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E' possibile in futuro la riapertura delle scuole "speciali"?

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Messaggio Da lola2011 Lun Set 30, 2013 4:41 pm

Buongiorno a tutti. Il titolo può sembrare strano, ma ci sto pensando spesso soprattutto vista la situazione presente nella mia classe di quest'anno. Le scuole " speciali" sono state chiuse negli anni Settanta con l'obiettivo dell'inclusione dell'alunno disabile e/o con problemi cognitivi. Si è mirato ad evitare che l'alunno, anche patologie gravi, venisse ghetizzato e potesse invece apprendere in un ambiente sereno senza avere solamente compagni con problemi. Nella teoria non fa una piega, buoni propositi e conseguente formazione degli insegnanti che si sarebbero dovuti occupare di questi alunni. Nella pratica però è tutto così positivo? Dalla mia esperienza, dopo anni di insegnamento, posso dire che non è così. C'è carenza di insegnanti specializzati, io stessa per brevi periodi, ho fatto sostegno con alunni che non riuscivo a gestire, un bimbo cerebroleso, uno autistico e uno cieco.
Nella scuola dove sono adesso in una classe c'è un bimbo autistico e uno Adhd, SENZA insegnante di sostegno il primo, il secondo non ce l'avrà mai. Una è dislessica, quindi anche lei senza sostegno.
Le nomine sono state fatte e a quanto ho capito in settimana arriverà finalmente l'altra insegnante, ma fino ad oggi io e le colleghe abbiamo rincorso questi due alunni per tutta la scuola. La didattica? Inesistente. Riesco a far scrivere una frase in un'ora al resto della classe che si lamenta perché i due bambini corrono per la classe, urlano, cantano e lanciano oggetti. Non faccio l'insegnante, ma l'accudiente. Trascuro altri 20 bambini per occuparmi di due soltanto, che nemmeno aprono il quaderno. I genitori conoscono la situazione e alcuni di loro volevano cambiare di scuola i figli. Non posso biasimarli. A parole è facile parlare di inclusione ma nella pratica è un'utopia.
Nelle mie ore (geografia, storia, inglese e motoria(!) l'insegnante di sostegno non ci sarà. Cosa riuscirò a fare in tutto l'anno? Mi sento frustrata, le colleghe hanno detto che va avanti così da anni e i genitori dei due bimbi si lamentano pure perché dicono che non vengono seguiti. Hanno ragione a pretendere il sostegno, ma devono capire che tutta la classe non lavora, non solo i lori figli.
In altri Paesi i bambini con difficoltà sono in scuole in cui possono essere seguiti in un modo diverso.
Scusate lo sfogo, ma non so come fare.

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Messaggio Da Ire Lun Set 30, 2013 5:05 pm

Anche da genitore ti comprendo e dal tuo punto di vista hai ragione a vedere come un miraggio quasi il far convergere gli alunni con difficoltà in classi speciali.

Non è però la soluzione al problema, almeno se non venisse fatta una vera riforma di queste classi o scuole. Quando c'erano erano penose, i bimbi stavano lì e punto.

E' indispensabile che i genitori, invece di pensare a cambiare scuola ai bimbi, che tanto si sa ciò che si lascia e non si sa cosa si trova, comincino a fare rumore, tanto rumore, comincino a farsi sentire dove queste cose vengono decise, comincino a chiedere, comincino a prendere i loro bimbi speciali e a portarli nell'ufficio dei vari ministri che decidono i tagli. Comincino a pretendere ma da chi può dare non da chi è costretto a barcamenarsi a causa di altri e non sa che pesci pigliare come voi docenti e ds tutti.

