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Unione di due solitudini, sos e autismo

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Messaggio Da soledagosto Sab Set 27, 2014 5:31 pm

Cari colleghi, vi scrivo per avere conforto e "sostegno" in questa nuova esperienza lavorativa.
Sono in assegnazione provvisoria in una scuola media, mi sono state date 18h tutte su un ragazzone autistico di 14 anni in seconda media. Non ho mai lavorato con ragazzi in una situazione così grave e sono in enorme difficoltà: consuetidine degli scorsi anni vuole che il ragazzino non entri in classe (non ci ha mai messo piede da quando è alle medie) e trascorra tutto il tempo scuola in una stanzetta da solo con l'insegnante di sos.
Lui ha diritto a 18h anche di assistente, che però non è ancora stato nominato dalla asl di competenza. Nelle due ultime settimane io ho passato tutte le mie 18 ore chiusa in questa stanzetta sempre da sola con lui... 4 ore al giorno rinchiusa lì... Nessun collega mi permette di entrare in classe (perchè lui urla, lancia gli oggetti, tira pugni agli arredi), nessun collega viene mai a trovarci... Niente possibilità di andare in bagno, nè di scambiare una parola con altri se non lui... risultato: io sto impazzendo!!!
Ha preso l'abitudine di buttare per terra qualsiasi cosa che abbia finito di usare (formine, pongo, giochi, libri, colori), quindi appena terminiamo un'attività io devo rimettere velocemente tutto in un armadio, che tengo chiuso con un lucchetto, per evitare di passare tutto il tempo a schivare gli oggetti e poi raccoglierli da terra. Ieri, al mio rifiuto di aprire il lucchetto, ha iniziato a lanciare tutto quello che gli capitava a portata di mano, compresa una sedia. Sono malauguratamente incappata nella traiettoria della sedia e oggi ho un bel livido sul braccio...
So che non l'ha lanciata addosso a me, cercava solo di aprire l'armadio ma io non so come fare...
Non ho molta manualità e invece con lui si devono solo fare lavori manuali, lavoretti da scuola primaria e infanzia... Davvero non so come fare... sono avvilita...
Mi sento un'incapace, un fallimento... e siamo solo al primo mese di scuola! Come farò ad arrivare a giugno?!?
Vi prego di scusare il mio sfogo e la lungaggine... Spero che qualcuno possa consigliarmi ed aiutarmi a gestire meglio questa situazione. Grazie e buon lavoro a tutti!
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Messaggio Da Ire Sab Set 27, 2014 5:51 pm

Ma non esiste!

Dov'è la scuola dell'inclusione? Dov'è il dirigente? dov'è l'assistente che deve arrivare?

Il fallimento non sei tu, il primo fallimento è il tuo dirigente che permette che un alunno non metta mai piede in classe perchè le docenti non lo permettono, scherzi, vero?

Il fallimento è il glh su questo ragazzo che non ha chiarito bene quali siano i problemi

Non stare lì a pensare a cosa puoi fare: da sola non puoi fare nulla.

Parla col tuo dirigente di questa situazione e se solo fa mezz'orecchio da mercante scrivigli tutto, chiedi che ti organizzi un incontro con gli specialisti che seguono il ragazzo, chiedi che ottenga l'assistente promesso (l'anief sta in questi giorni offrendo consulenza e interventi grautiti a supporto delle scuole per l'ottenimento degli operatori necessari agli alunni).

Cosa fa il ragazzo quando tu non ci sei, il suo tempo scuola è solo di 18 ore?

Non continuare così- muoviti.

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Messaggio Da soledagosto Sab Set 27, 2014 6:35 pm

Purtroppo la scuola in cui mi trovo è appena stata inglobata da un altro istituto comprensivo, il dirigente non conosce la situazione e nel GLH nessuno poteva descrivere la situazione poichè non vi sono insegnanti di ruolo di sos lì, siamo tre nuovi docenti, tutti in AP. L'unica a descrivere i casi era stata una maestra della primaria che aveva parlato di "attività laboratoriali" per questo alunno, senza entrare nel dettaglio. Noi non avevamo ancora avuto assegnati gli alunni, quindi prendevamo appunti senza poter capire bene di cosa si trattava quel "laboratorio".
Chi mi ha chiarito la situazione è stata la madre dell'alunno che, per fortuna ma anche purtroppo, è una collega che insegna proprio lì in quella scuola...
Dopo la sediata di ieri sono andata a parlare con il dirigente che non era a conoscenza della situazione e mi ha detto che si attiverà quanto prima per l'assistente... ma i tempi burocratici sono quelli che sono e io so già che dovrò resistere almeno un altro paio di settimane prima che arrivi...
Per questo periodo la madre è in malattia e il padre porta l'alunno e lo riprende in base al mio orario, che ho organizzato sulla base dell'orario del genitore, anch'egli insegnante di sos!!!
Io non mi sono mai trovata in una situazione del genere... Quello che sto cercando di capire è se io sto esagerando pretendendo una diversa organizzazione lavorativa o se la consuetudine di lavorare così con l'alunno è dovuta ad una gestione "familiare" che si è avuta negli anni scorsi (fa comodo agli altri docenti non avere l'alunno in classe, fa comodo alla madre sapere di avere il figlio nella classe accanto alla sua, tenuto sotto stretta sorveglianza da una sola docente)
La collega degli anni scorsi dice di essersi trovata molto bene a lavorare così da sola con lui, per questo non vorrei sembrare la rompiballe che arriva e disturba gli equilibri di tutti, ma io davvero non ce la faccio, sono già in panico se penso di dover affrontare di nuovo 4 ore con lui da sola lunedì mattina!
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Messaggio Da docente63 Sab Set 27, 2014 7:04 pm

