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Messaggio Da Procopio Ven Apr 17, 2020 9:06 am

A stretto giro di posta elettronica (l'ho trovato oggi aprendo la mia casella di posta elettronica "istituzionale") trasmetto il testo in oggetto:

"      DIDATTICAADISTANZAOBBLIGATORIA? No/Si-Si/No
Con il decreto legge dell’8 Aprile 2020, si precisa che il personale docente, durante la sospensione delle attività didattiche per l’emergenza Coronavirus, “assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione.” Si dice inoltre che “Le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi dei dirigenti scolastici nonché del personale scolastico, come determinati dal quadro contrattuale e normativo vigente, fermo quanto stabilito al primo periodo e all'art. 87 del D.L. 17/3/2020 n° 18, possono svolgersi nelle modalità del lavoro agile anche attraverso apparecchiature informatiche e collegamenti telefonici e telematici, per contenere ogni diffusione del contagio”. Il “primo periodo” è quello tramite il quale il governo pretenderebbe d’imporre l’obbligatorietà della Dad.
Questo comma dell'art. 2 volutamente ambiguo si può prestare a numerose e diverse interpretazioni ma due cose sono certe:
1. la didattica a distanza in qualche modo va fatta (ma non si dice come), i docenti la devono assicurare con costi e rischi (per la salute o per eventuali denunce o problemi di privacy) a carico loro.
2. Si cerca di introdurre per tutto il personale della scuola (Dirigenti, docenti e personale ATA) il lavoro agile. Ma (sia per il settore pubblico che privato) il Lavoro agile deve essere richiesto ed accettato dal lavoratore e comporta una serie di regole e precise garanzie (e si svolge sempre, almeno annualmente, da casa) che non sono per nulla tenute in considerazione dal Decreto.
Questa norma sembra risolvere il dilemma in atto sulla obbligatorietà della didattica a distanza ma manca di contenuto e presenta notevoli vizi giuridici, violando numerosi articoli della Costituzione e non solo di essa (leggi statuto dei lavoratori, codice civile, etc.).
Ma procediamo con ordine ed analizziamo una questione per volta:
1. si vuol rendere obbligatoria la didattica a distanza ma (in modo furbastro) non si definisce questa “Dad”cosa sia, quale l'orario di lavoro, quali le mansioni, etc., e non v’è nessun supporto economico. Questa è una palese violazione dell'art. 36 della Costituzione (retribuzione proporzionata all'orario di lavoro), nonché una violazione dell'art. 32 della stessa (tutela della salute) e di tutta la normativa contrattuale in vigore, visto che per i docenti invece non è previsto il lavoro a distanza. Forse chi ha scritto il decreto pensa che la Dad sia già normata dalla note di Max Bruschi? Pensa male visto che quelle note non hanno alcun valore normativo e sono solo delle indicazioni molto generiche.
2. Non si definisce neanche chi deve fornire e approntare tutta la strumentazione necessaria - si parla semplicemente di quella che sarebbe “a disposizione”-, e chi deve sostenerne tutti gli oneri di funzionamento. Di fatto tutti gli oneri verranno scaricati sul lavoratore (vedi comma 2, art. 87, D.L. 18/2020, da cui si evince anche che il datore di lavoro si esenta dalla responsabilità della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici usati). In sostanza si dice che, se tali strumenti coincidono con la strumentazione privata del docente, non si applicano neppure le tutele previste dalla legge in materia di sicurezza sul lavoro.
Tutto questo dovrebbe essere contrattualizzato, come prevede il decreto legislativo 165/2001 che assegna alla contrattazione collettiva la regolazione e la definizione della prestazione. E cioè la disciplina sostanziale e procedurale dell'adempimento: cosa deve fare il lavoratore, come deve farlo e per quanto tempo. Questa contrattazione però non esiste e visto il comportamento antisindacale della Ministra e del governo non c'è da meravigliarsi.
