"il diritto di imparare a scrivere": da Left di novembre

Riporto alcuni passaggi significativi

Il primo contributo è l'editoriale di Giulia Soccorsi, LOGOPEDISTA

"Venire a conoscenza di una petizione per abolire le prove scritte ha destato in me, logopedista, alcune domande" "Scrivere è un atto creativo, per realizzare il quale, bisogna coniugare competenze visuo-grafo-motorie con contenuti del pensiero"
"La scrittura, a differenza del linguaggio articolato, viene appresa, non acquisita naturalmente dal bambino... e necessita di grande esercitazione e tempi lunghi... Imparare a scrivere è un percorso lungo e complesso che richiede molto allenamento, cui è necessario dedicarsi già dall'asilo nido e dalla scuola dell'infanzia, facendo sperimentare ai bambini gesti, manipolazioni e movimenti che serviranno, più avanti, a coordinare l'occhio con la mano e il pensiero. Dove queste esperienze risultano mancanti, in particolare nella scuola primaria, le difficoltà che ne seguono possono possono sfociare nei disturbi specifici dell'apprendimento".
"Attualmente i dati rilevano la presenza di una diagnosi di DSA nel 3,2% della popolazione scolastica (scuola pubblica)... Ma ci sono davvero così tanti alunni con disturbi di apprendimento fin dalla scuola primaria? O non stiamo piuttosto assistendo a un processo di medicalizzazione dei bambini che "restano indietro" negli apprendimenti perché si intravede, nel perseguire la strada dell'assistenza sanitaria, un accessibile supporto alla pluri-depauperata istituzione scolastica?"
"Di fronte alle prime difficoltà di acquisizione della scrittura sarebbe opportuno non arrendersi, cedendo alla facile soluzione di sostituire il gesto visuo-grafico-motorio con un dispositivo digitale, ma insistere, affinché questi alunni non perdano la possibilità di tracciare linee su foglio, esprimendo autonomamente il loro pensiero, portatori di una calligrafia originale"
"Come auspicato il 7 ottobre scorso dagli esperti durante il convegno 2021 dell'Associazione italiana disgrafie ("scrivere ancora a mano nel terzo millennio") prima di inserire questi bambini e ragazzi in un circuito sanitario abilitativo, con approfondimenti diagnostici ed eventuale diagnosi, bisognerebbe consentire loro di affrontare un periodo di potenziamento didattico-pedagogico, allo scopo di favorire l'inclusione scolastica e ridurre i falsi positivi con il progredire dell'età"
"gli insegnanti italiani... da decenni affrontano la dequalificazione della scuola pubblica. In ambito didattico-pedagogico è ormai assodata l'importanza della relazione nel processo di insegnamento-apprendimento... E compito di noi adulti mettere in condizione bambini e ragazzi di poter affrontare le prove della vita nel modo più adeguato possibile, fin dalla tenera età"

Noemi Ghetti "Il diritto di saper scrivere"
"... una petizione di studenti chiede al ministro Bianchi la soppressione delle prove scritte, per continuare con la prassi sperimentata durante l'emergenza pandemica: un maxi colloqui orale sulla base di una tesina elaborata dallo studente"
"La petizione ha superato le 25mila firme... lo spettro della fatidica prima prova preoccupa gli studenti più del solito a causa della formazione difettosa, che il testo impietosamente rivela [il testo della petizione è goffo, involuto e di scarsa correttezza morfosintattica, NdR]..."
"Una dirigente scolastica [Laura Biancato, NdR] aderisce alla petizione e avanza numerose critiche alla prova scritta di italiano, ricordando che la vetusta struttura dell'esame risale al 1923... e gli insegnanti ne sono i primi responsabili"
"Oggi per trovare un lavoro, dichiara, occorre saper usare bene il linguaggio dei social, e saper scrivere una lettera motivazionale. La scuola non accoglie più solo certe categoria di studenti, è ormai di massa... la dirigente auspica non solo un mantenimento della discriminazione gentiliana tra licei che aprono la strada all'università e scuole tecniche professionali di avviamento al lavoro... per le classi subalterni, ma mira a un appiattimento generale sui livelli più bassi, a un sapere sempre più acritico, tecnicizzato e asservito ai diktat dell'economia"
"L'attacco alla scuola pubblica italiana e al diritto costituzionale all'istruzione, che solo apre l'accesso all'ascensore sociale, si rinnova"

