Laurea o diploma per insegnare alle medie

Per pura curiosità:
Fino a quale anno bastava il diploma di scuola superiore per insegnare arte e tecnologia alla scuola media?
Non parlo di itp quindi ma professori normali (ora la laurea è obbligatoria, in Accademia o Politecnico ecc...)

Non saprei........ sarei curioso anche io, non sapevo che  ex educazione artistica e ex educazione tecnica si potevano insegnare con il diploma.

Non sapevo nemmeno che in passato si poteva fare solo col diploma… credo comunque prima degli anni ‘90, io mi sono diplomata nel ‘96 e già ci voleva l’Accademia.

totò ha scritto:Non saprei........ sarei curioso anche io, non sapevo che  ex educazione artistica e ex educazione tecnica si potevano insegnare con il diploma.

Invece una volta era proprio così .

hypernova ha scritto:Non sapevo nemmeno che in passato si poteva fare solo col diploma… credo comunque prima degli anni ‘90, io mi sono diplomata nel ‘96 e già ci voleva l’Accademia.

ah certo..... penso forse negli anni 70/80.

Io ho fatto le scuole medie negli anni ‘70 e la mia insegnante di Applicazioni tecniche era diplomata, l’insegnante di Arte aveva fatto l’Accademia. Mia sorella ha fatto le medie 10 anni dopo aveva due architetti. Nel 1983 l’allora ministra Falcucci aveva emanato un’ordinanza nella quale diceva che gli insegnanti dovevano essere tutti laureati e c’erano mi pare 5 o 10 anni per mettersi in regola. Poi l’obbligo per chi era già di ruolo è slittato.

@melia ha scritto:Io ho fatto le scuole medie negli anni ‘70 e la mia insegnante di Applicazioni tecniche era diplomata, l’insegnante di Arte aveva fatto l’Accademia. Mia sorella ha fatto le medie 10 anni dopo aveva due architetti. Nel 1983 l’allora ministra Falcucci aveva emanato un’ordinanza nella quale diceva che gli insegnanti dovevano essere tutti laureati e c’erano mi pare 5 o 10 anni per mettersi in regola. Poi l’obbligo per chi era già di ruolo è slittato.

Io pure (sob)ho fatto le medie in quegli anni. Per insegnare applicazioni tecniche  bastava il diploma dell' istituto tecnico femminile. 

Non credo comunque  che i docenti  passati di ruolo senza  una laurea fossero obbligati a " mettersi in regola" entro un certo numero di anni. La cosa mi parrebbe strana, in quanto retroattiva.

"Non credo comunque  che i docenti  passati di ruolo senza  una laurea fossero obbligati a " mettersi in regola" entro un certo numero di anni. La cosa mi parrebbe strana, in quanto retroattiva."

Infatti non credo. Credo si sia andati ad esaurimento per i docenti ovviamente di ruolo. Chi c'era di ruolo è rimasto per i nuovi occorreva la laurea.

Non è vero, o comunque non per tutti i non laureati. La mia insegnante di arte del Liceo, entrata in ruolo con un concorso negli anni ‘70 non era laureata, tuttavia era stata ammessa al concorso, perché iscritta ad Architettura, e lo aveva superato. Ha insegnato fino a quando è stato possibile prorogare il conseguimento della laurea e poi è andata in pensione con il minimo.

totò ha scritto:ah certo..... penso forse negli anni 70/80.

Credo proprio negli anni ‘70. Io ho finito il Liceo Artistico nel ‘91 e l’Accademia di Belle Arti nel ‘96 (che al tempo era un diploma accademico, non ancora una laurea) mia madre era insegnante, e mi è stato detto che potevo mettermi in graduatoria solo dopo l’Accademia. I miei professori del Liceo Artistico avevano tutti Accademia di Belle Arti, Architettura o ISIA, già negli anni ‘80, alle medie non so.

Nel 2001 ho avuto due colleghi, vicino alla pensione, che lavoravano ancora con il solo diploma. Tecnica e sostegno (era di arte ma aveva fatto il corso per sostegno).

Anch'io non so esattamente l'anno in cui l'accesso alle due classi di concorso è stato possibile solo col titolo di laurea, ma credo sia avvenuto alla fine degli anni '70. Quello che riferisce @melia corrisponde.

Per quanto concerne la vecchia educazione artistica, il vecchio titolo di accademia - una sorta di via di mezzo tra diploma e laurea, aveva comunque a tutti gli effetti anni di corso, tipologia e numero di esami equiparabili ad una laurea quadriennale vecchio ordinamento, tanto è vero che dopo diverse lotte abbiamo ottenuto la piena equiparazione, nel 2001.
Un piccolo problema, in vista dell'insegnamento, consisteva per i diplomati/laureati in Accademia di Belle Arti, dover integrare l'anno mancante per chi aveva frequentato in precedenza il vecchio liceo artistico (era di soli 4 anni di corso e con materie differenti dall'Istituto d'Arte, già quinquennale).

