Gestire una classe chiacchierona

Sono un professore alle prime armi e ovviamente mi ritrovo la classe particolare: cioè quella chiacchierona e indisciplinata. Spesso ridono e scherzano e parlano fra di loro anche durante le lezione. E' liceo sportivo quindi potete ben immaginare cosa gli importi delle lingue. Non so proprio come fare. Dei rimproveri se ne fregano. Dopo un po' ricominciano. Mi hanno consigliato di sanzionare certi comportamenti ma mi viene sempre male farlo perché sono TUTTI insieme a parlare, mica uno. Quindi: o prendo come capro espiatorio una persona e la interrogo e metto 3 (perché non le sanno le cose) così dalla prossima volta evitano ancora di parlare (metodo che non mi piace perché crea rivalità), oppure metto una nota solo al primo o primi che mi capitano a occhio. Unico modo. Si sa che le note a tutta la classe non valgono nulla. Ho anche cercato di auto analizzare il mio metodo di insegnamento per cambiarlo, ma le premesse non sono positive dato che ricominciano sempre. Mi sono stancato di tornare a casa col mal di gola e mal di testa sempre e solo per questa classe. Consigli? La coordinatrice gli aveva intimato di cambiare atteggiamento e sembrava cambiato, ma oggi rieccoli così. Ok che era 5 ora ma non è ovviamente una giustificazione. Dovrei parlare del rispetto e dell'autocontrollo per educazione civica? Sono disperato.

Leggi "L'arte di insegnare" di Isabella Milani

Buonasera,
fermo restando che non ci sono ricette preconfezionate e che alcune classi sono un problema per tutti, suggerisco:

1.Interroga sempre a sorpresa, mettendo i voti che meritano. E' importante però che non venga vissuta come una punizione ma come prassi consolidata.
2.Sul registro verbalizza solo fatti precisi (non: "la classe fa rumore" ma "x interrompe la mia spiegazione").
3.Vivila serenamente; non esistono solo situazioni vincenti.

Ti sconsiglio invece:

1.Discorsi e appelli accorati alla classe.
2.Citare come esempio chi si comporta bene (lo metteresti solo in imbarazzo).
3.Avere sbalzi di atteggiamento (prima affettuoso/a e comprensivo/a, poi arrabbiato/a).

In bocca al lupo e buona serata

herman il lattoniere ha scritto:Leggi "L'arte di insegnare" di Isabella Milani

Poi che altro questa Milani faccia una dimostrazione pratica in una classe difficile per una settimana, e dimostri la validità dei suoi sapienti consigli..

Elirpe, io solitamente non interrogo in questo modo, ma faccio il compito ad un certo punto. O interrogazioni orali. Secondo me invece deve essere vissuta come punizione, così capiscono finalmente (forse) come ci si deve comportare in classe con l'insegnante. Sembra si sentano a casa loro. Serve una mazzata per metterli in riga.

Vi propongo la mia di esperienza
seconda di un professionale di una grossa città del nord.
su 28 elementi una decina di scarti pluribocciati e provenienti da vari fallimenti, molti prossimi alla maggiore età. ad inizio anno volavano i banchi, docenti vilipesi e sbeffeggiati.
abbiamo cominciato ad espellere, 5 o 6 studenti alla volta, in più tornate cominciando con minimo sette giorni senza obbligo di frequenza. questo ovviamente dopo avere stabilito di concerto tra i colleghi che si sarebbe proceduto a sanzionare per iscritto ogni forma di comportamento indisciplinato. Unitamente a questo, si è aggiunta l'azione di alcuni docenti, quelli meno propensi al buonismo, diciamo quelli caratterizzati da una impostazione più autoritaria, abilmente individuati dal consiglio di classe che hanno cominciato a martellare la classe imponendo un clima di totale repressione di ogni forma di insubordinazione( non ditemi come sono degli esperti, dei cosiddetti duri). adesso a tre mesi dall'inizio della "cura" la classe è irriconoscibile( quando gli concedi di andare in bagno ti ringraziano, e pensare che poco più di due mesi fa ti mandavano a cagare con la stessa facilità con cui io saluto il portinaio la mattina!)
un interessante esempio che dimostra come , quando il gruppo docenti agisce in maniera decisa liberandosi dai timori di un politically correct cancerogeno, si possa ridurre all'ordine anche la risma più riottosa e recalcitrante.
ma ci vogliono i cosiddetti e senso di responsabilità, due attributi molto poco diffusi  tra le aule insegnanti oggi

herman il lattoniere ha scritto:Leggi "L'arte di insegnare" di Isabella Milani

ma dai, l'arte di insegnare, :-))))

