Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
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Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
Promemoria primo messaggio :
Nei licei sono presenti alunni con disabilità intellettiva? Alunni dsa? O in genere scelgono altre tipologie di scuole?
Nei licei sono presenti alunni con disabilità intellettiva? Alunni dsa? O in genere scelgono altre tipologie di scuole?
Ospite- Ospite
Re: Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
Liceo Scientifico opzione scienze applicate: ragazzo di 17 anni con disturbo dello spettro autistico di grado moderato e problematiche relazionali/intellettive. Inserito in una classe terza dopo trasferimento da un altro istituto. Il cdc a inizio anno scolastico ha proposto il PEI differenziato, i genitori hannno rifiutato. E' stato dunque preparato un PEI per o.m. ed ovviamente il ragazzo a fine I quadrimestre aveva tutte le materie insufficienti. Dunque prima il Covid-19, poi una successiva situazione familiare delicata a casa a causa di un sopravvenuto problema di salute grave del padre, hanno portato non solo all'ammissione del ragazzo (come per quest'anno prevista per tutti), ma addirittura a nessun tipo di recupero a settembre con tutte le materie su (alla fine ha svolto verifiche più differenziate che semplificate per compiacere preside e famiglia alla fine dll'anno). A me dispiace per la situazione familiare, ma la scuola deve valutare correttamente.
Morale della favola: questa non è la scuola adatta a lui, a buona parte dei docenti di materia basta delegare il lavoro ai docenti di sostegno, i genitori vogliono l'obiettivo minimo e a settembre si ripresenterà nuovamente la situazione. Secondo il mio parere bisognerà riformulare alla famiglia la proposta del differenziato, dato che il figlio non è in grado di seguire il programma della classe o ridotto, se vuole proseguire in un liceo di questo tipo. Sono d'accordo nel ritenere che per le disabilità intellettive medio-gravi il liceo classico e scientifico non siano istituti adatti, il liceo artisitico, invece, essendo presenti laboratori pratici, rende possibile l'inserimento e l'inclusione accettabile del ragazzo nella scuola; così come i professionali, sono soluzioni altrettanto valide, soprattutto dove sono presenti più femmine e quindi un ambiente meno competitivo.
Morale della favola: questa non è la scuola adatta a lui, a buona parte dei docenti di materia basta delegare il lavoro ai docenti di sostegno, i genitori vogliono l'obiettivo minimo e a settembre si ripresenterà nuovamente la situazione. Secondo il mio parere bisognerà riformulare alla famiglia la proposta del differenziato, dato che il figlio non è in grado di seguire il programma della classe o ridotto, se vuole proseguire in un liceo di questo tipo. Sono d'accordo nel ritenere che per le disabilità intellettive medio-gravi il liceo classico e scientifico non siano istituti adatti, il liceo artisitico, invece, essendo presenti laboratori pratici, rende possibile l'inserimento e l'inclusione accettabile del ragazzo nella scuola; così come i professionali, sono soluzioni altrettanto valide, soprattutto dove sono presenti più femmine e quindi un ambiente meno competitivo.
dolcetto- Messaggi : 1758
Data d'iscrizione : 28.09.09
Re: Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
@seasparrow: la verità è soltanto da una parte? La questione è questa: gli specialisti del servizio pubblico valutano un ragazzo -certo in base alle proprie competenze- senza pressioni esterne di alcun tipo, i servizi privati sono necessariamente condizionati dalle aspettative delle famiglie che li pagano.
