Pausa pranzo, insegnanti espulsi dai locali!

Salve,
le nostre bidelle sostengono che quando c'è il rientro pomeridiano, TUTTI gli insegnanti devono lasciare i locali della scuola.
Quindi il panino se piove te lo mangi sotto l'acqua.
Prima di chiedere il parere del DS, vorrei sapere cosa ne pensate.
Grazie

A rigore hanno ragione loro. La pausa pranzo non è orario di servizio e non si dovrebbe sostare dentro la scuola. Tuttavia non penso che sia il rigore normativo a spingerle a buttarvi fuori, quando la fretta di pulire aule corridoi e sala insegnanti e portarsi avanti con il lavoro. Nella mia scuola, di quest anno, è successo un giorno che la scuola ha chiuso alle 14 non ricordo per quale motivo. Ovviamente, dovendo attivare l antifurto, tutti fuori è i compiti te li correggi a casa...

Beh se le bidelle arrivano a dettar legge e a comandare qualche domanda dovrebbe farsela proprio il corpo insegnante. Siamo in Italia dove per ogni cosa c'è una legge e un regolamento. Ricordo anni fa, conferenza in aula magna, presente addirittura il sindaco (non tra gli invitati ma tra il pubblico) e un assessore regionale piuttosto noto. A parlare un esperto informatico a livello mondiale, un professore emerito dell'università, e un noto giornalista/scrittore. L'incontro cominciava alle 18, in teoria sarebbe dovuto durare un'ora e mezza. Alle 19.30, nel momento in cui il pubblico faceva le domande, un bidello è entrato, ha spento l'impianto audio dei microfoni e in dialetto ha detto che dovevano uscire tutti perchè era finito il tempo. Imbarazzo immane del preside, rabbia del pubblico, sbigottimento degli ospiti. Non c'è stato verso di fare nulla, questo ha attivato l'antifurto e fatto uscire tutti. Il giorno dopo titolone sui giornali. Nessuna parola della conferenza ma solo della figura di merda. Al bidello nemmeno un richiamo formale, i sindacati si sono addirittura pronunciati in sua difesa. Il bidello nei giorni successivi come se nulla fosse accaduto, d'altra parte non aveva letto i giornali. L'anno successivo è stato confinato in sede staccata, messo in mobbing ad occuparsi di una cosa che nessun bidello voleva fare. E' ancora lì. Talmente scemo che forse non ha nemmeno capito il collegamento.

Sarò rimbambito, ma fino a qualche ora fa non c'era un altro intervento dell'utente ninna al posto di idro?

Paddington ha scritto:A rigore hanno ragione loro. La pausa pranzo non è orario di servizio e non si dovrebbe sostare dentro la scuola. Tuttavia non penso che sia il rigore normativo a spingerle a buttarvi fuori, quando la fretta di pulire aule corridoi ...

Se la scuola è ufficialmente aperta, c'è sempre la sala docenti o la sala bar, in ogni caso un pò di buon senso, si esce fuori dalla sala docenti il tempo necessario per le pulizie e poi si rientra.

Non escludo che i bidelli possano avere ragione; la presenza nei luoghi pubblici è sempre normata e suggerisco di documentarsi leggendo il testo dell'assicurazione della scuola... così come nelle cucine dell'Alberghiero solo alcuni docenti possono entrare ugualmente possono vigere indicazioni sull'orario tra lezioni mattutine e consigli pomeridiani.

beh, mi pare che sia previsto anche dalla scala gerarchica interna di ogni istituto: Preside-> bidelli-> alunni->docenti

Paddington ha scritto:A rigore hanno ragione loro. La pausa pranzo non è orario di servizio e non si dovrebbe sostare dentro la scuola. Tuttavia non penso che sia il rigore normativo a spingerle a buttarvi fuori,  quando la fretta di pulire aule corridoi e sala insegnanti e portarsi avanti con il lavoro. Nella mia scuola, di quest anno, è successo un giorno che la scuola ha chiuso alle 14 non ricordo per quale motivo. Ovviamente, dovendo attivare l antifurto, tutti fuori è i compiti te li correggi a casa...

