Insegnante di sostegno deve lasciare numero di telefono privato ai genitori?

Promemoria primo messaggio :

Cosa prevede la scuola nel caso un genitore richieda il numero di cellulare di un insegnante di sostegno?

La tristezza che sottolinei temo dipenda anche dalle situazioni affrontate direttamente da tutti noi nel corso dei vari anni svolti a scuola, in ambiente scolastico,  a volte proprio su sostegno. 
Al momento ho due colleghe disperate... Ricevono telefonate o sms alle 2 di notte (e una per particolare situazione personale non può nemmeno spegnerlo quel cellulare) . 
I genitori ansiosi vanno aiutati a crescere proprio come vengono aiutati i loro figli a raggiungere le autonomie di base oltre alle competenze scolastiche... Comprendere è parte del nostro lavoro di docenti così come lo è comprendere e riconoscere i limiti fa parte del loro lavoro di genitori. 
In qualche caso i docenti di sostegno avendo più anni di pratica (con l'ansia, con la gestione delle emergenze ecc) possono insegnare anche ai genitori qualche cosa... Anche NON  dando il proprio numero personale.

Ma infatti in quei casi meglio non darlo.
A me lasciano perplesso le esternazione perentorie, tutto qua.
In ogni caso avere due sim può risolvere il problema;)

suggerisci alle tue colleghe di bloccare il numero di quelle persone.

Ma maestra.... come mai non riesco più a telefonarle?

Non saprei

E ti assicuro che la mia prima reazione a questo tuo racconto, tellina, non era affatto stata il suggerimento di bloccare.................



Siccome non esiste obbligo alcuno di comunicare il proprio numero privato la cosa va gestita a buon senso.. se si ritiene di aver a che fare con persone equilibrate può essere utile se si ha a che fare con persone che chiedono il numero............ no. La proposta di un contatto privato deve venire da voi, la famiglia non si deve permettere!

arrubiu ha scritto:Ma infatti in quei casi meglio non darlo.

Guarda che di solito l'atteggiamento invadente, ansioso o disperato lo si constata DOPO aver già dato il numero, e non lo si può sempre indovinare prima. Quindi, meglio non darlo in assoluto.

Per il resto, non capisco cosa ci sia che faccia tanta "tristezza" nel fatto che un certo numero di docenti dichiari onestamente di non essere disposto a prestarsi a opere di abnegazione missionaria non dovute e non facenti parte del loro compito.

Io non ho mai lavorato sul sostegno, ma di alunni disabili ne ho avuti anch'io, come tutti, e ho collaborato con diversi colleghi di sostegno. Capisco benissimo che sia un lavoro delicato e psicologicamente pesante, in cui il rischio di coinvolgimenti emotivi eccessivi e inopportuni è altissimo, sia da una parte che dall'altra.

L'alunno disabile (specialmente se è un bambino piccolo ai primi anni di scuola) può facilmente cadere nell'equivoco di vedere l'insegnante di sostegno come una sorta di baby sitter personale o figura di riferimento affettiva, oppure al contrario (specialmente ragazzi un po' più grandi, con handicap non gravi) può anche rifiutarlo e ribellarglisi contro perché nell'insegnante di sostegno vede il simbolo vivente dello stigma della propria diversità. I genitori ansiosi possono cadere nello stesso meccanismo, ossia quella di considerare l'insegnante di sostegno come una specie di assistente personale che è direttamente alle loro dipendenze e non della scuola, e che deve rendere conto di qualsiasi dettaglio direttamente a loro, senza passare attraverso la scuola... e anche l'insegnante può cascarci, perché si sente in obbligo di assecondare questo atteggiamento per non deludere la famiglia o per senso di colpa di "non essere abbastanza empatico" nei loro confronti, e di farci la figura dell'insensibile o del menefreghista.

Ma appunto, sono proprio queste le trappole psicologiche che un professionista dovrebbe imparare a riconoscere e a evitare, invece di assecondarle e di amplificarle.