Parentesi biografica: anni orsono ho avuto uno studente con un handicap gravissimo (sdraiato su un lettino, senza il controllo di alcun muscolo, senza alcuna possibilità di comunicare). La sua diagnosi funzionale era molto pesante (non era nemmeno stato possibile accertare se fosse cieco e sordo oppure no). La famiglia si era rivolta a un centro privato che sosteneva di poter comunicare con il ragazzo attraverso il movimento assistito del braccio (gli si sottoponeva un quesito con due possibili risposte e lo studente, assistito dall'operatore del centro, muoveva il braccio indicava la risposta corretta. L'idea era che lui accennasse impercettibilmente il movimento e che l'operatore lo portasse a compimento). La famiglia aveva battagliato per gli obiettivi minimi. Il ds era ben felice perchè l'operatore del centro, pagato privatamente dalla famiglia, copriva tutte le ore scoperte da Sos e questo era molto importante perchè lo studente spesso gridava per ore e andava allontanato dall'aula, cosa che l'assistente sanitario non poteva fare da solo. Quando sono arrivata lo studente era già in terza, e i colleghi degli anni precedenti non erano mai riusciti a mettere in discussione la questione dell'attendibilità delle valutazioni. Lo studente aveva sempre avuto un buon profitto, sempre però coincidente con le competenze dell'operatore: in prima aveva un operatore laureato in matematica e i voti nelle materie scientifiche erano molto alti, andava meno bene nelle lingue e in latino. L'anno dopo con un'operatrice di lingue riscossa nelle lingue ma crollo nelle materie scientifiche. In terza cerchiamo di fare chiarezza pretendendo un incontro con gli specialisti uls (che il preside rimanda pretestuosamente per mesi) i quali confermano a fatica che secondo loro lo studente ha un danno cognitivo pesantissimo. Il centro e la famiglia sostengono invece che lo studente abbia un qi nella norma. Chiediamo di poterci formare anche noi col favoloso metodo che usano gli operatori. Ci viene negato: un percorso lungo, ci dicono, complesso, e poi è un fatto di intesa interpersonale, non è detto che anche formati riusciremmo a trovare un canale empatico col ragazzo. I colleghi e io viviamo con difficoltà quel passaggio. È chiaro che il problema non è valutare positivamente quello studente (in una condizione evidente di difficoltà assoluta e di grave dolore anche fisico) quanto avvallare un sistema di oggettivo sfruttamento delle famiglie dei disabili. Infine decidiamo di rifiutare l'operatore del centro, aprendo una guerra al coltello col preside. La famiglia non accetta la decisione. Lo studente cambia istituto.
Questa è la mia peggiore, ma non l'unica, esperienza coi centri privati. Mi pare che le criticità non siano poche.
Parentesi biografica: anni orsono ho avuto uno studente con un handicap gravissimo (sdraiato su un lettino, senza il controllo di alcun muscolo, senza alcuna possibilità di comunicare). La sua diagnosi funzionale era molto pesante (non era nemmeno stato possibile accertare se fosse cieco e sordo oppure no). La famiglia si era rivolta a un centro privato che sosteneva di poter comunicare con il ragazzo attraverso il movimento assistito del braccio (gli si sottoponeva un quesito con due possibili risposte e lo studente, assistito dall'operatore del centro, muoveva il braccio indicava la risposta corretta. L'idea era che lui accennasse impercettibilmente il movimento e che l'operatore lo portasse a compimento). La famiglia aveva battagliato per gli obiettivi minimi. Il ds era ben felice perchè l'operatore del centro, pagato privatamente dalla famiglia, copriva tutte le ore scoperte da Sos e questo era molto importante perchè lo studente spesso gridava per ore e andava allontanato dall'aula, cosa che l'assistente sanitario non poteva fare da solo. Quando sono arrivata lo studente era già in terza, e i colleghi degli anni precedenti non erano mai riusciti a mettere in discussione la questione dell'attendibilità delle valutazioni. Lo studente aveva sempre avuto un buon profitto, sempre però coincidente con le competenze dell'operatore: in prima aveva un operatore laureato in matematica e i voti nelle materie scientifiche erano molto alti, andava meno bene nelle lingue e in latino. L'anno dopo con un'operatrice di lingue riscossa nelle lingue ma crollo nelle materie scientifiche. In terza cerchiamo di fare chiarezza pretendendo un incontro con gli specialisti uls (che il preside rimanda pretestuosamente per mesi) i quali confermano a fatica che secondo loro lo studente ha un danno cognitivo pesantissimo. Il centro e la famiglia sostengono invece che lo studente abbia un qi nella norma. Chiediamo di poterci formare anche noi col favoloso metodo che usano gli operatori. Ci viene negato: un percorso lungo, ci dicono, complesso, e poi è un fatto di intesa interpersonale, non è detto che anche formati riusciremmo a trovare un canale empatico col ragazzo. I colleghi e io viviamo con difficoltà quel passaggio. È chiaro che il problema non è valutare positivamente quello studente (in una condizione evidente di difficoltà assoluta e di grave dolore anche fisico) quanto avvallare un sistema di oggettivo sfruttamento delle famiglie dei disabili. Infine decidiamo di rifiutare l'operatore del centro, aprendo una guerra al coltello col preside. La famiglia non accetta la decisione. Lo studente cambia istituto.