Mario1970 ha scritto:Vi propongo la mia di esperienza
seconda di un professionale di una grossa città del nord.
su 28 elementi una decina di scarti pluribocciati e provenienti da vari fallimenti, molti prossimi alla maggiore età. ad inizio anno volavano i banchi, docenti vilipesi e sbeffeggiati.
abbiamo cominciato ad espellere, 5 o 6 studenti alla volta, in più tornate cominciando con minimo sette giorni senza obbligo di frequenza. questo ovviamente dopo avere stabilito di concerto tra i colleghi che si sarebbe proceduto a sanzionare per iscritto ogni forma di comportamento indisciplinato. Unitamente a questo, si è aggiunta l'azione di alcuni docenti, quelli meno propensi al buonismo, diciamo quelli caratterizzati da una impostazione più autoritaria, abilmente individuati dal consiglio di classe che hanno cominciato a martellare la classe imponendo un clima di totale repressione di ogni forma di insubordinazione( non ditemi come sono degli esperti, dei cosiddetti duri). adesso a tre mesi dall'inizio della "cura" la classe è irriconoscibile( quando gli concedi di andare in bagno ti ringraziano, e pensare che poco più di due mesi fa ti mandavano a cagare con la stessa facilità con cui io saluto il portinaio la mattina!)
un interessante esempio che dimostra come , quando il gruppo docenti agisce in maniera decisa liberandosi dai timori di un politically correct cancerogeno, si possa ridurre all'ordine anche la risma più riottosa e recalcitrante.
ma ci vogliono i cosiddetti e senso di responsabilità, due attributi molto poco diffusi  tra le aule insegnanti oggi

Assolutamente d'accordo su tutto. Giovedì li rivedo, vi farò sapere.

Mario1970 ha scritto:

herman il lattoniere ha scritto:Leggi "L'arte di insegnare" di Isabella Milani

ma dai, l'arte di insegnare, :-))))

La cosa peggiore è che c'è ancora chi ci crede.
Persino alcuni docenti della ssis, a quei tempi, ammisero che per imparare ad insegnare si doveva necessariamente .... insegnare!

stessa cosa capitata a me, la mia prima quinta in un professionale alberghiero, tutti maschi, notoriamente la peggiore classe dell'istituto, io ero allora alle prime armi, insegnavo francese, poche regole ma ferree, unica cosa da non fare è lasciar correre, bisogna essere inflessibili e fare quello che si dice, al minimo comportamento scorretto partivano note disciplinari, uno di questi campioni mi apostrofò pesantemente, ma fu immediatamente richiamato e mandato in presidenza, consiglio e poi sospeso, il consiglio era tutto compatto, il collega di italiano li faceva tremare...insomma anche in quel caso severità e piano piano, molti iniziarono a capire che toccava non solo comportarsi bene in aula, ma anche studiare, per i più recalcitranti che continuavano a voler fare i teppistelli, voti bassi e a fine anno bocciatura all'esame per 6 di loro, i peggiori ( era vecchio esame con commissione interna), ne guadagnammo di credibilità in tutta la scuola...ma ribadisco c'era comunione di intenti e nessuna mammina o buonista a proteggerli...

