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Messaggio Da Hoffnung2 Ven Mag 25, 2018 8:18 pm

Sto riflettendo su come cambia il rapporto con gli studenti quando si lavora da qualche anno nello stesso ordine di scuola. Mi piacerebbe confrontarmi con voi e avere qualche consiglio.

Ho iniziato con la formazione degli adulti, poi un anno alle superiori e ora sono alle medie da alcuni anni.
Passare dai 19enni agli 11enni è stato strano all'inizio e mi ha aiutato molto il fatto di essere mamma. Specifico che NON ho comportamenti coccolosi o confidenziali con gli studenti, ma sicuramente non sono di quelle che incutono paura. Insegnare lingue alle medie porta naturalmente ad accantonare un po' la grammatica e ad utilizzare metodi più comunicativi (role play, canzoni, web app...).
Quest'anno ho accettato un orario da paura su due scuole per riprendere 'i miei ragazzi' che avevo dalla prima, pur essendo precaria. Scelta personale, non pretendo assolutamente di essere ricambiata, anche se molti genitori sono stati felici.
Sento però che, pur trovandomi a mio agio con questa fascia d'età, pur avendo ingranato con una tipologia di programmazione molto diversa da quelle delle superiori, mi mancano la lingua commerciale, quella della letteratura, un confronto più maturo con gli studenti.
Alle medie ci sono tante problematiche da affrontare, che coinvolgono docenti e famiglie. Pur non volendo, durante i cdc entri nelle loro storie, te ne fai carico emotivamente, li vedi con occhio diverso.
Forse un annetto o uno spezzone alle superiori non mi farebbe male. Che ne pensate? Un po' ho timore di essere cambiata io, ne sono passati di anni da quando ero in azienda e partecipavo alle fiere di settore, trattavo in lingua ed ero solo target oriented.
Quest'anno ho frequentato il tfa sostegno. Mi ha dato molto, umanamente e dal punto di vista delle conoscenze, ma anche questo ha influito sul mio modo di essere. Sento di essere più efficace con gli alunni in difficoltà, ma allo stesso tempo ho perso terreno con quelli più turbolenti.
Molti colleghi delle medie mi avevano raccontato di questa possibile 'cristallizzazione' in un ordine di scuola, specialmente alle medie.

Vi chiedo: a voi è capitato? Come avete agito di conseguenza?
Spero non sia un post polemico, cerco solo un confronto tra colleghi.

Scusate se la sezione non è quella giusta, ma forse può rientrare nella riforma dell'anno sabbatico. All'estero lo fanno già, ogni tot di anni si dedicano, sempre per la scuola, ad altre attività.
Non è il mio caso, ma potrebbe essere una proposta per i colleghi prossimi alla pensione.

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Messaggio Da Hoffnung2 Sab Mag 26, 2018 11:38 pm

franco71 ha scritto:Personalmente ho avuto solo esperienze in un solo ordine di scuola (secondo grado) quindi tra le persone meno adatte a risponderti.
Provo però a fare qualche considerazione, forse mi troverò nella tua situazione.
Cambiare è sempre uno stimolo nel mondo del lavoro, spesso una necessità per non fossilizzarsi. Si possono trovare stimoli anche insegnando la stessa materia, nello stesso istituto semplicemente affrontando gli argomenti sotto prospettive nuove. Le ricerche sia in ambito tecnico/scientifico, umanistico e linguistico sono dei cantieri aperti, quindi per chi si aggiorna è normale trasmettere nuovi saperi anche ai ragazzi. Però credo che il modo di rinnovarsi sia molto soggettivo. Qui sul forum sento molto parlare di passaggi da sostegno a materia (appena si può) come fosse una fuga di massa cosi come il passare da gradi inferiore di scuola ad uno superiore. Tu scrivi di essere più efficace a lavorare con ragazzi in difficolta (sostegno) quindi sei per cosi dire in controtendenza rispetto a chi si trova a lavorare su materia. E' giusto che ognuno segua, banalmente, le proprie inclinazioni o l'inclinazione in quel momento dominante (potendo fare una scelta). Idem, se consideri un passaggio ad un grado superiore. Il tutto non tenendo conto della voce "stipendio" o  "sede più comoda".

