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REFEZIONE E DISABILITA'

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Messaggio Da angela00 Mer Ott 29, 2014 2:41 pm

Cari amici del forum chiedo ancora una volta il vostro parere. Il bambino che seguo è affetto da disturbo da anormalità psicologica e frequenta la scuola dell'infanzia. Secondo quanto riferisce la mamma le sue difficoltà maggiori riguardano l'accettazione delle regole sociali. Per questo motivo la dott. ssa, che segue il bambino, le ha consigliato di far fare al bambino la mensa. In questo modo, secondo lei, l'alunno ha l'opportunità di condividere con gli altri bambini un momento in cui si devono rispettare delle regole. Secondo voi è opportuno far fare la mensa ad un bambino con difficoltà? Teniamo presente che il bambino farà il tempo pieno, e quindi dovrà restare più tempo a scuola e fare un'orario che anche per i bambini cosiddetti normodotati è pesante da affrontare. Oggi, il primo giorno, è stato un disastro.

Aspetto vostre risposte.

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Messaggio Da Ire Gio Ott 30, 2014 9:59 am

Disturbo da anormalità psicologica dice tutto e non dice nulla.

Se il bambino alla scuola dell'infanzia ha problemi ad accettare le regole sociali è proprio il momento di aiutarlo ad accettarle, visto che la scuola dell'infanzia è il primo momento di vera socializzazione.

Tutti i bambini si stancano a fare tante ore eppure gliele fanno fare. Non vedo cosa abbia lui di diverso.

Il mio parere è davvero poco importante ma secondo me, se tu sei l'insegnante di sostegno, il tuo compito è proprio quello di lavorare per trovare il modo di aiutarlo nel suo problema.

Naturalmente sperando che il problema di aiutare il bambino non sia solo relegato alle ore di scuola ma che qualcuno si occupi di lui e delle sue difficoltà anche a casa.

Ire

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Messaggio Da Danessia Gio Ott 30, 2014 4:56 pm

Che intendi per anormalità psicologica? è questa la sua diagnosi?
In genere, per tutti i disabili, non solo è utile farli stare a mensa con i compagni ma è doveroso non escluderli.
Puoi spiegare meglio cosa significa che il bambino ha difficoltà ad accettare le regole sociali? Non riesce a stare seduto per abbastanza tempo, non sa usare le posate, non riesce a comunicare con gli altri?
A casa quali "regole" segue?
D'accordo con la famiglia può essere programmato un inserimento graduale. All'inizio potrà andar via subito dopo la mensa e poi allungare la presenza fino al normale orario.
L'ultima cosa...cosa intendi quando dici che è stato un "disastro"?

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Messaggio Da angela00 Gio Ott 30, 2014 5:40 pm

Il disturbo che ho citato è quello che ho trovato scritto sulla sua diagnosi. Ho chiesto riguardo alla mensa perché ho saputo che, almeno nel mio istituto, i bambini con difficoltà generalmente vengono inseriti nelle sezioni che fanno il turno antimeridiano, difficilmente fanno il tempo pieno. Il bambino che seguo io è stata un'eccezione e dato che ci sono altre dinamiche che sono accadute all'interno della scuola e che non vi sto qui a spiegare, non avendo molta esperienza, volevo un opinione di qualcuno esterno alla mia scuola. Ha difficoltà ad accettare le regole sociali è quanto viene riferito dalla mamma. Quello che ho osservato io è che il bambino ha difficoltà a stare seduto per tanto tempo, ad rispettare il proprio turno, non capisce quando è il momento di giocare e quando quello di lavorare, lancia gli oggetti, spintona i compagni, ha difficoltà ad accettare un diniego, etc...
Quando dico che è stato un disastro mi riferisco al fatto che il bambino non solo non ha toccato cibo ma ha svolto anche un'attività di disturbo per gli altri bambini. Ha mostrato comportamenti ancora più problematici rispetto a quando sta in classe.
L'inserimento graduale è stato programmato. Adesso, viste le difficoltà incontrate dal bambino, pensavamo di far essere presente la mamma durante il momento della mensa (almeno per qualche giorno), per aiutarlo magari ad inserirsi meglio in questo nuovo contesto. Cosa ne pensate voi al riguardo?

