autocertificazione dei servizi e ricostruzione carriera prima dell'anno di prova?

Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti, sono stata immessa in ruolo quest'anno ma farò l'anno di prova il prossimo perché sono in congedo parentale.Stamane mi hanno chiamato dalla segreteria: dicono che devo fare l'autocertificazione dei servizi con un apposito modulo da reperire presso qualche sindacato (qualcuno sa indicarmi dove scaricarlo?) utile anche per la ricostruzione di carriera. Ho risposto che io so va fatta dopo l'anno di prova; la segretaria ha gentilmente spiegato che almeno la dichiarazione dei servizi la devo fare entro un mese dall'immissione, lasciando sottintendere che sono in ritardo.
Io quando ho avuto la nomina dal provveditorato ho consegnato una autocertificazione dei servizi al provveditorato stesso, non ricordo se ne ho data copia anche alla scuola. Comunque non è un problema compilare un modulo...solo che mi sembra che a scuola abbiano le idee un po' confuse e volevo sapere se la procedura che stanno seguendo è corretta.

fradacla ha scritto:

giulia boffa ha scritto:se sei entrata in ruolo subito dopo, quel tfr devi averlo

con il ruolo sei in regime di tfs

Non è così, Giulia, il TFS è un regime che va ad esaurimento: riguarda solo il personale entrato in ruolo prima del 2000.
Tutti gli altri sono in regime di TFR, sia da precari che da assunti in ruolo, con la differenza che i primi lo percepiscono ogni volta che il rapporto di lavoro s'interrompe, gli altri quando vanno in pensione (o si dimettono).

fradacla, stabilito che c'è il regime duale tra tfr e tfs, ci spieghi per favore tutto per bene? perchè si parla di ripristino del tfs a partire dal 2011, quando sembra invece che non sia così? Grazie :-)

giulia boffa ha scritto:

fradacla, stabilito che c'è il regime duale tra tfr e tfs, ci spieghi per favore tutto per bene? perchè si parla di ripristino del tfs a partire dal 2011, quando sembra invece che non sia così? Grazie :-)

Cerco di riassumere per tappe, sperando di riuscire chiara. La sintesi non può essere estrema, però.

Situazione fino al 2010

1) Tutto il personale della scuola assunto in ruolo prima del 2000 godeva della cosiddetta buonuscita (TFS), calcolata e liquidata solo al momento della cessazione del servizio. Si trattava di un diritto, non quantificabile se non al momento di percepirla; tecnicamente rientrava nell'ambito delle misure previdenziali, come la pensione, perciò prevedeva un contributo a carico del lavoratore.
(I servizi preruolo non davano diritto al TFS, ma si potevano riscattare versando un contributo).
Il contributo era del 2,5% a carico dell'interessato e del 7,1% a carico dello Stato. Il calcolo era fatto sull'80% della retribuzione continuativa (compresa la 13° ed esclusa la RPD).
Le regole di calcolo per la liquidazione erano: 1/12 dell'ultima retribuzione percepita moltiplicato per gli anni utili (ruolo+eventuale preruolo riscattato). Il calcolo era sempre fatto sull'80% della retribuzione (compresa la 13° ed esclusa la RPD).

2) Il personale assunto a partire dal 2000 gode del cosiddetto TFR, tecnicamente "salario differito", cioé una parte della retribuzione spettante che viene accantonata e liquidata quando il rapporto di lavoro s'interrompe. (Il TFR viene infatti maturato anche con servizi preruolo, ma viene liquidato di volta in volta).
Le regole del TFR sono concettualmente diverse: l'accantonamento si ottiene dividendo la retribuzione annua (compresa 13° e RPD) per il coefficiente 13,5. Il calcolo è fatto sul 100% della retribuzione.
L'intero accantonamento dovrebbe essere a carico del datore di lavoro (lo Stato), ma in realtà
per il personale della scuola viene applicata una ritenuta del 2,5% a carico del lavoratore.
La somma accantonata viene rivalutata ogni anno di una percentuale fissa (1,5%) e di una percentuale variabile (il 75% dell'indice Istat) per salvaguardarne la tenuta rispetto all'inflazione.

Situazione dal 2011

3) La manovra Tremonti stabilì che dal 1 gennaio 2011 cambiassero le regole per il TFS, congelando il maturato pregresso e partendo con il nuovo calcolo per gli anni restanti fino alla cessazione del rapporto di lavoro. Il TFS manteneva il suo nome, ma assumeva (in parte) le regole del TFR.
Il Decreto non cambiava nulla per chi era già in regime di TFR.
Il TFS diventava un ibrido: l'accantonamento era calcolato sull'80% della retribuzione (senza RPD), mentre restava la ritenuta del 2,5%; le somme accantonate venivano rivalutate con le regole del TFR.
4) Sono cominciate quindi le proteste di chi sosteneva che fosse illegittima la ritenuta, visto che il TFR deve essere tutto a carico del datore di lavoro. La Corte Costituzionale si è pronunciata a favore di questa tesi e il Governo è corso ai ripari, ripristinando lo status quo.

Quindi, chi era in regime di TFS prima del 2011 continuerà ad avere la ritenuta del 2,5%, ma vedrà ritornare anche le preesistenti regole di calcolo della liquidazione.
La maggior parte di queste persone è ancora in servizio; per loro semplicemente si ripristinano regole che vedranno applicate in futuro.
Alcuni, però, sono andati in pensione o hanno dato le dimissioni dopo il 1 gennaio 2011: nel loro caso le nuove regole sono state già applicate, quindi l'Inpdap dovrà ricalcolare secondo le vecchie regole la parte di TFS relativa all'ultimo periodo, liquidando gli eventuali conguagli a credito e rinunciando al rimborso di eventuali conguagli a debito.

grazie