Ridicola quindi è l'affermazione che le prestazioni lavorative di tutto il personale scolastico sono determinate “dal quadro contrattuale e normativo vigente”. Questo tra l'altro vale anche per il personale ATA, perché il CCNL 2006-2009 prevede il telelavoro ma non il lavoro agile che è nato dopo ed è stato normato dalla legge 81/2017, mai contrattualizzato nella scuola.
Riassumendo, questo pastrocchio che chiamano Decreto Legge dice che la didattica a distanza va fatta, sebbene non si sappia bene che cosa sia, come debba essere svolta e per quanto tempo.
I docenti dovrebbero svolgerla utilizzando il proprio pc e il proprio collegamento a internet privato e con costi a loro carico. E se il pc o il collegamento a internet non funzionano o, peggio, se per il loro utilizzo l'insegnante dovesse ricavarne problemi di salute e infortuni, la responsabilità e gli oneri rimarranno totalmente a carico del docente. Idem dicasi per qualsiasi vulnus determinato ad alunni e studenti, perché neppure per loro vengono stabile procedure e compatibilità (massimo di ore, regime dei distacchi dal video, come normati dal DL 81/08).
Tutto ciò collide paurosamente con gli articoli 32 e 36 della Costituzione, con la normativa contrattuale, con il Dlgs 165/2001, con lo statuto dei lavoratori (art. 4 e art. 9), col codice civile per il mancato rispetto del contratto (che, non lo scordiamo, è di natura privatistica), ed infine con i principi di giusta retribuzione e salute sanciti oltre che dalla Costituzione anche dalla normativa europea. Ciò, con particolare riferimento alla Direttiva 91/533/Cee del Consiglio Ue, del 14 ottobre 1991, relativa all'obbligo del datore di lavoro di informare i dipendenti delle condizioni applicabili al contratto o al rapporto di lavoro.
CILIEGINA SULLA TORTA: non si sono accorti di aver inserito queste norme nell'art. 2: “misure urgenti per l'avvio dell'anno scolastico 2020/2021”, per cui si potrebbe anche pensare bene che, visto che siamo nell'a.s. 2019/20, fino al 31 agosto queste norme non si applicano!
A questa presa in giro estremamente pericolosa, soprattutto per il futuro, bisogna rispondere fermamente. Se le scuole rimangono chiuse, i lavoratori della scuola, docenti ed ATA, faranno la loro parte, ma non devono venire vessati e sfruttati come vuole il governo. Quindi da oggi, 9 aprile 2020, data di entrata in vigore del Decreto, inizia una battaglia a suon atti di rimostranza, diffide e ricorsi al giudice del lavoro per far rispettare i diritti dei docenti.
Visto che il governo non dà chiarimenti sul come debba essere svolta la didattica a distanza lo decideranno i docenti esercitando la libertà d'insegnamento garantita dall'art. 33 della Costituzione.
Dobbiamo pensare anche al futuro. Con la scusa del coronavirus, subdolamente, come "arma di distrazione di massa", si sta tentando di affermare un principio pericolosissimo per il diritto del lavoro, ovvero che spetterebbe al dipendente subordinato mettere a disposizione le proprie risorse personali per poter svolgere l'attività lavorativa concordata contrattualmente. Se questo diventa un precedente, da domani qualunque datore di lavoro, sia pubblico che privato, potrà scaricare sui dipendenti l'onere di rispondere con le proprie disponibilità alle finalità dell'impresa.
Si inizia con i dipendenti della scuola statale, ma di passo in passo, si rischia di stabilire un principio eversivo che potrebbe essere esteso a tutti gli ambiti.
Questo principio sovverte completamente il diritto del lavoro, rendendo il lavoratore compartecipe del rischio d'impresa, senza, peraltro, che ottenga beneficio alcuno.
Se il datore di lavoro intende far svolgere attività di telelavoro ai propri dipendenti, è necessario che fornisca loro tutti gli strumenti del caso, dispositivi, connessione, quota parte sui consumi, quota parte sullo sfruttamento del luogo utilizzato per svolgere l'attività. Nonché il rispetto, nel caso di utilizzo del videoterminale, di tutta la normativa sulla sicurezza.
Se si cede su questi punti, la frittata è fatta.
 L’Esecutivo Nazionale dell’Unicobas Scuola & Università"