In tanti anni di insegnamento nessuno mi ha mai buttato fuori da scuola mentre ero fuori servizio. Comunque ,aboliscano le ore di buco e se ne riparla.

idro ha scritto:Beh se le bidelle arrivano a dettar legge e a comandare qualche domanda dovrebbe farsela proprio il corpo insegnante. Siamo in Italia dove per ogni cosa c'è una legge e un regolamento. Ricordo anni fa, conferenza in aula magna, presente addirittura il sindaco (non tra gli invitati ma tra il pubblico) e un assessore regionale piuttosto noto. A parlare un esperto informatico a livello mondiale, un professore emerito dell'università, e un noto giornalista/scrittore. L'incontro cominciava alle 18, in teoria sarebbe dovuto durare un'ora e mezza. Alle 19.30, nel momento in cui il pubblico faceva le domande, un bidello è entrato, ha spento l'impianto audio dei microfoni e in dialetto ha detto che dovevano uscire tutti perchè era finito il tempo. Imbarazzo immane del preside, rabbia del pubblico, sbigottimento degli ospiti. Non c'è stato verso di fare nulla, questo ha attivato l'antifurto e fatto uscire tutti. Il giorno dopo titolone sui giornali. Nessuna parola della conferenza ma solo della figura di merda. Al bidello nemmeno un richiamo formale, i sindacati si sono addirittura pronunciati in sua difesa. Il bidello nei giorni successivi come se nulla fosse accaduto, d'altra parte non aveva letto i giornali. L'anno successivo è stato confinato in sede staccata, messo in mobbing ad occuparsi di una cosa che nessun bidello voleva fare. E' ancora lì. Talmente scemo che forse non ha nemmeno capito il collegamento.

Al bidello è forse mancata quella elasticità che a volte rende più sopportabili le relazioni lavorative, purché non sia a senso unico.Cio' premesso,se non ha avuto nessun richiamo formale e i sindacati lo hanno difeso vuol dire che probabilmente aveva ragione lui: la colpa e' stata dei conferenzieri , che hanno sforato con i tempi.Nell' ora e mezza prevista dalla conferenza dovevano rientrare sia gli interventi degli oratori che lo spazio destinato alle domande del pubblico.Sarebbe bastato prevedere una durata maggiore per una riunione che si preannunciava interessante per tematiche affrontate e prestigio degli intervenuti.I dirigenti ,in teoria, sarebbero pagati per affrontare e risolvere anche questi problemi, piuttosto che dire ogni 5 minuti : " el paron son mi". Se la conferenza si fosse protratta ,il bidello avrebbe dovuto fare lo straordinario, ma questo, per quanto ne so, non può essere imposto.
Personalmente, se io fossi stato al posto di quel collaboratore scolastico, avrei fatto a meno di montare tutta 'sta cagnara, ma poi avrei protestato in maniera incisiva, anche ricorrendo all' assistenza di un' organizzazione sindacale.Se invece fossi stato il dirigente , la scuola l' avrei chiusa io, pur consapevole di svilire in tal guisa la maesta' del mio ruolo dirigenziale.D' altra parte, se fossi stato il dirigente, avrei preso i debiti provvedimenti per evitare che si presentasse un simile problema.

Concordo con balanzone.

arrubiu ha scritto:Concordo con balanzone.

idem

@idro

Il fatto che riporti c'entra poco con l'argomento della discussione.
Non si parla di tempi organizzati, bene o male.

Da un lato sta la ragionevolezza e il buon senso, secondo i quali praticamente nessun docente con ore di buco esce da scuola o viene gentilmente accompagnato all uscita dai buttafuori-bidelli in quanto non in orario di servizio.
Dall altro il rigore normativo e assicurativo , seconfo cui il lavoratore non può sostare all interno del luogo di lavoro al di fuori del proprio orario di servizio, scandito dalle campanelle e dalla bollatura laddove presente. Nel 99,9% DELLE situazioni prevale il buon senso. Tuttavia se qualcuno si impunta nel far rispettare gli orari ha ragione lui. Di solito non capita, ma se hai un cdc dalle 14 alle 15 e poi di nuovo dalle 16 alle 17, se tra le 15 e le 16 il bidello ti chiede di uscire dalla sala insegnanti perché deve pulire tu devi uscire perché tu in quel momento non dovresti trovarti li

Paddington ha scritto:...Di solito non capita,  ma se hai un cdc dalle 14 alle 15 e poi di nuovo dalle 16 alle 17, se tra le 15 e le 16 il bidello ti chiede di uscire dalla sala insegnanti perché deve pulire tu devi uscire  perché tu in quel momento non dovresti trovarti li

Ma 'sto bidello ci mette un'ora per fare una stanza? Allora tu esci dalla sala docenti e te ne vai in quella informatica. Fate il gioco dei quattro cantoni. La scuola è aperta per i consigli e tu sei legittimata a permanere a scuola.