Franco, ti ringrazio per avermi risposto.
In realtà il 'sentirmi più efficace' è riferito al pre corso sostegno, ma io amo insegnare la mia materia e credo che il corso, pur non fornendo la soluzione ad ogni situazione, mi tornerà utile ANCHE su materia, perché non dimentichiamoci che il disabile è anche alunno del docente di classe.
La cattedra mista, che ho sperimentato casualmente anche quest'anno è il top secondo me e ti mette continuamente in discussione (per cattedra mista intendo metà su materia e metà su sostegno). Secondo me nessuno dovrebbe lavorare su sostegno per troppi anni consecutivamente. Non è fisiologicamente sano. Occorrerebbe alternare a piacimento, senza vincoli, nel rispetto di una certa continuità. Non sempre avere lo stesso insegnante o educatore per tutto il ciclo di studi è un bene.

L'aspetto sul quale vi invitavo a confrontarci è in realtà sulla tendenza a modulare la didattica in modo troppo accondiscendente su quel target di scuola, dopo alcuni anni.
Mi spiego meglio: approdata dai quinti tecnici alle medie, il primo anno li ho fatti lavorare a ritmi serratissimi,valutazioni oggettive, note al primo compito mancante. Me ne sono persa alcuni per strada probabilmente. Nei due anni successivi ho considerato maggiormente il percorso, ho chiuso un occhio sui compiti laddove c'erano situazioni familiari difficili, mi sono commossa per alcune storie personali, i genitori hanno iniziato a confidarsi maggiormente sui problemi dei figli, i ragazzi approfittavano dei 5 min prima dell'uscita per chiedere un consiglio o raccontarmi di un loro successo sportivo).
Non ho mai cercato la confidenza con loro e quindi su questo punto ho messo sempre dei paletti, ma umanamente il clima in classe è cambiato. Meglio? Peggio? Non so...
Forse è un fenomeno solo delle medie, forse sono particolarmente sensibile io, fatto sta che mi sto mettendo in discussione, come docente e come persona e mi chiedo: meglio ora o come qualche anno fa?

Mi raccontate le vostre esperienze? Vi siete mai posti queste domande.
A volte penso che due tfa mi abbiano davvero fatto male psicologicamente. ^-^

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Messaggio Da idro Lun Mag 28, 2018 9:48 pm

provo a risponderti anch'io , anche se non insegno lingue e per la tua materia penso ci siano dinamiche tipiche delle lingue. Io sono arrivato ad insegnare contemporaneamente a medie, liceo e Università. Passare da un bambino di 11 anni con evidenti problemi cognitivi allo studente liceale che "potrebbe fare di più" all'universitario alla seconda laurea che chiedeva moltissimo ai docenti in termini di competenza, devo dire che è stata dura ma è servito molto. Avevo solo 25 anni e l'energia di quell'età. Ora 13 anni dopo forse non ce la farei, ma penso che quelle esperienze mi siano servite moltissimo soprattutto per capire dove sto meglio. A me piace il triennio del liceo, soprattutto la quarta e la quinta. Con i ragazzini adolescenti di 12-13 ce la faccio ma ormai non mi attrae più la situazione. E onestamente nemmeno con gli universitari sento un gran feeling. A mio avviso quindi provare realtà diverse serve soprattutto per scoprire quale possa essere quella che amiamo di più. Poi ad un certo punto ci si può anche dire soddisfatti delle esperienze fatte e fermarsi in un contesto che sentiamo adatto a noi.

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Messaggio Da Bequadro Mar Mag 29, 2018 12:01 am

idro ha scritto: A mio avviso quindi provare realtà diverse serve soprattutto per scoprire quale possa essere quella che amiamo di più. Poi ad un certo punto ci si può anche dire soddisfatti delle esperienze fatte e fermarsi in un contesto che sentiamo adatto a noi.