Cara antalia, idem per gli altri, evitate di dire cosa bisogna o non bisogna fare perché ogni classe è differente dalle altre e ancor più variopinte sono le relazioni classe-docente-colleghi-entourage del DS. Per non parlare del peso delle famiglie (specialmente quando sborsano soldi per la scuola).
Dite la vostra esperienza, questo è l'unico modo. Ricorda che un conto è un docente maschio, un altro un docente in gonnella. Con buona pace della parità, s'intende.

antalia ha scritto:stessa cosa capitata a me, la mia prima quinta in un professionale alberghiero, tutti maschi, notoriamente la peggiore classe dell'istituto, io ero allora alle prime armi, insegnavo francese, poche regole ma ferree, unica cosa da non fare è lasciar correre, bisogna essere inflessibili e fare quello che si dice, al minimo comportamento scorretto partivano note disciplinari,  uno di questi campioni mi apostrofò pesantemente, ma fu immediatamente richiamato e mandato in presidenza, consiglio e poi sospeso, il consiglio era tutto compatto, il collega di italiano li faceva tremare...insomma anche in quel caso severità e piano piano, molti iniziarono a capire che toccava non solo comportarsi bene in aula, ma anche studiare, per i più recalcitranti che continuavano a voler fare i teppistelli, voti bassi e a fine anno bocciatura all'esame per 6 di loro, i peggiori ( era vecchio esame con commissione interna), ne guadagnammo di credibilità in tutta la scuola...ma ribadisco c'era comunione di intenti e nessuna mammina o buonista a proteggerli...

si infatti, ma anche nel caso di qualche mammina buonina, con le dovute maniere la si mette in riga anch'ella facendole presente l'eventuale fattispecie della culpa in educando, o molto più prosaicamente le si fa capire che se il figlio è fetente la colpa per prima è la sua( eventualmente condivisa con quella del babbuccio del pargoletto)

Il fatto è che più si è sicuri di se stessi, più si comunica sicurezza con la postura, il tono della voce, gli sguardi. Il fatto però che bisogna portare la mascherina in classe toglie parte dell'autorevolezza secondo me, poiché è come indossare un'odiosa maschera che nasconde parte della mimica facciale e quindi dell'efficacia stessa di uno sguardo, di un rimprovero, di un modo di atteggiare il viso.

E quando hai un corpo docente contro oppure uno staff dirigenziale, la sicurezza (in te) dove la trovi?

Sono anni ormai che lavoro nella scuola e mi rendo conto sempre più di come sia un mondo completamente isolato (e prono)

Vado in cerca di conversazioni migliori.

Scuola70 ha scritto:Il fatto è che più si è sicuri di se stessi, più si comunica sicurezza con la postura, il tono della voce, gli sguardi. Il fatto però che bisogna portare la mascherina in classe toglie parte dell'autorevolezza secondo me, poiché è come indossare un'odiosa maschera che nasconde parte della mimica facciale e quindi dell'efficacia stessa di uno sguardo, di un rimprovero, di un modo di atteggiare il viso.

ottima osservazione, questo temo sia vero, da un pò di tempo anche io penso questo. Infatti a differenza di altri tempi in cui gli studenti si pisciavano sotto con me nell'ultimo periodo ho registrato un certo indebolimento della mia capacità di atterrire le turbe di barbari pargoli e questo credo sia ascrivibile in notevole misura all'odiosa museruola.

&cassandra ha scritto:E quando hai un corpo docente contro oppure uno staff dirigenziale, la sicurezza (in te) dove la trovi?

Sono anni ormai che lavoro nella scuola e mi rendo conto sempre più di come sia un mondo completamente isolato (e prono)

Vado in cerca di conversazioni migliori.

cambia aria, l'istituto della mobilità nel nostro lavoro esiste proprio per questo

Scuola70 ha scritto:Il fatto è che più si è sicuri di se stessi, più si comunica sicurezza con la postura, il tono della voce, gli sguardi. Il fatto però che bisogna portare la mascherina in classe toglie parte dell'autorevolezza secondo me, poiché è come indossare un'odiosa maschera che nasconde parte della mimica facciale e quindi dell'efficacia stessa di uno sguardo, di un rimprovero, di un modo di atteggiare il viso.

Concordo. Il problema è che io, essendo giovane, e poi già di mio come carattere, non è che esprima così tanta autorevolezza, nemmeno quando mi arrabbio, tranne rare volte in qui mi adiro fortemente. Quindi loro vedendo un professore quasi alla loro pari (per dire, ho 27 anni) si sentono liberi. Siccome continuano ripetutamente a sbagliare, la prossima volta interrogo a sorpresa e metto 3, al primo accenno di fastidio. Non posso mettere note perché disturbano tutti indistintamente quindi sarebbe accanirsi solo su 1,2.

