la mia tirata sugli insegnanti di lettere

Bravi, bravissimi, per carità. Geniali, spesso. Inclusivi e, quando serve, sferzanti. Dovrei dire brave, bravissime, geniali, inclusive e sferzanti, in realtà, visto che nel 99% dei casi sono donne. Anche se alcuni aggettivi rimangono uguali.
Però.
Leggo i temi. Lo devo fare, la correzione degli scritti d'esame è collegiale. X viene onorato di un 10, ma il tema di Y è, a mio avviso, migliore, ma prende solo 9. Accade ogni anno, e spesso la differenza non è di un punto, ma di due, o tre. Il lettore a questo punto obietterà: tu chi sei per dirlo? Quali competenze hai per giudicare un tema? Nessuna, è vero, ma so leggere. E siccome so leggere faccio un'affermazione forte: gli insegnanti di italiano sono quelli che maggiormente alimentano l'effetto alone, l'effetto pigmalione e che praticano forme distorte di valutazione comparativa: "ma se a Genoveffa diamo 9, a Pietro che è "chiaramente" più bravo dobbiamo dare 10". Anche se Pietro ha fatto un tema modesto e Genoveffa un bel tema. "Ma Pietro ha studiato per tre anni". No, dammi retta: Pietro è un secchione, e ti ha portato la borsa. E Genoveffa, diciamoci la verità, ti è sempre stata sulle palle. Anche se non ce l'hai, le palle.
Va bene. Se l'esame di terza media deve essere una farsa, facciamoci i calcoletti. Evitiamo che salgano, evitiamo che scendano. Evitiamo che i colleghi possano impicciarsi nei temi degli alunni. Tutto si aggiusta, lo fanno anche "quelle" di matematica, per carità, ma là carta canta e più di tanto non puoi inventarti, se il risultato corretto è -2 e l'alunno ha scritto +17/24.
"L'elaborato affronta l'argomento proposto in maniera..." "chiara, approfondita e originale". "Chiara e approfondita" "adeguata" "abbastanza coerente". L'ha detto il registro elettronico. L'ha detto il dipartimento. Il ministro ha detto "Tipologia A"... "Tipologia B"... e poi la morte civile, la "Tipologia C": "sintesi e comprensione del testo". Perché è più importante tagliuzzare le parole e stringerle in metà dello spazio che esprimere un'idea. Foss'anche "forza Roma".
Il linguaggio è l'acqua in cui tutti noi nuotiamo. Ma spesso è il mare guardato dal finestrino dell'aereo.

Alla scuola media non avevo rivali, la classe era formata da quelli della frazione che non hanno voluto iscriversi alla scuola media facile, ma andare in quella più tosta e tra me e i miei compagni di classe c'era una bella distanza, quindi non posso dire niente. Al Liceo, invece, ringrazio il cielo di aver avuto commissari esterni che non si sono basati sull'effetto alone, ma hanno valutato le prove per quello che erano.

D’estate l’effetto alone e’ più’ frequente e anche più evidente.
Soprattutto sotto le ascelle!