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Messaggio Da Maryangel Lun Set 30, 2013 5:10 pm

Perché non chiedere anche al DS un supporto dai colleghi come compresenza?
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Messaggio Da lola2011 Lun Set 30, 2013 5:14 pm

Concordo Ire. Questi bambini speciali meritano tutte le attenzioni e una didattica individualizzata o personalizzata, siano alunni con H o Dsa. Io vorrei fare qualcosa, ma credimi, da sola la situazione è ingestibile. Non c'è nemmeno un'ora di compresenza! Ai bimbi della mia scuola sono state date 6 e 12 ore e sono casi gravi. E' assurdo!
In Italia manca una politica efficace per alunni con difficoltà, spesso per carenza di docenti specializzati vengono affidati a insegnanti anche privi di esperienza e di III fascia, come capitò a me.
Non è la soluzione cambiare i bambini di scuola, ma capisco i genitori e i bimbi che si lamentano. Oggi in 2 ore in quella classe non ho fatto praticamente nulla. Certe cose non si possono conciliare... E' venuto due volte l'ausiliario per aiutarmi visto un bambino camminava carponi e urlava e l'altro cantava stando sopra il banco. Un incubo.

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Messaggio Da Ire Lun Set 30, 2013 5:23 pm

Non so che dire, sai.
Sono una combattente nata e in una situazione del genere sarei capace di fare il finimondo.
Per il diritto di tutti.
Di questi bimbi speciali, degli altri e pure per i miei.

Ma non è facile, e forse parlo perchè in realtà non la vivo.

Tanti cari auguri e se riesci prova davvero a vedere quali aiuti ti può dare il ds.

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Messaggio Da lola2011 Lun Set 30, 2013 5:26 pm

Sì i prossimi giorni parlerò con il Ds. Una collega voleva ci andassi oggi stesso, ma preferisco andare anche con le altre insegnanti, altrimenti arrivamo a giugno senza aver fatto nulla di didattica e fuori di testa tutte quante.
Grazie per l'aiuto :-)

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Messaggio Da Fedup Lun Set 30, 2013 6:05 pm

lola2011 ha scritto:Buongiorno a tutti. Il titolo può sembrare strano, ma ci sto pensando spesso soprattutto vista la situazione presente nella mia classe di quest'anno. Le scuole " speciali" sono state chiuse negli anni Settanta con l'obiettivo dell'inclusione dell'alunno disabile e/o con problemi cognitivi. Si è mirato ad evitare che l'alunno, anche patologie gravi, venisse ghetizzato e potesse invece apprendere in un ambiente sereno senza avere solamente compagni con problemi. Nella teoria non fa una piega, buoni propositi e conseguente formazione degli insegnanti che si sarebbero dovuti occupare di questi alunni. Nella pratica però è tutto così positivo? Dalla mia esperienza, dopo anni di insegnamento, posso dire che non è così. C'è carenza di insegnanti specializzati, io stessa per brevi periodi, ho fatto sostegno con alunni che non riuscivo a gestire, un bimbo cerebroleso, uno autistico e uno cieco.
Nella scuola dove sono adesso in una classe c'è un bimbo autistico e uno Adhd, SENZA insegnante di sostegno il primo, il secondo non ce l'avrà mai. Una è dislessica, quindi anche lei senza sostegno.
Le nomine sono state fatte e a quanto ho capito in settimana arriverà finalmente l'altra insegnante, ma fino ad oggi io e le colleghe abbiamo rincorso questi due alunni per tutta la scuola. La didattica? Inesistente. Riesco a far scrivere una frase in un'ora al resto della classe che si lamenta perché i due bambini corrono per la classe, urlano, cantano e lanciano oggetti. Non faccio l'insegnante, ma l'accudiente. Trascuro altri 20 bambini per occuparmi di due soltanto, che nemmeno aprono il quaderno. I genitori conoscono la situazione e alcuni di loro volevano cambiare di scuola i figli. Non posso biasimarli. A parole è facile parlare di inclusione ma nella pratica è un'utopia.
Nelle mie ore (geografia, storia, inglese e motoria(!) l'insegnante di sostegno non ci sarà. Cosa riuscirò a fare in tutto l'anno? Mi sento frustrata, le colleghe hanno detto che va avanti così da anni e i genitori dei due bimbi si lamentano pure perché dicono che non vengono seguiti. Hanno ragione a pretendere il sostegno, ma devono capire che tutta la classe non lavora, non solo i lori figli.
In altri Paesi i bambini con difficoltà sono in scuole in cui possono essere seguiti in un modo diverso.
Scusate lo sfogo, ma non so come fare.
E' triste dover constatare che i bambini senza disabilità hanno meno diritti dei bambini con disabilità.
Lo dico con molto dispiacere: la visione buonista che vuole i bambini con disabilità in classe sempre e comunque, a prescindere da tutto, provoca molti danni.