herman il lattoniere ha scritto:Riporto alcuni passaggi significativi

Il primo contributo è l'editoriale di Giulia Soccorsi, LOGOPEDISTA

"Venire a conoscenza di una petizione per abolire le prove scritte ha destato in me, logopedista, alcune domande" "Scrivere è un atto creativo, per realizzare il quale, bisogna coniugare competenze visuo-grafo-motorie con contenuti del pensiero"
"La scrittura, a differenza del linguaggio articolato, viene appresa, non acquisita naturalmente dal bambino... e necessita di grande esercitazione e tempi lunghi... Imparare a scrivere è un percorso lungo e complesso che richiede molto allenamento, cui è necessario dedicarsi già dall'asilo nido e dalla scuola dell'infanzia, facendo sperimentare ai bambini gesti, manipolazioni e movimenti che serviranno, più avanti, a coordinare l'occhio con la mano e il pensiero. Dove queste esperienze risultano mancanti, in particolare nella scuola primaria, le difficoltà che ne seguono possono possono sfociare nei disturbi specifici dell'apprendimento".
"Attualmente i dati rilevano la presenza di una diagnosi di DSA nel 3,2% della popolazione scolastica (scuola pubblica)... Ma ci sono davvero così tanti alunni con disturbi di apprendimento fin dalla scuola primaria? O non stiamo piuttosto assistendo a un processo di medicalizzazione dei bambini che "restano indietro" negli apprendimenti perché si intravede, nel perseguire la strada dell'assistenza sanitaria, un accessibile supporto alla pluri-depauperata istituzione scolastica?"
"Di fronte alle prime difficoltà di acquisizione della scrittura sarebbe opportuno non arrendersi, cedendo alla facile soluzione di sostituire il gesto visuo-grafico-motorio con un dispositivo digitale, ma insistere, affinché questi alunni non perdano la possibilità di tracciare linee su foglio, esprimendo autonomamente il loro pensiero, portatori di una calligrafia originale"
"Come auspicato il 7 ottobre scorso dagli esperti durante il convegno 2021 dell'Associazione italiana disgrafie ("scrivere ancora a mano nel terzo millennio") prima di inserire questi bambini e ragazzi in un circuito sanitario abilitativo, con approfondimenti diagnostici ed eventuale diagnosi, bisognerebbe consentire loro di affrontare un periodo di potenziamento didattico-pedagogico, allo scopo di favorire l'inclusione scolastica e ridurre i falsi positivi con il progredire dell'età"
"gli insegnanti italiani... da decenni affrontano la dequalificazione della scuola pubblica. In ambito didattico-pedagogico è ormai assodata l'importanza della relazione nel processo di insegnamento-apprendimento... E compito di noi adulti mettere in condizione bambini e ragazzi di poter affrontare le prove della vita nel modo più adeguato possibile, fin dalla tenera età"

Noemi Ghetti "Il diritto di saper scrivere"
"... una petizione di studenti chiede al ministro Bianchi la soppressione delle prove scritte, per continuare con la prassi sperimentata durante l'emergenza pandemica: un maxi colloqui orale sulla base di una tesina elaborata dallo studente"
"La petizione ha superato le 25mila firme... lo spettro della fatidica prima prova preoccupa gli studenti più del solito a causa della formazione difettosa, che il testo impietosamente rivela [il testo della petizione è goffo, involuto e di scarsa correttezza morfosintattica, NdR]..."
"Una dirigente scolastica [Laura Biancato, NdR] aderisce alla petizione e avanza numerose critiche alla prova scritta di italiano, ricordando che la vetusta struttura dell'esame risale al 1923... e gli insegnanti ne sono i primi responsabili"
"Oggi per trovare un lavoro, dichiara, occorre saper usare bene il linguaggio dei social, e saper scrivere una lettera motivazionale. La scuola non accoglie più solo certe categoria di studenti, è ormai di massa... la dirigente auspica non solo un mantenimento della discriminazione gentiliana tra licei che aprono la strada all'università e scuole tecniche professionali di avviamento al lavoro... per le classi subalterni, ma mira a un appiattimento generale sui livelli più bassi, a un sapere sempre più acritico, tecnicizzato e asservito ai diktat dell'economia"
"L'attacco alla scuola pubblica italiana e al diritto costituzionale all'istruzione, che solo apre l'accesso all'ascensore sociale, si rinnova"

I miei alunni di quinta sono già convinti che non ci sarà la prova scritta di italiano e non fanno quasi mai gli esercizi di analisi di testi che regolarmente io assegno. Oggi mi hanno trionfalmente annunciato che un collega di materie tecniche gli ha detto che l'esame sarà sicuramente una sciocchezza, e quindi non credono che valga la pena di darsi da fare. Questo è quanto.

