Nei licei sono presenti alunni con disabilità?

Promemoria primo messaggio :

Nei licei sono presenti alunni con disabilità intellettiva? Alunni dsa? O in genere scelgono altre tipologie di scuole?

paniscus_2.1 : >

> non certo per la plusdotazione

no qua ti sbagli per un genio e' esasperante
la lentezza delle spiegazioni e lo svolgimento di esercizi ridicoli

http://labtalento.unipv.it/

manuale di 45 pagine

http://www.istruzioneveneto.it/wpusr/wp-content/uploads/2015/05/lg_gifted.pdf

in rete e' possibile ritrovare anche quello completo di 218 pagine

al centro Amamente di milano arrivano da tutta italia
genitori di studenti troppo piu' intelligenti della media della classe

https://www.centroamamente.it/tag/centro-specialistico-plusdotati

(1124)

in un plusdotato possono esserci caratteristiche molto vicine
a quelle dello spettro autistico, perche' l'intelligenza emotiva presenta
una significativa discrepanza con il QI

https://www.centroamamente.it/amamente-il-primo-centro-in-italia-che-segue-i-bimbi-super-intelligenti

Il normodotato/plusdotato può usare l'intelligenza per modificare, parzialmente e lentamente, il proprio comportamento. Non è quello che facciamo tutti? Si chiama autocritica.

[quote="seasparrow3"]in un plusdotato possono esserci caratteristiche molto vicine
a quelle dello spettro autistico, perche' l'intelligenza emotiva presenta
una significativa discrepanza con il QI[/quote]

Appunto, quindi se ha bisogno di protocolli speciali è perché ha un disturbo simile a quelli dello spettro autistico, NON perché è plusdotato... magari ha ENTRAMBE le cose, ma se ha bisogno di sostegno non è per la plusdotazione, ma per il disturbo.

Sostenere che l'intelligenza e la capacità superiori alla media siano un disturbo di per sé, mi sembra veramente esagerato. Non è che si tratta di una leggenda "consolatoria" sullo stesso genere di quella che "i soggetti con DSA hanno intelligenza superiore alla media" (quando invece non è vero, sono due cose indipendenti, per cui possono avere sia intelligenza superiore alla media, sia inferiore, e la maggior parte avranno un'intelligenza nella fascia della norma, come tutti gli altri)?

Mi pare il ragionamento speculare: "Tizio è un genio, io sono consapevole che io invece non lo sono e nemmeno mio figlio lo è, allora devo compensare la delusione convincendomi che in realtà Tizio debba essere per forza un povero disadattato pieno di problemi e destinato a una vita di sofferenze, mentre mio figlio è meno intelligente ma più felice!"

Ma infatti tu non hai capito cosa vuol dire plusdotazione, non significa semplicemente che uno studente è molto più bravo degli altri , implica tutta una serie di disagi relazionali  e di sfasamento con i docenti e il loro metodo di insegnamento.... altrimenti non sarebbe uno studente plusdotato, sarebbe un semplice sgobbone-secchione.

Qua si parla di PLUSDOTATO, un'altra cosa.
In questo sito si parla chiaramente di tutte le problematiche a cui possono andare incontro i plusdotati:

https://didatticapersuasiva.com/sostegno/bambini-plusdotati

Ripeto: il plusdotato NON è il secchione/sgobbone di turno con tutti 9 e 10.

Davide : >

> ma tu non hai capito cosa vuol dire plusdotazione

esatto esatto esatto, valgono anche i miei link sopra riportati

E allora non lo si deve chiamare "plusdotato", lo si deve chiamare "plusdotato con problemi".

Utilzzare la parola "plusdotato" (che di per sé sarebbe esclusivamente positiva) per indicare proprio una definizione di una persona con problemi strutturali e inevitabili, è semplicemente ipocrita.