E poi devo ancora imparare a lasciare il lavoro FUORI quando esco da quell'edificio, ma ancora non ci riesco.

sicuramente oggi la situazione è diversa da quella che ho raccontato, più difficile operare in modo coeso, molti temono ripercussioni di dirigenti o genitori e quindi lasciano correre, sorvolano anche su comportamenti da sanzionare, ci si ritrova isolati a fare i donchisciotte velleitari....se poi consideriamo che anche in situazioni sanzionabili si risolve con qualche blanda reprimenda e comminando la pena in un'inutile relazione o lettura di un libro o con l'invenzione della sospensione con obbligo di frequenza ci si rende conto che il sistema è cambiato!

antalia ha scritto:sicuramente oggi la situazione è diversa da quella che ho raccontato, più difficile operare in modo coeso, molti temono ripercussioni di dirigenti o genitori e quindi lasciano correre, sorvolano anche su comportamenti da sanzionare, ci si ritrova isolati a fare i donchisciotte velleitari....se poi consideriamo che anche in situazioni sanzionabili si risolve con qualche blanda reprimenda e comminando la pena in un'inutile relazione o lettura di un libro o con l'invenzione della sospensione con obbligo di frequenza ci si rende conto che il sistema è cambiato!

assolutamente d'accordo, è una vergogna. ma io me ne frego, devo farmi rispettare. me ne frego se non studiano, l'importante è che mi facciano svolgere il mio lavoro.

maxwell41 ha scritto:

antalia ha scritto:sicuramente oggi la situazione è diversa da quella che ho raccontato, più difficile operare in modo coeso, molti temono ripercussioni di dirigenti o genitori e quindi lasciano correre, sorvolano anche su comportamenti da sanzionare, ci si ritrova isolati a fare i donchisciotte velleitari....se poi consideriamo che anche in situazioni sanzionabili si risolve con qualche blanda reprimenda e comminando la pena in un'inutile relazione o lettura di un libro o con l'invenzione della sospensione con obbligo di frequenza ci si rende conto che il sistema è cambiato!

assolutamente d'accordo, è una vergogna. ma io me ne frego, devo farmi rispettare. me ne frego se non studiano, l'importante è che mi facciano svolgere il mio lavoro.

ben detto!

Mario1970 ha scritto:cambia aria, l'istituto della mobilità nel nostro lavoro esiste proprio per questo

Se non riaprono le graduatorie dovrò respirare ancora aria viziata.
Più mobile di me non c'è nessuno. Curioso che non si pongano domande sui miei continui cambi di scuole e di provincie (ho girato mezza Italia) , compreso l'abbandono del ruolo servito su un piatto d'argento (leggasi FIT).
Forse i computer degli USP o USR non rilevano certe stonature.

Mario1970 ha scritto:

Scuola70 ha scritto:Il fatto è che più si è sicuri di se stessi, più si comunica sicurezza con la postura, il tono della voce, gli sguardi. Il fatto però che bisogna portare la mascherina in classe toglie parte dell'autorevolezza secondo me, poiché è come indossare un'odiosa maschera che nasconde parte della mimica facciale e quindi dell'efficacia stessa di uno sguardo, di un rimprovero, di un modo di atteggiare il viso.

ottima osservazione, questo temo sia vero, da un pò di tempo anche io penso questo. Infatti a differenza di altri tempi in cui gli studenti si pisciavano sotto con me nell'ultimo periodo ho registrato un certo indebolimento della mia capacità di atterrire le turbe di barbari pargoli e questo credo sia ascrivibile in notevole misura all'odiosa museruola.

Sicuramente: vedere un prof uscire dai cancelli di scuola continuando a gonfiare e sgonfiare la ffp2 con la bocca, suscita senso del ridicolo e ilarità..che autorevolezza vuoi mantenere? Manco un grammo te ne rimane

io nel frattempo mi destreggio tra gli ostacoli, due o tre al giorno che non me ne manchino eh! E grazie alla linea che a ora dieci fa i dispetti.

A me sembra sia diventato impossibile insegnare ormai: tra alunni che pretendono interrogazioni programmate e annunciate prima e contestazione sui voti, è tutto una vergogna.