Condivido questa idea.
Aggiungo un paio di riflessioni: cambiare ordine di scuola (potendo) aiuta a cambiare punto di vista e ad evitare di cadere nell'abitudine, insegnando sempre le stesse cose nello stesso modo. Aiuta anche a paragonare diversi stadi cognitivi, aiutandoti a calibrare meglio il tuo lavoro. Poi, però, deve esserci la passione, altrimenti questo lavoro diventa una tortura psicologica, allora ben vengano le scelte di elezione.

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Messaggio Da disorientata71 Ven Lug 06, 2018 4:38 pm

Ciao Hoffnung, ti rispondo solo adesso, ma voglio farlo perchè trovo il tuo spunto molto interessante. Concordo moltissimo su quello che dici, ossia sul rischio "di modulare la didattica in modo troppo accondiscendente su quel target di scuola, dopo alcuni anni".
Io ho lavorato alle elementari, poi alle medie, e adesso, da ormai 10 anni alle superiori. Sono cambi che ho cercato io, attivamente, anche accettando di allontanarmi (un po' da casa) per mettermi in gioco e cercare stimoli nuovi. E sono sempre andata "migliorando", nel senso che sono approdata al grado di scuola in cui mi trovo meglio. Sono convinta che conoscere e sperimentare alunni diversi e stili di insegnamento differenti mi abbia arricchito moltissimo; non ho fatto in tempo a fossilizzarmi alle elementari, e nemmeno alle medie, mentre invece nell'attuale scuola ho talvolta questa impressione: lo stesso rapporto con alcuni colleghi, l'approccio con la programmazione che si segue, la conoscenza ormai precisissima di certe dinamiche talvolta mi fa venire voglia di sparigliare le carte e di rimettermi in gioco in un'altra scuola, per provare a reinserirmi in un ambiente del tutto nuovo.
Ho anche sperimentato su di me quella che tu chiami la "tendenza a modulare la didattica in modo troppo accondiscendente su quel target di scuola". A volte guardo le verifiche che somministravo il primo anno che lavoravo in questo istituto e mi accorgo di avere abbassato le mie richieste; sono alunni diversi ma la tendenza pare essere questa e io per prima, dopo avere già provato sul campo certe verifiche e certe lezioni, so già che è inutile insistere sulla tal cosa o sulla tal altra e allora semplifico, puntando all'essenziale. So già (questo è deleterio) qual è la politica della scuola in termini di bocciature, ad esempio, o in termini di "Valutazione dei 5" e allora mi trovo a essere io per prima più accondiscendente. E questo non mi piace del tutto. Insomma, sono d'accordo con te quando dici che la scuola CI cambia: almeno nel mio caso è stato così, ma certamente mi ha cambiato in meglio nel momento in cui mi ha fatto sperimentare utenze di età diverse, didattiche di vario tipo, e mi ha aiutato a capire meglio cosa mi piace fare e con chi mi piace confrontarmi.
Adesso ad esempio, sentirei il desiderio di insegnare agli adulti...Ma non credo che riuscirò a trovare il modo. Però chissà, con tanti anni ancora prima della pensione, può darsi che qualcosa succeda :-)

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Messaggio Da herman il lattoniere Sab Lug 07, 2018 7:35 am

è vero si cambia, si cambia l'approccio, i criteri di valutazione, il rapporto con le classi; talvolta si diventa più "buoni", talaltra più bastardi; a volte si migliora, a volte si peggiora.
Con il passare degli anni si perde sicuramente un po' di freschezza, quell'approccio un po' ingenuo che spinge a sperimentare di più dal punto di vista didattico e a essere meno artefatti di fronte alle classi. Però, di contro, si acquisisce in esperienza. Le dinamiche psicologiche, le aspettative, la memoria di ciò che ha funzionato in un certo contesto e cosa no diventano una gabbia che non sempre aiuta a fare meglio.Sono dell'idea che per contemperare l'aspetto dell'esperienza con quello della freschezza sarebbe preferibile non rimanere fossilizzati in una scuola per troppo tempo, fosse pure quella sotto casa (preciso che ovviamente la scelta deve essere fatta dal docente e che non ci debba essere nessuna mobilità forzata). In ogni caso è necessario cercare sempre nuovi stimoli, altrimenti la motivazioni si esaurisce ed è la motivazione a fare la differenza tra un buon insegnante e uno che non lo è.