C'è da tener presente, inoltre, che per far sì che il bambino facesse mensa è stato effettuato un cambio di sezione. Il bambino è stato spostato dalla sezione in cui era inserito negli anni precedenti, che faceva il turno antimeridiano, alla sezione con il tempo pieno. Nella sezione antimeridiana, ci sono però altri bambini che mangiano e che solo al pomeriggio si trasferiscono nella sezione con il tempo pieno. Per lui questa regola non è valsa e si è preferito operare in questo modo. Secondo voi è stata una scelta giusta?

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Messaggio Da Danessia Gio Ott 30, 2014 6:12 pm

Certo ottenere risultati positivi in così poco tempo è impossibile. Probabilmente il cambio effettuato ha disorientato ulteriormente il bambino e l'attività di disturbo verso i compagni può essere letto come un meccanismo di difesa.
Secondo me,coinvolgere anche la mamma durante lamensa può essere una buona idea perché rappresenta per lui un importante punto di riferimento.
Non ti scoraggiare, vedrai che se sei così attenta a capire i suoi bisogni, anche lui "sentirà" la tua voglia di aiutarlo e piano piano troverà un "ritmo". Per aiutarlo a capire quando è il momento di lavorare puoi far precedere l'inizio dell'attività scegliendo una frase o più movimenti fisici che siano sempre gli stessi e che quindi, ripetuti sempre, gli indicheranno che si inizia a lavorare. Può essere il tirare fuori una cartellina colorata vivacemente e che contiene i suoi "lavori", il prendere i colori o qualcosa da cui, tu sai che è attratto. Puoi pensare anche alla musica, ad una canzone che a lui piace...Lo so che non è facile ma tu sei la sua risorsa.
Buon lavoro

Danessia

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Messaggio Da Indignazione Gio Ott 30, 2014 7:50 pm

angela00 ha scritto:Cari amici del forum chiedo ancora una volta il vostro parere. Il bambino che seguo è affetto da disturbo da anormalità psicologica e frequenta la scuola dell'infanzia. Secondo quanto riferisce la mamma le sue difficoltà maggiori riguardano l'accettazione delle regole sociali. Per questo motivo la dott. ssa, che segue il bambino, le ha consigliato di far fare al bambino la mensa. In questo modo, secondo lei, l'alunno ha l'opportunità di condividere con gli altri bambini un momento in cui si devono rispettare delle regole. Secondo voi è opportuno far fare la mensa ad un bambino con difficoltà? Teniamo presente che il bambino farà il tempo pieno, e quindi dovrà restare più tempo a scuola e fare un'orario che anche per i bambini cosiddetti normodotati  è pesante da affrontare. Oggi, il primo giorno, è stato un disastro.

Aspetto vostre risposte.

Innanzitutto la dottoressa se lo tenga nel suo studio o se lo porti a casa sua, non lo deve affatto imporre ad altri! La scuola dell'infanzia, inoltre, non é obbligatoria e, se anche lo fosse, tocca ai genitori rendere i figli in grado di affrontare la società: la scuola la si frequenta se si é in grado di rispettarne le regole! E' troppo comodo fare i genitori in questo modo: un bel certificato e si scarica il figlio problematico all'istituzione scolastica! Alla faccia di quei bambini che si sforzano per rispettare le regole e alla faccia di quei genitori che si fanno un mazzo così per educare bene i figli! Se un bambino é molto problematico ci devono essere strutture apposite, non é ammissibile che i compagni e il personale siano soggetti alle sue stizze con il rischio di finire al pronto soccorso. O forse ho sottovalutato la dottoressa in questione, perché i bambini, si sa, sono poco diplomatici e più pratici: una "sana" reazione di difesa da parte di qualche bimbo può essere molto più convincente di una terapia.

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Messaggio Da Ire Ven Ott 31, 2014 12:23 pm

Quali sono gli obbiettivi della scuola dell'infanzia?

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Messaggio Da apollonius Ven Ott 31, 2014 12:47 pm

A mio avviso il fatto che il bambino abbia difficoltà ad accettare norme sociali è proprio il motivo per cui dovete cercare di insegnargliele!
E la mensa è uno dei momenti migliori. certo non potete aspettarvi risultati dopo due mesi: ci vuole tempo, ma alla fine i risultati arriveranno.
Sicuramente NON fargliela fare significa abiurare alla propria funzione.