Protocolla in segreteria lunedì stesso la richiesta urgente di un GLH straordinario, per gravissime motivazioni di ordine didattico e psicologico, con la presenza degli specialisti che seguono l'alunno e della famiglia.
Questa non è integrazione, è reclusione, sia tua che dell'alunno!! Ma scherziamo, come hai retto finora poverina.

L'alunno non è tuo ma di TUTTA la scuola.
Anni fa, da precaria,  mi venne assegnata un ragazzo gravissimo che aveva una psicosi, accettai di prenderlo (tutti si defilavano anche quelli di ruolo)  perchè la DS mi promise (e lo fece!) il pieno coinvolgimento suo e della scuola. Fu un anno durissimo, ma io mi sentii parte di un lavoro di squadra, e imparai moltissimo su questo mestiere.
Lascia perdere i sindacati, che non ti servono.

Tieni anche presente che ci sono casi (ci possono essere!!) in cui l'integrazione in classe non è possibile, me lo spiegò proprio uno specialista Asl, senza nascondersi dietro un dito.
Ma ci si devono assumere precise responsabilità, sia  in un senso che nell'altro.
Per esempio: il ragazzo prende calmanti? Se sì o se no, ci sono responsabilità sia da parte degli specialisti che della famiglia. Tu sei solo una docente, non ti puoi far carico di questa situazione, che da come la descrivi appare tremenda.

Parla anche con urgenza lunedì con la DS, dì che ti stai sentendo male, sei molto provata, e che se nel giro di pochissimo non si riunisce il GLH senti che ti potresti ammalare (a buon intenditor....).

Ci vogliono più risorse, altri docenti che ti affianchino, in aggiunta ovviamente all'assistente. Bisogna stabilire  con precisione quali obiettivi si vogliono e possono raggiungere  per quest'alunno (socializzazione, educativi, ecc). C'è la possibilità di spezzare l'orario su questo ragazzo su 2 o anche 3 docenti di sostegno, e la possibilità di far turnare l'alunno in tutte le seconde medie, così da fare pesare di meno sulle classi la gravità della situazione (sempre che l'alunno sia del tipo che accetti i cambiamenti, ma da quello che dici potrebbe non esserlo). Ovviamente questo implicherà un rallentamento della didattica nelle classi... ma tant'è, l'alunno è di tutti, non solo della classe e dei docenti a cui è "capitato".

Insomma, per essere esplicita: pianta una grana come una montagna, sennò ti scaricheranno questa situazione per tutto l'anno: tu non potrai reggere, e l'alunno subirà una grave ingiustizia. A noi spesso tocca anche combattere  per loro....

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Messaggio Da Ire Sab Set 27, 2014 7:08 pm

Non è consentito portare fuori l'alunno dalla classe, l'alunno e il suo sostegno devono partecipare alle attività scolastiche.

Questo in linea generale.

Il ragazzo che segui tu in effetti presenta caratteristiche tali da rendere difficile questa modalità. Ma il lavoro non può essere organizzato come è ora e soprattutto non possono essere le tue colleghe ad impedirti di entrare in classe.

Non è proprio così che funziona e i "comodi" se li tengano a casa loro.

Tu fai benissimo a non accettare questa situazione. La mamma dell'alunno, essendo una docente, dovrebbe conoscere il protocollo, la comprendiamo, sta tranquilla con suo figlio messo così, ma se vuole questa situazione che gli organizzi una home school e paghi una persona che lo segua, cerchi di insegnargli qualcosa e lo porti avanti così.

Non è colpa sua l'handicap del figlio, ma nemmeno tua.

In attesa che arrivi l'assistente: hai un livido? Certificato medico e malattia fino a quando non ci sarà qualcuno con te e il ragazzo.