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Messaggio Da lola2011 Lun Set 30, 2013 6:27 pm

Infatti per seguire uno o due bambini si trascura una classe intera, è un paradosso.
L'anno scorso ho frequentato un corso in cui un pedagogista, un neuropsichiatra e vari insegnanti parlavano dell'integrazione e della didattica nella classi con alunni H o Dsa. Secondo me non hanno mai insegnato. Dicevano che NON si deve mai portare fuori dalla classe il bambino, che si devono creare situazioni di collaborazione e confronto tra alunni e che bisogna far capire ai bimbi l'importanza dell'accettazione e dell'aiuto reciproco. Tutto vero, ovvio, e tutto molto bello. Ma irrealizzabile quando ci sono casi così gravi. Vorrei vedere loro in classe con bimbi che lanciano oggetti e strisciano sotto i banchi o che urlano e cantano mentre cercano di spiegare!

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Messaggio Da 9 - Il Presidente Mar Ott 01, 2013 1:43 pm

lola2011 ha scritto:Infatti per seguire uno o due bambini si trascura una classe intera, è un paradosso.
L'anno scorso ho frequentato un corso in cui un pedagogista, un neuropsichiatra e vari insegnanti parlavano dell'integrazione e della didattica nella classi con alunni H o Dsa. Secondo me non hanno mai insegnato. Dicevano che NON si deve mai portare fuori dalla classe il bambino, che si devono creare situazioni di collaborazione e confronto tra alunni e che bisogna far capire ai bimbi l'importanza dell'accettazione e dell'aiuto reciproco. Tutto vero, ovvio, e tutto molto bello. Ma irrealizzabile quando ci sono casi così gravi. Vorrei vedere loro in classe con bimbi che lanciano oggetti e strisciano sotto i banchi o che urlano e cantano mentre cercano di spiegare!
Concordo pienamente con te.

Sto cercando di prepararmi per il corso di sostegno (se e quando ci sarà, visto che tutto tace) e leggendo un manuale vedo scritte proposte e idee completamente utopistiche.

Facile pontificare sui libri...

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Messaggio Da Fedup Mar Ott 01, 2013 6:33 pm

lola2011 ha scritto:Infatti per seguire uno o due bambini si trascura una classe intera, è un paradosso.
L'anno scorso ho frequentato un corso in cui un pedagogista, un neuropsichiatra e vari insegnanti parlavano dell'integrazione e della didattica nella classi con alunni H o Dsa. Secondo me non hanno mai insegnato. Dicevano che NON si deve mai portare fuori dalla classe il bambino, che si devono creare situazioni di collaborazione e confronto tra alunni e che bisogna far capire ai bimbi l'importanza dell'accettazione e dell'aiuto reciproco. Tutto vero, ovvio, e tutto molto bello. Ma irrealizzabile quando ci sono casi così gravi. Vorrei vedere loro in classe con bimbi che lanciano oggetti e strisciano sotto i banchi o che urlano e cantano mentre cercano di spiegare!
Io vorrei vedere Dario Ianes alla prese con uno dei miei alunni di quest'anno!
Tutte le migliori teorie crollano dinanzi ai casi gravi, c'è poco da fare e per noi è una ben misera consolazione.

