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Messaggio Da michetta Sab Mar 21, 2015 3:29 pm

Come da titolo..questo è il mio ragionamento riguardo alla situazione in cui, alla luce del DDL,  si trovano i  neospecializzati del I ciclo Tfa sostegno e in cui si troveranno i prossimi, considerando che il II sta partendo ora nei vari atenei italiani con le prime procedure di selezione.
E ‘ doverosa una premessa di ordine pratico: la modalità di formazione per il sostegno didattico prevista dal DM 249/2010 e dai successivi decreti del 2011, adottata già nel primo ciclo (a.a. 2013/2014) ormai terminato, ed ovviamente nei prossimi ,è davvero impegnativa (corsi, laboratori, esami), lunga (un anno) e costosa (varia a seconda delle università, ma siamo sui 3000 euro a cui aggiungere i costi per gli spostamenti e per chi è lontano anche il costo dell’alloggio nel mese di attività intensiva, tipo tutto il mese di luglio, da lunedì a venerdì, mattino e pomeriggio, con obbligo di frequenza).
Aggiungo un’ulteriore considerazione di carattere prettamente pragmatico: chi ha frequentato il I ciclo (io) così come coloro che si stanno apprestando alle attuali selezioni per entrare nel secondo, lo fa per vari motivi, il primo dei quali, non nascondiamoci, è la famosa chance in più, o “ancora di salvezza” che dir si voglia, che il sostegno offre ai docenti, specie a quelli precari che nella loro disciplina stentano a trovare solidità lavorativa. Ci sono anche coloro (una piccolissima parte, ma ci sono) che pur lavorando su discipline non certamente in crisi, affrontano un percorso davvero impegnativo (lontano per tempi e contenuti dai vecchi 400 e 800 ore)  al fine di acquisire maggiori competenze da spendere quotidianamente in classe, in nome di quel potenziamento inclusivo che è propugnato da direttive e documenti (nazionali e internazionali).
C’è poi un’altra (piccola) parte di insegnanti che intende specializzarsi per “vocazione”, tanto per utilizzare  un termine che ho letto più volte qui sul forum.
Fatta la premessa, intendo ora ragionare sulla spendibilità di questa specializzazione.
1) Data la chiusura delle gae, chi come me vi è già inserito, potrà inserire il “titolo” solo in elenco B e non avrà mai più la possibilità di inserirsi a pettine con il proprio punteggio, come invece è sempre stato e soprattutto lo era al momento delle normative che hanno istituito questi nuovi Tfa ed al momento in cui noi abbiamo iniziato e terminato il nostro percorso. Uno dei tanti diritti che gli insegnanti si sono visti modificare in corso d’opera.  C’è da considerare comunque che il mancato inserimento a pettine da una parte scontenta una parte di neo-specializzati che con il loro punteggio rientrerebbero certamente nei primi posti dell’elenco dal quale si attingerà ai prossimi ruoli; dall’altra acconteterà coloro che sperano che il numero dei ruoli che verranno dati non permetta lo scorrimento fino all’elenco B, lasciando loro la possibilità di essere chiamati dalla materia.
2) Chi è in gae e sta facendo ora le selezioni per entrare nel secondo ciclo Tfa sostegno (che terminerà certamente nel 2016), presumibilmente verrà assunto quest’anno su materia e cosa se ne farà della specializzazione sul sostegno, visto che entrerà nell’Albo dei curricolari? Sarà un semplice “titolo” da aggiungere al CV ad uso della chiamata diretta (a cadenza triennale) del DS o non sarà addirittura più dichiarabile?
3) Chi è ora nelle GI sappiamo che se vuole entrare a scuola dovrà fare il concorso. Chi si è specializzato quest’anno o lo farà nei prossimi anni, lo potrà utilizzare solo come titolo aggiuntivo nella relativa GM.  Ma in previsione di un ipotetico concorso nel 2016, avrebbe senso ancora prima di sapere se si riuscirà a superarlo, prendersi la specializzazione? Se partecipo al concorso e non risulto vincitore, avrò anche la delusione di avere speso un anno e tremila euro per niente.