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Messaggio Da docente63 Sab Set 27, 2014 7:13 pm

Oddio troppi insegnanti in questa situazione....!!! Tutto sommato mi pare ci si accontenti che tu faccia da  babysitter-contenitore-carceriere. Io mi rifiuterei. A questo punto, davvero, la condivisione del caso tra 2 o meglio  3 docenti di sostegno (in compresenza all'assistente, non in alternanza), così da prevedere un team  per sfruttare le rispettive competenze, mi sembra vitale per tutti, e stabilire degli obiettivi precisi. In particolare tempi e modi della socializzazione!! Questa creatura un giorno uscito da scuola dovrà confrontarsi col mondo... oppure lo vogliono rinchiudere in una stanza guardato a vista anche da grande??? Sconvolgilo l'ordine prestabilito, soledagosto, sconvolgilo...

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Messaggio Da docente63 Sab Set 27, 2014 7:15 pm

Ire ha scritto:

In attesa che arrivi l'assistente:  hai un livido?   Certificato medico e malattia fino a quando non ci sarà qualcuno con te e il ragazzo.

Assolutamente sì!!

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Messaggio Da joe66 Sab Set 27, 2014 8:25 pm

Nel mio istituto abbiamo un ragazzo autistico non aggressivo come il tuo ma pur sempre impegnativo. Necessita di una presenza costante perché potrebbe ingerire piccoli oggetti o buttare a terra qualunque cosa. Cerchiamo di essere in classe per la maggior parte del tempo, tranne in cui il ragazzo comincia ad urlare o a buttarsi a terra. Essendo mia la responsabilità delle assegnazione dei casi, ho sempre suddiviso le ore su più docenti, mettendomi contro i genitori, il neuropsichiatra e l'esperto! Inoltre, essendo il caso più difficile che abbiamo, ho dato la priorità per quanto riguarda eventuali sostituzioni, nel caso in cui il docente fosse assente. Proprio perché mi rendo conto della pressione psicologica dei colleghi che seguono lo studente autistico, io sono sempre a disposizione per supportare tutto il processo di inclusione (rappirto con i genitori, con gli specialisti, con il servizio assistenziale, con il CdC, con i compagni...). Detto questo, ma non conoscendo la realtà della tua scuola, dovresti parlare con il tuo referente per suddividere le ore almeno su tre docenti! In caso contrario, io mi metterei in malattia continua, causando alla scuola enormi difficoltà organizzative!!

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Messaggio Da soledagosto Sab Set 27, 2014 9:34 pm

Grazie a tutti, davvero...
Non avete idea del conforto che mi state dando!
Il livido c'è eccome, bello evidente sul braccio destro!
Credo che il problema maggiore sia rappresentato dal fatto che lo scorso anno la prof di sos ha lavorato benissimo chiusa lì nella stanzetta con l'alunno, non si è mai lamentata e, anche se nella relazione finale la maggior parte degli obiettivi prefissati non sono stati raggiunti, anche i genitori erano contentissimi.
Grazie per i consigli preziosissimi Docente63: il ragazzo non è proprio abituato a stare in classe, ci stava pochissimo alla primaria ma ora non più. Si rifiuta di entrare nelle classi e, cosa ben più complicata, rifiuta persino di uscire dalla stanzetta del sos destinata a lui. Io lo aspetto in classe perchè lui entra 10 minuti dopo gli altri, ma non appena arriva, lui corre verso la porta dell'auletta di sos e, essendo grande e grosso, si fa fatica a portarlo fuori di lì se lui non vuole!
Ora ho pensato di scrivere innanzitutto una relazione su ciò che è successo ieri, in modo che il dirigente abbia su carta quello che gli ho raccontato a voce. Poi chiederò, sempre per iscritto, la compresenza di un assistente e la convocazione sia del GLH che del consiglio di classe...
Per quanto riguarda la referente, è stata la prima persona che ho contattato appena ho conosciuto l'alunno. Lei all'inizio ha minimizzato e poi nei giorni scorsi non si è più resa disponibile (non ha risposto nè al telefono nè ad una mia mail), ecco perchè sono andata poi a parlare col DS.
Speriamo bene...è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, nonostante i tanti anni di insegnamento su sos!
Grazie ancora a tutti per il sostegno...è proprio il caso di dirlo!
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Messaggio Da docente63 Sab Set 27, 2014 11:26 pm

Cara soledagosto sono contenta se un po' anche la mia esperienza ti è servita. Ho dimenticato di dire che al tempo anche io scrissi molte relazioni, anche giornaliere, sul comportamento di quell'alunno, tra l'altro proprio su richiesta espressa della preside. Infatti sulla base anche di quelle relazioni il GLH dovette prendere atto della situazione. Quando era possibile, facevo firmare anche dai docenti di classe, tipo se c'erano episodi  di cui loro erano stati testimoni assieme a me.

