Curiosità: orale e simulazione lezione

Ho letto che chi ha frequentato la ssis ha già sostenuto questo tipo di prova. Qualcuno potrebbe spiegarmela meglio?
Intendo dire, io quando faccio lezione sono in costante interazione con i miei alunni, parto e sviluppo la lezione dai loro stimoli, dalle loro ipotesi, dalle loro argomentazioni e deduzioni, oppure dai loro dubbi. Non ho mai fatto lezioni frontali "tradizionali". Come si fa a simulare l'interazione con studenti che in effetti non ci sono e non mi rispondono? Inoltre, io assegno sempre attività (a coppie o a gruppi) per verificare la comprensione dei contenuti. La mia materia è assolutamente interattiva (insegno inglese). Dunque, come funziona in pratica la simulazione?

Questa è una bella domanda.
Onestamente credo che questa storia (in questo momento un po' sottovalutata e ammantata della frizzantezza delle cose nuove) potrebbe diventare una farsa.

Una lezione non si simula. Si tiene e basta. Come correttamente rilevi si sono aspetti che possono solo smorfiare la realtà.
Lezione senza domande? Fatte agli allievi e dagli allievi? E che dire dei prerequisiti? Dovremo partire dal presupposto che sanno tutto e che posso tenere una lezione di livello? E questa è la realtà?

E chi giudicherà sarà un professorone universitario? Oppure un collega che sa che i ragazzi non sanno nemmeno le tabelline e la differenza tra un area e perimetro?

Come aleanto, credo anch'io che l'idea della "simulazione" si presti a diventare una farsa.
Ho fatto la Ssis e confermo che, nell'esame finale, dovevamo fare qualcosa di analogo: per lo scritto si "pescavano" 3 tracce, se ne sceglieva una e si doveva costruire sopra l'unità didattica, con i vari prerequisiti/obiettivi/tempi/modalità e strumenti etc etc. oltre, ovviamente, ad esporre per scritto il contenuto disciplinare della lezione o modulo o quel che era.
Il giorno dopo, all'orale, tra le altre cose, ci veniva chiesta ragione delle nostre scelte, del perché avessimo scelto determinati aspetti o strumenti etc.
Questa parte, a quanto ho capito, sarebbe la seconda mezz'ora di interrogazione.
Per il resto, l'idea di "simulare" una lezione mi fa pensare alla simulazione di "Harry ti presento Sally": come posso simulare qualcosa quando, dall'altra parte, non ho chi mi risponde e interagisce con me?! Sarebbe come simulare il famoso orgasmo o un concerto rock: chiunque abbia fatto anche solo una lezione o un intervento in pubblico sa che moltissimo dipende dall'utenza, dall'interazione, dalle domande.. anche dalla giornata, per certi versi ;-)
Pensare, inoltre, di essere giudicati da assonnati baroni universitari mi "affloscia" ulteriormente... sempre alla Ssis, durante gli esami disciplinari, uno dei suddetti prof. mi contestò lo scarso approfondimento di una tematica specificissima, che a scuola non si affronta nemmeno. Questi personaggi, preparatissimi (lui lo è) nella propria disciplina, non hanno mai messo piede in una classe di scuola superiore e, spesso, non hanno il senso della sproporzione che c'è tra il loro sapere "verticalista" (profondissimo in ambiti molto specifici) e le reali esigenze della scuola.
Amaramente, con un concorso "organizzato" in fretta e furia e con mille paroloni (per non parlare dei criteri di valutazione crediti, ma non voglio andare OT) temo che il rischio di tanti discorsi e poca sostanza si ripeta.
Simuleremo davanti agli sbadigli :-) ma, a questo punto, spero che potremo almeno far loro domande per sapere se hanno seguito! ;-)

Beh, l'impostazione che ne aveva dato la ssis mi pare corretta, perché fornisce al candidato la possibilità di dare prova delle proprie capacità, conoscenze e competenze (oltre a ciò che hai indicato tu, è possibile anche dare indicazioni su come affrontare l'argomento in caso di alunni H o DSA, di alunni non italofoni, le strategie di intervento, di recupero, di consolidamento, di verifica formativa e sommativa, ecc.)
Ma per come viene indicata la prova dal ministero... in questa mezz'ora di simulazione che si fa?