A questo punto, mi chiedo: quanti avranno voglia, tempo, energie e soldi per frequentare in futuro il corso di specializzazione sapendo che forse non potranno mai utilizzarlo concretamente?

Temo che tutte le novità introdotte dal DDL, se rimanessero tali (e a questo punto ci credo), compresa la ventilata ipotesi del vincolo decennale o addirittura perenne, scoraggeranno il volersi specializzare sul sostegno.  Intendo dire, che secondo me, sempre meno insegnanti vorranno lavorare sul sostegno,  “svantaggioso” rispetto alla materia e poco spendibile.
Non è che gli insegnanti di sostegno diverranno una “razza estinta”?
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Messaggio Da dami Dom Mar 22, 2015 10:43 am

michetta ha scritto:Come da titolo..questo è il mio ragionamento riguardo alla situazione in cui, alla luce del DDL,  si trovano i  neospecializzati del I ciclo Tfa sostegno e in cui si troveranno i prossimi, considerando che il II sta partendo ora nei vari atenei italiani con le prime procedure di selezione.
E ‘ doverosa una premessa di ordine pratico: la modalità di formazione per il sostegno didattico prevista dal DM 249/2010 e dai successivi decreti del 2011, adottata già nel primo ciclo (a.a. 2013/2014) ormai terminato, ed ovviamente nei prossimi ,è davvero impegnativa (corsi, laboratori, esami), lunga (un anno) e costosa (varia a seconda delle università, ma siamo sui 3000 euro a cui aggiungere i costi per gli spostamenti e per chi è lontano anche il costo dell’alloggio nel mese di attività intensiva, tipo tutto il mese di luglio, da lunedì a venerdì, mattino e pomeriggio, con obbligo di frequenza).
Aggiungo un’ulteriore considerazione di carattere prettamente pragmatico: chi ha frequentato il I ciclo (io) così come coloro che si stanno apprestando alle attuali selezioni per entrare nel secondo, lo fa per vari motivi, il primo dei quali, non nascondiamoci, è la famosa chance in più, o “ancora di salvezza” che dir si voglia, che il sostegno offre ai docenti, specie a quelli precari che nella loro disciplina stentano a trovare solidità lavorativa. Ci sono anche coloro (una piccolissima parte, ma ci sono) che pur lavorando su discipline non certamente in crisi, affrontano un percorso davvero impegnativo (lontano per tempi e contenuti dai vecchi 400 e 800 ore)  al fine di acquisire maggiori competenze da spendere quotidianamente in classe, in nome di quel potenziamento inclusivo che è propugnato da direttive e documenti (nazionali e internazionali).
C’è poi un’altra (piccola) parte di insegnanti che intende specializzarsi per “vocazione”, tanto per utilizzare  un termine che ho letto più volte qui sul forum.
Fatta la premessa, intendo ora ragionare sulla spendibilità di questa specializzazione.
1) Data la chiusura delle gae, chi come me vi è già inserito, potrà inserire il “titolo” solo in elenco B e non avrà mai più la possibilità di inserirsi a pettine con il proprio punteggio, come invece è sempre stato e soprattutto lo era al momento delle normative che hanno istituito questi nuovi Tfa ed al momento in cui noi abbiamo iniziato e terminato il nostro percorso. Uno dei tanti diritti che gli insegnanti si sono visti modificare in corso d’opera.  C’è da considerare comunque che il mancato inserimento a pettine da una parte scontenta una parte di neo-specializzati che con il loro punteggio rientrerebbero certamente nei primi posti dell’elenco dal quale si attingerà ai prossimi ruoli; dall’altra acconteterà coloro che sperano che il numero dei ruoli che verranno dati non permetta lo scorrimento fino all’elenco B, lasciando loro la possibilità di essere chiamati dalla materia.
2) Chi è in gae e sta facendo ora le selezioni per entrare nel secondo ciclo Tfa sostegno (che terminerà certamente nel 2016), presumibilmente verrà assunto quest’anno su materia e cosa se ne farà della specializzazione sul sostegno, visto che entrerà nell’Albo dei curricolari? Sarà un semplice “titolo” da aggiungere al CV ad uso della chiamata diretta (a cadenza triennale) del DS o non sarà addirittura più dichiarabile?
3) Chi è ora nelle GI sappiamo che se vuole entrare a scuola dovrà fare il concorso. Chi si è specializzato quest’anno o lo farà nei prossimi anni, lo potrà utilizzare solo come titolo aggiuntivo nella relativa GM.  Ma in previsione di un ipotetico concorso nel 2016, avrebbe senso ancora prima di sapere se si riuscirà a superarlo, prendersi la specializzazione? Se partecipo al concorso e non risulto vincitore, avrò anche la delusione di avere speso un anno e tremila euro per niente.