Invece io ho sentito dire, ad un alunno del quinto anno, che non vede l'ora di andare in dad. Con tutto quello che consegue.

Ah sì certo. Una alunna ha detto che a breve ci sarà la quarta ondata, la dad e di conseguenza l'esame semplificato.

baustelle ha scritto:I miei alunni di quinta sono già convinti che non ci sarà la prova scritta di italiano e non fanno quasi mai gli esercizi di analisi di testi che regolarmente io assegno. Oggi mi hanno trionfalmente annunciato che un collega di materie tecniche gli ha detto che l'esame sarà sicuramente una sciocchezza, e quindi non credono che valga la pena di darsi da fare. Questo è quanto.

A dirla tutta il docente di materie tecniche ha probabilmente ragione ... per le materie tecniche: la probabilità che ci sia una "seconda prova" è residuale.
Non sarei così sicuro che non ci sia neanche la prima; mi risulta che contro l'eliminazione del tema si siano alzate molte voci.

PS stiamo parlando di uomini e donne maggiorenni, grandi abbastanza per fare i sindaci di Roma; a loro spiego che la scuola e gli sforzi che devono profondere, non servono per fare bella figura all'esame ma per prepararsi alla vita.
Gli uomini e le donne che non capiscono questo semplice concetto evidentemente non meritano la Scuola; insegnare a loro equivale a gettare le perle ai porci, quindi chi se ne frega se crogiolandosi sul fatto che l'esame sarà una pagliacciata decideranno di non studiare e finiranno per non imparare, tanto persone così cosa potrebbero imparare se non a ripetere a pappagallo cose che poi dimenticherebbero in poche settimane ?

baustelle ha scritto:Ah sì certo. Una alunna ha detto che a breve ci sarà la quarta ondata, la dad e di conseguenza l'esame semplificato.

Possibile se morirà tanta gente; speriamo che si sbagli ma soprattutto speriamo che non muoia nessuno nella mia famiglia e che se la "studentessa" deve per forza essere accontentata che sia la sua famiglia a farlo.

stringiamciacoorte ha scritto:

baustelle ha scritto:Ah sì certo. Una alunna ha detto che a breve ci sarà la quarta ondata, la dad e di conseguenza l'esame semplificato.

Possibile se morirà tanta gente; speriamo che si sbagli ma soprattutto speriamo che non muoia nessuno nella mia famiglia e che se la "studentessa" deve per forza essere accontentata che sia la sua famiglia a farlo.

..poi la quarta la quinta la sesta la settima ecc..
Sono più intelligenti di noi su certe cose,gli studenti .hanno capito che il giochino del virulino del vaccino ormai fa parte dell nostra esistenza a tempo indeterminato

stringiamciacoorte ha scritto:

baustelle ha scritto:I miei alunni di quinta sono già convinti che non ci sarà la prova scritta di italiano e non fanno quasi mai gli esercizi di analisi di testi che regolarmente io assegno. Oggi mi hanno trionfalmente annunciato che un collega di materie tecniche gli ha detto che l'esame sarà sicuramente una sciocchezza, e quindi non credono che valga la pena di darsi da fare. Questo è quanto.

A dirla tutta il docente di materie tecniche ha probabilmente ragione ... per le materie tecniche: la probabilità che ci sia una "seconda prova" è residuale.
Non sarei così sicuro che non ci sia neanche la prima; mi risulta che contro l'eliminazione del tema si siano alzate molte voci.