Il problema maggiore restava ai diplomati dei vecchi tecnici (se geometri erano quelli che meglio ti "addestravano" al disegno tecnico) e, sopratutto, per tante professoresse di una vecchia classe di concorso che aveva una dicitura ottocentesca ancora valida sino agli anni '70, qualcosa tipo "applicazioni femminili", "esercitazioni domestiche", oggi appare surreale ma è vero... non ricordo esattamente la materia ma ne abbiamo già parlato in altre discussioni tempo fa.

Tanto è vero che molti di noi (io compreso) ricordavano la compresenza in Ed. Tecnica, durante le medie fatte negli anni '80 di due prof, di solito l'accoppiata era composta da un geometra uomo e una professoressa mai ben definita, rimasta per me misteriosa come ruolo e competenze, sino a quando, neolaureato, non ho approcciato il fantastico mondo delle classi di concorso, scoprendo l'arcano.

P.S.: Nel piano assunzioni della legge 107/2015 si poteva leggere di colleghe vicine alla pensione... neoassunte tramite la classe "dattilografia". Quando l'esaurimento di certe vecchie GaE, più che un miraggio era una realtà non più possibile, mancando da anni proprio la disciplina.

Or: Ciccio... Io liceo artistico di 4 anni e accademia in 4 anni! Ma mi sa che ho fatto in tempo a non dover integrare nulla (anche se poi l'anno integrativo lo avevo fatto per il mio piano B, la laurea in psicologia effettivamente mai poi nemmeno iniziata)

Cozza ha scritto:Or: Ciccio... Io liceo artistico di 4 anni e accademia in 4 anni! Ma mi sa che ho fatto in tempo a non dover integrare nulla (anche se poi l'anno integrativo lo avevo fatto per il mio piano B, la laurea in psicologia effettivamente mai poi nemmeno iniziata)

Confesso di non aver mai approfondito, perché ho il diploma di Istituto d'Arte. Si trattava di una cosa riferita da molti compagni di corso, confermata dal segretario d'Accademia di allora, e probabilmente riguardava semplicemente la possibilità di accedere a determinate classi di concorso delle superiori (le "progettazioni" di indirizzo nei vecchi Istituti d'Arte immagino).

Poi le due riforme ravvicinate, di Accademia e nuovi Licei, hanno definitivamente chiuso il discorso credo.

Per la questione più generale diploma e ruolo nella scuola... ricordo benissimo che proprio negli indirizzi artistici delle superiori, sino agli anni '90, c'erano vari docenti, non solo dei laboratori. In tutta Italia, per le diverse discipline che poi sono state soggette a riforma/adeguamento, saranno pochissimi attualmente. Ad occhio e croce, chi aveva conservato l'inserimento in graduatoria, iniziando a fare le prime supplenze non prima degli anni '90.

Le vecchie classi di concorso non le trovo più sul sito dell'attuale MI, però ho trovato online sta chicca:

https://www.regolaritàetrasparenzanellascuolarts.com/2016/12/lavori-donneschi-storia-di-una.html

Ora ricordo cosa mi fece ridere già all'epoca: "lavori donneschi" signori miei, mica cotiche con tanto di rispetto di genere!

[quote="Ciccio.8"]Anch'io non so esattamente l'anno in cui l'accesso alle due classi di concorso è stato possibile solo col titolo di laurea, ma credo sia avvenuto alla fine degli anni '70. Quello che riferisce @melia corrisponde.

Il problema maggiore restava ai diplomati dei vecchi tecnici (se geometri erano quelli che meglio ti "addestravano" al disegno tecnico) e, sopratutto, per tante professoresse di una vecchia classe di concorso che aveva una dicitura ottocentesca ancora valida sino agli anni '70, qualcosa tipo "applicazioni femminili", "esercitazioni domestiche", oggi appare surreale ma è vero... non ricordo esattamente la materia ma ne abbiamo già parlato in altre discussioni tempo fa.

Ricordi male.
Erano applicazioni tecniche per ambo i sessi e per insegnarle occorreva un diploma di istituto tecnico.
Spesso le docenti per le ragazze venivano dall’istituto tecnico femminile, che rilasciava diplomi di indirizzo generale, di economa dietista e di corrispondente in lingue estere.
Ricordo però che io, con diploma di perito chimico, ho fatto le mie prime supplenze nel ‘72/‘73 nella mia vecchia scuola media sia per le femmine che per i maschi.
Era la media unificata, non si facevano più i “lavori donneschi”, anche se le vecchie docenti di ruolo continuavano a far fare cucina, ricamo e riparazione del cavo del ferro da stiro.
La mia prof. no, parlava di progettazione e di materiali.

Annaangelaelvira ha scritto:

Ciccio.8 ha scritto:Anch'io non so esattamente l'anno in cui l'accesso alle due classi di concorso è stato possibile solo col titolo di laurea, ma credo sia avvenuto alla fine degli anni '70. Quello che riferisce @melia corrisponde.

