Stop alle assegnazioni per 5 anni. Ucci Ucci sento odor di ricorsucci

Dalle prime indiscrezioni sindacali il ministero, con il provvedimento di legge che si accinge ad emanare, come integrazione al D.M. di aggiornamento delle GaE, ha espresso l’intenzione di prolungare da tre a cinque anni il vincolo di permanenza nella provincia di immissione in ruolo, provvedimento che, tradotto da alcuni sindacati, toglierebbe ad ogni docente neo assunto la possibilità di produrre domanda di assegnazione provvisoria per cinque anni per potersi ricongiungere ai propri familiari.
Da precisare che la forma con cui è stata riportata questa notizia è ingannevole perché sino ad oggi il neo immesso in ruolo poteva presentare domanda di assegnazione provvisoria già dal secondo anno di ruolo, nell’ultimo C.C.N.I. 2010-2011 sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie si legge infatti “può partecipare all’assegnazione provvisoria anche in altra provincia, per i soli motivi indicati nel precedente comma 1, tutto il personale docente assunto con decorrenza giuridica antecedente all'anno scolastico in cui si effettuano le operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria. Pertanto, per l’a.s. 2010/2011, possono chiedere l’assegnazione provvisoria anche coloro che sono stati assunti nell’anno scolastico 2009/2010” .
Il vincolo di tre anni in verità si riferisce infatti al divieto di presentare domanda di trasferimento che può essere presentata dal neo immesso in ruolo nel corso del terzo anno per i movimenti relativi al quarto anno.
Quindi la verità è che il divieto per le assegnazioni provvisorie dei neoassunti è una novità assoluta che questo ministero si è inventato per ostacolare i trasferimenti da altra provincia.
Una sorta di baratto malvagio dei diritti dell’uomo il quale in cambio del diritto alla mobilità e quindi al lavoro, ottenuto a suon di ricorsi, deve rinunciare al diritto alla felicità e agli affetti.
Diritti i quali invece vanno garantiti in uguale misura perché entrambi importanti e vitali. Non mi risulta infatti che tali diritti siano alternativi fra loro.
Nel C.C.N.I. 2010-2011 sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie si legge infatti all’art. 7:
L’assegnazione provvisoria può essere richiesta indifferentemente per uno dei seguenti motivi:
1. ricongiungimento al coniuge o al convivente, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica;
2. ricongiungimento ai figli o agli affidati con provvedimento giudiziario;
3. gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da certificazione sanitaria;
4. ricongiungimento ai genitori;
Ciò significa, anche se è molto chiaro e cristallino, che un padre docente o una madre docente o anche un figlio docente e ancora un marito o una moglie docente ecc. avrebbe la possibilità di presentare la domanda di assegnazione provvisoria per ricongiungersi ai propri figli o al coniuge o ai genitori e così via, per uno dei sopra citati motivi. Motivi che naturalmente devono essere certificati e dimostrabili.
Questi “semplici” ma vitali quattro motivi sono, e ve ne sono certamente degli altri, decisivi per determinare la felicità o l’infelicità di un qualsiasi individuo “normale”.
Se proviamo a cercare, adesso, le parole che si nascondono dietro ognuno di questi quattro punti scopriamo parole come: amore per il coniuge, amore per i figli, amore per se stessi e la propria salute, amore per i genitori, serenità, sicurezza, salute, affetto, responsabilità verso i figli, verso i genitori anziani, presenza in famiglia e tante altre. Parole che nascondono a loro volta diritti fondamentali e valori sacrosanti.
Personalmente uno in particolare credo che sia più importante degli altri ed è l’amore e l’affetto per i propri figli. Figli ai quali un genitore con la G maiuscola deve garantire serenità e stabilità grazie ad un lavoro stabile e dignitoso, attenzioni ed affetto grazie ad una presenza costante ed attenta.
L’obiettivo sarebbe quello di limitare i trasferimenti e le relative immissioni in ruolo colpendo dritto ai sentimenti delle persone. Furbo? No, crudele, cattivo.
A mio avviso questa volta il termine “bizzarra”, che la Corte Costituzionale ha usato per definire l’idea delle code nelle graduatorie ad esaurimento, non basta più perché un provvedimento del genere può essere semplicemente definito “malvagio” e “diabolico”.
Un provvedimento, questa volta, che non limita più il diritto alla mobilità del lavoratore sul territorio nazionale, ma che colpisce direttamente e senza mezze misure il diritto all’amore, agli affetti e alla felicità dell’individuo lavoratore e indirettamente il diritto alla serenità dei componenti della sua famiglia.
Mi sembra strano e mi turba enormemente sempre più questa spirale di fatti ed iniziative che si susseguono e che rendono sempre più difficile e lontana la soluzione di certe problematiche sociali.
Strano e inspiegabile è anche questo silenzio delle associazioni sindacali che sempre molto attente non si siano accorte di questa atipica iniziativa. Confido nel buon senso del Presidente della Repubblica.

Probabilmente avranno barattato un po' di amore per tutti. Anche di chi vedrà un posto in meno dato a ruolo a qualcuno che per amore andrà in AP. Un fluire di sentimenti, insomma.

gugu ha scritto:

Probabilmente avranno barattato un po' di amore per tutti. Anche di chi vedrà un posto in meno dato a ruolo a qualcuno che per amore andrà in AP. Un fluire di sentimenti, insomma.

Forse mi sfugge qualcosa, ma cosa c'entrano i posti dati al ruolo? I posti che rientrano nel contingente del ruolo non vengono accantonati prima di dare le AP?

http://orizzontescuola.forumattivo.com/t8357-blocco-delle-assegnazioni-provvisorie-finalmente