Tristi considerazioni sull'indole umana: bocciature a preselettiva.

Promemoria primo messaggio :

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Nella lettera spiccano frasi del tenore

"mi chiedo su quali base dovrei mettermi a studiare…."

e

"Ne vale la pena spendere ancora soldi per comprare un testo su cui studiare?"

della serie: lo studio è uno spreco di tempo e di denaro.

Altra chicca che denota quanto profonda sia la conoscenza dei propri diritti e quanta determinazione si abbia a farli valere

"ho chiamato il sindacato ma non mi sanno dire nulla, voi che idea avete sull’esito del ricorso?".

Evidentemente non è chiaro a tutti che alla fine conterà solo il parere del giudice e che quest'ultimo, se è persona seria, definirà il proprio parere solo dopo aver ascoltato le parti.

Giusto ieri ho chiacchierato con un precario di A060 (scienze alle superiori) che lamentava di non essere passato alla preselettiva, perchè "non ho nè tempo nè voglia di esercitarmi alla settimana enigmistica".
Il test, lo abbiamo detto più volte, era sbilanciato a favore dei candidati con formazione scientifica; vuoi vedere che scienze alle superiori è una materia umanistica ?
Il collega non si è lasciato sfuggire l'occasione di dire che "chi lo ha passato ci è riuscito perchè ha imparato le risposte a memoria".

Se considerassi queste persone una minaccia urlerei di rabbia.
Simili concorrenti non credo abbiano le capacità di arrivare da nessuna parte, e questo commuta la rabbia in tristezza.

paniscus ha scritto:

Albith ha scritto:

Roberto_R ha scritto:

Albith ha scritto:Dalla bile al sangue... prossimo fluido corporeo coinvolto sarà quale?

Le lacrime

Stavo pensando a qualcosa di più escatologico...

Cioè, di apocalittico? Di millenaristico? Di relativo al "destino ultimo dell'essere umano"? : - )

E dai, 'sto scivolone da un fine linguista come te non me lo aspettavo proprio.

Credevo che quello relativo alle secrezioni corporee schifide fosse "SCATOLOGICO", senza E.

A meno che non ci sia un ulteriore doppio o triplo senso che non conosco, nel quale caso mi scuso umilmente e mi sto zitta.

Lisa

Infatti è un gioco di parole, ma dovete capire in che lingua esso funziona :-D

Senza googolare, rispondo a braccio e immagino che presumibilmente funzioni in spagnolo.

Forse anche in francese, ma non ne sono sicura...

paniscus ha scritto:In spagnolo, presumo.

Forse anche in francese, ma non ne sono sicura...

Bravissima! Infatti in spagnolo i due termini confluiscono foneticamente in uno solo, e quello proveniente dal greco skôr prevale nell'uso a quello proveniente da eschatos (per cui solo i filosofi lo usano nel senso che diamo anche noi più o meno comunemente, ma nel castigliano corrente viene sempre associato alla prima parola).

Qualcosa mi dice che sto per imparare qualcos'altro.

L'unica cosa che mi viene in mente è che in inglese eSCATologico significa ......

Roberto_R ha scritto: Ora capisco perchè comprare una vocale possa costare così tanto ! Può veramente fare la differenza !

ahahahahahahahah
quanto mi hai fatto ridere!!!
bellissima!
bravo, alleggerisci il clima, che ci vuole qua stiamo dando tutti di matto

Vorrei che tutti ci rendessimo conto che questo concorso comporta poste in gioco diverse, e che tutti siamo molto coinvolti emotivamente. Chi per passione, chi per esasperazione, chi per età, chi disperazione, chi per di tutto un po'... nessuno deve avere il diritto di giudicare le scelte altrui, il libero profesionista o il ricercatore universitario che tentano il concorso possono essere eccellenti o pessimi insegnanti tanto quanto chi insenga da precario da 15 anni.
ribadisco però che, per quanto sbagliato possa essere l'impianto del concorso (e trovo che lo sia, ma non voglio entrare nel merito), la forma concorso resta l'unica ammissibile per un posto statale.

E combinare insieme le due cose? Nel senso di "un destino di m*rd*" ?

