Sostegno, ma l'alunno e la famiglia non lo accettano

Già può sembrare un paradosso...solo in terza media l'alunno ottiene la certificazione come borderline cognitivo. Mi sono state assegnate 6 ore con lui. L'alunno è ripetente due volte, una alla primaria una in prima media, ma nonostante la segnalazione dei docenti da tre anni, la famiglia accetta di far vedere il ragazzino solo l'anno scorso e arriva la certificazione verso marzo 2013. Lo conosco da due anni in quanto sono stata insegnante disciplinare nei precedenti due e anche questo terzo anno gli insegnerò la mia materia curricolare oltre al sostegno per cui sono stata incaricata per queste ore, più altre sei nella stessa classe con un'altra alunna che ha il sostegno dalla primaria e che è contentissima del fatto che quest'anno sarò anche la "sua" insegnante. L'alunno invece rifiuta il sostegno, dice che non ne ha bisogno e la famiglia non è di supporto in quanto la madre non vuole che i compagni "sappiano"...insomma sono in difficoltà. Ho parlato con lui e gli ho spiegato che il mio ruolo è di aiuto, nelle materie che possono risultargli più ostili anche in vista dell'esame e che non sono una presenza di cui vergognarsi ma un'opportunità che invece molti compagni invidierebbero, che deve sentirsi fortunato ad avere una prof che già conosce da anni invece che un perfetto estraneo, oltretutto con cui ha sempre avuto un rapporto positivo in questi anni. Lui però si sente già più grande d'età rispetto agli altri e percepisco un disagio forte, oltretutto amplificato da questo fatto che la famiglia insiste che si tenga tutto nascosto. In classe cerco di aiutare un po' tutti giro tra i banchi e "fingo" di non esistere ma così non si può fare un lavoro mirato, mi sembra a volte di essere come una ladra se gli chiedo "hai capito tutto? Ti serve aiuto?" Chiedo un vostro parere. Sono in crisi. Ma la famiglia può dopo aver ottenuto una certificazione, eventualmente rinunciare all'insegnamento di sostegno per il figlio? Qualcuno si è trovato nella mia situazione? Grazie

mi trovo più o meno nella tua stessa situazione. i genitori non vogliono che l'alunno sappia. ma secondo me l'alunno si rende conto che non sa fare le stesse cose degli altri, per dirne una in seconda media scrive solo in stampatello e non sa eseguire una semplicissima addizione a due cifre. lui spesso mi chiede di sedersi vicino a me alla cattedra e così lo seguo da vicino, altre volte faccio sedere a fianco a lui un compagno serio di suo gradimento e gli chiedo di fargli eseguire un compito. il problema credo che sia più dei genitori che suo. quanto ai compagni, sanno, ma non perchè in classe ci sono io, ma perchè davanti a certe manifestazioni dell'anno passato sarebbe difficile non capire.

Confermo, il problema è dei genitori. Loro devono lavorare con il figlio. Hai mai pensato di chiamare e fare autorizzare un incontro? Io, in un'occasione l'ho fatto ed ha funzionato.