[quote="hypernova"]@ lucetta: non è una leggenda, è una constatazione personale da insegnate di materie artistiche. Leonardo era geniale in più ambiti, io non ho parlato di genialità o intelligenza superiore, ma di predisposizione per le arti visive e maggiore creatività in quell’ambito... non sono di quelli che credono alla favola di Einstein DSA.
Ci sono poi vari livelli di DSA... Comunque creatività nelle arti visive e bravura nel disegno non sono la stessa cosa, io posso essere un genio del disegno e avere zero creatività e viceversa. Il grande artista di solito ha entrambe le cose, Van Gogh invece era quasi solo creativo. Paradossalmente un disgrafico può essere un grande creativo, io ne ho visti che facevano paura, ovviamente lo capisce chi è del settore... non (solitamente) uno che insegna lettere o matematica.
C’è poi anche il DSA che non è capace né a livello tecnico né a livello creativo.[/quote]

...diciamo allora serenamente che c'è di tutto e non esiste alcuna presunta predisposizione

[quote="franco71"]Credo sia la stessa associazione fallace tra autismo e abilità matematiche.[/quote]


me ne vengono in mente di più prosaiche, ma le tengo per me...

associare per compensazione un disturbo a un superpotere è un meccanismo piuttosto battuto ma non fa che creare stereotipi e di certo non agevola l'autostima di chi il disturbo lo vive veramente.

La madre del ragazzo DSA potrà anche provare consolazione nel sentirsi dire che la dislessia è una qualità del genio, ma certo al ragazzo verrà solo proposta un modello inarrivabile e residuale che non ne favorirà certo l'autostima

[quote="lucetta10"]La madre del ragazzo DSA potrà anche provare consolazione nel sentirsi dire che la dislessia è una qualità del genio, ma certo al ragazzo verrà solo proposta un modello inarrivabile e residuale che non ne favorirà certo l'autostima[/quote]

E almeno quella è una convinzione consolatoria, come dire, "in positivo", il discorso qui sopra è pure peggio, perché va al contrario, è una sorta di "schadenfreude", il provare sollievo o senso di rivalsa alla prospettiva del (vero o presunto) disagio di qualcun altro...

Negli anni '90, ho avuto uno studente autistico (quando ancora a scuola non era riconosciuta come sindrome), geniale in matematica. Bocciato con tutti 4, ma 10 in matematica.
Ricordo che una mattina mi ha mostrato un piccolo quaderno dove aveva trasformato in geometria analitica dello spazio tutto quello che io in classe avevo fatto nel piano. Era un po' preoccupato per le rette, non gli sembrava buona cosa esprimerle come intersezione di due piani perché il modo di indicare una retta non era univoco, cercava una forma migliore. Gli ho prestato il mio libro di Geometria dell'università.

@melia: io non ho mai detto che non possano esistere autistici geniali in matematica (o in altri ambiti), anche se, come ha detto molto chiaramente Pasqui, si tratta di una piccolissima minoranza.

Dico che non è il caso di generaizzare il viceversa, cioè che chiunque sia "geniale" debba per forza avere dei disturbi mentali o relazionali che lo mettono sullo stesso piano di un disabile.

Incidentalmente: come è possibile che negli anni novanta l'autismo non fosse riconosciuto a scuola?

Mia madre negli anni settanta si laureò in scienze dell'educazione facendo una tesi di laurea proprio sui ragazzi autistici, esattamente nel periodo di transizione in cui si cominciava a inserire i disabili nelle classi normali! Io non avevo nemmeno 10 anni ma ricordo nitidamente che (con tutti i miei limiti di immaturità), mi feci perfino io una cultura improvvisata sull'autismo, vista la mole di libri e di articoli che giravano in casa!

Forse è vero che negli anni novanta non era ancora diffuso il fatto di trovarseli alle superiori, e specialmente in un liceo scientifico, ma il fenomeno era conosciuto eccome!

Non volevo contraddirti, volevo solo raccontarvi una cosa che mi era tornata in mente e che ricordandola mi fa stare male ancora adesso. Il ragazzo non era certificato, all'epoca una certificazione di qualunque genere era vista come un marchio di infamia. Parlava solo con me e solo di matematica.

Nel caso che conosco io (e che non fa letteratura, è solo una persona) i problemi c'erano, ed enormi, anche in matematica e informatica. Il pensiero divergente era troppo divergente. Non so farvi esempi concreti perchè insegno lettere ma si trattava in tutto e per tutto di un asperger. Nella scuola com'è concepita ora non siamo stati in grado di valorizzare le sue capacità nemmeno nelle materie che sulla carta si sarebbero prestate di più (e i colleghi erano persone serie e capaci). Sono ben lungi dall'avere un'idea esaustiva della plusdotazione ma rispondo a paniscus: questa condizione non si distingue dalle difficoltà che comporta, ovvero il plusdotato è anche necessariamente un dsa, i due piani non sono separabili. E la descrizione di seasparrow non la ritrovo nella mia esperienza: lo studente non era annoiato dalla spiegazione troppo semplice per lui, anzi! Piuttosto non riusciva a connettersi con l'attività didattica.