Io sono favorevole a ogni tipo di colloquio e scambio di informazioni con i genitori dell'alunno H ci mancherebbe; ma ripeto se qualcuno mi risponde: "Quale urgenza è tale da non poter essere comunicata la mattina seguente per mezzo dei canali ufficiali ovvero telefono scolastico o di persona nel plesso scolastico, necessitando dunque del contatto diretto e immediato fuori orario di servizio con il docente H?" Grazie.

Senza fare polemiche vi riporto quello che succede nella mia scuola. La Funzione Strumentale sostegno ha categoricamente vietato agli insegnanti di dare il proprio numero di telefono o mail ai genitori!
Non escludo che ci possano essere situazioni tranquille in cui non è un problema dare il proprio numero ... ma diciamo che nel dubbio preferisco non darlo (e obbedire alle "norme" della mia scuola).
... poi, certo anche un dual sim può essere una buona idea! In fondo il mio è un cellulare/numero privato, mica di servizio!

Di sicuro NON "deve".
Può, se vuole.
Io in genere non lo faccio. Sono una docente, ho un orario di ricevimento e ovviamente per situazioni particolari ed emergenze posso essere contattata a scuola durante l'orario di servizio, o anche su appuntamento in altri momenti - appuntamento che si può fissare telefonando alla scuola o scrivendomi sulla mail istituzionale.
Lo scorso anno una collega, amica di famiglia del mio allievo con disabilità, diede il mio numero di telefono alla di lui famiglia senza aver chiesto il mio consenso... Non mi hanno mai disturbata, ma la collega se ne è sentite dire due.

Il mio consiglio dopo 6 anni di sostegno e 3 da docente di materia è quello di creare una mail per la scuola e pubblicarla sul sito o sul registro elettronico: chi ha delle comunicazioni da fare potrà farle lì e sarà una nostra decisione se prenderle in considerazione o no; in ogni caso il mio consiglio spassionato è di non dare mai quella il numero di casa o di cellulare per nessuna ragione al mondo.

Ma che paure avete? I genitori non sono psicopatici frustrati che vi chiamerebbero ad ogni ora del giorno e della notte! Anzi, sono persone abituate a chiedere sempre scusa e per favore, che conoscono il bambino, ovviamente, meglio di voi e che cercano il dialogo per presentare al meglio la sua situazione. Questa è la mia esperienza. La vostra chiusura a riccio, più per timori, a quanto ho letto, che per esperienze reali, mi pare francamente esagerata ed un po' supponente.

paperina1969 ha scritto:Ma che paure avete? I genitori non sono psicopatici frustrati che vi chiamerebbero ad ogni ora del giorno e della notte! Anzi, sono persone abituate a chiedere sempre scusa e per favore, che conoscono il bambino, ovviamente, meglio di voi e che cercano il dialogo per presentare al meglio la sua situazione. Questa è la mia esperienza. La vostra chiusura a riccio, più per timori, a quanto ho letto, che per esperienze reali, mi pare francamente esagerata ed un po' supponente.

Probabilmente hai avuto esperienze positive (e anche io).
Ma poi il caso singolo ti può rovinare un anno scolastico, se caschi male.
Io penso che, se la scuola non dà indicazioni (come indicato in un post precedente), sta alla sensibilità del singolo. Ma in ogni caso, per mettersi al sicuro, SIM e email dedicata, se proprio lo si deve fare.

paperina1969 ha scritto:Ma che paure avete? I genitori non sono psicopatici frustrati che vi chiamerebbero ad ogni ora del giorno e della notte! Anzi, sono persone abituate a chiedere sempre scusa e per favore, che conoscono il bambino, ovviamente, meglio di voi e che cercano il dialogo per presentare al meglio la sua situazione. Questa è la mia esperienza. La vostra chiusura a riccio, più per timori, a quanto ho letto, che per esperienze reali, mi pare francamente esagerata ed un po' supponente.

E' professionalità; tu non sei l'amica della famiglia, ma una sua insegnante e la mail è un ottimo compromesso tra disponibilità e tua privacy, il tuo cuoretenerismo è fuoriluogo.