Questa è la mia peggiore, ma non l'unica, esperienza coi centri privati. Mi pare che le criticità non siano poche.
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
@dolcetto, situazione analoga ma PAI in tutte le discipline. La famiglia non intende cambiare istituto. L'anno prossimo ce la giochiamo.
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
[quote="serpina"]
Parentesi biografica: anni orsono ho avuto uno studente con un handicap gravissimo
La famiglia si era rivolta a un centro privato che sosteneva di poter comunicare con il ragazzo attraverso il movimento assistito del braccio (gli si sottoponeva un quesito con due possibili risposte e lo studente, assistito dall'operatore del centro, muoveva il braccio indicava la risposta corretta. L'idea era che lui accennasse impercettibilmente il movimento e che l'operatore lo portasse a compimento).
Lo studente aveva sempre avuto un buon profitto, sempre però coincidente con le competenze dell'operatore: in prima aveva un operatore laureato in matematica e i voti nelle materie scientifiche erano molto alti, andava meno bene nelle lingue e in latino. L'anno dopo con un'operatrice di lingue riscossa nelle lingue ma crollo nelle materie scientifiche. [/quote]
Che la cosiddetta "comunicazione facilitata" sia nella stragrande maggioranza dei casi una truffa, o comunque una proiezione inconsapevole delle aspettative di qualcun altro, credevo che fosse noto da decenni.
Parentesi biografica: anni orsono ho avuto uno studente con un handicap gravissimo
La famiglia si era rivolta a un centro privato che sosteneva di poter comunicare con il ragazzo attraverso il movimento assistito del braccio (gli si sottoponeva un quesito con due possibili risposte e lo studente, assistito dall'operatore del centro, muoveva il braccio indicava la risposta corretta. L'idea era che lui accennasse impercettibilmente il movimento e che l'operatore lo portasse a compimento).
Lo studente aveva sempre avuto un buon profitto, sempre però coincidente con le competenze dell'operatore: in prima aveva un operatore laureato in matematica e i voti nelle materie scientifiche erano molto alti, andava meno bene nelle lingue e in latino. L'anno dopo con un'operatrice di lingue riscossa nelle lingue ma crollo nelle materie scientifiche. [/quote]
Che la cosiddetta "comunicazione facilitata" sia nella stragrande maggioranza dei casi una truffa, o comunque una proiezione inconsapevole delle aspettative di qualcun altro, credevo che fosse noto da decenni.
paniscus_2.1- Messaggi : 5373
Data d'iscrizione : 31.10.17
Re: Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
@seasparrow, fatico a volte a seguirti ma desidero risponderti:
A) "nessuno è obbligato ad andare a un centro privato, è una libera scelta": certo. Nel caso che cito è la scelta di una famiglia disperata che non accetta la realtà. Questa famiglia si sarebbe potuta tranquillamente far seguire dai servizi pubblici (che infatti si sono interfacciati con noi, i fondi ci sono eccome) ma non ha voluto perchè non ne accettava la diagnosi. E ha poi trovato chi, a pagamento, facesse una diagnosi gradita.
B) ho avuto, oltre a questo, altri episodi sgradevoli con enti privati. Oltre a ciò ritengo in assoluto più affidabili gli enti pubblici in quanto liberi, com'è ovvio, da confitto di interessi. Non trovi che il conflitto di interessi, in casi così delicati, rappresenti una forte criticità?