PS stiamo parlando di uomini e donne maggiorenni, grandi abbastanza per fare i sindaci di Roma; a loro spiego che la scuola e gli sforzi che devono profondere, non servono per fare bella figura all'esame ma per prepararsi alla vita.
Gli uomini e le donne che non capiscono questo semplice concetto evidentemente non meritano la Scuola; insegnare a loro equivale a gettare le perle ai porci, quindi chi se ne frega se crogiolandosi sul fatto che l'esame sarà una pagliacciata decideranno di non studiare e finiranno per non imparare, tanto persone così cosa potrebbero imparare se non a ripetere a pappagallo cose che poi dimenticherebbero in poche settimane ?

Non che io la prenda come un'offesa, figurati. Però non è neanche un granché gratificante insegnare così. Confesso che ultimamente fatico a trovare un senso nel lavoro e se potessi mi prenderei volentieri una pausa.

baustelle ha scritto:Non che io la prenda come un'offesa, figurati. Però non è neanche un granché gratificante insegnare così. Confesso che ultimamente fatico a trovare un senso nel lavoro e se potessi mi prenderei volentieri una pausa.

Insegno in un liceo che non è il "migliore" di Torino ma è certamente in buona posizione; nelle mie classi ci sono sempre un paio di "eccellenze" (io questa parola la userei con più parsimonia ma ormai mi adeguo) e comunque un buon quarto di materiale umano apprezzabile; io insegno a loro.

Porsi obiettivi raggiungibili permette di conservare l'autostima e preserva dal burnout.

PS ieri in una conferenza sulla didattica della matematica ci facevano notare che le indicazioni nazionali prevedono quasi gli stessi obiettivi per gli scientifici e per il liceo delle scienze umane; ho chiesto se ritengono la cosa ragionevole e se ritengono possibile perseguire gli stessi obiettivi per persone tanto diverse, se la "stoffa" non conti davvero nulla; mi hanno risposto che le richieste sono quelle e che ci dobbiamo provare.
Il mio pensiero è stato "fottiti".

comunque, per scrivere bene, servirebbe pure che leggessero altrettanto bene. Non le pietre dei marciapiedi, però, e neppure l'equivalente di una ricerchina su google, o wikipedia. O una parte di testo che devono copiaincollare.
Lettura con il tempo dovuto, e tanta. Questo aiuterebbe, se proprio la scuola va a pezzi. Ma ormai la lettura si intende solo quella della ricerca di un paio di parole da usare in un testo di 3000...

Veramente io insegno italiano e quindi nelle mie ore devono leggere Leopardi, Verga, Pirandello e via dicendo. Poi glieli chiedo (intendo i testi, non solo la vita o il pensiero) e se non ne sanno discutere adeguatamente peggio per loro.

Ma poi che significa leggere le pietre dei marciapiedi?

franco71 ha scritto:Invece io ho sentito dire, ad un alunno del quinto anno, che non vede l'ora di andare in dad. Con tutto quello che consegue.

Sulla dad generalizzata credo rimarrà deluso. L' anno scorso Il dogma azzolliniano, acriticamente accolto dai colleghi aperturisti ( altrimenti che dogma sarebbe?) ha fortemente ridotto il ricorso alla Dad. E' possibile invece che la " maturità pandemica" vada a regime, un po' come le 5 sostituzioni nelle competizioni calcistiche.

Baustelle,
Mi pare di ricordare che tu lavori alle superiori, e certamente per leggere bene, io neppure intendo leggere gli autori che citi o altri. Chiaramente, a quell'età, se non hanno già acquisito una certa predisposizione alla corretta esposizione di un determinato argomento, non dico che con l'allenamento in classe non si possa migliorare (appunto per quello hanno bisogno dell'insegnante), questo è pacifico, ma di certo non intendevo riferirmi solo alla lettura in classe, e finalizzata all'acquisizione guidata di determinate abilità.

Intendevo piuttosto dire che già da piccoli, più o meno all'età della primaria, la lettura aiuta moltissimo, se pensata come abitudine e come utilizzo parziale del tempo libero. Dunque a quella età non mi aspetto che leggano Leopardi o Verga, ma letture anche adatte all'età, e da fare a casa, non come compito per scuola.
In questo senso dicevo che aiuterebbe molto, nonostante la scuola che poi si ritrovano a frequentare.
Non nego l'importanza di altre attività del tempo libero, ma se ci fosse anche quella di dedicare un pò di spazio alla lettura, se ne gioverebbero di sicuro. Ovviamente, dipende anche dalle abitudini che si hanno in famiglia, oltre alla predisposizione personale.

stringiamciacoorte ha scritto:

baustelle ha scritto:Ah sì certo. Una alunna ha detto che a breve ci sarà la quarta ondata, la dad e di conseguenza l'esame semplificato.