A questo punto, mi chiedo: quanti avranno voglia, tempo, energie e soldi per frequentare in futuro il corso di specializzazione sapendo che forse non potranno mai utilizzarlo concretamente?

Temo che tutte le novità introdotte dal DDL, se rimanessero tali (e a questo punto ci credo), compresa la ventilata ipotesi del vincolo decennale o addirittura perenne, scoraggeranno il volersi specializzare sul sostegno.  Intendo dire, che secondo me, sempre meno insegnanti vorranno lavorare sul sostegno,  “svantaggioso” rispetto alla materia e poco spendibile.
Non è che gli insegnanti di sostegno diverranno una “razza estinta”?

Hai colto il concetto che per vari motivi la specializzazione su sostegno non "conviene" più prenderla...
Naturalmente se uno vuole fare proprio questo lavoro specifico deve prenderla.
Fra qualche anno, se passa la c. 2444, ci saranno concorsi separati per sostegno e materia.
Chi avrà la specializzazione la spenderà direttamente su concorsi specifici, quindi. Parliamo però di almeno tre anni di attesa per un concorso svolto nei nuovi termini.

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Messaggio Da michetta Dom Mar 22, 2015 10:53 am

Esatto, quanti saranno disposti a fare un simile (ed ipotetico) investimento?
Se ci metti i pensionamenti, è naturale che il nr. degli insegnanti di sostegno calerà sempre di più e non sarà più sufficiente a coprire il numero degli alunni/studenti.
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Messaggio Da Davide Dom Mar 22, 2015 8:56 pm

Ha senso se ti interessa come formazione professionale. Tenendo presente che non è scontato il fatto di passare le prove per essere ammessi ai corsi. Io posso anche essere interessato ma se non passo i test sono sempre al punto di partenza.
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Messaggio Da michetta Dom Mar 22, 2015 9:03 pm

Ha senso se ti interessa come formazione professionale

Una formazione professionale che dura un anno e costa 3000 euro con frequenza obbligatoria il venerdì pomeriggio (14.30-19.30), sabato intera giornata e luglio full time (sabato escluso), un tot di labratori, un tot di esami, un tirocinio diretto (non nelle tue classi), una relazione e una tesina, può attirare il docente curricolare che in ottica inclusiva vuole incrementare la propria professionalità? Non credo. Quanto ai test di selezione (3 prove) non sono semplici, bisogna prepararsi in modo specifico, lo dico per esperienza.
Avrebbe senso come formazione professionale se avesse un carattere più snello e veloce, sul genere ex 400 ore ssis, ma in questo caso si andrebbe contro l'interesse degli studenti e contro le prerogative previste dal DM che ha istituito le nuove modalità formative.
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Messaggio Da Davide Dom Mar 22, 2015 10:25 pm

