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Messaggio Da ChiaretaFranklin Sab Ott 09, 2021 2:09 pm

Promemoria primo messaggio :

Salve a tutti.
Scusate fin d’ora il lungo intervento.

Sono un’insegnante di A022/A012 e lunedì prossimo inizierà per me una nuova e in parte inaspettata sfida, avendo ricevuto un’assegnazione per un sostegno in una secondaria di I grado di Roma (tra l’altro in un quartiere/contesto quantomeno “difficile”).
Non nego di essere piuttosto spaventata, la mia esperienza è di tutt’altro tipo, prevalentemente con ragazzi e adulti all’estero e in Cpia, ma senza particolari BES nè tantomeno DSA.

È una sfida che accolgo, ma so quanto sia complesso il mestiere di un insegnante di sostegno e so già che mi dannerò l’anima per fare del mio meglio.
Rimane tanta paura di non non essere all’altezza e non adeguatamente preparata come i colleghi che si stanno specializzando e formando per questa posizione e anche di essere lasciata "sola" in questo percorso complesso.

Non so cosa aspettarmi, in primis dal rapporto con il ragazzo/la ragazza che mi sarà affidato/a, dal suo “disturbo” e dalla mia capacità di trovare risposte adeguate, in seconda battuta dai colleghi, soprattutto quelli curricolari che so in molti casi (non sempre) assumere atteggiamenti non proprio collaborativi con gli insegnanti di sos, e dal rapporto con loro che vorrei fosse fatto di scambi e confronti, ma che spesso si riduce a uno scarico di responsabilità.

Mi spaventa soprattutto la varietà dei profili di studente che mi sarà chiesto di affiancare, ce ne sono con disturbi più lievi e più gravi, e ho sentito che spesso proprio i casi più complessi e più gravi vengono assegnati ai “novellini”, per “scaricare” tristemente “il problema” all’ultimo arrivato.

E mi sento pressata dalla responsabilità di elaborare un programma educativo adatto al ragazzo, che segua le linee guida e le disposizioni, ma che sia anche flessibile e assolutamente a vantaggio dell’apprendimento del ragazzo.

In ultimo ho il terrore di tutto ciò che concerne le “burocrazie” da espletare, o gli step da affrontare: so di dover reperire la documentazione, consultarla, osservare e poi stilare il PEI di cui non ho alcuna nozione (sto studiando in queste ore su internet), di dover contattare la famiglia, ecc ecc Ma il tutto: come? Con quali tempi e modalità? Si parla di referenti e responsabili sostegno, di Funzione strumentale... ma funzionano poi sempre questi "organi" e coordinamenti?
Sento più esperienze negative che positive.

Un piccolo sfogo per riconoscere le mie mancanze, ma anche per trovare e ascoltare qui le voci di colleghe e colleghi con più esperienza di me. Magari sarebbe rincuorante ricevere da voi qualche consiglio su quegli step fondamentali che mi consigliereste di seguire i primi giorni per muovermi e sapermi comportare con più scioltezza e non fare da subito errori madornali, soprattutto nell’interesse del ragazzo.

Se dovessi sentire che questa responsabilità è troppa per me nel mio stato di preparazione, potrei certo lasciare, ma l'abbandono di servizio so che è sanzionato sicuramente con l'esclusione dalle GPS per quell'anno nella propria cdc, ma nel caso di un sostegno vale lo stesso pur non essendo "in origine" la mia cdc?

Mah, è probabilmente la strizza del novellino a parlare...

Grazie mille per aver letto e come avrei detto quando ero vivevo in Giappone: yoroshiku onegaishimasu

ChiaretaFranklin

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Messaggio Da eragon Dom Ott 10, 2021 8:57 pm