Possibile se morirà tanta gente; speriamo che si sbagli ma soprattutto speriamo che non muoia nessuno nella mia famiglia e che se la "studentessa" deve per forza essere accontentata che sia la sua famiglia a farlo.

Ci vorrebbe un disastro ancora peggiore di quello che si abbatté sull' Italia nello scorso autunno- inverno.In mancanza di un' ulteriore mutazione del virus che buchi davvero i vaccini, questa mi sembra un' eventualità quasi remota.

sembra che ci siano forumisti che non vedono l'ora di mandare in vacca i 3d parlando di virus.
Negli articoli citati la pandemia e la conseguente DAD sono solo il pretesto usato da un gruppo di studenti per chiedere l'abolizione tout-court degli scritti alla maturità. Una richiesta che, come dimostra l'entusiasmo e il malcelato classismo della Bianconi, va assolutamente nella direzione sostenuta da Bianchi e dal mainstream di una scuola per livelli sociali, asservita ai bisogni del mondo economico, che si occupi principalmente di addestrare ai lavori più dequalificati la massa degli studenti, deprivandoli via via di competenze di basi come la capacità di lettura, di scrittura e dell'esercizio del pensiero critico, mentre riserva tali prelibatezze didattiche a un ceto privilegiato che costituirà la futura classe dirigente.
Inoltre nella prima parte c'è l'intervento della logopedista che mette in guardia dall'eliminazione della letto-scrittura per gli alunni con sospetta diagnosi di DSA.

balanzone21 ha scritto:

stringiamciacoorte ha scritto:

baustelle ha scritto:Ah sì certo. Una alunna ha detto che a breve ci sarà la quarta ondata, la dad e di conseguenza l'esame semplificato.

Possibile se morirà tanta gente; speriamo che si sbagli ma soprattutto speriamo che non muoia nessuno nella mia famiglia e che se la "studentessa" deve per forza essere accontentata che sia la sua famiglia a farlo.

Ci vorrebbe un disastro ancora peggiore di quello che si abbatté  sull' Italia nello scorso autunno- inverno.In mancanza di un' ulteriore mutazione del virus  che buchi davvero i vaccini,  questa mi sembra  un' eventualità  quasi remota.

Ti riferisci alle alluvioni autunnali? Anche quest anno sono arrivate

baustelle ha scritto:

stringiamciacoorte ha scritto:

baustelle ha scritto:I miei alunni di quinta sono già convinti che non ci sarà la prova scritta di italiano e non fanno quasi mai gli esercizi di analisi di testi che regolarmente io assegno. Oggi mi hanno trionfalmente annunciato che un collega di materie tecniche gli ha detto che l'esame sarà sicuramente una sciocchezza, e quindi non credono che valga la pena di darsi da fare. Questo è quanto.

A dirla tutta il docente di materie tecniche ha probabilmente ragione ... per le materie tecniche: la probabilità che ci sia una "seconda prova" è residuale.
Non sarei così sicuro che non ci sia neanche la prima; mi risulta che contro l'eliminazione del tema si siano alzate molte voci.

PS stiamo parlando di uomini e donne maggiorenni, grandi abbastanza per fare i sindaci di Roma; a loro spiego che la scuola e gli sforzi che devono profondere, non servono per fare bella figura all'esame ma per prepararsi alla vita.
Gli uomini e le donne che non capiscono questo semplice concetto evidentemente non meritano la Scuola; insegnare a loro equivale a gettare le perle ai porci, quindi chi se ne frega se crogiolandosi sul fatto che l'esame sarà una pagliacciata decideranno di non studiare e finiranno per non imparare, tanto persone così cosa potrebbero imparare se non a ripetere a pappagallo cose che poi dimenticherebbero in poche settimane ?

Non che io la prenda come un'offesa, figurati. Però non è neanche un granché gratificante insegnare così. Confesso che ultimamente fatico a trovare un senso nel lavoro e se potessi mi prenderei volentieri una pausa.

Ti capisco , pero' la pausa dovrebbe essere piuttosto lunga dato che non prevedo un miglioramento in tempi brevi.

