chi non va in gita che fa?

Buongiorno a tutti. Nella mia scuola il dirigente ha pubblicato una circolare nella quale, a fronte della chiusura delle sede succursale per partecipazione delle classi ad un'uscita didattica, ricordava a chi non partecipava che sarebbe potuto venire a scuola nella sede centrale per assistere alle lezioni e conseguentemente il servizio dei docenti della succursale non coinvolti nell'uscita si sarebbe svolto nella sede centrale.
Una docente ha accusato il DS di abuso di potere. Io non credo che si incorra nell'abuso di potere, ma secondo me, se non si fosse comportato così, ci sarebbe stata una interruzione di servizio e si sarebbe leso il diritto allo studio dello studente che, per qualche ragione, non abbia usufruito o non abbia potuto usufruire dell'uscita.
La collega sostiene che se c'è un'uscita gli studenti devono stare a casa. Sorvolando sui commenti facili sulle motivazioni della collega, io non sono d'accordo e gliel'ho detto apertamente per ragioni costituzionali e normative. Ho ragione o torto? Voi che ne dite?

Secondo me hai ragione, chi non va in gita non necessariamente deve stare a casa, anzi ha il pieno diritto di imparare.

Confermo: i ragazzi che non partecipano al viaggio di istruzione hanno tutto il diritto di andare a scuola, anzi, devono essere segnati assenti se non lo fanno.

Sì, ne hanno diritto, anche se non mi sembra una cosa così utile a fini didattici aggregarsi ad altre classe per uno o due giorni (ma ciò non toglie che ne abbiano diritto). Comunque, come ogni anno io non ho partecipato a nessuna gita e auspicherei che venissero abolite; purtroppo i miei colleghi non la pensano così e io ho perso molte ore preziose.