Aula informatica ? Non me ne parlare .ieri acevo scritto sulla lavagna con il pennarello rosso "VOTA GARIBALDI" e stamattina la bidella l aveva cancellato :-(

Avete una bidella che fa le pulizie sul serio.
Comunque non preoccuparti che ci penserà la Raggi al ripristino:)

Il punto è che la nostra è considerata dal punto di vista normativo una "professione" e come tale non ci è chiedo di fare timbratura di cartellini o nemmeno adesso le nuove impronte digitali quando entriamo ed usciamo.
Poiché si configura quale "professione" abbiamo il diritto a soffermarci negli ambienti scolastici per predisporre le lezioni consultando libri e riviste che la scuola acquista e mette a nostra disposizione, testando le lezioni sulle LIM o nei laboratori d'informatica (cose che non sempre si possono fare al volo davanti ad una classe di 25 scalmanati), consultarci con i colleghi per coordinarci nelle attività trasversali o quant'altro riguardi le nostre lezioni o classi, correggere le verifiche che inquinato atti amministrativi per quel che ci viene insegnato nei corsi sulla privacy non potremmo portarcele a casa per farne le correzioni con comodo come tutti siamo invece abituati a fare, per appendere in classe nuovi poster e cartellonista varia, predisporre materiali che ci serviranno nella prossima lezione, sistemare i materiali nell'armadio della classe perché col tempo sono andati tutti a sovrapporsi e non ci si trova più nemmeno un tubetto di colla, se ci pare dobbiamo poter correggere i quaderni ed esercizi su libri degli alunni a scuola per non doverci portare quei pesi a casa e poi doverli riportare.
Tutto questo che va oltre alle ore di lezione, riunioni e formazioni , ci dovrebbe essere consentito già solo perché la nostra è una professione, la professione docente.

Ci può stare che il DS con apposta circolare ci inviti a non soffermarci oltre alle 18 o 19 o quello che è l'orario di chiusura dell'edificio per non impegnare il bidello addetto a chiudere tutto oltre il suo orario di servizio.

Ma che venga vietato di fermarsi col panino nella pausa pranzo è davvero un eccesso inaccettabile.

Il mio consiglio è di mettersi un pacco di quaderni o verifiche sul tavolo con penna rossa ben visibile e posizionata a correggere e con l'altra mano reggere il panino così si potrà dire "sto svolgendo la mia professione di docente e per questo ho diritto a restare nell'edificio". Vediamo poi come reagiscono quei bidelli e quel DSGA o DS che ha ordinato loro di farvi sloggiare durante la pausa pranzo.

Scusate, ma risulta che non si possa portare il registro a casa (anche li, all epoca del cartaceo. oggi in teoria dovresti usare il tablet della scuola o il pc. In pratica spesso non funzionano e io uso sempre il mio tablet personale...per cui....),ma non che non si possano correggere i compiti a casa

Paddington ha scritto:Scusate, ma risulta che non si possa portare il registro a casa (anche li, all epoca del cartaceo. oggi in teoria dovresti usare il tablet della scuola o il pc. In pratica spesso non funzionano e io uso sempre il mio tablet personale...per cui....),ma non che non si possano correggere i compiti a casa

In teoria non si dovrebbero portare a casa, ma, visto che non abbiamo l'ufficio personale come all'estero, il buon senso prevede che ognuno le corregge dove vuole. Le mie fanno certi viaggi... Ogni momento è buono.

Le verifiche non si possono portare a casa ? Ma quando mai, dove sta scritto?Se ci fosse scritto da qualche parte, ne conseguirebbe che noi dovremmo avere un orario di servizio piu' "voluminoso".In altre parole, le attività funzionali all" insegnamento dovremmo svolgerle a scuola.Qualcuno ci sta pensando.
Evitiamo di diffondere altre leggende scolastiche, fole buone per travet tremebondi e "cugine" delle leggende metropolitane.

balanzoneXXI ha scritto:Le verifiche non si possono portare a casa ? Ma quando mai, dove sta scritto?Se ci fosse scritto da qualche parte, ne conseguirebbe che noi dovremmo avere un orario di servizio piu' "voluminoso".In altre parole, le attività funzionali all" insegnamento dovremmo svolgerle a scuola.Qualcuno ci sta pensando.
Evitiamo di diffondere altre leggende scolastiche, fole buone per travet tremebondi e "cugine" delle leggende metropolitane.