Chi può vivere di rendita o guadagnare 3.000 € al mese nel privato come ingegnere si metta in salvo da codesto bailamme. Se uno non e' timido e ha una certa abilità comunicativa, può monetizzare su YouTube. A parte i volti noti , ci sono dei bravi divulgatori che nel loro piccolo tentano inutilmente di arginare il rimbecillimento di massa.

Naturalmente non spererei di trovare una situazione diversa, se potessi concedermi un anno di stacco,  ma solo di recuperare un po' di energie positive.

Gattopardo1945 ha scritto:

balanzone21 ha scritto:

stringiamciacoorte ha scritto:

baustelle ha scritto:Ah sì certo. Una alunna ha detto che a breve ci sarà la quarta ondata, la dad e di conseguenza l'esame semplificato.

Possibile se morirà tanta gente; speriamo che si sbagli ma soprattutto speriamo che non muoia nessuno nella mia famiglia e che se la "studentessa" deve per forza essere accontentata che sia la sua famiglia a farlo.

Ci vorrebbe un disastro ancora peggiore di quello che si abbatté  sull' Italia nello scorso autunno- inverno.In mancanza di un' ulteriore mutazione del virus  che buchi davvero i vaccini,  questa mi sembra  un' eventualità  quasi remota.

Ti riferisci alle alluvioni autunnali? Anche quest anno sono arrivate

Facci meno lo spiritoso. Mi riferisco ad uno scenario dove si fa la non la Dad , ma la megadad , essendo rimasti pochi insegnanti in grado di lavorare.Per quanto io sia un pessimista, credo che non arriveremo a quel punto, nonostante l' inettitudine dei nostri peracottari , che ancora tergiversano sull' obbligo vaccinale, le terze dosi , il lockdown pei terrapiattisti come Lei . Purtroppo chi passa dalle perecotte alla stanza dei bottoni sa fare la faccia feroce solo con pusher, barbun , esodati , espatriati ultrasettantenni, insegnanti vincolati etc.

Sulla percezione dell'utenza, intesa in senso ampio, posso riportare dalle scuole medie un'esperienza in parte diversa.

Ormai gli effetti di due anni come quelli che abbiamo vissuto si fanno pesantemente sentire, e stanno enfatizzando, diciamocelo, carenze che già si riscontravano da tempo, e sicuramente la scrittura è stata una delle competenze più penalizzate.

Gli alunni arrivano dalle elementari con una ortografia sempre più incerta, con errori nuovi e imprevedibili, completamente fuori dal sistema ortografico dell'italiano (per capirci, l'altro giorno un ragazzino realmente brillante di prima ha scritto in un tema "musiCHA", che è diverso da confondere S/Z). Le maiuscole non esistono più.
I colleghi delle lingue straniere mi riportano enormi difficoltà nell'insegnare regole grammaticali in una seconda lingua a ragazzi che non le conoscono nella prima.
Normale che mancando un livello tanto di base, la sintassi sia quanto meno elementare, frasette col soggetto ripetuto, nemmeno sorrette da una punteggiatura accettabile.
E questo non riguarda solo ragazzini già poco brillanti, ma anche quelli bravi e in almeno un caso nella mia classe, anche le eccellenze, come non riguarda solo quelli provenienti da famiglie poco avvezze alla lettura (che sanno bene quanto l'ortografia sia un marcatore sociale!), dovremmo semmai notare come la livella sociale potrebbe in futuro farla questo nuovo analfabetismo di fatto.

Ho iniziato i colloqui con le famiglie sottolineando per tutti la situazione e mettendo in chiaro che la priorità quest'anno sarà la scrittura.
Non ho riscontrato assolutamente l'atteggiamento che mi raccontate dalla scuola superiore. Le famiglie, per la stragrande maggioranza e senza distinzioni di "casta" sono ben consapevoli e allarmate anche loro. Non fanno per nulla spallucce se i loro figli dodicenni fanno errori continui di ortografia, se non hanno una competenza di scrittura accettabile, e quindi non chiedono affatto che si soprassieda sullo scritto.
I miei alunni hanno spesso da scrivere a casa, il che comporta molto più tempo per i compiti al pomeriggio, eppure non registro alcuna lamentela. il problema è percepito e assolutamente non considerato secondario.