A te non interessa, ad altri sì.
Se uno ha un interesse professionale lo fa.
Secondo me invece il corso ha proprio senso per il suo rigore, se fosse un corso snello e veloce che senso formativo avrebbe nell'ottica della reale inclusione? Il corso serve per attuare ciò che si studia, non per avere un pezzo di carta.
Un corso di sostegno snello e veloce? E che impari? Tanto vale allora non farlo.
Pienamente d'accordo sui 3mila euro, Assolutamente troppi. Motivo per cui io non mi iscrivo al sostegno. Non mi pare corretto pagare così tanto per studiare. Di conseguenza non mi sono mai iscritto neppure ai test, rifiuto a priori l'obolo troppo esoso da sborsare per una mia formazione volontaria.
Se avesse un prezzo politico io sarei il primo a farlo, e ti parlo da docente di ruolo con un forte interesse verso il sostegno, vedo troppi alunni con difficoltà e spesso ho poche risorse per aiutarli.  
Così come sono contrario al numero chiuso: non è un concorso, NON SI VINCE NULLA. Il docente abilitato o già di ruolo secondo me ha il diritto di poter studiare ancora senza sbarramenti. Proprio perchè è una scelta personale di volersi ulteriormente specializzare studiando sodo, frequentando con obbligo, facendo laboratori, tesine e tesi, vedo ciò come una cosa da garantire a libero accesso.

PS dicevi che "i test non sono semplici, lo sai per esperienza". Volevo capire in che senso parli per esperienza?
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Messaggio Da michetta Dom Mar 22, 2015 11:23 pm

Davide ha scritto:A te non interessa, ad altri sì.
Se uno ha un interesse professionale lo fa.
Secondo me invece il corso ha proprio senso per il suo rigore, se fosse un corso snello e veloce che senso formativo avrebbe nell'ottica della reale inclusione? Il corso serve per attuare ciò che si studia, non per avere un pezzo di carta.
Un corso di sostegno snello e veloce? E che impari? Tanto vale allora non farlo.
Pienamente d'accordo sui 3mila euro, Assolutamente troppi. Motivo per cui io non mi iscrivo al sostegno. Non mi pare corretto pagare così tanto per studiare. Di conseguenza non mi sono mai iscritto neppure ai test, rifiuto a priori l'obolo troppo esoso da sborsare per una mia formazione volontaria.
Se avesse un prezzo politico io sarei il primo a farlo, e ti parlo da docente di ruolo con un forte interesse verso il sostegno, vedo troppi alunni con difficoltà e spesso ho poche risorse per aiutarli.  
Così come sono contrario al numero chiuso: non è un concorso, NON SI VINCE NULLA. Il docente abilitato o già di ruolo secondo me ha il diritto di poter studiare ancora senza sbarramenti. Proprio perchè è una scelta personale di volersi ulteriormente specializzare studiando sodo, frequentando con obbligo, facendo laboratori, tesine e tesi, vedo ciò come una cosa da garantire a libero accesso.

PS dicevi che "i test non sono semplici, lo sai per esperienza". Volevo capire in che senso parli per esperienza?

Perché sono una neo-specializzata. L'ho appena terminato. Le prime selezioni sono iniziate a fine 2013 e la tesi finale da pochi giorni.
Un percorso lungo dall'inizio alla fine 15 mesi. La durata è già da sé uno scoglio per chi voglia specializzarsi come valore aggiunto alla propria professionalità
Faccio presente che nel 2014, quindi nel clou delle lezioni del corso, siamo anche stati esclusi dai permessi di studio, quindi abbiamo affrontato grandi difficoltà per conciliare lavoro a scuola e attività all'università. (Assenze concesse al corso 10%)  Tieni anche presente che la specializzazione è per grado, non come i corsi precedenti. Potevi tentare l'accesso per esempio a I e II grado, ma essendoci prove diverse, è successo che chi lavora abitualmente alle medie, sia riuscito a superarlo alle superiori e si è specializzato in un grado diverso da quello in cui ha sempre lavorato su curricolare o su supplenza sostegno. Ora che le gae scompariranno, la questione del caricare il relativo punteggio è stata risolta. Per tutto ciò che ho detto io e che hai detto tu, un percorso di questo tipo non si affronta solo per avere un pezzo di carta. E' da qui che è nato il quesito con cui ho intitolato questo post. Da docente curricolare, quale sei tu (ed anche io) è ammirevole il tuo interesse a lavorare in modo efficace con tutti gli alunni, perchè l'inclusione riguarda proprio tutti, ma certamente la tua esperienza quotidiana sono certa te lo avrà dimostrato, l'aggiornamento e la formazione sono argomenti non molto apprezzati, soprattutto quando costano molto e richiedono ingente impegno. Non conosco colleghi interessati a specializzarsi per la voglia di formarsi, non a queste condizioni. Mi sembra anche improbabile che molti di coloro che parteciperanno al concorso e lo vinceranno vogliano intraprendere anche un'ulteriore specializzazione, che alla luce del DDL pone vincoli scoraggianti. Per questo ho chiesto se ha ancora senso specializzarsi sul sostegno
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Messaggio Da Davide Lun Mar 23, 2015 1:10 pm