Ma infatti, io ti dico la mia: la Ssis, come idea, era buona.
Sono in una cdc sfigata, non era automatico entrare (ci presero in 25 su circa 210), è stata molto pesante nelle frequenze e nella mole di lavoro (tirocinio incluso), l'esame finale non era banale (a me uscirono tre tracce molto specifiche, altre erano più abbordabili)... poi, certo, aveva i suoi difetti, sia nell'utenza che nella gestione, ma l'idea di base era coerente con gli scopi, per lo meno.
Qui, come si dice da me "si voglion fare le nozze coi fichi secchi"... si rischia di avvantaggiare il semplice nozionismo perché, di fatto, l'unica lezione possibile di fronte a una platea muta, è quella cattedratica.
E sarebbe un peccato, perché non sempre chi sa moltissimo, lo sa insegnare.
Secondo me, se vengono confermati questi criteri, sarebbe giusto pretendere almeno l'attrezzatura necessaria: proiettore ppt, lim, distribuzione fotocopie, schemi, mappe... "io lavoro così, se no vai a sentire una conferenza!"

sistermidnight ha scritto:Ma infatti, io ti dico la mia: la Ssis, come idea, era buona.
Sono in una cdc sfigata, non era automatico entrare (ci presero in 25 su circa 210), è stata molto pesante nelle frequenze e nella mole di lavoro (tirocinio incluso), l'esame finale non era banale (a me uscirono tre tracce molto specifiche, altre erano più abbordabili)... poi, certo, aveva i suoi difetti, sia nell'utenza che nella gestione, ma l'idea di base era coerente con gli scopi, per lo meno.
Qui, come si dice da me "si voglion fare le nozze coi fichi secchi"... si rischia di avvantaggiare il semplice nozionismo perché, di fatto, l'unica lezione possibile di fronte a una platea muta, è quella cattedratica.
E sarebbe un peccato, perché non sempre chi sa moltissimo, lo sa insegnare.
Secondo me, se vengono confermati questi criteri, sarebbe giusto pretendere almeno l'attrezzatura necessaria: proiettore ppt, lim, distribuzione fotocopie, schemi, mappe... "io lavoro così, se no vai a sentire una conferenza!"

E che dire degli appunti?
Io me li porto tra le altre cose per gli esercizi. Li ho già svolti così non perdo tempo con i calcoli da calcolatrice.

ombre ha scritto: è possibile anche dare indicazioni su come affrontare l'argomento in caso di alunni H o DSA, di alunni non italofoni, le strategie di intervento, di recupero, di consolidamento, di verifica formativa e sommativa

mi sembrerebbe giusto e anche interessante! lavorando sul sostegno non sai quanto mi sembri fondamentale valutare anche questi aspetti... ho trovato (accanto a persone molto competenti e disponibili al confronto) insegnanti (d'inglese e non) completamente ignoranti sulle problematiche specifiche dei DSA, con i quali è stata veramente dura stabilie strategie d'intervento. Una volta, in aula insegnanti, due colleghe discutevano su cosa significasse "DSA". Una delle due ha illuminato l'altra: "dirigente scolastico amministrativo!" :-D

aleanto ha scritto: E che dire degli appunti?
Io me li porto tra le altre cose per gli esercizi. Li ho già svolti così non perdo tempo con i calcoli da calcolatrice.

non siamo macchine... nell'area scientifica poi, snelliscono i procendimenti. ma anch'io (storia e filosofia/sosegno) li uso, soprattutto schemi per non ripetermi ed essere sicura che la visione globale dell'argomento non si perda.

