crisi di panico

una mia carissima amica e collega ha avuto un incarico annuale a cento km da dove vive praticamente è già la seconda volta che a metà tragitto deve fermarsi con l'auto perché colpita da violente crisi di panico che le impediscono di proseguire il viaggio ,mi raccontava che arriva a scuola e non fa altro che pensare al ritorno che già le manca il respiro come se da un momento all'atro dovesse morire cosa si fa in questi casi?

gio' ha scritto:una  mia carissima amica e collega ha avuto un incarico annuale  a cento km da dove vive praticamente è già la seconda volta che a metà tragitto deve fermarsi con l'auto perché colpita da violente crisi di panico che le impediscono di proseguire il viaggio ,mi raccontava che arriva a scuola e non fa altro che pensare al ritorno che già le manca il respiro come se da un momento all'atro dovesse morire cosa si fa in questi casi?

Le crisi di panico sono materia da medici, non da forum :-)
Detto razionalmente, si rinuncia all'idea di viaggiare per 200 km tutti i giorni (indipendentemente dal panico, un anno scolastico a 1000 km a settimana è da pazzi, anche considerando il costo del carburante) e si prende una stanza in affitto; se non si può per motivi di famiglia, è un bel problema.

...brutto a dirsi ma in questi casi...si cambia lavoro.

infatti ha bambini piccoli

Si cambia lavoro. I ragazzi non meritano una docente soggetta a crisi di vario genere.

Adesso sei un po' troppo severa. Non me intendo, ma penso che sia una malattia come un'altra e che si possa guarire. Concordo quindi con fradacla: quello che deve fare è rivolgersi al medico, che valuterà se farle un certificato di malattia e proporle una terapia o degli altri accertamenti.

miranda ha scritto:Si cambia lavoro. I ragazzi non meritano una docente soggetta a crisi di vario genere.

Una crisi di panico per il viaggio non vedo cosa abbia a che vedere con il momento didattico in classe. Proprio nell'altro post, sulle buone competenze del DS non precario, citavi le capacità di relazione tra DS e docente. Mi chiedo quale buona relazione ci possa essere tra un docente che momentaneamente sta male e un DS che gli dice chiaramente di cambiare lavoro.

miranda ha scritto:Si cambia lavoro. I ragazzi non meritano una docente soggetta a crisi di vario genere.

Qui Miranda mi meravigli un po'!!

Credo che non si possa chiedere ad un'insegnante che, magari per un carico di problemi troppo pesante, non riesce ad essere tranquilla nel fare tutti questi chilometri al giorno, di cambiare lavoro... Non siamo automi... siamo persone... Dovrà cercare una soluzione perchè le crisi di panico potrebbero essere pericolose per se stessa e per gli altri... Dovrebbe organizzarsi in modo diverso,non cambiare lavoro...

maryRO ha scritto:Credo che non si possa chiedere ad un'insegnante che, magari per un carico di problemi troppo pesante, non riesce ad essere tranquilla nel fare tutti questi chilometri al giorno, di cambiare lavoro... Non siamo automi... siamo persone... Dovrà cercare una soluzione perchè le crisi di panico potrebbero essere  pericolose per se stessa e per gli altri... Dovrebbe organizzarsi in modo diverso,non cambiare lavoro...

Il post introduttivo è alquanto ambiguo, nel senso che non riporta informazioni sul contesto in cui si sviluppano queste crisi di panico. Per questo motivo ho evitato finora di intervenire in questa discussione. Meglio tacere che sentenziare su cose di cui non si ha cognizione.

A parte questo, ti sentiresti di esprimere le stesse considerazioni a proposito di un poliziotto, di un pilota d'aereo, di un chirurgo, di un comandante di una nave da crocera, di un comandante di un sommergibile nucleare, e via dicendo?

Non credo di aver sentenziato... ho espresso la mia opinione... può darsi che sia un'ottima insegnante... non deve guidare un aereo... deve insegnare...

maryRO ha scritto:Non credo di aver sentenziato... ho espresso la mia opinione... può darsi che sia un'ottima insegnante... non deve guidare un aereo... deve insegnare...

Il "meglio tacere che sentenziare" era riferito a me, non a te! Non ho espresso considerazioni sul caso specifico perché non avendo cognizione ho preferito tacere.