Pongo in evidenza quanto scritto verso la fine del comunicato, invitando tutti ad una serena ma attenta lettura:

"Dobbiamo pensare anche al futuro. Con la scusa del coronavirus, subdolamente, come "arma di distrazione di massa", si sta tentando di affermare un principio pericolosissimo per il diritto del lavoro, ovvero che spetterebbe al dipendente subordinato mettere a disposizione le proprie risorse personali per poter svolgere l'attività lavorativa concordata contrattualmente. Se questo diventa un precedente, da domani qualunque datore di lavoro, sia pubblico che privato, potrà scaricare sui dipendenti l'onere di rispondere con le proprie disponibilità alle finalità dell'impresa."

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Messaggio Da Tiria Ven Apr 17, 2020 11:27 am

Che strano, hanno detto in sostanza le stesse cose che vado ripetendo da oltre un mese a questa parte!

Comunque, agli articoli 33 e 36 della Costituzione, io aggiungerei anche l'articolo 42, che regolamenta l'uso collettivo della proprietà privata per ragioni di pubblica utilità. Voi avete avuto un congruo indennizzo per l'espropriazione dei vostri strumenti e servizi personali? Si è forse fatto cenno, nei decreti, a questo aspetto?

Presumo di no, quindi nessuno può disporre a suo piacimento dei vostri beni e servizi, neppure lo Stato. Non è mai successo nella storia della Repubblica Italiana.

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Messaggio Da Procopio Ven Apr 17, 2020 12:04 pm

[quote="Tiria"]Che strano, hanno detto in sostanza le stesse cose che vado ripetendo da oltre un mese a questa parte!

Comunque, agli articoli 33 e 36 della Costituzione, io aggiungerei anche l'articolo 42, che regolamenta l'uso collettivo della proprietà privata per ragioni di pubblica utilità. Voi avete avuto un congruo indennizzo per l'espropriazione dei vostri strumenti e servizi personali? Si è forse fatto cenno, nei decreti, a questo aspetto?

Presumo di no, quindi nessuno può disporre a suo piacimento dei vostri beni e servizi, neppure lo Stato. Non è mai successo nella storia della Repubblica Italiana.[/quote]

Vedo che, come a solito, siamo in sintonia. Peccato che gli "yes-men" e le "yes-women" ci considerino con distacco e come eretici! Speriamo di non finire sul rogo ;-)!

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Messaggio Da Tiria Ven Apr 17, 2020 12:09 pm

Io so solo che nessuno - nel mio ambiente - ha avuto da obiettare. A iniziare dal dirigente scolastico. Qualche collega ha addirittura scoperto l'acqua calda dopo che gliel'ho fornita.
Mi basta e mi avanza.
Io sono sempre disponibile a confrontarmi, se poi non si vuole il confronto, tanto meglio, proseguo per la mia strada.

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Messaggio Da Procopio Ven Apr 17, 2020 12:42 pm

[quote="Tiria"]Io so solo che nessuno - nel mio ambiente - ha avuto da obiettare. A iniziare dal dirigente scolastico. Qualche collega ha addirittura scoperto l'acqua calda dopo che gliel'ho fornita.
Mi basta e mi avanza.
Io sono sempre disponibile a confrontarmi, se poi non si vuole il confronto, tanto meglio, proseguo per la mia strada.[/quote]

Spesso mi sono trovato in questo forum a cercare di fare aprire gli occhi ma i soliti "politically correct" mi hanno attaccato e messo in disparte, a partire dalla famosa "Buona Scuola", composta da un solo articolo che si può riassumere in: "e qui comando io e questa è casa mia"! Meno male che il 4 dicembre 2016 gli Italiani gli hanno fatto capire che le cose stavano diversamente da come lui le vedeva. Ma ancora oggi c'è gente tra noi che pur avendo preso insulti, calci e spintoni dai genitori (e dai DS) non vuole ammettere l'evidenza: la scuola è cambiata, sì, ma in peggio IMHO

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Messaggio Da sempreconfusa1 Ven Apr 17, 2020 11:45 pm

meno male che almeno un sindacato lo fa presente. Se sembra irreale questo scenario del coronavirus, per come ci ha ridotti a vivere, altre realtà con cui ci stiamo scontrando non sono certo da meno.
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Messaggio Da Procopio Sab Apr 18, 2020 12:14 am

Vox clamans in deserto, eppure ciò che asserisce è vero!

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Messaggio Da eragon Sab Apr 18, 2020 2:35 am

Ho sempre bazzicato il sindacato, ma non sono una RSU nella scuola.
Per amore di sindacato avevo comunicato alla mia dirigenza che tutta queste norme, note, ecc, ecc, si prestavano a molti dei rilievi che il comunicato dei cobas mostra.
La risposta della dirigenza è stata una cosa del tipo "ok, forse ha ragione lei, ma guardi che il 95% dei suoi colleghi è ben felice di fare la Dad...nessuno si è venuto a lamentare".
Poi parlando con i colleghi le opinioni sono "ma non possiamo lasciare i ragazzi così abbandonati", "tutti oramai la fanno la faccio pure io", "ma la Dad è bella, è un'opportunità".
Una categoria indifendibile. Bisogna farsene una ragione: tra "vocazionisti" e "missionari" non se ne esce più.