Ok, vado a dormire...

L.

Sono arrivato tardi...sbagliando

Roberto_R ha scritto:Sono arrivato tardi...sbagliando

Beh, la paraetimologia stavolta ti ha condotto al senso proprio seppur per un percorso incongruo.

Non so però l'etimologia della parola inglese: come prestito dal greco mi sembra improbabile (sarebbe stato qualcosa come skor eventualmente), ma magari faccio qualche controllo ;-)

@paniscus

Sì, la fusione dei due termini mi venne già in mente mentre studiavo spagnolo anni fa... un po' come la fusione delle cdc (altro argomento caldo), davvero (e)scatologica, senza dubbio!

vavà ha scritto:Vorrei che tutti ci rendessimo conto che questo concorso comporta poste in gioco diverse, e che tutti siamo molto coinvolti emotivamente.

In realtà, per ciò che strettamente mi riguarda e senza ombra di polemica, dirò di non sentirmi minimamente coinvolta da questo concorso, né sul piano emotivo né su altri piani.
Come tutti i grandi rocciatori, lo faccio perché c'è. Ma - anche se a molti sarà difficile crederlo - da precaria mi trovo benissimo; anzi, il pensiero di poter vincere il concorso ed essere costretta a trascorrere il resto della mia vita in un'unica scuola e per di più italiana mi mette i brividi. Non credo che sopravviverei ad un simile appiattimento irrimediabile di prospettive. Però non si sa mai, è meglio non lasciare indietro nessuna occasione, quindi partecipo, pur senza sapere se l'eventuale vittoria sarebbe fonte di gratificazione o annichilimento.
Quello che mi fa spesso esplodere d'ira - rendendomi, di persona, incredibilmente simile all'immagine del mio avatar - non è certo il miraggio del posto fisso, che vedo anzi come il fumo negli occhi. E' invece la cialtroneria dei 9/10 del corpo insegnante di mia conoscenza, precario e non. Gente che non solo non ama la propria materia, ma non la conosce neppure; anzi, non possiede neppure le qualità intellettive minime per poterla un giorno conoscere; ma nonostante ciò accampa incredibilmente diritti a lavorare nella scuola invocando strani feticci. Ad esempio l'"esperienza sul campo" (leggi: anni e anni trascorsi a presentare, nell'ora di Storia, unità didattiche sulla vita dei dinosauri, anziché su quelle di Diocleziano e Carlo Magno, che sono troppo difficili da studiare), l'"empatia" (leggi: la capacità di farsi benvolere dagli allievi somari distribuendo sufficienze con la cornucopia), l'"osservazione" (leggi: lo stare in aula a guardare gli alunni in faccia invece di fare lezione), la "conoscenza psicologica degli allievi" (leggi: l'attitudine a farsi raccontare dai bambini i fatti privati di famiglia per poi andarli a spiattellare ai colleghi). Eccetera.
Sulla base di tutto ciò, non intendo affatto negare che il mio corpo sia ormai composto, in percentuale, più di bile che di acqua. Né che, ogni volta che posso, io tenda a smaltire volentieri i secreti biliari riversandoli sui propalatori di certi stucchevoli luoghi comuni. Ma il concorso e l'inutile posto di ruolo che sventola sotto i nostri nasi non ha assolutamente nulla a che fare col mio umore, credetemi.

totalrec ha scritto:Quello che mi fa spesso esplodere d'ira - rendendomi, di persona, incredibilmente simile all'immagine del mio avatar - non è certo il miraggio del posto fisso, che vedo anzi come il fumo negli occhi. E' invece la cialtroneria dei 9/10 del corpo insegnante di mia conoscenza, precario e non. Gente che non solo non ama la propria materia, ma non la conosce neppure; anzi, non possiede neppure le qualità intellettive minime per poterla un giorno conoscere;

Due colleghe al di sopra dei 50 anni di età, e di ruolo da almeno 20, entrambe finite a fare danni nella stessa classe:

- una insegna storia e filosofia e ha l'abitudine di annotare sul registro di classe le pagine da studiare, indicando tra parentesi un richiamo sull'argomento generale. Tipo: "paragrafi 4-9 (Romanticismo)" e simili. Da diverse settimane a questa parte la becco che scrive "HEGHEL" con l' H nel mezzo. La prima volta pensavo che nella fretta avesse chiesto di scriverlo a qualche studente, ma poi si è ripetuta tre o quattro volte.