Per quanto mi riguarda non è fuoriluogo e non cambierò idea. Mi spiace solo leggere questa chiusura e diffidenza verso una realtà che, probabilmente,non è conosciuta abbastanza a fondo.

Ci sono genitori squisiti, che anche se in possesso del numero di telefono personale del docente lo usano solo quando autorizzati, solo per casi di estrema urgenza e non si sognerebbero mai di far squillare quel telefono dopo le otto di sera o nei giorni festivi..

ci sono genitori invece che queste attenzioni non le hanno, che pensano che la loro priorità debba diventare priorità anche per gli altri e non si mettono problemi a chiamare e interferire con la vita privata del docente in qualsiasi ora del giorno e (tellina ci dice) della notte.

Non è dovuto e non è nemmeno bene. Con l'alunno e con la famiglia tutto il coinvolgimento emotivo che vuoi e che è di fondamentale importanza per far funzionare la relazione e raggiungere gli obbiettivi formativi per l'alunno, ma ci deve essere il momento del distacco che è ugualmente fondamentale per fare in modo che il docente non sia risucchiato in quel circolo di famigliarità che può rendere più difficile mantenere il percorso educativo prefissato. E questo sarebbe un male per l'alunno.

paperina1969 ha scritto:Per quanto mi riguarda non è fuoriluogo e non cambierò idea. Mi spiace solo leggere questa chiusura e diffidenza verso una realtà che, probabilmente,non è conosciuta abbastanza a fondo.

E io non intendo certo provare a fartela cambiare; per quel che mi riguarda conosco molto bene queste realtà e adotto per tale ragione un principio di cautela, pur in un atteggiamento generico di disponibilità.

Ire ha scritto:Ci sono genitori squisiti, che anche se in possesso del numero di telefono personale del docente lo usano solo quando autorizzati, solo per casi di estrema urgenza e non si sognerebbero mai di far squillare quel telefono dopo le otto di sera o nei giorni festivi..

ci sono genitori invece che queste attenzioni non le hanno,  che pensano che la loro priorità debba diventare priorità anche per gli altri e non si mettono problemi a chiamare e interferire con la vita privata del docente in qualsiasi ora del giorno e (tellina ci dice) della notte.

Non è dovuto e non è nemmeno bene.  Con l'alunno e con la famiglia tutto il coinvolgimento emotivo che vuoi e che è di fondamentale importanza per far funzionare la relazione e raggiungere gli obbiettivi formativi per l'alunno, ma ci deve essere il momento del distacco che è ugualmente fondamentale per fare in modo che il docente non sia risucchiato in quel circolo di famigliarità che può rendere più difficile mantenere il percorso educativo prefissato.  E questo sarebbe un male per l'alunno.

Sottoscrivo totalmente.

paperina1969 ha scritto:Ma che paure avete? I genitori non sono psicopatici frustrati che vi chiamerebbero ad ogni ora del giorno e della notte! Anzi, sono persone abituate a chiedere sempre scusa e per favore, che conoscono il bambino, ovviamente, meglio di voi e che cercano il dialogo per presentare al meglio la sua situazione. Questa è la mia esperienza. La vostra chiusura a riccio, più per timori, a quanto ho letto, che per esperienze reali, mi pare francamente esagerata ed un po' supponente.

Quando alle 23 di un sabato sera ti squilla il telefono, vedi il numero e pensi ad una superemergenza e rispondendo ti senti dire: vorremmo far fare a nostro figlio una visita da quel particolare medico visto che è suo amico può dire due parole a nostro favore?

Allora capisci che il tuo compito, il tuo ruolo e i suoi limiti devono essere ristabiliti con fermezza. E che il numero privato è privato e tale deve rimanere

Ire ha scritto:

paperina1969 ha scritto:Ma che paure avete? I genitori non sono psicopatici frustrati che vi chiamerebbero ad ogni ora del giorno e della notte! Anzi, sono persone abituate a chiedere sempre scusa e per favore, che conoscono il bambino, ovviamente, meglio di voi e che cercano il dialogo per presentare al meglio la sua situazione. Questa è la mia esperienza. La vostra chiusura a riccio, più per timori, a quanto ho letto, che per esperienze reali, mi pare francamente esagerata ed un po' supponente.