Quando ti capita un caso così poi tutti gli altri ti sembrano zucchero...  
Riguardo la referente, magari non è neanche lei preparata ad una situazione del genere, di solito scappano tutti è normale... ma così non deve essere.
Una condivisione del sostegno all'alunno tra diversi docenti appare necessaria; e che non si dica che "destabilizza" l'alunno.... che mi pare lo sia già molto di suo!
Da quello che scrivi, il fatto che non voglia entrare in classe non so perchè ma mi sembra  un'abitudine acquisita nel tempo, magari per "comodità gestionale" degli insegnanti passati, e che certo ora risulta più difficile da sradicare. Certo non lo si può costringere adesso.... magari pian piano, col tempo, un po' alla volta, provando e riprovando strategie adatte. Già sarebbe un bell'obiettivo in sé. Certo non è cosa che puoi fare tu da sola.
Inoltre tieni presente che essendo un caso così grave, non esiste che se la cavino con quei due o tre  GLH l'anno.... bisogna convocarne in modo regolare, anche uno al mese, proprio per monitorare  la situazione in modo appropriato, e supportare i docenti nel loro lavoro.
Sarebbe anche bene che la scuola utilizzasse un po' di fondi per qualche progetto utile per l'alunno, che so, magari un'attività ludica con un'esperto esterno, tipo musicoterapia,  o qualcosa che secondo voi potrebbe essere di stimolo al ragazzo senza "sconvolgerlo".
Facci sapere come procede...!

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Messaggio Da Cozza Dom Set 28, 2014 10:08 am

soledagosto sfogati qui, con noi.
urla, lancia un po' di cose anche tu che male non ti fa.
leggi per bene i nostri commenti...
quelli di ire, pertinenti, argomentati, con giusti richiami alla legge...
leggi gli affettuosi patpat sul capino che ti arriveranno dai vari docente63, sono sacrosanti, assieme ai giustissimi suggerimenti di spezzettare la cattedra così da non aver bisogno, a breve, di un sostegno per te...e stai certa che i patpat vengon davvero dal cuore.

ho lavorato per qualche anno, seppur non in modo continuativo, in una scuola media particolare, chiamiamola speciale valà... all'avanguardia per l'integrazione dell'handicap, incontri con psicologi, educatori sempre presenti, fondi stanziati dalla scuola per esperti esterni, ore aggiuntive pagate ai docenti per coprire anche a due i casi più particolari...
laboratori di manualità (arte, meccanica, falegnameria, musicoterapia, movimento ecc)
un paio di volte son venuti anche rappresentanti di altre scuole per vedere la perfetta gestione.

io collaboravo per quanto stabilito in cdc e consiglio di istituto... e avendo ben presente le problematiche di integrazione grazie a volontariato fatto privatamente...guardavo e tacevo, perplessa.

ad un certo punto un collega anziano di sos, di quelli che ci metton l'anima, di quelli che il sostegno lo hanno praticamente inventato, di quelli che non fanno sos per entrare in ruolo e poi scappare su materia...ha sbottato sentenziando: nel corso degli anni ho visto il fallimento di una ideologia, non può funzionare, non così che sarebbe anche il migliore dei modi.
sono mondi separati che possono e devono incontrarsi ma non è giusto per nessuno costringerli alla convivenza forzata in nome di una sterile ideologia.
a me partì l'applauso.

ire armati e prendi la mira...tra un attimo vorrai colpirmi in fronte.

anche da noi c'è un ragazzino autistico, prima media, alto grosso e violento.
chiuso nel suo mondo, stiamo cercando, tutti, un contatto...nel frattempo lui sta fuori dalla classe con due docenti di sos alla volta (due, non uno...uno l'ha atterrato dopo un'ora il primo giorno di scuola)
lo dico? lo dico.
come è giusto che sia.
urla, picchia, lancia oggetti e tira la sua cacca.
come fa a stare in una classe scolastica? come può farlo senza andare a quel punto a ledere i diritti dei compagni che son lì per socializzare, certo, per imparare l'integrazione, i lati positivi delle diversità, l'aiuto reciproco certo...ma sono anche lì per imparare, sterile didattica, chiamatela pure così ma quella è e quella, inutile negarlo, è indispensabile per poter sopravvivere da adulti.
i genitori di questi ragazzi non saran certo felici di saperli isolati...ma anche i genitori degli altri ragazzi non sarebbero felici di saperli costretti a vivere come in trincea.
Un anno mi capitò una terza media...per tre anni aveva avuto in classe un ragazzino mooooolto problematico, educatore o docente di sos facevano anche l'impossibile ma non bastava di certo, una classe umanamente splendida, pronta all'aiuto, paziente all'inverosimile, ma una classe che era comunque stata costretta a tre anni di trincea, per loro era abituale far lezione con un occhio di là, pronti a scansare oggetti volanti...per loro era normale ritrovarsi con lividi vari, nulla di grave e nulla fatto in cattiveria..ma i lividi c'erano...le lezioni di un'ora lì dentro le facevi in almeno quattro ore...causa costanti interruzioni, ovviamente il loro programma ne aveva risentito in tutte le materie.
il ragazzino veniva comunque portato spesso fuori, soprattutto le ultime ore, pesantissime per lui...lui che in classe spesso si annoiava a morte ed era anche infastidito dal costante vociare (seppur minimo in quella classe).
è giusto questo? no.
l'integrazione a tutti i costi, sempre e comunque, non è possibile e non è nemmeno giusta. per nessuno se non per chi si riempie la bocca di belle parole e nobili ideali...e poi chiude la porta e va altrove, che se la sbrighino i docenti di sostegno a far quadrare il cerchio.
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Messaggio Da Ire Dom Set 28, 2014 10:53 am

cara tellina.
Quello che tu hai posto è uno dei chiodi che ho in mente SEMPRE

quando sento e parlo e cerco di trovare il modo di sciogliere questi nodi SEMPRE mi chiedo: ma cosa è giusto per lui?

