auletta sostegno

ciao,
sapete se da normativa è obbligatorio che una scuola con alunni h debba avere a disposizione un'aula sostegno?
grazie

Se cosí fosse...la maggior parte delle scuole dove ho lavorato negli ultimi dieci anni sarebbero illegali...
(Ma ora sono curiosa di saperlo...)

Un anno ho insegnato in un ITC. ITC è come un liceo: con allievi Hquasi normodotati. Non c'era aula H

Tranquilli...io ormai sono anni che non trovo nemmeno aula di arte...

Io pensavo fosse obbligatorio non averla

In Italia c'è l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Quando vengono portati fuori dalla classe, si fa qualcosa che non si dovrebbe fare. Anche se lo facciamo (o lo abbiamo fatto) tutti.

Cmq c'è pure gente di sostegno che li porta in corridoio piazzando un banchetto attaccato al muro - al peggio non c'è mai fine.

docente63 ha scritto:In Italia c'è l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Quando vengono portati fuori dalla classe, si fa qualcosa che non si dovrebbe fare. Anche se lo facciamo (o lo abbiamo fatto) tutti.

Cmq c'è pure gente di sostegno che li porta in corridoio piazzando un banchetto attaccato al muro - al peggio non c'è mai fine.

pienamente d'accordo con te sull'inclusione, ma nella realtà, a volte, si lavora con ragazzi autistici gravi e down iscritti in classi prime (e non solo) di professionali che richiedono necessariamente alcuni interventi fuori aula

Non bisogna essere così categorici, o dentro o fuori. Ai convegni, soprattutto dove ci sono i rappresentanti dei servizi sociali - ufficio minori e handicap, che vedono e toccano con mano queste problematiche tutti i giorni dell'anno con una casistica ampissima, dicono chiaramente che non esiste il dentro o il fuori. Esiste il docente che a livello di team sceglie le metodologie più adatte al contesto e al momento. Quindi dire che il disabile deve stare sempre in classe DIPENDE, includere non significa stare per forza in classe. Progettare implica l'attuazione della metodologia più adatta al momento e al contesto,  sia essa in classe, sia essa in piccolo gruppo, sia essa frontale fuori dalla classe. L'uno non esclude l'altro. Stare sempre in classe o sempre fuori classe non mi pare dimostri un ampio studio sul ventaglio di proposte metodologiche e educativo-didattiche che si possono attuare con l'alunno in questione. Tutto parte dalla programmazione didattico-educativa, anche la possibilità (ovviamente parziale e a completamento di tutto il resto) di attuare attività fuori dal contesto classe.

Non solo non è obbligatorio, ma è fortemente sconsigliato che esista.

enricat ha scritto:Io pensavo fosse obbligatorio non averla

Proprio così; nel corso di formazione SOS ci dissero che era illegale; onestamente negli anni successivi ho avuto il dubbio che veramente così fosse, ma sicuramente è sconsigliato sotto tutti i punti di vista...

La formazione è il regno della fuffa. Ciò detto, nella scuola dove lavoro io c'è un'aula sostegno di circa 10 metri quadri dove tra alunni h gravi, docenti e assistenti ad personam si sta sempre in minimo 10, massimo 20. Mancano persino le sedie. E' una cosa orrenda.

precario.acciaio ha scritto:

enricat ha scritto:Io pensavo fosse obbligatorio non averla

Proprio così; nel corso di formazione SOS  ci dissero che era illegale; onestamente negli anni successivi ho avuto il dubbio che veramente così fosse, ma sicuramente è sconsigliato sotto tutti i punti di vista...

visto che secondo te è sconsigliato sotto tutti i punti di vista, se ti capitasse un ragazzino che in classe ad un certo punto della giornata dà i numeri ed inizia a picchiare i compagni e non si riesce più a contenere tu come interverresti?

Chiamerei a casa.
Tutte le volte.
Dopodiché cdc e genitori potranno stabilire un orario ridotto.
Alcuni ragazzini non reggono sei ore di fila a scuola...

Mi è capitato:
1) Come misura tampone e nelle emergenze l'auletta va bene.
2) Bisogna immediatamente avvisare il DS, la famiglia e il cdc, neuropsichiatria; occorre mettere a protocollo la cosa chiedendo una riunione straordinaria del cdc.
3) Durante la riunione occorre stabilire di fare segnalazione ai servizi sociali (se non la si fa, in caso di una disgrazia causata dal ragazzo, ci va di mezzo la scuola che poi si rivale sul docente).

Fatti questi passi legali e burocratici si passa alla didattica, cercando di motivare e coinvolgere il ragazzo.

purtroppo i genitori tendono in alcuni casi a parcheggiare i figli a scuola perché hanno problemi di lavoro.... pensate che quest'anno ho un bambino autistico grave che sta a scuola 8 ore e ovviamente da in escandescenze improvvise.... 8 anni ma statura e forza di un adolescente ...
.

abbiamo un auletta di sostegno ma giustamente è utilizzata da colleghi che svolgono attività mirate al di fuori della classe , e io mi trovo per le mani un bambino che dovrebbe andare a casa quando è in certi stati. ma come fai , come fai a far capire a certi genitori che non si tolgono i farmaci dati dal neuropsichiatra perché a sua insaputa si sono rivolti ad un omeopata che ha detto loro di togliere tale farmaco ??? vi dico solo che i genitori domani me lo mandano a scuola con l'otite !!!!
Magari potessimo stare anche noi in un auletta di sostegno, silenziosa , tranquilla strutturata secondo le esigenze del bambino....
a noi non mancano i momenti di socializzazione perché a ricreazione, in palestra i compagni lo cercano anche se lui è in altro mondo....

domenticavo: il bambino è buono non fa del male agli altri ma quando "scatta", si morde, grida, butta a terra , toglie le scarpe... e chi lo tira su?
non parliamo dei servizi.... il bambino deve stare a scuola per socializzare , questa è la risposta, per cui educatrice che non lo vuole portare fuori ( che so portarlo in piscina gli farebbe bene ).. famiglia che ovviamente da ragione ai servizi ...

infatti come dico sempre non c'è nulla di peggio che trattare in modo uguale persone diverse.

Alcuni alunni hanno il diritto ad avere uno spazio dedicato a loro e cucito sulle loro esigenze. Pretendere da loro di stare in aula seduti come tutti gli altri per 6 ore di fila (a far nulla) è una inutile tortura.

Colleghi, c'è un PEI, fatto dal team docenti, se lì non esplicitate MOTIVANDO le metodologie che ritenete più appropriate allora il discorso non regge, bisogna saper motivare le scelte e essere di conseguenza inattaccabili. Se qualcuno obietta il perchè il minore sia fuori dalla classe solo con il docente bisogna saper rispondere con cognizione. Io scrivo chiaramente che l'intervento sarà parzialmente in classe, parzialmente in piccolo gruppo e parzialmente frontale fuori dalla classe a seconda delle attività e delle reazioni del soggetto.  Come già detto sopra, non ha senso il TUTTO IN CLASSE o TUTTO FUORI CLASSE, mette solo in risalto che non si è fatta alcuna progettazione sull'alunno. Il PEI lo facciamo NOI cucito sul minore, e spero con cognizione.

quoto