Coraggio, è un mestiere difficile e ci vuole un sacco di pazienza: ma quando riuscirai, ti sentirai una divinità

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Messaggio Da Ire Ven Ott 31, 2014 1:12 pm

Concordo.

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Messaggio Da angela00 Ven Ott 31, 2014 4:26 pm

Premesso che il dirigente probabilmente non concederà alla mamma di rimanere a pranzo. Sono d' accordo sull' insegnare le norme. Il problema e che secondo me va fatto prima un lavoro sul bambino e successivamente va inserito in gruppo. Perché e' vero che va tutelato il bambino con difficoltà e che bisogna lavorare per inserirlo, ma vanno tutelati anche gli altri bambini. Quindi se il dirigente non farà rimanere la mamma, penso che provero' a farlo mangiare prima da solo con me e poi con gli altri. Anche perché il rapporto con il bambino da quando ha cominciato la mensa, mi sembra regredito. L' ho sgridato più frequentemente per i comportamenti problematici che ha avuto e lui ha reagito graffiandomi e tirando calci. Ho paura di perdere quel poco di fiducia che avevo conquistato.

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Messaggio Da angela00 Ven Ott 31, 2014 4:40 pm

Posto che adesso e' ancora presto per parlare. Quello che dico e' che bisogna valutare anche le reazioni del bambino. Se il bambino al posto di fare passi in avanti, torna indietro... non c'e' da riflettere su una situazione??!

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Messaggio Da apollonius Ven Ott 31, 2014 4:51 pm

Sicuramente, ma datti e dagli un pò di tempo.
Una soluzione potrebbe essere quella di farlo mangiare inizialmente con pochi bambini, in una situazione di maggior controllo e tranquillità.

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Messaggio Da Ire Ven Ott 31, 2014 4:53 pm

Se il bambino al posto di fare passi in avanti, torna indietro... non c'e' da riflettere su una situazione??!

certo che c'è da riflettere sulla situazione!

Se succederà rifletterete e cercherete strategie diverse per aiutarlo, tu, la famiglia, la psicologa.

Un passo alla volta, angela.

Ire

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Messaggio Da Danessia Ven Ott 31, 2014 5:24 pm

angela00 ha scritto:Premesso che il dirigente probabilmente non concederà alla mamma di rimanere a pranzo. Sono d' accordo sull' insegnare le norme. Il problema e che secondo me va fatto prima un lavoro sul bambino e successivamente va inserito in gruppo. Perché è vero che va tutelato il bambino con difficoltà e che bisogna lavorare per inserirlo, ma vanno tutelati anche gli altri bambini. Quindi se il dirigente non farà rimanere la mamma, penso che provero' a farlo mangiare prima da solo con me e poi con gli altri. Anche perché il rapporto con il bambino da quando ha cominciato la mensa, mi sembra regredito. L' ho sgridato più frequentemente per i comportamenti problematici che ha avuto e lui ha reagito  graffiandomi e tirando calci. Ho paura di perdere quel poco di fiducia che avevo conquistato.


Se tu fossi in difficoltà, ti sentissi spaesata perché non sei più insieme con i tuoi vecchi compagni, ti trovassi ad andare in mensa in un ambiente nuovo, e non riuscissi a far capire a chi ti sta vicino come ti senti, anzi addirittura venissi sgridata per questo....come reagiresti? Io credo esattamente come ha fatto il bambino.
Chi ha difficoltà, nella maggior parte del tipo di handicap, ha bisogno di sentirsi soprattutto compreso. Farà pure qualcosa di positivo questo bambino o no? Parti da quello,sottolineandolo , dicendogli che è bravo e incoraggiandolo .
Come hai scritto tu, lui deve avere fiducia in te.