E' giusto rompergli l'equilibrio che si crea nella sua stanzetta in nome di una inclusione pensata per mille casi o è giusto assecondarlo fornendogli supporto nella sua stanzetta e cercando di aiutarlo ad acquisire quel minimo di autonomia che gli permetta almeno di stare da solo una mezz'oretta occupandosi di se stesso senza dipendere dagli altri in toto?

Non ci arrivo mai a capo

Non ci arrivo a capo perchè questa è una decisione che deve essere presa sul singolo non sulla totalità dell'handicap italiano

Sul singolo

E devono essere consentite tutte le strade


Dici che ho richiamato la legge? sì, l'ho richiamata, perchè non mi va che le college di soledagosto IMPEDISCANO di entrare in classe.

Ma chi sono? per quale motivo? perchè il ragazzo disturba loro IMPEDISCONO?

No, mi dispiace, loro sono anche docenti di questo ragazzo e anche a lui devono pensare.
Supportando in tutti i modi possibili la collega di sostegno.

La relegano in una stanzetta con questo alunno e non ci pensano più? COL PIFFERO, cara Tellina.
Si mettono a disposizione e chiedono a soledagosto cosa debbano fare per lei per aiutare quel loro alunno.

In questo senso dicevo che la legge e il protocollo non sono quelli.

Perchè questo ragazzo non vuole andare in classe?
Ma perchè in linea generale gli autistici (qualunque cosa voglia dire) hanno bisogno di rituali e di certezze e a lui è stato insegnato che è buona cosa andare nella stanzetta, che quando va a scuola lui va nella stanzetta. E lui così fa.

E per farlo sentire sicuro anche in un altro posto ci vuole tempo, strategia e personale disponibile (compresa la famiglia).

Non sono bestie, questi, sono ragazzi e anche se non sembra raccolgono ed elaborano gli stimoli esterni e a ciò che li disturba reagiscono.

Un mio "figlio" acquisito, un ragazzo cui voglio un bene dell'anima è così.

L'inclusione è indispensabile sia per l'alunno con problemi sia per gli altri che possono imparare tantissimo dall'esperienza, ma deve essere pensata sulle esigenze del singolo e se non è il momento di includere si evita, se l'inclusione in una classe "grande" lo spaventa si organizzino dei piccoli gruppi di compagni che lo raggiungono per fare attività insieme a lui nella sua stanzetta, con un progetto pensato e sensato. Sensato per non far perdere tempo agli alunni "normodotati" e fare in modo che anche questo per loro sia apprendimento e pensato da tutti i soggetti coinvolti per aiutare l'alunno da includere.

La scuola italiana non deve avere i ragazzi H da includere perchè inclusione è moderno e politically correct.

La scuola italiana deve avere ragazzi. Alcuni di questi ragazzi hanno esigenze particolari e personali.
Ad ognuno di loro bisogna pensare. Sul posto e sul momento. Con tutte le strade aperte e tutte le risorse a disposizione.

Quindi, in sostanza, Tellina, non ti sparo ma ti stringo la mano :-)




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Messaggio Da Ire Dom Set 28, 2014 11:02 am

@ soledagosto, nella speranza che possa servirti a capire il tuo alunno, ti racconto un episodio che ho vissuto in prima persona con quel mio "figlio" di cui parlavo prima.

E' un ragazzo che ha vicende di vita che avrebbero ammazzato chiunque di noi, rifiutato dalla madre è stato chiuso, sedato, in ospedale per sei mesi fino a quando il padre che era stato allontanato e viveva in un'altra città non si è accorto della cosa e con una determinazione che ha dell'incredibile è riuscito a farsi affidare il figlio.

L'ha portato via e piano piano l'ha riportato alla vita e adesso frequenta un centro apposito, interagisce con gli altri, è furbo che metà basta :-) e vive.
Ama passeggiare e andare al ristorante dove fa le sue ordinazioni, chiede quello che gli piace, rispetta assolutamente le regole, sa aspettare il suo turno.

Adesso può anche stare da solo con persone che non conosce, anche per giornate intere durante le quali si gestisce benissimo: al momento giusto prende le sue medicine, prepara la tavola per i commensali che ci sono, ride, Vive.

Ha bisogno di aver chiare le cose, di sapere quello che succederà e di avere qualcuno che gli spieghi subito cosa succede quando eventualmente le cose cambiano.