- una insegna scienze naturali, e al cambio dell'ora ho beccato personalmente un suo schemino disegnato sulla lavagna, in cui si affermava che all'interno delle stelle c'è la "zona di trasporto RADIOATTIVO".

Ma cazzarola, se a me, in classe, capita sciaguratamente di sbagliare una citazione o un qualsiasi riferimento, o di dare una risposta su cui oggettivamente non sono sicura, appena esco di lì vado subito a controllare, e il giorno dopo arrivo immediatamente con la rettifica, sperticandomi di scuse davanti a tutti... e queste, da decenni rivogano le stesse identiche lezioni sempre uguali, senza mai rendersi conto di riprodurre anche gli stessi errori tanto grossolani?

Quello su cui non sono d'accordo è che questa gente sia la maggioranza, o addirittura, come affermato qui sopra, il 90%, questo proprio no. Ci sono (e NON ci dovrebbero stare), ma per fortuna sono di meno di quelli che si teme...

Lisa

totalrec,

a me, lungi dal darmi sui nervi, diverti, e non lo dico con superiorità o compassione, lo dico con schiettezza e condivido buona parte delle cose che dici.
e ti chiedo: ma se la pensi così perché non te ne vai? senza polemica, eh, per carita! io sono stata fuori 10 anni, è la migliore cosa che abbia fatto in vita mia e non mi ha impedito di fare ciò che desideravo fare, ossia insegnare, mi sono data da fare e ho vinto il concorso (A CATTEDRE) e insegnato nel paese in cui vivevo. Se fa (magari anche senza vincere il concorso, da precaria).
Personalmente metterei un anno all'estero obbligatorio, come prima si faceva il militare

vavà ha scritto:Personalmente metterei un anno all'estero obbligatorio, come prima si faceva il militare

In esilio.
Scherzi a parte, la fuga di cervelli c'è già così.
Una volta che costringi un cervello ad uscire di casa, dopo che si è adattato un anno, pensi veramente che torni ?
I cervelli che restano in Italia sono quelli dei mammoni, teniamoceli stretti.

paniscus ha scritto:- una insegna storia e filosofia e ha l'abitudine di annotare sul registro di classe le pagine da studiare, indicando tra parentesi un richiamo sull'argomento generale. Tipo: "paragrafi 4-9 (Romanticismo)" e simili. Da diverse settimane a questa parte la becco che scrive "HEGHEL" con l' H nel mezzo. La prima volta pensavo che nella fretta avesse chiesto di scriverlo a qualche studente, ma poi si è ripetuta tre o quattro volte.

- una insegna scienze naturali, e al cambio dell'ora ho beccato personalmente un suo schemino disegnato sulla lavagna, in cui si affermava che all'interno delle stelle c'è la "zona di trasporto RADIOATTIVO".

Ti intendi di destini ultimi, di schifezze, di lingue, di filosofi ed anche di astrofisica; sei proprio eclittica !

totalrec ha scritto:

Jo80 ha scritto:Noto un'illimitata fiducia in strumenti discutibili per verificare la complessità di competenze richiesta ad un docente.

Nessuna illimitata fiducia e nessun dubbio che gli strumenti di valutazione siano discutibili.
Mai visto, peraltro, strumenti di valutazione che non lo fossero, a nessun livello.
Ma considerata la fauna che gira per le scuole (fauna, non ho dubbi, straripante d'empatia...) una valutazione minima sulle capacità intellettive dei docenti, come quella operata dal test preselettivo, è una boccata d'aria fresca per la sottoscritta ed è sempre meglio che niente.
Del resto, se valutare la cultura di base oggettiva di un insegnante è cosa relativamente semplice (a volte basta dare un'occhiata a questo stesso forum per averne un'idea), con quali strumenti immaginifici credi che sarebbe possibile valutare qualità aleatorie come la mitologica "empatia"? Per di più nel corso di un esame che di certo non favorisce la rilassatezza e l'effusione di positive vibrazioni psichiche?