A cosa si devono queste crisi di panico? Ci sono contesti specifici che le generano oppure sono del tutto casuali?
Nel primo caso è possibile che l'insegnamento sia compatibile: se il panico è generato ad esempio da uno stress associato alla guida, evito di mettermi al volante di un'auto e uso il mezzo pubblico oppure mi affido ad un compagno di viaggio, ecc.
Nel secondo caso la strada è tutta in salita: se il panico è invece una reazione emotiva generata da una generica pressione ambientale, l'insegnamento è un ambito poco indicato. Si può essere bravi insegnanti, ma non si può farsi prendere dal panico quando si devono gestire autonomamente gruppi di persone non adulte. Nelle dinamiche relazionali possono svilupparsi da un momento all'altro situazioni che degenerano e possono anche mettere a repentaglio l'incolumità fisica delle persone. Credo che Miranda si riferisse a questa eventualità e che il suo pensiero sia stato frainteso.

C'è la possibilità di curare questa patologia e ridimensionarla o renderla del tutto innocua? Allora è possibile intraprendere una via d'uscita, ma, come giustamente ha detto Fradacia, non è questa la sede in cui si possa trovare una soluzione efficace. Se poi questa possibilità non esiste, allora non posso che concordare con Miranda: forse è il caso di valutare l'ipotesi di cambiare mestiere, perché un giorno o l'altro potremmo trovarci nella condizione di dover affrontare dei drammi (e relativi sviluppi associati) a causa del coinvolgimento di terze persone, dal bambino all'adolescente.

due considerazioni rognose, rognosissime...
-ma economicamente conviene andare avanti e indietro per 100km al giorno? meglio affittare una stanza in zona evitando così strada, esborso economico e panico.
-considerazione rognosissima: siccome io penso sempre male, penso il peggio di chiunque (sì sono una persona pessima...), non è che fa parte della schiera del "accetto qualsiasi supplenza mal che vada poi c'è la malattia?"

ci son cose, situazioni, rogne che è possibile sistemare...ma ad altre è impossibile trovare alternative (un po' come se decidessi di fare la fotomodella per biancheria intima...con il mio fisico. trovatemela voi la...soluzione...;))

tellina ha scritto:
-ma economicamente conviene andare avanti e indietro per 100km al giorno? meglio affittare una stanza in zona evitando così strada, esborso economico e panico.

Siamo ai limiti della convenienza economica, ma nel mondo del precariato della scuola l'accettazione di un incarico è spesso determinata anche da criteri non strettamente economici. Un esempio: qualche anno fa ho avuto un collega che doveva macinarsi la bellezza di 340 km per una supplenza di 4 ore la settimana concentrate in un giorno. Sicuramente ci rimetteva e a maggior ragione non poteva certo permettersi di affittare una stanza. Perché l'ha fatto? Perché in alternativa avrebbe dovuto mettere una croce sopra al punteggio di un anno di servizio. Ho conosciuto anche altri colleghi che si sono trovati in condizioni simili, anche se non sempre così estreme come dover coprire una distanza di 80 o 100 km (sola andata) per fare tre ore la settimana spalmate in due giorni (totale 240-400 km la settimana).

Una distanza di 100 km per 18 ore la settimana è abbordabile, anche se hai dei costi non indifferenti. Nella mia regione è un contesto quasi ordinario: basta risiedere nell'hinterland di Cagliari ed è del tutto normale accettare incarichi in località del Sulcis o del Sarrabus o del Guspinese per macinarti quotidianamente distanze di 80-100 km. In queste situazioni si ricorre alla condivisione dell'auto, magari mettendo in conto l'ipotesi di farsi 4-5 ore in più la settimana per inserirsi in un turno macchina per almeno 3-4 giorni.

considerazione rognosissima: siccome io penso sempre male, penso il peggio di chiunque (sì sono una persona pessima...), non è che fa parte della schiera del "accetto qualsiasi supplenza mal che vada poi c'è la malattia?

Certamente ricorrono questi contesti, ma non facciamone l'ordinarietà. Per fortuna ci sono anche molti colleghi che non ricorrono a questi espedienti e probabilmente sono la stragrande maggioranza.

un po' come se decidessi di fare la fotomodella per biancheria intima...con il mio fisico. trovatemela voi la...soluzione...;))

1) cambia fisico: ci sono chirurghi plastici che fanno miracoli :-D
2) vai in Brasile, ti cerchi una schiavetta superfichissima che per 400 euro al mese ti fa da controfigura. Tu ti riposi, amministri le finanze e ti intaschi il resto.
3) stendi il prosciutto sugli occhi del resto dell'umanità

miranda ha scritto:Si cambia lavoro. I ragazzi non meritano una docente soggetta a crisi di vario genere.