Se invece dovessi dire, vedo molti colleghi che hanno tirato i remi in barca, che insistono nei test a crocette, che continuano a valutare l'errore ortografico come secondario rispetto al contenuto, soprattutto che, di fronte al disastro, procedono come se nulla fosse con il programma salvaguardando ancora i contenuti sulla forma, come se contenuti corretti non avessero bisogno di essere sorretti da una forma adeguata.
E questo nonostante nell'ultimo dipartimento si siano concordate delle priorità di base e si sia condivisa la stessa analisi. La tentazione dell'evitamento è evidentemente forte... figuriamoci quale sia la situazione al di fuori del dipartimento di lettere: la condivisione dell'educazione linguistica tra tutte le discipline non passa!

Riguardo al tema dei DSA e del rapporto con la scrittura farei invece dei distinguo, tanto per riportare logopedisti ed esperti a quello che ci dicevano un tempo sul disturbo "specifico", che ormai trattano come "generico".
Il caso di disortografia, almeno quella grave, presenta enormi problemi non solo per il disturbo in sé, ma anche per la valutazione di una prova scritta. La letteratura vuole che non esista compromissione della sfera del contenuto, che l'ideazione del testo non subisca alcun condizionamento a causa del disturbo. Di nuovo si considerano forma e contenuto come sfere diverse che non si condizionano a vicenda, una cosa di cui neuropsichiatri e terapeuti sono pregiudizialmente convinti.
La mia esperienza è invece che la disortografia comprometta, e anche seriamente, la sfera dell'ideazione e organizzazione del contenuto. L'alunno disortografico costruisce testi elementari anche dal punto di vista del contenuto, se non li riduce all'indispensabile crea testi spesso poco coerenti dal punto di vista sintattico ma anche logico.
Lungi da me il suggerire anche in questi casi una dispensa, ma certo le belle parole sul dare la possibilità di attingere alla forma scritta a a tutti nascondono poi una difficoltà che è enorme per i ragazzi e che rappresenta un grosso problema per la valutazione. Pensare che si risolva scrivendo sul pdp che si valuterà il contenuto anzichè la forma non affronta correttamente il problema e anzi lo nasconde sotto al tappeto.

lucetta10 ha scritto:Il caso di disortografia, almeno quella grave, presenta enormi problemi non solo per il disturbo in sé, ma anche per la valutazione di una prova scritta. La letteratura vuole che non esista compromissione della sfera del contenuto, che l'ideazione del testo non subisca alcun condizionamento a causa del disturbo. Di nuovo si considerano forma e contenuto come sfere diverse che non si condizionano a vicenda, una cosa di cui neuropsichiatri e terapeuti sono pregiudizialmente convinti.
La mia esperienza è invece che la disortografia comprometta, e anche seriamente, la sfera dell'ideazione e organizzazione del contenuto. L'alunno disortografico costruisce testi elementari anche dal punto di vista del contenuto, se non li riduce all'indispensabile crea testi spesso poco coerenti dal punto di vista sintattico ma anche logico.

Sai bene che forse io sono disortografico, talvolta ho corretto qualche mio "..cha"; ti risulta che i miei scritti siano incomprensibili o di difficile comprensione ?
Quando trovi un ragazzo che scrive "cha" e che non si capisce quel che vuole dire, non è detto che sia SOLO disortografico, esistono infatti le comorbilità, ma soprattutto non è vero che i DSA siano più intelligenti degli altri, sono come gli altri e quindi esistono DSA intelligenti e DSA "borderline" (DSA disabili mentali no perchè se uno è disabile non gli viene riconosciuto il DSA).
Dunque è possibile che uno non abbia la testa per comunicare decentemente un pensiero (che magari di suo è già un pensiero senza capo nè coda) e che in aggiunta lo scriva in maniera "disortografica".

stringiamciacoorte ha scritto:

lucetta10 ha scritto:Il caso di disortografia, almeno quella grave, presenta enormi problemi non solo per il disturbo in sé, ma anche per la valutazione di una prova scritta. La letteratura vuole che non esista compromissione della sfera del contenuto, che l'ideazione del testo non subisca alcun condizionamento a causa del disturbo. Di nuovo si considerano forma e contenuto come sfere diverse che non si condizionano a vicenda, una cosa di cui neuropsichiatri e terapeuti sono pregiudizialmente convinti.
La mia esperienza è invece che la disortografia comprometta, e anche seriamente, la sfera dell'ideazione e organizzazione del contenuto. L'alunno disortografico costruisce testi elementari anche dal punto di vista del contenuto, se non li riduce all'indispensabile crea testi spesso poco coerenti dal punto di vista sintattico ma anche logico.