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Messaggio Da Cozza Dom Lug 08, 2018 6:31 pm

Concordo e non concordo...la mia unica certezza sta nel titolo del thread di hoff che trovo bellissimo.
Un buon docente gli stimoli li trova sulla via o se li cerca a forza.
La fossilizzazione per ora mi è sconosciuta, la presa di coscienza di avere finalmente una sede fissa da 5 anni mi ha rilassata sì ma non certo "spenta", anzi...mi trovo durante le vacanze a prendere accordi via chat con i colleghi che so di ritrovare a settembre per iniziare questo o quel nuovo progetto.
Concordo con chi definiva la cattedra mista materia+sos come la cattedra perfetta, l'ho provata e se poi il sostegno dovesse capitare in una delle classi dove si fa anche materia... sarebbe la quadratura del cerchio, testata sul campo, annata fantastica e molto produttiva.
Dissento invece su chi vede nel saltarellare tra ordini di scuola la soluzione antifossilizzazione: forse tra scuole diverse alle superiori sì, potrebbe essere una buona cosa (condizionale d'obbligo non avendo mai lavorato così). Ma tra elementari, medie e superiori i ragazzi, le metodologie, alcuni programmi e lo stesso approccio varia troppo per mischiare positivamente le carte in tavola. Lo vedo alle medie dove colleghi in arrivo dalle scuole superiori o dalle elementari hanno difficoltà incredibili anche solo nella gestione della classe...
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Messaggio Da michetta Dom Lug 08, 2018 7:28 pm

[quote="Cozza"]Concordo con chi definiva la cattedra mista materia+sos come la cattedra perfetta, l'ho provata e se poi il sostegno dovesse capitare in una delle classi dove si fa anche materia... sarebbe la quadratura del cerchio, testata sul campo, annata fantastica e molto produttiva.
quote]

io non l'ho mai provata, ma...quanto mi piacerebbe!
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Messaggio Da disorientata71 Gio Lug 12, 2018 11:35 pm

Volevo solo specificare una cosa a Cozza. Sul saltellare posso concordare con te. Per quello che mi riguarda io ho superato due concorsi e ho fatto un percorso lineare dalla scuola elementare,passando per le medie e arrivando alle superiori,senza salti all'indietro né saltelli vari. In questo mio personale cammino ho di certo sempre dovuto rivedere,adeguare, aggiustare e adattare la mia didattica,studiando e imparando moltissimo. E, credo,migliorando,nel senso che i problemi maggiori li ho trovati alle elementari. Lasciato quell'ordine di scuola, che non era evidentemente nelle mie corde, mi sono inserita con grande soddisfazione prima alle medie,di cui conservo ricordi carissimi,e poi alle superiori dove ho trovato il mio vero posto. Riconosco che esistono colleghi che hanno fatto il salto dalle elementari alle superiori e che hanno conservato un approccio non idoneo a un'utenza cosi diversa. Ma non siamo tutti cosi.

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Messaggio Da Cozza Ven Lug 13, 2018 1:18 pm

Anche io ho superato due concorsi per due differenti ordini di scuola ma ho poi concentrato la mia esperienza solo alle medie, un po' per non spalmare punteggio è un po' perché è proprio l'ambiente dove voglio lavorare. Non siamo tutti uguali, certo...ma il tocco...quel tocco lì se hai lavorato alle elementari... l'ho riconosciuto in ogni collega che aveva fatto quel passaggio (in un paio di casi era un tocco d'oro eh...un valore aggiunto). Ecco perché il saltellamento per testare sul campo lo vedo anche positivo, vediamo dove rendo meglio e dove sto meglio...ma poi vedo nella stabilità una buona base di partenza dalla quale puntare sempre più in alto.
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Messaggio Da luna7 Ven Lug 13, 2018 3:39 pm

Cozza ha scritto:Anche io ho superato due concorsi per due differenti ordini di scuola ma ho poi concentrato la mia esperienza solo alle medie, un po' per non spalmare punteggio è un po' perché è proprio l'ambiente dove voglio lavorare. Non siamo tutti uguali, certo...ma il tocco...quel tocco lì se hai lavorato alle elementari... l'ho riconosciuto in ogni collega che aveva fatto quel passaggio (in un paio di casi era un tocco d'oro eh...un valore aggiunto). Ecco perché il saltellamento per testare sul campo lo vedo anche positivo, vediamo dove rendo meglio e dove sto meglio...ma poi vedo nella stabilità una buona base di partenza dalla quale puntare sempre più in alto.