@Melia, mi fai ricordare il caso di una studentessa di prima superiore di molti anni fa a cui ho diagnosticato alla bersagliere ( in uno dei miei primi incarichi) un dsa in un'epoca di preistoria del disturbo. Si impegnava disperatamente, aveva buone capacità di analisi ma cadeva rovinosamente in cose elementari. La diagnosi tardiva che ha ricevuto era inservibile ai fine della didattica ma è servita a lei per capire che non era scema (aveva un fratello down e credeva di avere un deficit genetico) ma che c'era un problema preciso, circoscrivibile e non cognitivo, e questo l'ha molto aiutata anche se all'epoca non esistevano i pdp.

[quote="serpina"] Sono ben lungi dall'avere un'idea esaustiva della plusdotazione ma rispondo a paniscus: questa condizione non si distingue dalle difficoltà che comporta, ovvero il plusdotato è anche necessariamente un dsa, i due piani non sono separabili. [/quote]

Ma perché dovrebbe essere un DSA? Davvero, non capisco... DSA dovrebbe significare una cosa ben precisa, ossia avere delle limitazioni oggettive in alcune determinate capacità specifiche, come la velocità di lettura, il coordinamento fine della grafia, la memoria di lavoro a breve termine... che c'entrano con l'essere plusdotati?????

[quote="@melia"]Negli anni '90, ho avuto uno studente autistico (quando ancora a scuola non era riconosciuta come sindrome), geniale in matematica. Bocciato con tutti 4, ma 10 in matematica.
Ricordo che una mattina mi ha mostrato un piccolo quaderno dove aveva trasformato in geometria analitica dello spazio tutto quello che io in classe avevo fatto nel piano. Era un po' preoccupato per le rette, non gli sembrava buona cosa esprimerle come intersezione di due piani perché il modo di indicare una retta non era univoco,  cercava una forma migliore. Gli ho prestato il mio libro di Geometria dell'università.[/quote]
Che fine ha fatto questo "ragazzo"?

serpina : >

> nel caso che conosco io
(e che non fa letteratura, e' solo una persona)

attenzione
hai scambiato il concetto di letteratura con quello di statistica
e' uno sbaglio grande

un caso singolo puo' entrare
sia nella letteratura in senso umanistico
che nella letteratura scientifica e/o tecnica

invece per la statistica servono molti casi
con molti in funzione dell'esperienza pratica
a scuola per i voti molti e' minimo tre

per esempio tutti gli incidenti di volo
per come si configurano sono sostanzialmente casi singoli
pero' la relazione sull'incidente della agenzia per la sicurezza del volo
e' letteratura sul complesso degli incidenti
e normalmente le indicazioni in essa contenute per la sicurezza
sono recepite per le operazioni normali di volo,
operazioni di volo in emergenza, manutenzione, nuovi progetti

ad esempio quella del convertiplano
AgustaWestland AW609 marche N609AG
Tronzano Vercellese (VC) 30 ottobre 2015

http://www.ansv.it/cgi-bin/ita/Relazione%20N609AG.pdf

> problemi c'erano, ed enormi, anche in matematica e informatica

non e' un plusdotato che ha la definizione
ben precisa soprariportata dal centro AmaMente di Milano
da me e da davide

> il pensiero divergente era troppo divergente

non era un plusdotato allora di sicuro

> il plusdotato e' anche necessariamente un dsa,
i due piani non sono separabili

no stai facendo un altro grande sbaglio
scambiare i dsa con i problemi relazionali

> e la descrizione di seasparrow non la ritrovo nella mia esperienza

perche' non era un plusdotato appunto

(1730)

[quote="franco71"][quote="@melia"]Negli anni '90, ho avuto uno studente autistico (quando ancora a scuola non era riconosciuta come sindrome), geniale in matematica. Bocciato con tutti 4, ma 10 in matematica.
Ricordo che una mattina mi ha mostrato un piccolo quaderno dove aveva trasformato in geometria analitica dello spazio tutto quello che io in classe avevo fatto nel piano. Era un po' preoccupato per le rette, non gli sembrava buona cosa esprimerle come intersezione di due piani perché il modo di indicare una retta non era univoco,  cercava una forma migliore. Gli ho prestato il mio libro di Geometria dell'università.[/quote]
Che fine ha fatto questo "ragazzo"?[/quote]

Purtroppo non lo so. Temo che non sia riuscito ad arrivare al diploma.