Il problema maggiore restava ai diplomati dei vecchi tecnici (se geometri erano quelli che meglio ti "addestravano" al disegno tecnico) e, sopratutto, per tante professoresse di una vecchia classe di concorso che aveva una dicitura ottocentesca ancora valida sino agli anni '70, qualcosa tipo "applicazioni femminili", "esercitazioni domestiche", oggi appare surreale ma è vero... non ricordo esattamente la materia ma ne abbiamo già parlato in altre discussioni tempo fa.

Ricordi male.
Erano applicazioni tecniche per ambo i sessi e per insegnarle occorreva un diploma di istituto tecnico.
Spesso le docenti per le ragazze venivano dall’istituto tecnico femminile, che rilasciava diplomi di indirizzo generale, di economa dietista e di corrispondente in lingue estere.
Ricordo però che io, con diploma di perito chimico, ho fatto le mie prime supplenze nel ‘72/‘73 nella mia vecchia scuola media sia per le femmine che per i maschi.
Era la media unificata, non si facevano più i “lavori donneschi”, anche se le vecchie docenti di ruolo continuavano a far fare cucina, ricamo e riparazione del cavo del ferro da stiro.
La mia prof. no, parlava di progettazione e di materiali.

E cosa ci sarebbe di male a parlare di " lavori donneschi "?

Che, oltre ad essere termine desueto se non addirittura ridicolo, era materia istituita in epoca fascista, con tutti i risvolti implicati nel fatto, che compariva nelle pagelle di mia madre, classe 1929, e mia suocera, classe 1926.
E che oggi, a parte forse te, tutti gli uomini, al pari delle donne, sanno fare il bucato con la lavatrice, lavare un piatto, cambiare un pannolino, … ma non sono sicura che sappiano cambiare il cavo del ferro da stiro.

Sì, lo so che non si deve iniziare una frase con “che”.

Ah ecco... I due insegnanti di tecnologia alle medie li ho avuti anche io. Uomo e donna. Lui stava in cantina in falegnameria con i maschi e lei rimaneva in classe con le femmine. Però poi spesso i due gruppi di studenti si alternavano e anche noi ragazze abbaino fatto lavori in falegnameria mentre i compagni di classe facevano disegni tecnici

Annaangelaelvira ha scritto:Che, oltre ad essere termine desueto se non addirittura ridicolo, era materia istituita in epoca fascista, con tutti i risvolti implicati nel fatto, che compariva nelle pagelle di mia madre, classe 1929, e mia suocera, classe 1926.
E che oggi, a parte forse te, tutti gli uomini, al pari delle donne, sanno fare il bucato con la lavatrice, lavare un piatto, cambiare un pannolino, … ma non sono sicura che sappiano cambiare il cavo del ferro da stiro.

Sì, lo so che non si deve iniziare una frase con “che”.

Negli anni 20 ferri da stiro elettrici ce n erano pochini . Evidentemente la materia ha continuato ad essere insegnata anche negli anni d oro del boom economico..
Un mese fa fuori da scuola una collega mi ha chiesto di cambiarle la ruota,che aveva sfondato prendendo un marciapiede..in effetti andrebbero inseriti anche i " lavori maschieschi" nelle scuole a prevalenza femminile, per evitare simili accadimenti di chiaro stampo patriarcale

sono così affollati sti marciapiedi...specialmente la sera/notte, neanche fosse agosto...
ma sei partito per l'Irlanda, vedo.

p.s. ma come fate a ricordare se i vostri insegnanti delle medie avevano o no la laurea? booh, io no.

sempreconfusa1 ha scritto:p.s. ma come fate a ricordare se i vostri insegnanti delle medie avevano o no la laurea? booh, io no.

Io ricordo bene che la mia docente di musica aveva la "licenza di teoria musicale, solfeggio e teoria musicale", e basta.

@melia ha scritto:

(...) ordinanza nella quale diceva
che gli insegnanti dovevano essere tutti laureati (...)

anche io (ho circa la tua eta') ricordo cosi'

piu' in generale

http://itpscuola.altervista.org/blog/

segnalo due passaggi molto significativi
del lungo racconto degli insegnanti diplomati
(a me sembra tutto vero quello che e' raccontato)

[AID, Associazione Nazionale Insegnanti Diplomati;
come rappresentanza, era forte di almeno 1.000 iscritti,
soprattutto docenti diplomati di Steno e di dattilo,
oltre agli ITP, ed aveva sede a Roma]

... passano gli anni ...

[I prof laureati riuscivano ad utilizzare macchinari
che un tempo sarebbero stati loro di difficile utilizzo,
alcune materie avevano subito cambiamenti enormi in pochi anni
diventando obsolete; in particolare, l’ingresso del pc
in tutte le Scuole porto' ad un diverso uso di molti laboratori]

http://itpscuola.altervista.org/blog/tag/itp-story/

ricordo una scuola della provincia di ve
dove il laboratorio di informatica (attrezzato con windows 10)
aveva ancora sulla porta di ingresso [Aula di Dattilografia]

oltre a questo a me sembra di ricordare
che prima del 2000 al professionale (anche statale no CFP)
si poteva insegnare come docente unico
(teoria piu' pratica) anche soltanto col diploma
almeno le materie tecniche

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