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Messaggio Da Serenella1982 Gio Ott 13, 2011 9:06 am

Salve a tutti, spero proprio di poter trovare un supporto da questo bellissimo forum che tante volte ho visitato come utente non registrato e nel quale ho potuto trovare tante risposte ai quesiti che mi sono posta.
Sono laureata in Scienze della Formazione primaria (indirizzo primaria + sostegno) e iscritta sia nella GaE di terza fascia sia nella GI di prima fascia.
Il problema è questo:
Lavoro dal mese di luglio 2011 come assistente domiciliare con la mansione di "assistente a persone non autosufficienti con specifica specializzazione" (CCNL lavoro domestico, 16 febbraio 2007), con un contratto di 12 ore settimanali (part-time), da svolgere nel pomeriggio, e sono assunta direttamente come dipendente dalla famiglia in cui presto assistenza.
Di fatto ho quindi un impiego alle dipendenze di privati.
Leggendo il Decreto Legislativo 297/94 deduco che laddove riceva una proposta per una supplenza a tempo pieno, il mio lavoro di assistente domiciliare sarebbe incompatibile con la supplenza stessa. Nell'art. 508 del Decreto si legge infatti che "il personale di cui al presente titolo non può esercitare attività commerciale, industriale e professionale, né può assumere o mantenere impieghi alle dipendenze di privati ", tuttavia, secondo il Parere rilasciato dall'Ufficio scolastico per l'Emilia Romagna emerge che "la cumulabilità di impiego pubblico e privato è parzialmente ammessa in forza delle importanti deroghe legislative introdotte in materia di lavoro part-time." Secondo voi ho capito bene?

Secondo voi quindi, se dovessi ricevere una convocazione per una supplenza a tempo pieno, sia essa a tempo determinato o supplenza breve, cosa dovrei fare?
- accettare e poi farlo presente al Dirigente Scolastico, dichiarando di poter cessare (licenziandomi) la situazione di incompatibilità?
- fare presente la situazione prima di accettare, rischiando che l'incaricato di segreteria mi dica che essendo in atto una situazione di incompatibilità non posso accettare?
- chiedere il part-time come mi ha consigliato il sindacato? (part-time che, secondo il sindacato stesso, mi spetta di diritto)

Scusate se mi sono dilungata troppo, ma mi sono rivolta a numerosi patronati, ma nessuno mi ha saputo dare una chiara interpretazione della normativa, forse perchè non c'è? Spero proprio di no, per me e per tutti quelli che possono trovarsi nella mia stessa situazione. Vivere aspettando che ti arrivi una telefonata oppure chiedere soldi per potersi pagare le spese (soprattutto se non si ha nessuno a cui chiedere) non è bello. C'è anche chi mi ha consigliato di lavorare in nero (e non parlo dei miei amici): ma è possibile che nel nostro Paese, sia più facile vivere illegalmente che cercare di comportarsi da onesti cittadini? Spero proprio di diventare insegnante un giorno e di mostrare ai miei alunni il valore dell'onestà.

Grazie a tutti quelli che vorranno rispondermi o condividere la propria esperienza con me.
Serenella

Serenella1982

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