Beh il senso lo deve trovare ogni singolo individuo. Per qualcuno lavorare con la disabilità ha un senso. io idealmente sarei interessato a specializzarmi, ma nella pratica dei fatti non mi iscrivo neppure al test per i motivi che ti ho scritto sopra. Ognuno ha un motivo personale per decidere se fare o meno un tale percorso. Il precario ha motivazioni particolari, il docente di ruolo motivazioni differenti. Tutto è relativo. Una cosa è certa: il percorso è impegnativo e oneroso, questo è chiaro a tutti.

Se tu hai terminato il corso e sei ora una specializzata, non capisco il tuo discorso quale messaggio vuole dare. Hai avuto un pentimento? A posteriori non lo avresti fatto il corso? Dacci le tue opinioni da esperta che ha vissuto la cosa in prima persona. Grazie.
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Messaggio Da roberto.grieco Lun Mar 23, 2015 1:40 pm

Non ha senso porre una domanda così, figlia solo della stortura con la quale è stato trattato il sostegno fino ad ora, come scorciatoia per il ruolo o come ripiego per insegnare. Dunque per il bene dei disabili e per le loro famiglie docenti di sostegno in albi separati e basta.
(Sono un insegnante di sostegno alle superiori)
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Messaggio Da Davide Lun Mar 23, 2015 1:47 pm

Beh in effetti Roberto, separare le carriere almeno produrrebbe personale altamente motivato a fare il sostegno e non pronto a cambiare sulla curricolare appena finiti gli anni obbligatori su sostegno.
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Messaggio Da dlepora Lun Mar 23, 2015 2:17 pm

Michett, personalmente rientro tra i docenti del punto 2) e nutro forti dubbi che questo titolo possa servire a qualcosa, se l'obbiettivo finale è entrare di ruolo e poi passare alla materia. personalmente tu che farai? pensi di dichiararlo quest'anno?
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Messaggio Da Davide Lun Mar 23, 2015 6:19 pm

Anche questo è vero sparviero. Come ho detto prima, ogni persona singolarmente può o meno trovare il senso della specializzazione su sostegno.
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Messaggio Da michetta Lun Mar 23, 2015 7:00 pm