Quando alle 23 di un sabato sera ti squilla il telefono, vedi il numero e pensi ad una superemergenza e rispondendo ti senti dire:   vorremmo far fare a nostro figlio una visita da quel particolare medico visto che è suo amico può dire due parole a nostro favore?

Allora capisci che il tuo compito, il tuo ruolo e i suoi limiti devono essere ristabiliti con fermezza. E che il numero privato è privato e tale deve rimanere

Concordo e mi meraviglio che ci sia anche gente che si ponga il problema..

Alcuni genitori sono rompiballe e chiamerebbero a qualunque ora. In ogni caso al di fuori del mio orario di lavoro non voglio essere disturbata per esigenze lavorative visto che la sfera privata e quella professionale sono separate!!!

Galadriel ha scritto:Lo scorso anno una collega, amica di famiglia del mio allievo con disabilità, diede il mio numero di telefono alla di lui famiglia senza aver chiesto il mio consenso... Non mi hanno mai disturbata, ma la collega se ne è sentite dire due.  

Dare a terze persone il numero di telefono di qualcuno, senza aver chiesto prima il consenso dell'interessato, è un abuso e una cafonata di gravità estrema, indipendentemente da che mestiere si faccia. Una volta è successo anche a me (che non faccio sostegno, ma ogni tanto ho a che fare anch'io con genitori ansiosi e invasivi) e lo spifferatore non autorizzato se ne è sentite dire molte di più di due...

paperina1969 ha scritto:Ma che paure avete? I genitori non sono psicopatici frustrati che vi chiamerebbero ad ogni ora del giorno e della notte! Anzi, sono persone abituate a chiedere sempre scusa e per favore, che conoscono il bambino, ovviamente, meglio di voi e che cercano il dialogo per presentare al meglio la sua situazione.

Il dialogo lo si cerca nelle sedi e nei momenti opportuni, ossia nelle ore di ricevimento dei genitori, in eventuali colloqui straordinari fuori orario che si richiedono per motivi seri, o nei momenti in cui ci si incontra in situazioni scolastiche e non private. Oppure, lo si cerca anche fuori orario, ma utilizzando un mezzo di comunicazione meno invasivo, come l'email, che non comporta l'obbligo (né concreto, né "morale") di rispondere immediatamente in tempo reale, né di far capire in tempo reale se lo si è già ricevuto o no.

Quanto a questa osservazione:

Per quanto mi riguarda non è fuoriluogo e non cambierò idea. Mi spiace solo leggere questa chiusura e diffidenza verso una realtà che, probabilmente,non è conosciuta abbastanza a fondo.

ti assicuro che è una delle cose più irritanti e offensive che si possano sentire in una discussione libera tra persone adulte.

La presunzione che, se uno non la pensa come te, debba essere necessariamente perché "è prevenuto, solo perché è poco informato", ma se solo si sforzasse di sapene di più, allora cambierebbe sicuramente idea e riconoscerebbe che hai ragione... giuro che non si può sentire. Significa non prendere sul serio le ragioni dell'interlocutore, e mettere in dubbio la sua capacità di riflessione e di giudizio.

Che ti piaccia e o no, esiste il diritto di pensarla in maniera diversa da te e di arrivare a conclusioni diverse, ANCHE se si è informati e ci si è riflettuto razionalmente e onestamente. A differenza tua, io non pretendo affatto di far cambiare idea a te o di dire che tu sei una povera ignorante che che "fa tristezza".

Cioè, riconosco il tuo diritto sacrosanto di dare il tuo numero di telefono privato a chi ti pare, basta che tu non ti metta a fare lezioncine bacchettanti a chi non è disposto a farlo, sostenendo di essere eticamente migliore di loro.

Molto elegante la scelta del divieto scolastico. 
Approvo in pieno. 
Evita anche di dover dare risposte sgradevoli e negative alla richiesta del numero di cellulare: no mi dispiace non posso,  la scuola lo proibisce.
Penso proprio che passerò  l'idea alla mia scuola.

paperina1969 ha scritto:Ma che paure avete?.