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Messaggio Da Maryangel Mar Ott 01, 2013 7:54 pm

Eppure qualcuno ce la fa!
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Messaggio Da Ire Mar Ott 01, 2013 8:30 pm

9 - Il Presidente ha scritto:Concordo pienamente con te.

Sto cercando di prepararmi per il corso di sostegno (se e quando ci sarà, visto che tutto tace) e leggendo un manuale vedo scritte proposte e idee completamente utopistiche.

Facile pontificare sui libri...
Su questo non sono d'accordo. Ti stai preparando sul sostegno ed + giusto che a te insegnino o che tu impari tutte le metodologie di inclusione e di approccio al bambino con necessità di sostegno. Tutte le proposte, anche le più utopistiche sono da conoscere e sono le benvenute se possono aiutare chi ne ha bisogno.

Non penso che chi ha elaborato queste proposte stia pontificando sui libri. Sta facendo il suo mestiere di psicologo, pedagogista, psichiatra, logopedista e così via.

Altro discorso è quello di un docente curricolare che si trova a dover gestire da solo alunni che avrebbero bisogno di tanta attenzione.
Quello che non ha senso è pretendere che le idee utopistiche e validissime per i BES (li chiamo così comprendendo tutti) siano a completo carico di una persona che ne deve seguire 25/30-

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Messaggio Da 9 - Il Presidente Mer Ott 02, 2013 1:53 pm

Ire ha scritto:
9 - Il Presidente ha scritto:Concordo pienamente con te.

Sto cercando di prepararmi per il corso di sostegno (se e quando ci sarà, visto che tutto tace) e leggendo un manuale vedo scritte proposte e idee completamente utopistiche.

Facile pontificare sui libri...
Su questo non sono d'accordo. Ti stai preparando sul sostegno ed + giusto che a te insegnino o che tu impari tutte le metodologie di inclusione e di approccio al bambino con necessità di sostegno. Tutte le proposte, anche le più utopistiche sono da conoscere e sono le benvenute se possono aiutare chi ne ha bisogno.

Non penso che chi ha elaborato queste proposte stia pontificando sui libri. Sta facendo il suo mestiere di psicologo, pedagogista, psichiatra, logopedista e così via.

Altro discorso è quello di un docente curricolare che si trova a dover gestire da solo alunni che avrebbero bisogno di tanta attenzione.
Quello che non ha senso è pretendere che le idee utopistiche e validissime per i BES (li chiamo così comprendendo tutti) siano a completo carico di una persona che ne deve seguire 25/30-
Credo di non essermi spiegato bene.
Sono d' accordo che è giusto che mi stia preparando per il sostegno (o meglio, per poter accedere al corso che poi mi possa preparare al sostegno), però di fronte a certe proposte mi viene da chiedermi, come l' autrice di questa discussione, se chi le fa ha mai avuto modo di applicarle in classe, perchè mi sembrano abbastanza utopistiche.

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Messaggio Da Fedup Mer Ott 02, 2013 5:59 pm

Maryangel ha scritto:Eppure qualcuno ce la fa!
Credo dipenda molto dai casi.
Nel mio, l'insegnante che ha maggiore esperienza sul sostegno (ventennale) ha ammesso di non aver mai incontrato un caso tanto difficile in tutta la sua carriera.
Ovviamente per questioni di privacy e per rispetto non posso entrare nei dettagli.
Diciamo che tra disabilità e famiglia questo bambino è stato sfortunato due volte.

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Messaggio Da Fedup Mer Ott 02, 2013 6:05 pm

paniscus ha scritto:
Fedup ha scritto:  E' triste dover constatare che i bambini senza disabilità hanno meno diritti dei bambini con disabilità.
Lo dico con molto dispiacere: la visione buonista che vuole i bambini con disabilità in classe sempre e comunque, a prescindere da tutto, provoca molti danni.
Potresti spiegare meglio cosa c'entrerebbe il "buonismo"?