Citi sempre poche frasi di un discorso più articolato.
Non ho certo mai detto che l'empatia sia valutabile, anzi, ho più volte detto che tante qualità del docente non sono misurabili, ma che quelle misurabili devono essere valutate... ed è qui che casca l'asino. Due ore e mezza di tempo non sono sufficienti per valutare il complesso di competenze e conoscenze necessarie e allora: o si prevedeva una diversa impostazione della preselezione o un siffatto concorso proprio non va bene.
Se cito le chiacchiere pedagogiche è perchè noto una mancanza di coerenza nell'azione del ministero, mancanza di coerenza anche tra ciò che stiamo studiando adesso per le Avvertenze Generali e l'insieme delle prove che dobbiamo affrontare... probabilmente nella prova d'esame, se mi si presenteranno quesiti a cui non so rispondere, imposterò un tema libero su questa mancata coerenza, sarà un divertente esercizio retorico.

Ennesima beffa, ieri esce un abbozzo delle griglie di valutazione e cosa si scopre: che verrà valutata la "completezza"... la completezza?!? Ma la completezza non è di questo mondo, non può appartenere a nessun tema di nessuna disciplina, tanto più in 22 righe di risposta, ci può essere un grado più o meno alto di approfondimento ma le discipline sono fatte di ricerca e di esercizio della critica, possono esistere risposte adeguate ma non complete. Si può rispondere in maniera completa solo in riferimento ad un preciso libro di testo, a una precisa teoria, a qualcosa detto da altri. E poi l' "originalità", cosa vorrà mai dire? Originalità nell'impostare un percorso didattico, originalità nello scritto, originalità nelle soluzioni? O è una voce che riguarda solo le prove grafiche previste per alcune cdc? Mistero...

Sarà che, andando a scuola, faccio il mio lavoro e poco mi curo di giudicare gli altri, ma la "cialtroneria" dei colleghi è proprio qualcosa che non mi sfiora, al massimo può interessarmi quella degli alunni che sono costretta a valutare.
Facendo questo lavoro emerge, inevitabilmente, la nostra personalità, e di persone arrabbiate e insoddisfatte se ne incontrano parecchie, gente che ce l'ha con il mondo, dunque anche con i bambini e i ragazzi... ecco, costoro producono danni incalcolabili nel fare i docenti, non a caso dalle miriadi di insufficienze che riescono con grande soddisfazione a dare si capisce che la loro azione didattica è assolutamente inadeguata, anche nel far apprendere nozioni di base, perchè il rifiuto che producono nell'allievo si trasferisce ben presto dal docente alla disciplina insegnata.

E ti pareva che non si arrivasse anche lì... chi dà le insufficienze, è per forza lui a essere inadeguato.

Aspetto con fiducia l'ennesima riproposizione del principio che "la scuola che boccia boccia se stessa" o del "garantire a tutti il successo formativo", mi raccomando.

paniscus ha scritto:E ti pareva che non si arrivasse anche lì... chi dà le insufficienze, è per forza lui a essere inadeguato.

Aspetto con fiducia l'ennesima riproposizione del principio che "la scuola che boccia boccia se stessa" o del "garantire a tutti il successo formativo", mi raccomando.

"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana [...]" articolo 3 della Costituzione, se lavori nella scuola pubblica sei chiamato a garantire al figlio del laureato e al figlio dell'immigrato pari dignità e "successo formativo", sì.

Quando il successo formativo è solo di facciata ci beiamo che abbiamo spinto al meglio ma in realtà inganniamo noi docenti e anche gli alunni.

Bisogna anche accettare quando una battaglia è persa e al massimo si possono tamponare le ferite ai sopravvissuti o accompagnarli in una morte decorosa...

Jo80 ha scritto:

paniscus ha scritto:E ti pareva che non si arrivasse anche lì... chi dà le insufficienze, è per forza lui a essere inadeguato.

Aspetto con fiducia l'ennesima riproposizione del principio che "la scuola che boccia boccia se stessa" o del "garantire a tutti il successo formativo", mi raccomando.