anche a me l'idea di simulare una lezione davanti a un pubblico di prof universitari dà i brividi

già alla ssis avevo rilevato uno scollamento totale dalla realtà nei prof che avrebbero dovuto insegnarmi a insegnare

era gente che a scuola probabilmente non ci ha mai messo piede, e non aveva idea della realtà concreta che ci troviamo in classe

pretendevano che facessimo unità di apprendimento su cose che manco all'università si fanno
alla fine, capito l'andazzo, li assecondavo (come si fa coi matti) con lo scopo di prendere il massimo dei voti
e così è stato: ho fatto una simulazione su argomenti e con tempistiche ecc assolutamente irrealizzabili a scuola
E LO SAPEVO

ecco, temo che succederà qualcosa di simile
e che verrà valutata meglio la simulazione più roboante e circense
ricordo che all'epoca della ssis tutti erano in fissa con gli strumenti multimediali: bastava inserire qualcosa di multimediale nella presunta lezione ed erano felici e contenti

sistermidnight ha scritto:

ombre ha scritto: è possibile anche dare indicazioni su come affrontare l'argomento in caso di alunni H o DSA, di alunni non italofoni, le strategie di intervento, di recupero, di consolidamento, di verifica formativa e sommativa

mi sembrerebbe giusto e anche interessante! lavorando sul sostegno non sai quanto mi sembri fondamentale valutare anche questi aspetti... ho trovato (accanto a persone molto competenti e disponibili al confronto) insegnanti (d'inglese e non) completamente ignoranti sulle problematiche specifiche dei DSA, con i quali è stata veramente dura stabilie strategie d'intervento. Una volta, in aula insegnanti, due colleghe discutevano su cosa significasse "DSA". Una delle due ha illuminato l'altra: "dirigente scolastico amministrativo!" :-D

Ti prego, dimmi che non è vero...

oggi sono stata agli scrutini della mia classe dell'anno scorso

ad oggi il coordinatore di classe NON sa chi è l'alunno col sostegno
ad oggi è convinto che sia l'alunna sbagliata

io non avevo parole

mystika ha scritto:

ecco, temo che succederà qualcosa di simile
e che verrà valutata meglio la simulazione più roboante e circense
ricordo che all'epoca della ssis tutti erano in fissa con gli strumenti multimediali: bastava inserire qualcosa di multimediale nella presunta lezione ed erano felici e contenti

Senza considerare che io spesso lavoro in scuole dove forse forse riesci a far vedere una videocassetta (ve le ricordate?), di LIM non ho ancora avuto la possibilità di utilizzarne, e spesso l'aula di informatica o non funziona, o non funzionano i cd sui computer, oppure devi fare la conta di quanti computer vanno e quanti ragazzi puoi mettere su unico pc.
Mah, io la posso anche preparare una lezione "con effetti speciali" strabilianti e all'avanguardia: ma che senso ha?

non ne ha, per l'appunto

ma dobbiamo fingere che ne abbia e stupirli con effetti speciali

che frustrazione

mystika ha scritto:oggi sono stata agli scrutini della mia classe dell'anno scorso

ad oggi il coordinatore di classe NON sa chi è l'alunno col sostegno
ad oggi è convinto che sia l'alunna sbagliata

io non avevo parole

Non sarebbero forse queste le cose da cambiare, anzichè far rifare per l'ennesima volta a noi test su test che abbiamo già ampiamente superato nel corso della nostra carriera di precari? Ma chi fra noi precari degli ultimi dieci anni non sa "cosa" sia un DSA, chi non si è specializzato o ha fatto corsi post laurea sulle problematiche degli alunni H? Per favore...

ombre ha scritto: Ti prego, dimmi che non è vero...

è vero, è vero!!! io le guardai costernata e una si corresse: " ah, sì... dev'essere quella roba dei dislessici!" :-/
secondo me, se davvero volessero vedere che insegnanti siamo, dovrebbero stare in classe con noi un mesetto.. forse se ne farebbero un'idea!

io sono, per natura, ipercritica, in primo luogo con me stessa. il mio primo incarico sono state 18h sulla materia (oggi sarebbe un sogno!): ogni sera mi autoflagellavo su tutto quello che non aveva funzionato in classe. Poi lavori sul sostegno e vedi alcui curriculari bravissimi, davvero... e altri che.. beh... insomma... potrebbero anche farsi una sana autocritica.