E cosa ci sarebbe di sbagliato nel fatto che i bambini disabili, oltre ai normali diritti di tutti i bambini, siano riconosciuti dei diritti specifici a parte, proprio per il fatto di essere disabili?

Non è che agli altri siano ingiustamente negati dei diritti "in più", è che hanno la fortuna di non averne bisogno.
Intendo per "buonismo" la volontà di far permanere in una classe un alunno X che cognitivamente non potrà ottenere alcun risultato utile ai fini scolastici, ma impedirà ai suoi compagni di seguire le lezioni perchè passa 5 ore 5 ad urlare e non c'è strategia che valga ad interessarlo, nè a fungere da distrattore.
Sarebbe opportuno che seguisse terapie più utili, per quanto possibile, alla sua crescita, che però richiedono ben altro tipo di percorso ripsetto a quello di formazione degli insegnanti.

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Messaggio Da 9 - Il Presidente Mer Ott 02, 2013 7:40 pm

paniscus ha scritto:L'unico caso su cui ho oggettivamente delle grosse perplessità (ma dico solo che ho delle perplessità, NON che ho una proposta sicuramente migliore da fare) è quello del disabile mentale aggressivo e violento, che rischia di mettere a repentaglio l'incolumità degli altri.
Eccomi qua.

Quest' anno me ne hanno affidato uno cosi.
Un momento sembra tranquillo, il momento dopo può scagliarsi contro il primo che gli capita a tiro.

Oggi in ricreazione in due l' abbiam dovuto tener fermo a forza, per impedirgli di far male a qualcuno.

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Messaggio Da Fedup Mer Ott 02, 2013 8:30 pm

[quote="paniscus"]
Fedup ha scritto:Sarebbe opportuno che seguisse terapie più utili, per quanto possibile, alla sua crescita, che però richiedono ben altro tipo di percorso ripsetto a quello di formazione degli insegnanti.
Ma di solito le terapie le segue lo stesso, ma in un contesto diverso da quello della scuola e in altri orari. Non credo che l'idea di principio sia mai stata quella di mandarlo a scuola perché questo debba servirgli da "terapia"... lo si manda a scuola perché possa anche imparare qualcosa, compatibilmente con i suoi limiti. Dire che andare a scuola non gli serve a niente perché "tanto non funziona come terapia", mi pare che non abbia senso. Nei casi più gravi, costretti a seguire un programma fortemente differenziato, spesso si concorda una frequentazione della scuola con orario ridotto, PROPRIO perché in certi orari hanno altri impegni proprio con le terapie...

L'unico caso su cui ho oggettivamente delle grosse perplessità (ma dico solo che ho delle perplessità, NON che ho una proposta sicuramente migliore da fare) è quello del disabile mentale aggressivo e violento, che rischia di mettere a repentaglio l'incolumità degli altri. Ma in tutti gli altri casi, per quanto l'handicap sia grave e i limiti cognitivi siano seri, credo onestamente che essere inserito in un corso normale, a contatto con tutti gli altri, sia molto più efficace come stimolo a tirare fuori il meglio delle proprie possibilità, piuttosto che starsene ghettizzato in un istituto speciale, a contatto solo con altri disabili. [/quote

Purtroppo è anche aggressivo e violento, non sempre. In certi momenti, senza nessun motivo, gli parte la brocca.
Non segue altre terapie, sarebbe da togliere alla famiglia se non fosse per i nonni che sono brave persone, ma molto anziane. Per questi motivi di frequentazione ridotta non si può proprio parlare.
Dopo parecchi tentativi inutili di motivarlo, sono molto avvilita.