serpina ha scritto:Mi permetto di aggiungere una cosa. Il lavoro con uno studente con un disturbo grave è certamente più usurante e logorante da un punto di vista emotivo e relazionale ma non necessariamente più "difficile" in termini di didattica.  Credo anzi che dal punto di vista degli apprendimenti sia più facile, ad esempio, gestire una programmazione differenziata che una per obiettivi minimi (soprattutto per un insegnante neofita).
Il problema del "caso grave" non dipende quindi tanto da un deficit di formazione dell'insegnante (intendiamoci, la formazione, in particolare quella di base fornita dal percorso di specializzazione, aiuta ma -e basta leggere i veterani del forum sos per farsene un'idea- non è la bacchetta magica) quanto piuttosto dalla fatica che inevitabilmente un caso di quel genere comporta: per questo tipo di fatica non credo che un docente di lungo corso debba essere necessariamente più attrezzato di un novellino (anzi, può essere vero il contrario).
1) Alle medie non esiste distinzione tra differenziata e curricolare;
2)Anche se facesse curricolare alle superiori il docente di sostegno non deve essere onniscente, smettiamola con questo cavolo di vizio di diventare dei tuttologhi, non lo siamo ed a dirla tutta alle superiori, a maggior ragione se fanno una curricolare, i ragazzi con disabilità devono essere in grado di apprendere quasi autonomamente altrimenti fanno la differenziata.
Smettiamola di tirare su ragazzi a forza di riassuntini appiccicati con lo sputo a memoria (perchè questo capita) e smettiamola di fare dell'insegnante di sostegno l'agnello sacrificale degli insuccessi, spesso INEVITABILI, dei ragazzi con disabilità alle superiori. Per fare la programmazione di classe ci vogliono livelli di attenzione e concentrazione e capacità logico-matematica che spessissimo questi alunni NON HANNO. Pretendere poi che il docente di sostegno, in maniera MIRACOLOSA, riesca a fargli comprendere la matematica, l'economia aziendale, l'informatica, ecc del quarto e quinto anno è una grande scemenza.
Smettiamola anche di farci mettere all'angolo dai colleghi curricolari: se il docente di matematica/economia aziendale/informativa non è in grado di fare apprendere all'allievo con disabilità i contenuti minimi, è inutile che venga a lamentarsi col docente di sostegno che non dispone di mezzi miracolosi. Se chi padroneggia molto meglio del docente di sostegno la disciplina non riesce, in che modo dovrebbe riuscirci il docente di sostegno che sicuramente la padroneggia meno del docente curricolare?

eragon

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Messaggio Da Bobbetta Mar Ott 12, 2021 8:42 pm

eragon ha scritto:
serpina ha scritto:Mi permetto di aggiungere una cosa. Il lavoro con uno studente con un disturbo grave è certamente più usurante e logorante da un punto di vista emotivo e relazionale ma non necessariamente più "difficile" in termini di didattica.  Credo anzi che dal punto di vista degli apprendimenti sia più facile, ad esempio, gestire una programmazione differenziata che una per obiettivi minimi (soprattutto per un insegnante neofita).
Il problema del "caso grave" non dipende quindi tanto da un deficit di formazione dell'insegnante (intendiamoci, la formazione, in particolare quella di base fornita dal percorso di specializzazione, aiuta ma -e basta leggere i veterani del forum sos per farsene un'idea- non è la bacchetta magica) quanto piuttosto dalla fatica che inevitabilmente un caso di quel genere comporta: per questo tipo di fatica non credo che un docente di lungo corso debba essere necessariamente più attrezzato di un novellino (anzi, può essere vero il contrario).
1) Alle medie non esiste distinzione tra differenziata e curricolare;
2)Anche se facesse curricolare alle superiori il docente di sostegno non deve essere onniscente, smettiamola con questo cavolo di vizio di diventare dei tuttologhi, non lo siamo ed a dirla tutta alle superiori, a maggior ragione se fanno una curricolare, i ragazzi con disabilità devono essere in grado di apprendere quasi autonomamente altrimenti fanno la differenziata.
Smettiamola di tirare su ragazzi a forza di riassuntini appiccicati con lo sputo a memoria (perchè questo capita) e smettiamola di fare dell'insegnante di sostegno l'agnello sacrificale degli insuccessi, spesso INEVITABILI, dei ragazzi con disabilità alle superiori. Per fare la programmazione di classe ci vogliono livelli di attenzione e concentrazione e capacità logico-matematica che spessissimo questi alunni NON HANNO. Pretendere poi che il docente di sostegno, in maniera MIRACOLOSA, riesca a fargli comprendere la matematica, l'economia aziendale, l'informatica, ecc del quarto e quinto anno è una grande scemenza.
Smettiamola anche di farci mettere all'angolo dai colleghi curricolari: se il docente di matematica/economia aziendale/informativa non è in grado di fare apprendere all'allievo con disabilità i contenuti minimi, è inutile che venga a lamentarsi col docente di sostegno che non dispone di mezzi miracolosi. Se chi padroneggia molto meglio del docente di sostegno la disciplina non riesce, in che modo dovrebbe riuscirci il docente di sostegno che sicuramente la padroneggia meno del docente curricolare?

Quindi alle superiori un docente di sostegno per ragazzi che seguono la.programmazione di classe a cosa serve? La domanda e' provocatoria ma seguendo il tuo ragionamento si potrebbe farne a meno come del resto e' stato fatto per i dsa
Bobbetta
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