Un giorno gli educatori del centro hanno organizzato una gita al mare per alcuni ragazzi a lui hanno detto che quel giorno sarebbe stata festa per quei ragazzi e non li avrebbe visti.
Gli hanno mentito, non volevano, forse a fin di bene, che lui ci rimanesse male a non essere inserito nel gruppo.

Invece di partire alle 8 per il mare, a causa di un disguido, sono partiti alle 9, proprio nel momento in cui il mio amico arrivava al centro. Li ha visti sul bus, ha capito che gli avevano mentito e ha cominciato a dare di matto prendendo a calci ogni cosa gli capitasse a tiro, ferendo suo padre e rompendo un vetro. Era arrabbiatissimo ed incontenibile.

L'hanno sedato chimicamente.

Ti posso assicurare che se gli avessero detto: Gio, domani tale tale e tale vanno in gita al mare, tu invece vieni qui al centro, lui vedendoli partire li avrebbe salutati allegramente e si sarebbe diretto alle sue attività.

Così, uno spunto, tienilo presente quando avrai il tuo glh. Provateci con lui. Ma ho detto provateci, non tu da sola, non è il momento ora. Non puoi e non devi farcela da sola. Sei parte di un sistema che si deve muovere per lui.

La tua prima mossa, a mio parere, deve proprio essere quella di ritirarti momentaneamente affinchè il sistema si accorga che c'è un problema da risolvere.

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Messaggio Da carla75 Dom Set 28, 2014 12:08 pm

La legge italiana prevede la dichiarazione di non scolarizzabilità quando il ragazzo non e' in grado, causa la sua patologia, di stare in classe senza farsi male o fare del male a qualcuno, o quando la sua malattia non gli permette di trarre alcun beneficio didattico- inclusivo. Ovviamente e' l'equipe della Asl che deve decidere cio' e se ne assume le sue responsabilita'. ripeto, noi non siamo sanitari. se il ragazzo non e' piu' contenibile, non riesce a stare con gli altri senza creare situazioni di pericolo occorre relazionare tutto. a ciascuno le proprie responsabilita'....
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Messaggio Da Tima78 Dom Set 28, 2014 3:04 pm

Ciao soledagosto, anche io quest'anno devo seguire un bambino autistico alla primaria e la situazione non è facile. Non parla, scappa continuamente, lancia di tutto (banchi e sedie compresi), morde e graffia. Le mie colleghe al contrario delle tue lo vogliono in classe, ma ogni giorno prego che nessuno si faccia male... Nell'auletta del sos non si riesce a portarlo, rifiuta tutto... E da sola con lui ho paura di non riuscire a contenerlo, sebbene abbia solo 11 anni riesce tranquillamente a buttarmi a terra e la compresenza con l'assistente e' impossibile (non bastano le ore... Fa quasi 40 ore di scuola...). Domani incontreremo i terapisti che lo seguono spero solo che serva a qualcosa... Quindi non sei sola... Forza e coraggio

Tima78

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Messaggio Da Ire Dom Set 28, 2014 4:18 pm

carla75 ha scritto:La legge italiana prevede la dichiarazione di non scolarizzabilità quando il ragazzo non e' in grado, causa la sua patologia, di stare in classe senza farsi male o fare del male a qualcuno, o quando la sua malattia non gli permette di trarre alcun beneficio didattico- inclusivo. Ovviamente e' l'equipe della Asl che deve decidere cio' e se ne assume le sue responsabilita'. ripeto, noi non siamo sanitari. se il ragazzo non e' piu' contenibile, non riesce a stare con gli altri senza creare situazioni di pericolo occorre relazionare tutto. a ciascuno le proprie responsabilita'....


D'accordo Carla, ma tra la non scolarizzabilità e l'insrimento forzato in una classe dove fare danni e disturbare in continuazione la lezione, ledendo il diritto allo studio di tutti gli altri, esistono decine e decine di vie di mezzo.

Che devono essere esplorate prima di decidere per l'esclusione sociale di qualcuno.

E' vero che non siete sanitari ma avete (o dovreste avere) competenze specifiche per l'handicap.  
Quello che è certo è che NON dovete mai essere costretti a stare soli con un alunno problematico.  Mai.

E' pericoloso per voi e per lui e non consegue lo scopo stesso della presenza del ragazzo a scuola: quello di imparare

imparare a stare tranquillo un po'
imparare a muoversi al di fuori del suo ristretto ambiente dato da i muri perimetrali della sua stanzetta morbida
imparare a riconoscere i compagni e a rispondere al loro saluto
imparare a stare bene con gli altri senza averne paura

Teoricamente e sulla carta ogni ragazzo con problemi ha a disposizione infinite risorse che vanno dalla copertura totale dell'orario scuola da parte di docenti a lui dedicati, alla disponibilità di educatori e assistenti alla persona per le sue esigenze diverse dalla didattica. Dalla costituzione di un gruppo di lavoro per lui a servizi sociali composti da medici e specialisti vari che si devono attivare.