Fedup

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Messaggio Da barbalalla Ven Ott 04, 2013 10:43 am

Carissimi,

sono un'insegnante e mamma di un bambino disabile, autistico. Vi leggo spesso, e da giorni pensavo di iscrivermi, perché l'argomento di questo topic è davvero molto triste e la dice lunga su quella che è la nostra formazione (assolutamente non aggiornata), sul senso vero dell'integrazione e dell'inclusione, sul mancato coordinamento tra scuola e servizi che ci porta - quando ci affidano bambini autistici - a spaventarci e a non sapere da dove iniziare.

Avrei da dire tantissimo, sono da due anni in formazione da mamma e insegnante/terapista, ma vi lascio solo qualche accenno:

- l'autismo comprende una serie infinita di disturbi, di gravità e intensità diversi (personalmente, come già gli americani, inserirei nello spettro anche l'ADHD e il disturbo dell'attenzione).

- le nuove linee guida sull'autismo, dello scorso anno, consigliano una terapia d'eccellenza: l'ABA. E' strano che nessuno qui sappia cosa sia. E' utilizzata negli USA da 50 anni, e ci sono molti casi di grande recupero e addirittura (in presenza di lavoro intensivo e precocità) di guarigione. L'aba in Italia da qualche anno viene prescritta dai servizi, ma è a totale carico della famiglia. Si tratta di una terapia cognitivo-comportamentale che si avvale di metodo scientifico e si pone due grandissimi obiettivi: ridurre il gap che separa sul piano cognitivo gli autistici dai coetanei; fornire strumenti risolutivi di gestione comportamentale.

Cosa c'entra con la scuola?

Si fa aba in pochi centri in tutta Italia, oppure si rintracciano dei consulenti e si formano terapiste e famiglie. Così la terapia diventa domiciliare. Poi si inserisce l'aba nel PEI e si formano (con il consulente) terapiste e insegnanti. Gli insegnanti ricevono dal consulente i programmi da seguire, che si integrano nella programmazione scolastica, e, nel corso delle supervisioni, si socializzano le difficoltà emerse e si ricevono indicazioni sulla gestione comportamentale per evitare che il bambino/ragazzo sia aggressivo, esca, eviti il lavoro etc etc. Tutte le buone pratiche della scuola, così come la libertà d'insegnamento, se portano a buoni risultati non vengono comunque messi in discussione.

Ora, per tutto ciò occorre tanta preparazione, tanta fiducia nei propri figli/alunni, e, per le famiglie, tanti soldi. Con questa testimonianza volevo dire che è possibile. E trovo raccapricciante che quando non si hanno le possibilità, non c'è neuropsichiatra o psicologo che si prenda la briga di dettare istruzioni sulla gestione di questi bambini. E che tutto sia lasciato agli insegnanti.

Ma riguardo all'aggressività avrei da dire altro.

L'autismo è una condizione multisistemica, che riguarda più apparati. Spesso l'aggressività è causata da problemi di salute, stati infiammatori che sfuggono ai neuropsichiatri concentrati sulla mente. Provate a chiedere ai vostri ragazzi se per caso hanno mal di pancia. Tante volte l'intervento di un gastroenterologo potrebbe essere risolutivo. Spero di non avervi tediati più di tanto. Ma il titolo di questo topic era un pugno nello stomaco.
un caro saluto a tutti

barbalalla

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Messaggio Da Maryangel Ven Ott 04, 2013 3:11 pm

barbalalla ha scritto:Carissimi,

sono un'insegnante e mamma di un bambino disabile, autistico. Vi leggo spesso, e da giorni pensavo di  iscrivermi, perché l'argomento di questo topic è davvero molto triste e la dice lunga su quella che è la nostra formazione (assolutamente non aggiornata), sul senso vero dell'integrazione e dell'inclusione, sul mancato coordinamento tra scuola e servizi che ci porta - quando ci affidano bambini autistici - a spaventarci e a non sapere da dove iniziare.