"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana [...]" articolo 3 della Costituzione, se lavori nella scuola pubblica sei chiamato a garantire al figlio del laureato e al figlio dell'immigrato pari dignità e "successo formativo", sì.

E quando mai IO avrei fatto qualche riferimento a differenze tra il figlio dell'immigrato e quello del laureato?

Qua si era semplicemente parlato di "insegnanti che danno troppe insufficienze" e che quindi sarebbero per definizione inadeguati perché "non riescono a convincere" i ragazzi a interessarsi della loro materia. NON C'ERA nessun riferimento alle differenze sociali ed economiche tra questi studenti, i figli di laureati e figli di immigrati ce li hai voluti mettere tu.

Albith ha scritto:Quando il successo formativo è solo di facciata ci beiamo che abbiamo spinto al meglio ma in realtà inganniamo noi docenti e anche gli alunni.

Ma questo è ovvio, ci vuole onestà, ma ci vuole anche capacità di mettersi in discussione di fronte ad un insuccesso formativo, specie se riguarda molti allievi. Certo se si parte dal presupposto io sono "illigente e logico" e tutto il mondo della scuola dai docenti, agli alunni, al personale Ata è fatto di idioti, beh... mi pare difficile ci si possa mettere in discussione con simili premesse o avere quel minimo di capacità relazionali per sopravvivere degnamente in un lavoro che è tutto di relazione.

paniscus ha scritto:
NON C'ERA nessun riferimento alle differenze sociali ed economiche tra questi studenti, i figli di laureati e figli di immigrati ce li hai voluti mettere tu.

Ho voluto sottolineare uno dei Principi Fondamentali della nostra Costituzione visto che noi, Scuola Pubblica Italiana, siamo un'istituzione della Repubblica, e ho voluto specificare il fatto che siamo chiamati a garantire il successo formativo anche se non sempre riusciamo ad assolvere ai nostri compiti degnamente.

"L'ennesima riproposizione del principio" del successo formativo, sì, ho voluto riproporlo per ricordare che è un principio fondamentale, non chiacchiere, non modi di dire.

Ma che si sta a fare 'sto thread ancora aperto?

Gli scritti sono a momenti: non mi pare ci sia tutto 'sto tempo per recriminare.

Jo80 ha scritto:Due ore e mezza di tempo non sono sufficienti per valutare il complesso di competenze e conoscenze necessarie

A valutare tutto l'ambaradàn pseudo-psico-socio-meta-para-didattico che sembra essere il tuo diversivo preferito contro l'incompetenza non basterebbero neanche due anni e mezzo, allora. Cosa facciamo, un concorso che preveda tre anni di prove per ogni candidato?
E anche avendo a disposizione un paio di ere geologiche, vogliamo almeno scartare ab origine quelli che non sanno nemmeno distinguere un aggettivo da un avverbio oppure il concorso è aperto ecumenicamente a qualunque classe di vertebrati?

Jo80 ha scritto:Facendo questo lavoro emerge, inevitabilmente, la nostra personalità, e di persone arrabbiate e insoddisfatte se ne incontrano parecchie, gente che ce l'ha con il mondo, dunque anche con i bambini e i ragazzi... ecco, costoro producono danni incalcolabili nel fare i docenti, non a caso dalle miriadi di insufficienze che riescono con grande soddisfazione a dare si capisce che la loro azione didattica è assolutamente inadeguata, anche nel far apprendere nozioni di base

Consuete argomentazioni da manuale del perfetto rifrittore d'aria, quotidianamente contraddette dalla pratica d'insegnamento. Al di fuori del mondo dei sogni, sono proprio i docenti più severi, inflessibili e arrabbiati con la mediocrità del mondo a produrre i migliori risultati di apprendimento. Non perché siano arrabbiati, ovviamente, ma perché sono preparati; ed è la stessa preparazione che genera la maggior parte dei travasi di bile a chi si trovi a lavorare in quel centro di assistenza sociale per i non altrimenti abili al lavoro che è la scuola nazionale.

ok chiudiamo, il topic non ha più ragion d'essere