Sarebbe interessante stabilirlo con sicurezza; penso che dovremmo riuscire a individuare una norma che consenta o meno di far uscire da una struttura pubblica un atto pubblico... è chiaro che la pressi è quella di portarsela a casa ma la norma purtroppo è un'altra cosa.

Non vedo un rapporto stretto tra l' essere dei professionisti e la non obbligatorietà della timbratura.Anche i medici ospedalieri sono professionisti.Suppongo che timbrino o che la loro presenza sia accertata in qualche modo ancora più tecnologico.Per noi insegnanti fa fede il registro, non e' che siamo esentati dai controlli.

elirpe ha scritto:

balanzoneXXI ha scritto:Le verifiche non si possono portare a casa ? Ma quando mai, dove sta scritto?Se ci fosse scritto da qualche parte, ne conseguirebbe che noi dovremmo avere un orario di servizio piu' "voluminoso".In altre parole, le attività funzionali all" insegnamento dovremmo svolgerle a scuola.Qualcuno ci sta pensando.
Evitiamo di diffondere altre leggende scolastiche, fole buone per travet tremebondi e "cugine" delle leggende metropolitane.

Sarebbe interessante stabilirlo con sicurezza; penso che dovremmo riuscire a individuare una norma che consenta o meno di far uscire da una struttura pubblica un atto pubblico... è chiaro che la pressi è quella di portarsela a casa ma la norma purtroppo è un'altra cosa.

Siamo sicuri che un compito in classe ancora da correggere sia un "atto pubblico"?

I dirigenti ci subissano di circolari ma una circolare che vieti di portare a casa le verifiche non l' ho ancora letta.

balanzoneXXI ha scritto:

elirpe ha scritto:

balanzoneXXI ha scritto:Le verifiche non si possono portare a casa ? Ma quando mai, dove sta scritto?Se ci fosse scritto da qualche parte, ne conseguirebbe che noi dovremmo avere un orario di servizio piu' "voluminoso".In altre parole, le attività funzionali all" insegnamento dovremmo svolgerle a scuola.Qualcuno ci sta pensando.
Evitiamo di diffondere altre leggende scolastiche, fole buone per travet tremebondi e "cugine" delle leggende metropolitane.

Sarebbe interessante stabilirlo con sicurezza; penso che dovremmo riuscire a individuare una norma che consenta o meno di far uscire da una struttura pubblica un atto pubblico... è chiaro che la pressi è quella di portarsela a casa ma la norma purtroppo è un'altra cosa.

Siamo sicuri che un compito in classe ancora da correggere sia un "atto pubblico"?

I dirigenti ci subissano di circolari  ma una circolare che vieti di portare a casa le verifiche non l' ho ancora letta.

Me lo sono sempre chiesto, forse prima di registrarla (oltre che correggerla) non è un atto pubblico, ma non ho mai trovato conferme su questo.

balanzoneXXI ha scritto:...

Siamo sicuri che un compito in classe ancora da correggere sia un "atto pubblico"?

I dirigenti ci subissano di circolari  ma una circolare che vieti di portare a casa le verifiche non l' ho ancora letta.

Le verifiche,imho, sono degli atti pubblici, corrette o non corrette che siano, se poi anche sulla base di quegli atti si decide la promozione o la bocciatura di un alunno. Forse c'è un pò di superficialità nella gestione delle verifiche, ad esempio andrebbero timbrati dalla scuola come succede per gli esami. Sul fatto che il docente se li porta e se li corregga a casa, non lo trovo contraddittorio se il docente si suppone si assuma la responsabilità del plico. La perdita di una verifica può avvenire a casa come a scuola, si può rimediare. Se succedesse all'esame di stato suppongo sia tutto da rifare.

In ultima analisi mi sento di rassicurare gli onorevoli colleghi : portatevi a casa le verifiche senza tema veruna,o
non mi chiamo Balanzonexxi.Se proprio volete stare in ambasce ,non mancano cagioni più serie.