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Messaggio Da angela00 Ven Ott 31, 2014 5:54 pm

Danessia io l'ho sgridato non perchè avessi perso la pazienza, ma perchè ho pensato che in quel momento quello fosse il metodo educativo migliore. La mamma, infatti, sostiene che il bambino ha bisogno di una figura di riferimento forte, che il bambino capisce se la figura che ha affianco ha un pugno più duro o uno più debole, e che lei fa in questo modo (ed altri) quando è a casa e il bambino non vuole mangiare. Il problema è che lei è la mamma e può fare quello che vuole con il figlio, io sono l'insegnante e mi conosce si e no da un mese e mezzo. Io penso che si debba prima creare un rapporto con il bambino, per fare in modo che lui sia sensibile alla sgridata. Nel mio caso la cosa mi è sembrata controproducente. Come ho detto prima, ho paura che alla fine, facendo in questo modo, il bambino perda quel poco di fiducia che aveva acquisito in me. Anche perchè prima che cominciasse a fare mensa, al mattino lavoravamo bene.

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Messaggio Da Ire Ven Ott 31, 2014 6:07 pm

non riuscite ad organizzare uno spazio dove inizialmente siate solo tu e lui a mangiare?
in modo da stabilire un rito che lui possa seguire, in modo da dargli uno schema da seguire per le cose che si devono fare quando si è a tavola?

Dici che prima di cominciare la mensa con lui lavoravi bene. Riprendi da questo: fai in modo che la mensa sia una parte del lavoro che dovete fare, tu e lui soltanto, poi magari piano piano troverai la scusa per invitare al vostro tavolo un compagno, poi due o tre. Non so, fate finta che ogni tavolo sia una casina, inventate un gioco dove i bimbi si invitino a vicenda a mangiare a casa loro magari preparando la mattina un regalino da consegnare all'ospite che quel giorno pranzerà nella loro casa.

Un inserimento progressivo nelle regole che non conosce, con l'aiuto di tutti.

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Messaggio Da Danessia Ven Ott 31, 2014 7:02 pm

angela00 ha scritto:Danessia io l'ho sgridato non perchè avessi perso la pazienza, ma perchè ho pensato che in quel momento quello fosse il metodo educativo migliore. La mamma, infatti, sostiene che il bambino ha bisogno di una figura di riferimento forte, che il bambino capisce se la figura che ha affianco ha un pugno più duro o uno più debole, e che lei fa in questo modo (ed altri) quando è a casa e il bambino non vuole mangiare. Il problema è che lei è la mamma e può fare quello che vuole con il figlio, io sono l'insegnante e mi conosce si e no da un mese e mezzo. Io penso che si debba prima creare un rapporto con il bambino, per fare in modo che lui sia sensibile alla sgridata. Nel mio caso la cosa mi è sembrata controproducente. Come ho detto prima, ho paura che alla fine, facendo in questo modo, il bambino perda quel poco di fiducia che aveva acquisito in me. Anche perchè prima che cominciasse a fare mensa, al mattino lavoravamo bene.

Non ho mai pensato che tu avessi perso la pazienza

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Messaggio Da angela00 Ven Ott 31, 2014 7:37 pm

In effetti neanche io ho mai pensato che tu l' avessi pensato... l' ho scritto giusto per farti capire meglio la situazione.
Cmq vi ringrazio per il valido aiuto.
Riesaminero' anche il mio atteggiamento e cercheremo di trovare la soluzione migliore per il benessere del bambino.
Buon week- end a tutti!!

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Messaggio Da angela00 Gio Nov 20, 2014 7:30 pm

Vi aggiorno sulla situazione. Le abbiamo provate tutte per far mangiare il bambino... ma niente. Il bambino si rifiuta di mangiare, voltandosi quando glielo si porge e piangendo. Accetta di mangiare solo il pane e la frutta, il resto niente. La stessa mamma, presente a mensa, non è riuscita nell'intento ed ha assistito ai pianti del bambino. La psicologa, però, sostiene che dobbiamo continuare a provare perchè  se si abbandona l'impresa gliela si dà vinta. A me sembra quasi di fargli una violenza invece. Voi che ne pensate al riguardo?

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Messaggio Da Ire Gio Nov 20, 2014 7:39 pm

fatelo mangiare pane e frutta senza creargli ansie.

Non succede nulla se anche per un mese una volta al giorno si nutre così.

La troppa attenzione accresce il problema.

Proponetegli il cibo esattamente come lo proponete agli altri e se non mangia nulla fa niente.

Se si accorgerà che non è quello il sistema di tenervi sotto scacco, la smetterà-

Ire

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