Ecco perché sono dell'idea che TUTTI i docenti dovrebbero essere specializzati sul sostegno!
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Messaggio Da Indignazione Ven Ott 04, 2013 7:30 pm

lola2011 ha scritto:Buongiorno a tutti. Il titolo può sembrare strano, ma ci sto pensando spesso soprattutto vista la situazione presente nella mia classe di quest'anno. Le scuole " speciali" sono state chiuse negli anni Settanta con l'obiettivo dell'inclusione dell'alunno disabile e/o con problemi cognitivi. Si è mirato ad evitare che l'alunno, anche patologie gravi, venisse ghetizzato e potesse invece apprendere in un ambiente sereno senza avere solamente compagni con problemi. Nella teoria non fa una piega, buoni propositi e conseguente formazione degli insegnanti che si sarebbero dovuti occupare di questi alunni. Nella pratica però è tutto così positivo? Dalla mia esperienza, dopo anni di insegnamento, posso dire che non è così. C'è carenza di insegnanti specializzati, io stessa per brevi periodi, ho fatto sostegno con alunni che non riuscivo a gestire, un bimbo cerebroleso, uno autistico e uno cieco.
Nella scuola dove sono adesso in una classe c'è un bimbo autistico e uno Adhd, SENZA insegnante di sostegno il primo, il secondo non ce l'avrà mai. Una è dislessica, quindi anche lei senza sostegno.
Le nomine sono state fatte e a quanto ho capito in settimana arriverà finalmente l'altra insegnante, ma fino ad oggi io e le colleghe abbiamo rincorso questi due alunni per tutta la scuola. La didattica? Inesistente. Riesco a far scrivere una frase in un'ora al resto della classe che si lamenta perché i due bambini corrono per la classe, urlano, cantano e lanciano oggetti. Non faccio l'insegnante, ma l'accudiente. Trascuro altri 20 bambini per occuparmi di due soltanto, che nemmeno aprono il quaderno. I genitori conoscono la situazione e alcuni di loro volevano cambiare di scuola i figli. Non posso biasimarli. A parole è facile parlare di inclusione ma nella pratica è un'utopia.
Nelle mie ore (geografia, storia, inglese e motoria(!) l'insegnante di sostegno non ci sarà. Cosa riuscirò a fare in tutto l'anno? Mi sento frustrata, le colleghe hanno detto che va avanti così da anni e i genitori dei due bimbi si lamentano pure perché dicono che non vengono seguiti. Hanno ragione a pretendere il sostegno, ma devono capire che tutta la classe non lavora, non solo i lori figli.
In altri Paesi i bambini con difficoltà sono in scuole in cui possono essere seguiti in un modo diverso.
Scusate lo sfogo, ma non so come fare.
Le scuole speciali sono state chiuse, i manicomi sono stati chiusi: erano diventati ghetti e lager. Invece di adeguare quelle strutture NECESSARIE, si é fatto del buonismo all'italiana, catto-comunista, che ha avuto come risultato quello di fare odiare il Sessantotto e tutti coloro che erano legati alle leggi sui manicomi e sulla scuola. Tanti benestanti hanno giocato a fare gli alternativi, dediti all'integrazione. Tante belle parole, tante colpevolizzazioni verso chi esprimeva qualche perplessità, fino a farlo passare da retrogrado o neonazista, perché si pensava che il pazzo furioso picchiasse, stuprasse o desse fuoco a qualcun altro.

Riguardo alle scuole speciali, soprattutto nel caso di bimbi ciechi, sono indispensabili, perché quei bimbi hanno bisogno di personale con una specializzazione molto particolare, perché quei bimbi devono diventare il più possibile autonomi.