Ma che risposta intelligente, 10 e lode alla dirigente, espertissima conoscitrice della psiche umana.
Si informi illustre dirigente, neppure il droghiere sotto casa mia avrebbe potuto dare una risposta tanto cattiva e qualunquista. Le crisi di panico non sono una patologia psichiatrica irreversibile grazie al cielo. Si chiama DAP, disturbo da attacco di panico ed e' curabilissimo, ma e' un disturbo, appunto e come tale va curato. Gli attacchi di panico vengono purtroppo spesso quando si guida e probabilmente sapendo di dover fare 100km in macchina la collega avverte ansia anticipatoria prima di mettersi alla guida nel ritorno verso casa. E' tipico del dap. Il medico sapra' informarla e suggerirle la cura generalmente ansiolitici specifici per il disturbo meglio se accompagnati da terapia cognitivo comportamentale o cmq psicoterapia specifica. Si metta in malattia visto che fino a prova contraria e' ancora un nostro diritto curarci e a breve stara' meglio. In bocca al lupo e niente paura, forza!!

solo ed esclusivamente durante il viaggio nel momento in cui arriva a scuola si placa tutto e si tranquillizza le crisi ritornano quando risale in macchina

APPUNTO, tipico del dap, rileggi cosa ho scritto sopra, anzi fallo leggere alla tua amica. Disturbo che va curato da cui de ne esce, ma non lo sottovaluti, ne parli al suo medico

boston ha centrato meglio degli altri il problema

Ho vissuto la stessa esperienza l'anno scorso: 60 km di autostrada per raggiungere la mia scuola e la cosa peggiore erano gli impegni collegiali che terminavano anche alle 20:00. arrivavo a scuola sudata dalla tensione (credo fosse una crisi di panico anche la mia), però ho portato a termine il mio incarico brillantemente e mai e poi mai ho pensato di cambiare lavoro, anche perché a 45 anni che cavolo di lavoro si può trovare???

miranda ha scritto:Si cambia lavoro. I ragazzi non meritano una docente soggetta a crisi di vario genere.

Sig.ra Miranda,
Lei mi delude! Ho letto molti suoi interventi e la credevo una persona di un'umanità straordinaria, ma mi sbagliavo!
Come si può suggerire ad un'insegnante (che pur di fare il suo lavoro è disposta a percorrere 100 km al giorno) di cambiare mestiere?
Se qualcuno, un giorno le proponesse di cambiare lavoro, perché i docenti non meritano un ds così disumano, Lei, come ci rimarrebbe?
Scusi dello sfogo, ma per una povera collega questo ed altro!

gio' ha scritto:una  mia carissima amica e collega ha avuto un incarico annuale  a cento km da dove vive praticamente è già la seconda volta che a metà tragitto deve fermarsi con l'auto perché colpita da violente crisi di panico che le impediscono di proseguire il viaggio ,mi raccontava che arriva a scuola e non fa altro che pensare al ritorno che già le manca il respiro come se da un momento all'atro dovesse morire cosa si fa in questi casi?

Ciao Gio,
consiglia alla tua amica di prendersi una stanza vicino alla scuola dove presta servizio. Ho fatto così anch'io, non avendo ottenuto AP interprovinciale. Credimi, alla fine si risparmia e ci si guadagna in salute.
In bocca al lupo!

poverina ci ha pensato ma l'utima bimba ha solo 1 anno e, Zorzi come dicevi prima la mia carissima amica ha affrontato negli anni passati itinerari ancor piu' lontani e credimi io che la conosco bene come una persona forte di carattere e ligia nel suo lavoro soffro per lei

Ma se ne esce!!!! L'ho detto prima, bisogna farsi curare. Deve andare dal medico e stare serena, ma deve curarsi

gio' ha scritto:poverina ci ha pensato ma l'utima bimba ha solo 1 anno e, Zorzi come dicevi prima la mia carissima amica ha affrontato negli anni passati itinerari ancor piu' lontani e credimi io che la conosco bene come una persona forte di carattere e ligia nel suo  lavoro soffro per lei  

C'è la possibilità di usare mezzi pubblici?
Oppure di viaggiare con altri colleghi?

Ovviamente in base a quello che dice boston sarebbe meglio la soluzione definitiva visto che c'è la possibilità di uscirne. Ma nel frattempo...

gio' ha scritto:poverina ci ha pensato ma l'utima bimba ha solo 1 anno e, Zorzi come dicevi prima la mia carissima amica ha affrontato negli anni passati itinerari ancor piu' lontani e credimi io che la conosco bene come una persona forte di carattere e ligia nel suo  lavoro soffro per lei  

scusami gio,
ma se aveva già affrontato itinerari ancora più lunghi, sapeva a cosa sarebbe andata in contro.
la tua amica, forse, avrebbe dovuto pazientare e limitarsi a fare supplenze invece di assumersi un impegno che sapeva di non essere in grado di affrontare.
non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!