C) il problema non era concedere il titolo di studio "a una creatura così disgraziata" (il titolo di studio è un contentino? Parliamo di uno studente per il quale non è stato possibile accertare se fosse cieco e sordo o no!! Vuoi dirmi che per lui il raggiungimento del diploma avrebbe avuto un peso?!) ma l'abuso esercitato sulla famiglia e su di noi docenti, costretti a fingere di credere all'attendibilità di un metodo farlocco che spillava migliaia di euro a una famiglia disperata! Quello a cui ho assistito è stato uno sciacallaggio osceno, appoggiato da un ds per squallido tornaconto orario. E mi fa specie che un collega confonda la pietistica concessione di un titolo con la legittima volontà dei docenti di esercitare la propria professionalità a tutela di uno studente dva e del suo diritto a un percorso individualizzato e realmente percorribile.
A) "nessuno è obbligato ad andare a un centro privato, è una libera scelta": certo. Nel caso che cito è la scelta di una famiglia disperata che non accetta la realtà. Questa famiglia si sarebbe potuta tranquillamente far seguire dai servizi pubblici (che infatti si sono interfacciati con noi, i fondi ci sono eccome) ma non ha voluto perchè non ne accettava la diagnosi. E ha poi trovato chi, a pagamento, facesse una diagnosi gradita.
B) ho avuto, oltre a questo, altri episodi sgradevoli con enti privati. Oltre a ciò ritengo in assoluto più affidabili gli enti pubblici in quanto liberi, com'è ovvio, da confitto di interessi. Non trovi che il conflitto di interessi, in casi così delicati, rappresenti una forte criticità?
C) il problema non era concedere il titolo di studio "a una creatura così disgraziata" (il titolo di studio è un contentino? Parliamo di uno studente per il quale non è stato possibile accertare se fosse cieco e sordo o no!! Vuoi dirmi che per lui il raggiungimento del diploma avrebbe avuto un peso?!) ma l'abuso esercitato sulla famiglia e su di noi docenti, costretti a fingere di credere all'attendibilità di un metodo farlocco che spillava migliaia di euro a una famiglia disperata! Quello a cui ho assistito è stato uno sciacallaggio osceno, appoggiato da un ds per squallido tornaconto orario. E mi fa specie che un collega confonda la pietistica concessione di un titolo con la legittima volontà dei docenti di esercitare la propria professionalità a tutela di uno studente dva e del suo diritto a un percorso individualizzato e realmente percorribile.
serpina- Messaggi : 1455
Data d'iscrizione : 21.02.13
Re: Nei licei sono presenti alunni con disabilità?
[quote="seasparrow3"][quote="dolcetto"]
dove sono presenti piu' femmine e quindi un ambiente meno competitivo
[/quote]
per me e' uno sbaglio completo
io ho avuto molte classi con quasi tutte femmine
(tessile abbigliamento moda e turistico)
per me e' viceversa, cioe' le femmine sono molto
piu' competitive dei maschi
pero' sono mediamente molto piu' educate
quando c'e' uno che non riesce a farcela non lo prendono in giro
cosi' come quando c'e' un maschio molto effeminato
nel modo di fare non lo prendono in giro e non lo emarginano
(a maggior ragione non lo bullizzano)
almeno questo e' quello che ho sempre visto io[/quote]
Sì, mi sono espressa male, le femmine sono più rispettose e predisposte alla cura degi altri rispetto ai maschi, quindi una classe con una presenza elevata di femmine è preferibile per i ragazzi fragili e problematici.
dove sono presenti piu' femmine e quindi un ambiente meno competitivo
[/quote]
per me e' uno sbaglio completo
io ho avuto molte classi con quasi tutte femmine
(tessile abbigliamento moda e turistico)
per me e' viceversa, cioe' le femmine sono molto
piu' competitive dei maschi
pero' sono mediamente molto piu' educate
quando c'e' uno che non riesce a farcela non lo prendono in giro
cosi' come quando c'e' un maschio molto effeminato
nel modo di fare non lo prendono in giro e non lo emarginano
(a maggior ragione non lo bullizzano)
almeno questo e' quello che ho sempre visto io[/quote]
Sì, mi sono espressa male, le femmine sono più rispettose e predisposte alla cura degi altri rispetto ai maschi, quindi una classe con una presenza elevata di femmine è preferibile per i ragazzi fragili e problematici.
dolcetto- Messaggi : 1758
Data d'iscrizione : 28.09.09
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