Riguardo ai caratteriali, violenti, con deficit intellettivi che ostacolano le lezioni, ormai si trovano anche alle superiori. Se una persona ha la colpa di essere un filino normodotata (tanto da poter conseguire un titolo di studio senza l'ausilio di certificati vari) e se in tutti gli ordini di scuole si é trovata compagni del genere, può buttare nel csso il titolo di studio! Non le serve per il lavoro, non le serve per affrontare l'università! Non é colpa dei bimbi e ragazzi portatori di handicap, certo, ma nemmeno degli altri, che, una volta terminati gli studi, devono farsi un mzzo così per trovare uno straccio di lavoro! Ci sono ragazzi con gravi deficit intellettivi, che non hanno nessun miglioramento frequentando le superiori e, infatti, le insegnanti di sostegno fanno svolgere a questi ragazzi esercizi da asilo!

Visto che la tutela dei "normodotati" é vista come una cosa brutta (quasi da SS), facciamo un esempio tra portatori di handicap.
Ci sono ragazzi down che seguono dei corsi professionali, con il fine di andare a lavorare: sarebbe giusto rendere il loro attestato inutile a causa di compagni di corso che li disturbano (nel migliore dei casi) e li menano?


E, inoltre, anche il personale scolastico ha vita difficile. Certi ragazzi rompono le ossa ai genitori,ma, quando arrivano a scuola, si pretende dal personale scolastico ogni tipo di miracolo!
La parola "inclusione" é molto di moda presso gli ultimi ministri docenti universitari e se l'inclusione di tutti a tutti i costi é davvero una bella cosa, perché non si toglie il numero chiuso dalle università e non mettiamo nelle aule di questi accademici i caratteriali violenti che fino al giorno prima erano a scuola?[/b]

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Messaggio Da Maryangel Ven Ott 04, 2013 7:40 pm

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non ho capito se sei indignato perché sono stati chiusi i manicomi e le scuole speciali o perché i disabili e i ragazzi con bisogni speciali frequentano la scuola?
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Messaggio Da Gariel Sab Ott 05, 2013 11:17 am

[quote="Indignazione"]

Riguardo alle scuole speciali, soprattutto nel caso di bimbi ciechi, sono indispensabili, perché quei bimbi hanno bisogno di personale con una specializzazione molto particolare, perché quei bimbi devono diventare il più possibile autonomi.

Mi spiace contraddirti!!!
Questa (che per i ciechi siano necessarie assolutmente scuole speciali) è la più grande panzana (mi scuso per il termine forte) che abbia mai sentito e dimostra come lavorare da vicino con questi ragazzi ti faccia capire molto di loro.
Hai sicuramente ragione, però, riguardo alla necessità di raggiungere una completa autonomia e sicurezza in sé (che si raggiunge con un triplo canale: scuola-famiglia-società: e smettiamola di pensare alla scuola di stampo gentiliano!).
Ho in classe una ragazza di cui conosco tutto il cammino scolastico perché mi sono premurato di incontrare de visu i suoi insegnanti precedenti: negli ordini di scuola inferiori ha faticato notevolmente, ma ad oggi (vecchie superiori) è una delle alunne migliori della sua classe, PROPRIO PERCHE' HA AVUTO PRECEDENTEMENTE LA POSSIBILITA' DI INTEGRARSI E NON DI SVILUPPARE UN CONCETTO DI SE' COME QUELLO DI UN INDIVIDUO CON QUALCHE COSA DI SBAGLIATO!!!!!!!! Frequenta con impegno e dedizione, partecipa con la classe alle gite scolastiche che sono strutturate in modo che anche lei possa fruirne, senza "danneggiare" gli altri compagni!
Da noi siamo fortunati perché dall'inizio di ogni anno scolastico la ragazza ha sempre avuto al suo fianco oltre a insegnanti preparati anche la sua educatrice e l'insegnante di sostegno e tutti gli strumenti informatici e non adeguati al suo handicap.
L'integrazione si può fare se tutto funziona bene, se i fondi ci sono e se si riesce a programmare insieme con i colleghi un percorso coerente e comune (senza che si lamentino del lavoro extra! Ma quale lavoro extra? LAvoriamo 18 ore!!).
Anche la classe è comportamentalmente molto migliorata; quindi ha portato solo benefici!

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