Se il qi è molto alto il soggetto, ha comportamenti particolari, il loro cervello lavora in modo diverso,e più è alto più si confonde con l'autismo.(Sono parole di una nota neuropsichiatra di un centro di riferimento per l'autismo). La differenza se seguiti adeguatamente si vedrà con il tempo, l'autistico manterrà i comportamenti problema anche se contenuti grazie alle terapie, il plusdotato invece apprenderà i comportamenti adeguati.
La mia spiegazione è terra terra, senza tutti i termini tecnici di riferimento usati dalla specialista.

@seas, che la plusdotazione implichi difficoltà di altro tipo me l'anno detto e scritto nella relazione funzionale gli specialisti che seguivano il mio alunno. Che fosse plusdotato non è una mia deduzione, aveva una diagnosi. Naturalmente è possibile che tu ne sappia più di me sui plusdotati: io ne ho avuto solo uno, tu?
@paniscus: la plusdotazione confluisce normativamente nel dsa, credo semplicemente perchè non è un deficit cognitivo. Anche in questo caso, come nel dsa, si presuppone che sia possibile aggirare didatticamente il problema. Peccato che nessuno ti dica mai come fare.

> che la plusdotazione implichi difficolta' di altro tipo me l'anno

attenta anno ...
se lo fai davanti alla classe ti prendono in giro (di nascosto)
forse lo dicono anche ai genitori, e forse anche al preside

non si deve sottovalutare la cattiveria delle classi

> detto e scritto nella relazione funzionale gli specialisti
che seguivano il mio alunno ... che fosse plusdotato non e'
una mia deduzione, aveva una diagnosi

premesso che non e' la mia materia
e stavo cercando di capirci qualcosa
perche' ìn questo AS forse in una 1/a liceo scientifico
ne ho avuto uno forse dipende dalla definizione stessa
della parola plusdotato
non e' neanche detto che in letteratura
psicologica e psichiatrica sia unica
insomma non e' matematica

> naturalmente e' possibile
che tu ne sappia piu' di me sui plusdotati:
io ne ho avuto solo uno, tu ?

guarda se sei in cerca di provocare non ci casco
poi non e' certo il numero dei casi avuti che garantisce competenza

> la plusdotazione confluisce normativamente nel dsa,
credo semplicemente perche' non e' un problema cognitivo
anche in questo caso, come nel dsa, si presuppone
che sia possibile aggirare didatticamente il problema

? ? ?
poi dipende anche dalla definizione di partenza come ho detto sopra

> peccato che nessuno ti dica mai come fare

forse qua sono in grado di dare delle risposte
e forse il problema si dovrebbe iniziare a gestire quando sono bambini

https://www.centroamamente.it/amamente-il-primo-centro-in-italia-che-segue-i-bimbi-super-intelligenti

altrimenti non avrebbero
due centri a milano con genitori
che arrivano da tutta italia

(2010)

[quote="seasparrow3"]
e forse il problema si dovrebbe iniziare a gestire quando sono bambini

https://www.centroamamente.it/amamente-il-primo-centro-in-italia-che-segue-i-bimbi-super-intelligenti

altrimenti non avrebbero
due centri a milano con genitori
che arrivano da tutta italia[/quote]

Sarò pure malfidente, ma mi permetto di sospettare che se qualcuno apre un centro di psicologia e pedagogia pubblicizzandolo esplicitamente come "specializzato nel seguire i ragazzi super-intelligenti", di clientela che arriva da tutta Italia e che non vede l'ora di raccontare in giro che il proprio figlio è seguito lì, la troverebbe comunque...

Non ho alcuna fiducia nei centri privati col metodo miracoloso. I contatti che ho avuto con strutture di questo tipo sono sempre stati allucinanti. Credo che la scuola debba interfacciarsi con gli specialisti del sistema sanitario che seguono lo studente.

paniscus_2.1 : >

mia risposta

> saro' pure malfidente, ma mi permetto di sospettare

insomma sei complottista come me :-)
soltanto che io lo sono in ambiente sociopolitico
(stile Diego Fusaro)

> di clientela che arriva da tutta Italia
e che non vede l'ora di raccontare in giro che il proprio figlio
e' seguito da questi  

non penso proprio