Roberto, tu affermi che non ha senso porre la domanda, per cui capisco che probabilmente non mi sono spiegata bene.
Parto da ciò che l'attuale DDL propone. Visto che le gae non esisteranno più e tutti coloro (quasi tutti) che vi sono ora inseriti entreranno di ruolo, avremo la situazione che tutti gli specializzati entreranno sul sostegno (di ogni ordine e grado), i curricolari sulla materia. Dopo il 2016 non esistendo più precariato (quello delle gae che può partecipare ai ruoli, non certo i non abilitati, ma questo è un altro discorso), chi vuole entrare a scuola dovrà farlo tramite concorso. Chi si prepara e lo vince, avrà voglia in seguito di spendere altro tempo (e soldi) per specializzarsi anche sul sostegno? Una volta vinto il concorso sulla propria disciplina per intraprendere anche il percorso di specializzazione si dovrebbe essere fortemente motivati a lavorare sul sostegno. Non credo, ripeto IO non credo, che molti dei nuovi assunti avranno voglia di farlo. Ovviamente ci saranno, come ce ne sono già tra i colleghi già in ruolo (vedi Davide), ma parliamoci chiaro: quanti dei tuoi attuali colleghi che lavorano nella tua stessa scuola e sono in ruolo su Lettere, Inglese, Chimica, ecc., hai sentito esprimere il desiderio di specializzarsi sul sostegno, per lasciare la loro materia e lavorare con gli alunni disabili? Io intendevo dire che nel prossimo futuro, con i pensionamenti, non ci sarà sufficiente ricambio, parlo in termini di numeri. Se nella tua provincia ci saranno 10 pensionamenti tra AD01,02,03 e 04, e visto che non esisterà più un elenco di specializzati perchè esso verrà estinto con le prossime nomine di agosto, pensi che ci saranno 10 insegnanti (già in ruolo su loro materia e vincitori concorso) che si sono specializzati e che dunque potranno sostituire i pensionati?
Questo è il concetto che volevo esprimere. Quanto alle carriere separate (ed albi separati) mi può stare bene.
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Messaggio Da Davide Lun Mar 23, 2015 7:13 pm

Diciamo che ora il tuo pensiero risulta più chiaro. In effetti pochi docenti di ruolo inseguono l'idea di specializzarsi sul sostegno, io stesso lo inseguo IDEALMENTE ;). In futuro si vedrà se saranno banditi ancora concorsi per posti di sostegno, se sono appetibili per lavorare esisterà sempre gente (precaria e non di ruolo in primis) a voler avere la specializzazione. La normativa futura è tutta da vedere. Se facciamo un banale esempio di un futuro concorso in cui si bandiscono pochi posti per la curricolare e un sacco per il sostegno, è abbastanza logico che molti precari tenderanno ad avere il titolo del sostegno, non proprio motivati dal discorso disabili ma piuttosto dal discorso del posto fisso. Anche qua bisogna vedere come e se le 2 carriere (curricolare e sostegno) verranno slegate e quali vantaggi lavorativi si creeranno. Il docente può essere motivato finchè vuoi, ma insegnare resta sempre e comunque in primis un MESTIERE, un LAVORO per guadagnarsi il pane, e quindi la formazione (intendo la specializzazione su sostegno) va dove è maggiore la sicurezza di lavorare... Se ho sicurezza su sostegno allora mi specializzo, se non mi conviene lavorativamente ci penso 100 volte prima di specializzarmi (con tutto l'onere di impegno e soldi annesso e connesso).
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Messaggio Da michetta Lun Mar 23, 2015 8:02 pm

Sono contenta di aver fatto capire il senso del mio discorso, per questo alla fine parlavo ironicamente di estinzione degli specializzati. Quanto al concorso il tuo discorso è giusto, se ci sono 15 posti per la disciplina e 50 per il sostegno, l'attuale tieffino se non specializzato, potrebbe tentare di accedere al percorso di sostegno e conseguire la specializzazione per poi tentare il concorso, in cui deve essere comunque vincitore. Se mi specializzo, ci metto un anno, spendo tot euro e poi non vinco il concorso, cosa me ne faccio del mio titolo sostegno? E' un investimento che, se non c'è una reale motivazione a lavorare nel sostegno, non molti si sentiranno di fare. Per questo vedo nel futuro un calo di specializzati di fronte ad una richiesta invece che sembra essere sempre crescente. Un deterrente è anche il vincolo (10 anni, per sempre, carriera separata?)
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Messaggio Da Davide Lun Mar 23, 2015 8:28 pm

Esatto, dipenderà tutto dalla normativa futura e dai reali vantaggi lavorativi che si creeranno.
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Messaggio Da michetta Lun Mar 23, 2015 9:15 pm

dlepora ha scritto:Michett, personalmente rientro tra i docenti del punto 2) e nutro forti dubbi che questo titolo possa  servire a qualcosa, se l'obbiettivo finale è entrare di ruolo e poi passare alla materia. personalmente tu che farai? pensi di dichiararlo quest'anno?

