il prof non è un medico

Mettiamo che il prof segnali sintomi in un alunno, che lui (che non è medico nè parasanitario) scambia per sintomi covid.
Invece è solo un soggetto allergico e asmatico e magari quel giorno lì ha un paio di lineette di febbre perchè un po' raffreddato.
Alunno segnalato, parte la trafila, alunno e classe entrano nel mirino del Dipartimento di Prevenzione (perchè la classe per definizione appartiene alla categoria "contatto stretto"nonostante le misure di sicurezza, as es. mascherina) , tamponi a tutta la classe, al primo positivo (ovvio ci sarà, anche se asintomatico e sta benone), quarantena a tutti perchè sono contatti stetti, ripetizioni multiple di tamponi (positivo-negativo- positivo ecc. come già successo più volte), ricadute immani su famiglie e scuola.

Visto che non ci sono indicazioni chiare e univoche e dai protocolli vari usciti finora, e ogni casistica è oggetto di valutazione discrezionale:
chi si assume la responsabilità di un'errata segnalazione e di tutte le conseguenze che ne derivano?
Come evitare gli eccessi di zelo, considerato che tutti sono tenuti a "denunciare" sospetti sintomi covid?

C'era bisogno dell'ennesima discussione sempre uguale a se stessa su queste cose?

chiudi pure, pardon.

È chiaro come ragionevolezza, buona misura ed umanità devono essere caratteristiche del referente covid