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Messaggio Da Procopio Sab Apr 18, 2020 11:26 am

[quote="Antesignano"]E' da quando esiste il registro elettronico che molti docenti hanno dovuto mettere a disposizione il proprio cellulare, con tutti i rischi annessi e connessi, sia per la propria privacy, sia per quella degli studenti. O forse qualcuno è riuscito ad usare i tablet forniti dall'istituto scolastico dove prestava servizio per un a.s. intero?

Oggigiorno, molti aggeggi elettronici come telefonino, tablet, computer, sono pezzi di un ecosistema. Questo vuol dire che si scambiano tra loro informazioni anche delicate, basta pensare alle email che per non perderle le riceviamo sia sul cell, che sul pc, che sul tablet e che attraversano il server dell'istituto scolastico. MA con un po' di fantasia, non è difficile immaginare oltre.

E la propria casa? non ha una sorta di ufficio dove preparare le lezioni, correggere i compiti ed altro? Un angolo di casa espropriato da terzi per i loro interessi.

In ogni caso, mettere a disposizione le proprie risorse personali non è una novità del mondo della scuola. Sono anni che nel privato si arriva ad anticipare finanche i propri soldi per conto della azienda per cui si lavora (che te li darà indietro quando sarà, forse in buoni pasto).
E oggi la scuola è un'azienda, basta solo osservare la nomenclatura e l'organigramma. Tutte le altre dinamiche aziendali seguono per logica conseguenza.
[/quote]

Il problema sollevato da UNICOBAS è serio, indipendentemente dalla propria appartenenza alla classe dei "missionari" o degli "yes-men/women": l'obbligo della sicurezza anche nel privato grava in capo ai datore del lavoro che deve predisporre un idoneo e dettagliato "piano di sicurezza" (non solo "cartaceo", ma ragionato ed efficace), ricorrendo solo come "extrema ratio" ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Ma quando si parla di sicurezza sui luoghi di lavoro si parla anche di Stress Lavoro Correlato (SLC) che deve, e sottolineo deve, essere gestito sempre dal datore di lavoro. Ora sfido chiunque a dimostrare che: 1) la DAD non produce "effetti collaterali", del tipo enunciato; 2) il nostro "effettivo" orario di lavoro settimanale è rimasto inalterato, comprendendo però l'aumentato orario di lavoro "a casa" e con i NOSTRI mezzi cui siamo costretti attualmente per praticare la DAD (reperimento del materiale per la videolezione da varie fonti (appunti personali, internet, svolgimento di esercizi esemplificativi che prima venivano fatti "in situ" in classe ed alla lavagna ...), organizzazione mirata della videolozione, attuazione della videolezione mediante inserimento del "codice" della videolezione nel registro elettronico in "cinque" e dico 5 minuti (tale è l'intervallo di tempo tra una videolezione e l'altra), annotazione degli argomenti nel registro elettronico e degli esercizi predisposti in anticipo...Devo continuare? Last but not least: siamo nella stessa situazione di un tranviere al quale viene chiesto di acquistare un tram per potere esercitare il proprio mestiere In My Honest Opinion (IMHO) P.S.: avete notato il "silenzio assordante" sull'argomento, perché "politically incorrect"?

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Messaggio Da mattopris Sab Apr 18, 2020 11:46 am

Quello che scrivi è evidente: in autunno ho sostenuto parte del corso sulla sicurezza, dove i rischi legati all'uso del videoterminale, per i docenti, erano segnati con un livello molto basso, per ovvi motivi. Ma in questi mesi? Qualcuno ha aggiornato il DPR delle varie scuole, o dato indicazioni per farlo? Qualcuno si è preoccupato di capire se un infortunio che avviene in casa, mentre si lavora al pc, possa essere coperto dall'assicurazione? Nessuno, tutti a correre dietro allo splendore della DAD.

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Messaggio Da Procopio Sab Apr 18, 2020 12:21 pm

[quote="mattopris"]Quello che scrivi è evidente: in autunno ho sostenuto parte del corso sulla sicurezza, dove i rischi legati all'uso del videoterminale, per i docenti, erano segnati con un livello molto basso, per ovvi motivi. Ma in questi mesi? Qualcuno ha aggiornato il DPR delle varie scuole, o dato indicazioni per farlo? Qualcuno si è preoccupato di capire se un infortunio che avviene in casa, mentre si lavora al pc, possa essere coperto dall'assicurazione? Nessuno, tutti a correre dietro allo splendore della DAD.[/quote]

E per dirla col grande e compianto Pavarotti: "Nessun dorma!", per non risvegliarsi poi di colpo in un altro mondo (scolasticamente parlando, eh!)

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