Tutte le paure acquisite in diciassette anni di lavoro scolastico, molti dei quali a contatto con genitori di ragazzini certificati, qualche anno proprio come docente di sostegno. 
Forse in piccole realtà controllate dare il numero privato può diventare prassi comune, senza nemmeno pensarci... Nelle scuole dove ho lavorato è meglio non far nemmeno capire dove abiti... Altro che numero privato... (se poi si tratta di genitori stranieri... Spesso si rischia anche di diventare assistenti sociali private e dedicate in servizio h24)

ok

paniscus_2.0 ha scritto:

Chiedetevi il perchè di questa "ansia" dei genitori e cercate di non ostacolare un'esistenza già diffiicile!

Scusami, ma questo ragionamento proprio non mi convince. L'insegnante non è un operatore di soccorso d'urgenza, né un terapeuta privato che uno paga perché stia sempre a disposizione. E' un professionista che ha a che fare con un ambito PARZIALE della vita del ragazzo, importante ma pur sempre parziale, e che non può essere invocato come factotum per alleviare tutti i problemi umani dell'allievo e della sua famiglia anche in contesti che non c'entrano niente con la scuola.

Non sta scritto da nessuna parte che l'insegnante debba mettere in secondo piano certi diritti della propria vita personale, solo perché sopraffatto dal senso di colpa di "ostacolare" quella di qualcun altro.

Non sta ostacolando proprio niente, sta solo facendo il suo lavoro, che appunto è quello di insegnante del ragazzo, non è quello di psicoterapeuta per i genitori! Se la vita di quella famiglia è difficile non è certo a causa del desiderio legittimo di riservatezza dell'insegnante!

Certo, caro/a paniscus_2.0 invece queste tue parole in un discorso libero tra adulti si possono sentire? Non ritieni possano essere offensive? Io non voglio far cambiare idea a nessuno (e l'ho detto più volte). Esprimo solo il mio parere e mi sento libera di dire, in un discorso tra adulti, che certi atteggiamenti e certe espressioni a me fanno tristezza. Se con questo ti sei sentito tacciare di ignoranza, di insensibilità o di bassezza morale non era questo il mio intento.

paperina, non si tratta solo di timori di rotture di scatole (legittimi, in alcuni casi comprovati dai fatti, in altri no).
Per quanto mi riguarda si tratta di definizione dei ruoli.
Non essere a disposizione telefonicamente 24 ore su 24 non vuol dire, né fregarmene, né pretendere che il mio lavoro con e per lo/la studente si esaurisca nelle ore a scuola. A casa, come tutti, passo ore a preparare materiali, pensare alle prove ecc.
Ma il mio lavoro, da professionista, è insegnare.
Non sono un'amica, non sono una confidente.
C'è una mail della scuola, che controllo, e i genitori possono contattarmi lì. Possono cercarmi a scuola e troveranno la mia disponibilità.
Oppure da tutti i professionisti tutti ci aspettiamo completa disponibilità?
Una buona idea può essere il numero dedicato: che in certi orari spengo. Se poi passo le notti a preparare cose per la scuola, è una mia scelta.
Alcuni genitori pensano di telefonare per "chiedere come va il figlio". Quest'anno sono arrivata a "mi mandarebbe la foto della pagella via whatsapp?". No. Ci sono forme e modalità previste dal mio lavoro. Sono disponibile alla flessibilità, ma ripeto: sono un'insegnante.
Comprendo la delicatezza della situazione vissuta da molte famiglie (ma, per dire, che ne sanno della eventuale delicatezza delle situazioni mie? ed è giusto che sia così). La scuola ha un ruolo ampio. MA è sempre scuola.

Il problema è che si trovano sempre genitori  (e magari anche colleghi) che se ne approfittano delle persone disponibili oltre al fatto che cmq la vita privata deve esulare da quella professionale

Per come la penso io questa è invasione degli spazi altrui