Mi piacerebbe che spiegassi cosa intendi nel " tocco " di chi ha lavorato alla primaria. ..perché non sempre i colleghi degli altri ordini ci valorizzano...anzi...

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Messaggio Da Cozza Ven Lug 13, 2018 6:51 pm

Caso positivo di tocco d'oro:
Collega di una certa età, verso la fine della carriera, conosciuta qualche anno prima che andasse in pensione. Aveva lavorato mi pare una decina di anni come maestra e poi era passata a lettere alle medie.
Aveva il modo di parlare da maestra, non con i colleghi eh... proprio con i ragazzi. All'inizio pareva quasi una scena surreale, avevamo quell'anno una classe difficilissima, pluribocciati, uno agli arresti domiciliari, un paio sicuramente spacciavano e gli altri come minimo fumavano tutti, di tutto. Lei era bassa quanto me, sul metro e mezzo, loro erano dei colossi selvaggi, istintivi e violenti. Lei li guardava da sotto in su e attaccava a parlar loro con la vocetta cantalenante...come se stesse dicendo in parallelo "sì lo so che potresti sgozzarmi da un momento all'altro però in fondo lo so che tu sei un bravo bambino casualmente alto 1.80...comportati bene ti racconto una favola..."
Parlava così con vocetta quasi in falsetto, spiegando b enissimo sia la sua materia sia le carenze, anche molto gravi, a livello didattico e disciplinare.
Ma lo sapeva fare, era fantastica e loro rimanevano spiazzati da questo mix di fatina delle fiabe, bionda, con gli occhietti a cuore...che diceva loro tutto quello che andava detto, cose sgradevoli comprese.
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Messaggio Da Cozza Ven Lug 13, 2018 7:23 pm

Caso negativo di tocco contrario:
Praticamente stesso comportamento che però faceva scaturire effetti opposti.
Intediamoci...colleghe differenti, personalità differenti, età però paragonabili, esperta anche questa collega che ti porto come caso negativo eh...
La vocetta fiabesca è sempre presente ma in questo caso invece che spiazzare...risultava quasi offensiva.
"Il bambino si è comportato male durante l'ora di storia"...no gioia mia...quel mezzo animale ha tirato il banco addosso a quell'altro mezzo animale che a sua volta gli aveva detto di tutto... Mentre tu, dolce fatina, raccontavi la storia, sì la tua storia, con aria trasognata arrivando ad un livello tale di sogno che manco hai visto la rissa agli ultimi banchi. Rissa dovuta anche alla gestione della classe che, pur presentando ragazzoni muscolosi, veniva costantemente trattata con tenero e comprensivo buonismo e dolci pacche figurate sui capini... La scuola media presenta forse uno dei momenti più difficili dell'età evolutiva: in qualche caso cervello da bambini ma guai a dirlo, aspettative da adulto ma incapacità a gestirne poi le conseguenze. Se li tratti da bambini sei morto ma se li tratti da adulti...ti e si uccidono tra loro. Probabilmente per mia sfortuna ho incontrato pochissimi tocchi d'oro in arrivo dalla primaria...certo in quei casi ho imparato tantissimo.
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Messaggio Da disorientata71 Mar Lug 17, 2018 4:06 pm

Mi sa che io quel tocco li non ce l'ho avuto...né nel bene né nel male. Primo,perché alle elementari sono stata pochi anni,secondo perché il mio problema è che non la sentivo come la mia collocazione lavorativa d'elezione. Ma quel tocco lì di cui parli l'ho visto anche io in alcune colleghe che poi sono passate tanto alle medie come alle superiori.   Io sono sempre stata un po'sbagliata come maestra...

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