli esami di stato.
Grazie e buona serata!

[quote="Sara998"]

valutazione da parte di neuropsichiatria

[/quote]

e' giusto preoccuparsi
in anticipo rispetto all'esame

premetto che di sostegno so poco

non e' esagerato partire con il concetto di neuropsichiatria ?

partire dal suggerire ai genitori
una valutazione psicologica con uno
psicologo scolastico ?

e poi di che istituto si sta parlando ?

su certe scuole e' la normalita'
avere classi con la maggioranza degli studenti
con problemi di apprendimento

e quindi non si pensa neanche
ad attivare percorsi facilitati espliciti per molti
soltanto per i casi estremi

non e' che semplicemente non studia ?

non avete un punto d'ascolto ?

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ma infatti bisogna andarci cauti con certe analisi.
Si parla poi solo del padre; la madre che dice? Problemi di apprendimento di che tipo? Condivisi da tutto il CDC? Il pdp in fondo si stila per qualunque problematica inseribile nel campo "Bes", non serve grande analisi psicologica.
Ci sono problemi nella famiglia?
Conosco persone che scambiano per depressione anche il solo fatto di non condividere certe posizioni, il contestarle, figuriamoci...magari al ragazzo interessano altre cose rispetto ai suoi coetanei? Tutto può essere.
Prima si deve cercare meglio di definire come e quando si manifestano questi presunti problemi (per capire se sono davvero problemi) e poi cercare la soluzione più consona.

Il Cdc di classe condivide quanto ho scritto, tutti i docenti hanno finora messo in pratica misure di vario di genere al fine di supportare lo studente.
Per quanto mi concerne, e non sono medico quindi non mi diletto in diagnosi, sono piuttosto preoccupata. Fin dal primo momento lo studente mi ha dato da riflettere per una serie di comportamenti, molto palesi, che ho notato ancor prima di confrontarmi con i colleghi. Oltre a comportamenti evidenti, a una certa tendenza all'isolamento e ad interazioni sociali particolari, lo studente manifesta un funzionamento cognitivo che va interpretato.
Non si tratta di una questione di studio, tra l'altro è stato bocciato due anni fa e credo abbia cercato con tutte le sue difficoltà di impegnarsi.
Al di là di questo, il mio quesito era: possiamo stilare per lui un PDP se la famiglia non è d'accordo?
Della madre non sappiamo nulla, del padre che è una persona piuttosto severa...
Ripeto...noi vogliamo solo aiutarlo...e capire come poterlo sostenere al meglio.

E' possibile farlo rientrare nei bes e applicare quindi un pdp ma in vista dell'esame di stato non e' possibile per legge applicare misure dispensative per allievi privi della certificazione dsa. Quindi in pratica potreste aiutarlo come cdc ma poi all'esame sarebbe valutato come tutti.

Sara998 ha scritto:
Al di là di questo, il mio quesito era: possiamo stilare per lui un PDP se la famiglia non è d'accordo?
Della madre non sappiamo nulla, del padre che è una persona piuttosto severa...
Ripeto...noi vogliamo solo aiutarlo...e capire come poterlo sostenere al meglio.

A parte il fatto che ti avevo anche risposto, infatti come leggi anche nell'intervento sopra si parla di bes e pdp; ma scusa se davvero mi risulta difficile da credere:

il ragazzo frequenta già il terzo anno delle superiori, e di improvviso solo adesso spunterebbero questi problemi a livello cognitivo? Caso proprio anomalo.
Altrettanto dicasi per la questione famiglia: il padre severo, la madre "sconosciuta". Non è un po' poco per una frequenza già di lunga durata? Di solito, scuola e colleghi di ruolo hanno molte più notizie, ufficiali o ufficiose, ma le hanno, di quello che è l'apparato sociale e familiare attorno al ragazzo.

Anche di queste problematiche di apprendimento, considerando che sei in anonimato, e dunque poco ti esponi, dici cose molto sul vago e fumoso. Ad ogni modo, se si dovesse ricorrere alla neuropsichiatria per ogni comportamento anomalo, io dovrei consigliare a un intero quartiere di sottoporvisi, pensa te!

In conclusione, come scritto anche sopra, il PDP aiuta per le piccole difficoltà, in corso d'anno; poi gli esami però li deve fare. Mi domando allora perché non sia stato fatto in precedenza, visto che sta al 3 anno.

Le difficoltà non sembrano essere emerse di punto in bianco al terzo anno. Infatti, è stato bocciato. I problemi non sono stati affatto risolti (la bocciatura solo alcune volte è decisiva) e quindi si cerca la strada per farlo.

Il PDP può anche non contenere misure dispensative e compensative (applicabili in sede di esame di stato solo in presenza di certificazione e di firma dei genitori); tali misure sono inoltre piuttosto evidenti agli occhi del ragazzo (quindi della famiglia) e dei suoi compagni di classe. Il PDP del solo Consiglio di classe è sempre più sfumato.

E infatti lo strano è che sia stato bocciato. La bocciatura, di per sé, non implica necessariamente l'avere dei problemi cognitivi!
Se fossero così evidenti, già dalle medie sarebbero emersi, o comunque al primo delle superiori i docenti (per nulla sprovveduti) avrebbero fatto gli stessi discorsi che leggo qui, senza attendere il terzo.
Quanto alla "famiglia" ancora non mi è chiaro di che famiglia si tratti.

Non ha certificazione, igenitori non la vogliono , lo avete gia' aiutato portandolo in 3 se non raggiunge gli ibiettivi minimi si boccia e si consiglia riorientamento, dal 3 anno la scuola non e' piu' obbligatoria

Attivare un protocollo BES e un PDP senza il consenso della famiglia dovrebbe essere previsto solo in casi assolutamente eccezionali, quando si ha a che fare con famiglie con cui non è nemmeno immaginabile riuscire a parlarne.

Ma appunto, assolutamente eccezionali... mi riferisco a genitori con problemi psichiatrici, genitori tossicodipendenti, genitori delinquenti e violenti, genitori in condizioni socioculturali veramente drammatiche, genitori che non parlano una parola di italiano, o che vengono da una cultura in cui il figlio che prende brutti voti a scuola è un disonore per la famiglia e deve essere solo punito, e roba del genere.

Non può applicarsi arbitrariamente a qualsiasi caso in cui la famiglia (che fa una vita sociale normale e che comunica con la scuola in modo civile) è stata messa al corrente delle perplessità degli insegnanti, ma semplicemente non è d'accordo, e non considera il PDP un provvedimento adatto. Questo significa pretendere di sostituirsi ai genitori, il che non è eticamente legittimo.

paniscus, veramente si legge che il padre rifiuta "il consiglio di rivolgersi a uno specialista (neuropsichiatra)", non un PDP che è tutt'altra cosa...
lamentavo appunto l'esposizione carente nei dettagli di tutta la faccenda.