Non so, attendo, come tutti, di sapere cosa sarà di noi. In realtà il mio intento, quando mi sono apprestata ai test d'accesso al tfa sostegno, ante Buona Scuola e ante DDL, sarebbe stato se fossi riuscita a specializzarmi, di iniziare a lavorare sul sostegno, che per me è un campo del tutto nuovo. Ho lavorato ormai da dieci anni solo su disciplina, ultimamente su spezzoni, neppure su 18 h. Mi ero ripromessa di provare ad operare sul sostegno per vedere se sarei stata in grado di farlo nella stessa bellissima maniera in cui lo fanno due mie colleghe specializzate con le quali ho la fortuna di lavorare da anni e che sono state proprio loro a spingermi ad intraprendere questo percorso di specializzazione che, comunque vada, e se lo stai frequentando te ne renderai conto, è estremamente arricchente dal punto di vista professionale e soprattutto personale.
Attendo gli eventi. Sono ai primi posti nella gae di una materia "in crisi", ma facendo due conti con l'organico dell'autonomia riuscirei ad entrare in ruolo nella mia provincia, ci riuscirei ritengo, anche dichiarando la specializzazione ed entrando in coda (elenco B).
Mi scoccia assai però essere obbligata a prendere il ruolo su sostegno soprattutto perchè non l'ho mai fatto e non so se le competenze acquisite nel corso basterebbero a fare di me una docente motivata e competente a lavorare con alunni con problemi. Sarebbe un impegno in un certo senso definitivo, non solo verso me stessa, ma con ragazzi che meriterebbero, qualora io non lo fossi (e non lo so)docenti migliori.
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Messaggio Da dami Mar Mar 24, 2015 2:23 pm

Anche se continuano a sbandierare che vorrebbero docenti motivati sul sostegno, gli attuali governanti, stabilendo la priorità di assunzioni su sostegno per gli specializzati, hanno dato un'indicazione molto precisa: a loro interessa solo a parole che i docenti di sostegno abbiano una vocazione, a loro interessa che i posti siano coperti.
Partendo da questa premessa, come si configurerà la situazione nei prossimi anni?
Le cose, da un certo punto di vista, staranno esattamente come ora. Si darà la possibilità a tutti quelli che si sono abilitati in classi di concorso "stracolme" di prendere la specializzazione su sostegno, per andare a coprire quelli che rappresentano gli "unici" posti disponibili, nella realtà dei fatti, per alcune categorie di insegnanti...
Dal momento però che le carriere verranno separate, anche i concorsi lo saranno. Quindi il titolo servirà eccome, esattamente come oggi, se si vuole continuare a lavorare nella scuola...
Io credo che nei prossimi anni, per alcune categorie di docenti, non ci sarà proprio più lavoro, in quanto, per alcune classi di concorso, saranno messi così pochi posti a disposizione, che non varrà neanche la pena di stare a studiare per cercare di passare...
Su sostegno, invece, continuerà ad esserci posto, come ora, nel Nord Italia.
L'unica differenza reale col passato è che fino ad oggi molti si specializzavano su sostegno per poter continuare a vivere e lavorare vicino a casa. In un prossimo futuro si continuerà a farlo per continuare a lavorare: viene eliminato il "vicino a casa".

dami

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Ha ancora senso specializzarsi sul sostegno? Empty Re: Ha ancora senso specializzarsi sul sostegno?

Messaggio Da bubbylil Sab Apr 04, 2015 7:51 pm

Risposta al topic.
Mi auguro di si.

''Pienamente d'accordo sui 3mila euro, Assolutamente troppi. Motivo per cui io non mi iscrivo al sostegno. Non mi pare corretto pagare così tanto per studiare.''

Non piace neanche a me l'idea di cacciarli fuori ma, a voler essere onesti, ogni studente universitario in realtà costa non meno di 8 mila euro l'anno. Un corso così anche di più. Quindi ci sta.

bubbylil

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