Sai bene che forse io sono disortografico, talvolta ho corretto qualche mio "..cha"; ti risulta che i miei scritti siano incomprensibili o di difficile comprensione ?
Quando trovi un ragazzo che scrive "cha" e che non si capisce quel che vuole dire, non è detto che sia SOLO disortografico, esistono infatti le comorbilità, ma soprattutto non è vero che i DSA siano più intelligenti degli altri, sono come gli altri e quindi esistono DSA intelligenti e DSA "borderline" (DSA disabili mentali no perchè se uno è disabile non gli viene riconosciuto il DSA).
Dunque è possibile che uno non abbia la testa per comunicare decentemente un pensiero (che magari di suo è già un pensiero senza capo nè coda) e che in aggiunta lo scriva in maniera "disortografica".

E infatti ci sono alunni come te, ma magari fossero tutti come te! Chi compensa da solo non arriva di solito neanche alla certificazione, chi ci rimane sono casi in cui lavorare e valutare è veramente difficilissimo.
Posso anche concordare che al di là di chi non discrimina il piano fonologico si possa pensare a qualcosa di diverso, ma non conta cosa noi intendiamo per disortografia ma cosa i neuropsichiatri considerino disortografia, e c'è tutto un mondo intorno!
Mettiamoci poi che non tutti i ragazzi disortografici hanno le stesse risorse proprie per affrontare il disturbo e raggiungono quindi risultati differenziati al di là del disturbo.

e in ogni caso, se si vuole preservare la scrittura ma soprattutto se si vuole, anche per questi casi complicati, permettere l'accesso a una modalità di scrittura che vada oltre "voglio bene a mamma", si deve investire sull'obiettivo seriamente superando la logica delle dispense. Non valutare il livello ortografico normalmente non risolve nulla... ovvio che poi, quando in prima media ancora le acquisizioni sono pochissime anche sul piano del contenuto e soprattutto della sintassi, e per esempio non si è speso tempo a insegnare una buona digitazione al pc (che a volte sarebbe di enorme utilità... come forse succede nel caso di avido...), ci si accontenti di un livello da terza elementare anche per quanto riguarda i contenuti.

Così come per i normoletti, far prevalere il piano del contenuto e supervalutare l'idea brillante rispetto al piano della forma o la congruità della risposta su quella dell'espressione (per esempio per i test a domanda aperta di qualunque disciplina), non garantisce una buona educazione linguistica.

Diritto di imparare a scrivere significa diritto di imparare a scrivere BENE, non come che sia, altrimenti è normale che ti arrivi quello che dice che piuttosto che fare una schifezza tanto vale non fare, DSA o non DSA

si hai ragione che la prassi delle dispense si sta rivelando disastrosa, anche perché nei fatti generalizzata.
In generale si ritiene l'errore di forma poco importante, quindi anche i "bravi" mi scrivono "accaio", "apposto", "la fotosintesi è quando", scordano le maiuscole e così via; ma ancora peggio capita ai figli di immigrati, che oltre a dover affrontare i problemi del bilinguismo, si trovano dalle elementari di fatto esonerati dall'ortografia e dalla grammatica in nome della falsa inclusione e del tanto conta il contenuto. Risultato: arrivano in prima media privi di un italiano scritto accettabile, non solo a livello ortografico, ma anche a livello morfosintattico.

Noi stiamo ricevendo diverse diagnosi, tra l'altro generalmente riconducibili al medesimo studio medico che, anche se non sono emersi problemi di nessun tipo nei ragazzi, invita a fare per ognuno un PDP come BES specificando di usare tutti i possibili mezzi compensativi e dispensativi.

saracinesca ti ricordo che le diagnosi devono essere emesse da enti certificati, non dal singolo studio medico, e che in una diagnosi sollecitare un pdp come bes, addirittura inserendo qualsiasi compensa&dispensa, è privo di qualsiasi valore legale ed e' assolutamente poco professionale.