La teoria e la carta non servono a nulla.
Ha diritto ad averli e li deve avere e chi ha la ventura (avventura o sventura) di entrare in qualche modo nel sistema che lo circonda ha il dovere di fare la sua parte affinchè tutti gli ingranaggi funzionino.

La famiglia che deve chiedere
Il docente di sostegno che non deve accettare situazioni non accettabili
anche se gli piange il cuore, anche se le accetta per spirito di servizio o pietà per il suo alunno e la famiglia (il medico pietoso fa la piaga purulenta, purtroppo)
I docenti curricolari che non devono lavarsene le mani
Il ds che non può dire che non ci sono soldi, che non può togliere a uno per dare a un altro che non può
e che viceversa DEVE stare attaccato al telefono, al garante per l'infanzia, al tribunale, al PAPA o al PRESIDENTE fino a quando non sia concesso a ciascun alunno ciò che le leggi prevedono

I servizi sociali e npi che non possono mettere imbecilli ai posti di comando, che non possono non aver tempo di partecipare al gl
che devono avere sotto mano, sempre, il file di ogni singolo ragazzo loro affidato in modo che alla prima telefonata che segnali un problema sappiano attivarsi per agire

E tutto il resto

Non mi dire che non capisco come funzionano invece le cose perchè lo so come funzionano 24 ore su 24.
Non mi dire che non sono a scuola, che non so che i colleghi fanno ostracismo al sostegno che si lamenti, che il dirigente non ha tempo o voglia di prendersene carico e velatamente minaccia ritorsioni contro chi gli rompa i coglioni
non mi dire che i npi hanno 500 o 1000 casi a testa da seguire e nel frattempo fanno libera professione quindi non partecipano MAI ai glh
Non mi dire che le famiglie non sanno che pesci pigliare, portano a scuola i figli e sono contente abbastanza se la sera li recuperano sani e salvi indipendentemente dal fatto che la loro docente se ne vada a casa piena di lividi

Non me le dire queste cose, le so.

Ma so che si deve fare qualcosa di diverso prima di arrivare a dire o scuola dell'inclusione in classe per forza o non scolarizzabilità a casa per forza.

Ire

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Messaggio Da dami Dom Set 28, 2014 4:40 pm

carla75 ha scritto:La legge italiana prevede la dichiarazione di non scolarizzabilità quando il ragazzo non e' in grado, causa la sua patologia, di stare in classe senza farsi male o fare del male a qualcuno, o quando la sua malattia non gli permette di trarre alcun beneficio didattico- inclusivo. Ovviamente e' l'equipe della Asl che deve decidere cio' e se ne assume le sue responsabilita'. ripeto, noi non siamo sanitari. se il ragazzo non e' piu' contenibile, non riesce a stare con gli altri senza creare situazioni di pericolo occorre relazionare tutto. a ciascuno le proprie responsabilita'....

Gli interventi letti sopra sono tutti interessanti, ma io appoggio quello di carla75, che propone una valida alternativa...
Si parla molto di tutela degli alunni dva, ma poco si parla della tutela degli insegnanti di sostegno.
Non siamo attrezzati né psicologicamente, né professionalmente per far fronte a situazioni di questo tipo.
Non sono attrezzati gli insegnanti di sostegno e neanche gli insegnanti di classe, non lo sono le famiglie dei disabili, né quelle degli altri alunni della classe del ragazzo dva, né gli altri studenti che dovrebbero condividere il loro tempo con questi studenti dva con patologie così importanti.
La legge sull'inclusione secondo me su questi casi fallisce miseramente: la verità è che esistono centri specializzati dove si prendono cura di questo tipo di patologie: sono vere e proprie scuole, dove però il numero di studenti per classe è ridotto e gli insegnanti che vi lavorano hanno qualifiche ed esperienze più consone per mettere in atto le giuste procedure di lavoro e accoglienza relative alle condizioni patologiche dei ragazzi.
Ricordo inoltre che se passerà la nuova legge di riforma del sostegno, gli insegnanti a cui capitano casi difficili come questo saranno tenuti a lavorare col ragazzo loro assegnato dal dirigente per tutto il ciclo scolastico in nome della continuità didattica.
Sopra si cita che l'insegnante dell'anno precedente si era trovata bene a lavorare così col ragazzo... Forse però non avrebbe retto a due anni reclusa nella stanza insieme a lui e comunque non vedo che vantaggio ne abbia potuto trarre lo studente se non ha imparato a relazionarsi un minimo con gli altri.
Dopo attenta riflessione, io sono oggi del parere che gli insegnanti di sostegno vadano eliminati in favore di normali compresenze tra gli insegnanti di classe (tesi sostenuta anche da Ianes). Detto ciò, però, sarei anche favorevole che per i casi gravi si utilizzasse vero personale di sostegno, ovvero personale formato pragmaticamente al sostegno con un corso lungo e laborioso che qualificasse veramente alla presa in carico delle situazioni più difficili. E aggiungo inoltre che retribuirei meglio una tale figura professionale rispetto al resto degli insegnanti, dando la possibilità periodicamente di un anno sabbatico retribuito per la formazione specifica.
Non posso essere di aiuto con consigli specifici come i colleghi, poiché fortunatamente non ho mai avuto incarichi così difficili.
Consiglio però anche io, non di minacciare una presunta malattia, ma di farsi certificare gli "infortuni" ogni volta, con documento del pronto soccorso.
Anche io in passato ho avuto un infortunio di lavoro che all'inizio mi era parso irrilevante, non l'ho denunciato e a distanza di tempo devo ancora pagarmi da sola le cure mediche... Non sottovalutare quindi il lato sanitario di tutta la faccenda...
Fatti coraggio...

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Messaggio Da carla75 Dom Set 28, 2014 4:46 pm

non dico nulla di tutto questo. ma io ho visto con i miei occhi vani tentativi di inserimento da parte di docenti di sos, curriculari ed educatori. non so se e' il caso in questione ma e' bene capire se, prima di decidere di tenere fuori il ragazzo, tentativi siano stati fatti e se vi sono stati rischi per l'incolumita' altrui. se cosi' e' stato vuol dire che il ragazzo a scuola, purtroppo, non ci deve stare perché necessita, lui per primo, di strutture e competenze diverse.

ci sono ragazzi la cui patologia si acutizza proprio in fase adolescenziale per via del cambio ormonale in corso. purtroppo il testosterone mai si concilia con patologie che generano comportamenti problema.
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Messaggio Da soledagosto Dom Set 28, 2014 11:06 pm

Ire, Joe, Tellina, Carla e tutti gli altri... grazie, grazie mille!
Ottimi consigli, conforto impagabile, non mi sento più sola!!!
Ho preparato una relazione su ciò che è accaduto e testimoniato dal mio grosso livido e domani la consegnerò al dirigente.
Ho richiesto formalmente una convocazione del GLH e del CDC dell'alunno per progettare una didattica volta a migliorare la qualità del mio intervento e a meglio tutelare sia l’alunno sia me stessa.
Proprio per arginare eventuali futuri episodi di irrequietezza, dovuti forse anche al progressivo sviluppo adolescenziale dell’alunno ho sollecitato la presenza urgente e non più differibile dell'assistente, come previsto per 18 ore settimanali...
Ora vediamo cosa deciderà di fare il DS..
Di certo la metodologia che mi sono trovata a portare avanti, basata sulla consuetudine che esclude l’alunno dalla partecipazione alle lezioni in aula con gli altri compagni e lo relega in un’aula adibita ad attività laboratoriali generiche era stata approvata lo scorso anno e condivisa dai docenti tutti!
Vi terrò aggiornati!
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Messaggio Da A0quarantasette Lun Set 29, 2014 9:23 pm

se il ragazzo non ce la fa a stare in classe, prova a concordare con i docenti curricolari dei turni brevi (10-15  minuti al giorno) in cui un compagno viene nell'aula con te. Dovrai strutturare delle attività che possano essere svolte in coppia dal ragazzo autistico con il compagno di turno. Con un caso simile che ho avuto, questa strategia ha funzionato. Può darsi che nel suo ambiente, tranquillo, senza troppe persone, il ragazzino riesca a relazionarsi.
Se va bene, potrai pian piano allungare i tempi di compresenza.

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Messaggio Da Ire Mar Set 30, 2014 8:37 am

@soledagosto, come va?

Ire

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Messaggio Da Cozza Mar Set 30, 2014 7:00 pm

A0quarantasette...
come giustifichi le uscite dall'aula di 15 minuti degli altri ragazzini?
secondo me vi è andata bene perché avete trovato genitori illuminati o...molto poco presenti.
Cozza
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Messaggio Da A0quarantasette Mar Set 30, 2014 8:20 pm

tellina ha scritto:A0quarantasette...
come giustifichi le uscite  dall'aula di 15 minuti degli altri ragazzini?
secondo me vi è andata bene perché avete trovato genitori illuminati o...molto poco presenti.


giustificare? mica vanno al bar a comprare il gelato!

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Messaggio Da Cozza Mar Set 30, 2014 8:39 pm

escono dalla classe durante una normale lezione per fare altro...
ribadisco, facendo l'avvocato del diavolo conosco un paio di genitori che si precipiterebbero a scuola...
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Messaggio Da A0quarantasette Mar Set 30, 2014 8:46 pm

tellina ha scritto:escono dalla classe durante una normale lezione per fare altro...
ribadisco, facendo l'avvocato del diavolo conosco un paio di genitori che si precipiterebbero a scuola...

escono da una classe per entrare in un'altra classe e non per fare "altro"! ...anche questa è attività didattica!

comunque mai nessuno si è lamentato, né gli alunni né i genitori

A0quarantasette

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